Strikeback – Recensione C64

Con l’ausilio di un drone, scacciamo tutte le forze d’invasione in Strikeback, il nuovo shooter a scorrimento orizzontale di Sarah Jane Avory.

Sviluppatore / Publisher: Witchsoft Prezzo: A partire da $3,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 3 Lo trovi su: itch.io

Che il conflitto in Ucraina prima o poi facesse capolino anche nel mondo dei videogiochi era inevitabile, esattamente com’è successo per tutte le guerre che lo hanno preceduto. Che capitasse così presto, invece, non era affatto scontato e la cosa potrebbe anche apparire urticante. In realtà, in Strikeback non si fa alcun riferimento diretto all’Ucraina e alla Russia, ma si parla più indirettamente di una battaglia contro un generico “esercito invasore”, anche se il giallo e l’azzurro scelti per il logo, così come la nobile decisione di devolvere l’intero incasso a favore della popolazione ucraina, lasciano pochissimo spazio ad altre interpretazioni.strikeback recensioneQuanto al tempismo non ci dobbiamo stupire più di tanto: Sarah Jane Avory, ex Core Design, non solo è una programmatrice piuttosto prolifica, ma sul Commodore 64 vanta un curriculum di tutto rispetto, essendo l’autrice di Soul Force e Zeta Wing, due shooter recenti di ottima caratura. Strikeback ha tutte le caratteristiche di un progetto secondario, la cui natura “politica” è stata probabilmente aggiunta in corso d’opera, ma di certo non mancano i tocchi di classe che ci fanno amare i suoi giochi.

SCRAMBLE IN UCRAINA

Strikeback è uno shoot ‘em up a scorrimento orizzontale imparentato in qualche modo con Scramble, grande classico di Konami che proprio nel 2022 festeggia i suoi fulgidi 40 anni. Mentre lo schermo scorre inesorabile a velocità costante, il nostro drone può librarsi nel cielo e muoversi nelle solite otto direzioni, cercando di colpire i bersagli a terra e, nel contempo, di evitare i proiettili della contraerea.

Strikeback torna alle origini degli shooter citando Scramble, ma dandone anche una personale reinterpretazione

Sul terreno ci sono carri armati leggeri, carri pesanti, camion, autocisterne di carburante e torrette lanciarazzi: si possono distruggere tutti quanti sganciando missili aria-terra – l’arma di base – ma per farlo bisogna tener conto della traiettoria del proiettile, facilmente deducibile grazie a un vistoso mirino che si muove con noi sullo schermo. Camion, autocisterne e carri leggeri sono “metallo da cannone”, bersagli facili facili che non dispongono di alcun genere di autodifesa. I primi, quando vengono colpiti, elargiscono un razzo bonus che può essere raccolto e usato a nostro vantaggio; gli altri, al limite, ci assicurano dei punti in più.

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Il ponte di ferro sembra citare Green Beret, un altro classicone degli anni 80.

Carri pesanti e torrette sono invece più insidiosi perché ci sparano contro e, dalla versione 0.2 del gioco, si girano se le superiamo: i proiettili dei carri, una volta sparati, continuano per la loro direzione anche se li schiviamo; i razzi sparati dalle torrette, invece, seguono una traiettoria semi-guidata e possono essere più difficili da evitare. Ogni volta che distruggiamo un carro pesante, i suoi rottami volano in cielo e possono innescare una reazione a catena, andando a distruggere altri veicoli nemici. In questo caso, il gioco ci elargirà ulteriori 100 punti. Saltuariamente, arrivano da destra anche missili, elicotteri e altri mezzi volanti che possono essere distrutti con una pressione prolungata del tasto fuoco: spareremo un missile aria-aria teleguidato che andrà sempre a segno, a patto naturalmente di eseguire in tempo la manovra. Tuttavia, in tutto il tempo necessario saremo più esposti al fuoco proveniente da terra.

DEDICATO A GIZMO

In mezzo a tanta bellicosità c’è spazio anche per una carezza gentile: l’autrice ha lasciato una dedica a Gizmo, l’amatissimo gatto scomparso di recente e, tra un livello e l’altro, Strikeback cambia completamente pelle, invitandoci a paracadutare casse di cibo ai poveri micetti abbandonati a terra, invece che a sganciare ordigni letali. La tecnica di lancio è esattamente la stessa, la difficoltà in questo caso è dovuta al fatto che molti felini se ne stanno seminascosti dietro qualche altura, costringendoci a prendere molto bene la mira e a sganciare l’ambito pasto con il giusto tempismo. Ogni felino nutrito e felice ci elargirà 500 punti e, naturalmente, i livelli bonus sono un momento ideale per raccogliere gli aiuti (razzi aggiuntivi e riparazioni per il drone) che cadono dal cielo: ci aiuteranno ad affrontare la battaglia nel livello successivo.

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Psichedelia a parte, aiutare i gattini in difficoltà fa sempre piacere!

Un gioco basato su eventi tragici tuttora in corso, intervallato da una singolare preoccupazione per i gatti del posto, sicuramente finirà con l’urtare qualche sensibilità e attirare polemiche sgradite, ma se mettiamo da parte il contesto ci rimane un interessante shoot ‘em up che inverte una regola d’oro: di solito le navicelle nemiche che occupano lo spazio antistante hanno maggiore priorità rispetto agli elementi “a terra”, che al massimo possono offrire motivo di disturbo. Qua la concentrazione è puntata su di essi, senza la possibilità di usare un fuoco orizzontale per liberarcene. In definitiva, Strikeback ci impone un notevole equilibrio tra agilità, precisione e capacità di non sprecare risorse inutilmente: finire i proiettili non significa essere nei guai, perché dal cielo arriverà sempre un rifornimento. Ma riuscire a prenderlo mentre tutti gli altri sparano può essere impegnativo.

In Breve: Strikeback potrà anche sembrare un gioco realizzato “sul momento” ma, se ne analizziamo il gameplay con attenzione, possiamo intravvedere il genio della Avory che, ancora una volta, si conferma come una delle personalità più appariscenti del rinascimento sessantaquattrista. Strikeback sovverte le regole: torna direttamente alle origini degli shooter a scorrimento, ma riesce a darne un’interpretazione personale assolutamente equilibrata. Il tutto senza considerare la pregevole grafica con tanto di parallasse e le ottime musiche inserite nel gioco.

Configurazione di Prova: TheC64, VICE su Core i5 8200
Com’è, Come Gira: Scroll orizzontale fluidissimo con diversi livelli di parallasse, come ci si aspetterebbe da uno shooter “di quelli belli” realizzato negli anni d’oro della piattaforma. La versione 0.2 è più impegnativa della 0.1 iniziale, ma è assolutamente meglio così!

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Pro

  • Gameplay a suo modo originale / Realizzato con passione e professionalità.

Contro

  • Sprite monocromatici e decisamente bruttini.
8.2

Più che buono

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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