A quarant’anni dall’uscita originale, ecco arrivare un “prequel” per Miner 2049er, uno dei titoli giustamente considerati “seminali” nella storia dei videogiochi. Andiamo a tuffarci nel bel Miner 2019er.
Sviluppatore / Publisher: Psytronik Software Prezzo: A partire da $4,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 3 Lo trovi su: itch.io Sistemi: Commodore 64, TheC64
Quarant’anni fa, nell’ormai lontano 1982, un giovane Bill Hogue realizzò uno dei più grandi successi dell’epoca, Miner 2049er per Atari 800. Nei panni dell’avventuroso Bounty Bob, ci dovevamo calare in una miniera di uranio e raccogliere il pericoloso materiale ma, per completare ciascun livello, dovevamo calpestarne per intero le piattaforme, lasciando progressivamente un segno tangibile del nostro passaggio. Non mancavano i pericoli, visto che l’aria sarebbe stata sufficiente per un periodo di tempo limitato, le caverne erano abitate da letali creature radioattive e, come se non bastasse, il nostro eroe non era certo immune alle cadute: un capitombolo da un’altezza eccessiva (stimabile in poco più di quella del protagonista) sarebbe bastato a ucciderlo! Per l’epoca, Miner 2049er fu una ventata d’aria fresca sotto diversi aspetti: aveva ben 10 livelli, quando un mostro sacro contemporaneo come Donkey Kong ne aveva soltanto tre, presentava un gameplay articolato e innovativo, uscì su cartuccia richiedendo ben due EPROM da 8 KB e, forse per la prima volta, fu convertito su quasi tutte le piattaforme da gioco disponibili grazie a un’inusuale quantità di contratti su licenza. Nell’arco di pochi anni fu possibile giocarci su Vic 20, Commodore 64, Apple II, Atari 2600 e 5200, ColecoVision, Intellivision, Sharp X1, Texas Instruments TI99/4A e addirittura IBM PC, dove uscì su un dischetto dotato di autoboot. Miner 2049er ebbe anche un seguito chiamato Bounty Bob Strikes Back!, che tuttavia non ebbe il successo del predecessore.
UN ALTRO SEGUITO, ANZI NO
Schiacciamo il pulsante Fast Forward e arriviamo fino ai giorni nostri. Volendo a tutti i costi omaggiare quel vecchio gioco con cui si era tanto divertito da piccolo, il programmatore Daniel Avery ha realizzato un prequel estremamente fedele alla filosofia originale, ricevendo addirittura il benestare – e supponiamo anche qualche “dritta” – da Bill Hogue in persona! Miner 2019er, come suggerisce il titolo, ci rimette nei panni di Bounty Bob a cui, evidentemente, non ne va proprio mai bene una. Infilatosi per curiosità in una cabina nascosta in uno stanzino della sua azienda, si ritrova a viaggiare nel tempo, catapultato nelle sue ben note miniere di uranio ben trent’anni prima.
Come in passato (o forse sarebbe meglio dire “come in futuro”), dovrà percorrere i (nuovi) livelli di gioco in tutta la loro estensione, colorando il terreno con il suo passaggio per poter approdare al quadro successivo. Coerentemente con il retaggio della serie, Bob avrà il tempo limite di un minuto per fare tutto questo (anche se i secondi si susseguono più lentamente che nella realtà), cercando di evitare il contatto coi nemici, le trappole e soprattutto le cadute da altezze eccessive. Fortuna vuole che in giro per le miniere ci sia una grande quantità di attrezzi che, una volta raccolti, gli permettono di avere temporaneamente la meglio sulle creature ostili, che di conseguenza possono essere eliminate.
DUE DIVERSE DIFFICOLTÀ
Miner 2019er può essere affrontato in due modalità: quella classica, estremamente impegnativa, e quella ‘casual’, che riprende una serie di facilitazioni introdotte originariamente in Bounty Bob Strikes Back!. Nel primo caso, ogni morte decreterà un ‘reset totale’ del livello corrente, riportando in vita tutti i mostri uccisi e al colore originale tutte le piattaforme; nel secondo, al contrario, verranno ripristinati soltanto i bonus sparsi per i livelli, lasciando invariato il resto della situazione. Una semplificazione davvero benvenuta, perché i 25 livelli del gioco sono decisamente più numerosi dei 10 originali e contengono anche tante novità rispetto al passato.
Avery infatti non si è limitato a riproporre quanto ideato da Hogue, ma ha aggiunto parecchia farina del suo sacco, sotto forma di oggetti nascosti e di meccanismi da attivare per conquistare piattaforme altrimenti irraggiungibili. Strumenti che richiedono una buona dose di tentativi prima di comprenderne appieno il funzionamento e che naturalmente vi porteranno a sfruttare il più possibile la possibilità di ‘salvare’ snapshot grazie agli emulatori (o usare analoghe funzionalità sulle moderne cartucce d’espansione). Se invece giocate su un C64 originale, senza alcuna facilitazione millennial… preparatevi a soffrire esattamente come nel 1982!
UN SENTITO OMAGGIO, FORSE TROPPO
L’introduzione del livello di difficoltà ‘casual’ è l’unica concessione di Daniel Avery alla modernità. L’immagine del protagonista, così come gli elementi grafici dei livelli e gli sprite dei nemici, riprendono in tutto e per tutto lo stile originale.
L’INTRODUZIONE DELLA DIFFICOLTÀ CASUAL È L’UNICA CONCESSIONE ALLA MODERNITÀ
In Breve: Dopo tante conversioni impossibili (Sonic, Puzzle Bobble…) e diverse versioni “pimpate” dei classici del passato (Scramble Infinity), tornare agli albori del Commodore 64 con un gioco che “più vecchio non si può” potrà sembrare scioccante, e in effetti in un certo senso lo è. Eppure, nonostante la grafica e il sonoro antidiluviani che a mala pena sfruttano l’hardware del biscottone, Miner 2019er riesce ancora a divertire grazie al suo gameplay accattivante e a un ottimo level design, per niente orfano della “mano” originale.
Configurazione di Prova: TheC64, VICE su Core i5 8200
Com’è, Come Gira: Pre-ordinabile in edizione fisica su floppy disk, l’edizione digitale fornisce le immagini .d64 e .crt del gioco, che è quindi compatibile anche con i TheC64 e con le moderne cartucce d’espansione per il C64. Gira senza problemi su hardware originale e in emulazione.