“Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior” scriveva Catullo nel primo secolo avanti Cristo. “Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile. Non so, ma è proprio così e mi tormento”, tradusse poi Quasimodo. Beh, la mia esperienza con questo secondo episodio di Life is Strange 2 viene ben descritta dal carme del poeta latino poiché se da un lato abbiamo una storia che segue binari e deviazioni che hanno – per la mia sensibilità – molto da raccontare, dall’altro la richiesta di “interrogare” infiniti hotspot inutili solo per cogliere dettagli di contesto che avrebbero potuto essere implementati in altro modo mi dà sui nervi. Ora provo a spiegarmi meglio, ma prima: réclame!
REGOLE
A livello di storyline, se state leggendo questa recensione saprete già quali vicende abbiano portato Sean e Daniel a fuggire da Seattle, braccati dalla polizia, con l’obiettivo di arrivare in quel Messico dove li aspetta un rifugio sicuro e l’incolumità. In questo secondo episodio, però, il viaggio li porta a transitare dalle parti della casa materna, in Oregon, dove vengono accolti dai nonni. Chi legge le mie recensioni sa bene quanto io sia contrario a qualsiasi forma di spoiler e quindi, senza accennare a eventi o a situazioni in divenire, ci tengo a precisare che il lavoro di caratterizzazione e contestualizzazione operato dai ragazzi di Dontnod è davvero eccezionale. Forse il dipanarsi della trama, che si incastra con quella de Le fantastiche avventure di Captain Spirit in uno dei “melting pot” più brillanti che mi sia capitato di giocare, non ha lo stesso mordente di quello dell’episodio precedente, ma fin dai tempi di The Walking Dead sappiamo tutti che in queste serie i capitoli centrali servono da telaio su cui costruire un finale memorabile.
quattro mesi dopo la pubblicazione del primo episodio sono meno incline ad accettare che l’azione non sia emozionante e al cardiopalma
CIANFRUSAGLIE
Voglio ripeterlo: Rules merita di essere acquistato – senza se e senza ma – se siete rimasti affascinati da Roads, il primo capitolo di Life is Strange 2. Al netto di questo, però, bisogna mettere alcuni puntini sulle “i” a partire dai continui pop up che su PS4 liscia sono imperdonabili. La grafica con texture a bassa definizione, i modelli dai pochi poligoni, colorati a mano e i dettagli stilizzati dovrebbero rendere il tutto più fluido… e invece no. Ci vogliono anche cinque secondi perché tutti gli elementi di una nuova scena vengano a “galla”, illuminazione compresa: ma anche no, dai. In secondo luogo, ogni stanza è piena di cianfrusaglie inutili che si possono guardare e che, se interrogate, rivelano elementi di contesto del tipo: “I nonni ci hanno comprato un sacco di vestiti per l’inverno, che carini”. Capiamoci: quando scrivo “è piena di” intendo che nella location principale dove si svolge un buon 70% dell’avventura ce ne saranno una cinquantina. Cinquanta hotspot che già a metà delle due ore abbondanti di gameplay provocano noia e prurito, anche perché senza quel ritmo di cui vi scrivevo sembra di essere tornati ai tempi di Gabriel Knight, quando ci volevano due ore solo per ascoltare tre monologhi sul caffè americano della segretaria.
sembra di essere tornati ai tempi di Gabriel Knight, quando ci volevano due ore solo per ascoltare tre monologhi sul caffè americano della segretaria
Rules si dimostra il classico episodio centrale in cui gli sviluppatori tirano il freno a mano dell’azione per concentrarsi sui dettagli. Merita l’acquisto, è pleonastico ribadirlo, nel caso in cui il primo episodio vi abbia catturati com’è successo a me. La profondità di temi e trama è indubbia, quindi potete andare sul sicuro (c’è anche Captain Spirit, quindi cacciate il grano senza paura). Difetti ne abbiamo? Sì: rallentamenti, pop up e un quantitativo – a mio avviso – eccessivo di hotspot da interrogare solo per carpirne qualche insignificante dettaglio “utile” a ricostruire il setting in cui tutto ha luogo. Ci sono altri modi, oggi come oggi, per farlo meglio… quindi speriamo che nel terzo capitolo aggiustino il tiro. Anche questo secondo episodio esce senza voto: fateci pace… dovrete aspettare ancora per avere la scusa di guardare solo quel ridicolo numero.