Solida struttura che prende a prestito caratteristiche a destra e a manca, ma le amalgama piuttosto bene

Il rapporto con i sopravvissuti muove efficacemente l’impianto narrativo, quando ci confrontiamo coi singoli o anche con intere fazioni..
La morte in azione, infine, reca un dettaglio un po’ “souls” già usato in Zombie di Ubisoft, con la possibilità di recuperare armi e loot solo andando alla ricerca del proprio zaino, segnalato in una sagoma viola trasparente sulla visuale. Di sicuro l’uso della caratteristica è meno coerente (nel gioco citato interpretiamo una serie di sopravvissuti, sempre diversi alla morte del PG), ma aggiunge ulteriore pepe a una zuppa già piuttosto saporita.
I PECCATI DI THE WALKING DEAD SAINTS & SINNERS
Descrivere i difetti di The Walking Dead Saints & Sinners necessità di meno spazio, ma gli stessi sono altresì capaci di togliere qualche punto nel giudizio finale e scavare, così, un solco tra un gioco decisamente buono e la pura eccellenza. Innanzitutto, la notevole interattività di case e ambienti in cui vanno svolti i principali obiettivi, tra ante di mobili apribili, casseforti, oggetti di loot e quant’altro, non elimina la sensazione di gironzolare in mappe modellate nel cemento armato, soprattutto quando ci troviamo in strada e possiamo appena nasconderci o procedere, senza nemmeno poter frugare in automobili o bidoni, comunque coreograficamente presenti. A questo va aggiunta l’IA un po’ schizofrenica degli zombie, talvolta catatonici a cortissimo raggio o, in altre occasioni, messi in allerta da una fugace visione anche a venti metri di distanza. Per dovere di correttezza, poi, non posso che segnalare alcuni bug minori ancora presenti dopo la pubblicazione del gioco, inerenti il sonoro ballerino in alcune lettere “recitate” in sottofondo (audio e testi sono solo in inglese, tenetelo in conto), o anche nella visualizzazione a comparsa delle informazioni su crafting/durabilità di armi e item.
Il gioco non avrebbe motivo di chiamarsi The Walking Dead, o comunque di riferirsi anche alla barbarie umana post-apocalisse, senza fazioni e personaggi con cui confrontarsi
The Walking Dead: Saints and Sinners è, complessivamente, un gran bel zombie survival VR. I suoi pregi non sono costanti in tutti gli aspetti, anche sotto il profilo tecnico, ma il buon livello di sfida e l’articolata struttura lo rendono imperdibile per gli appassionati del genere.
Configurazione di prova: i5@3.40 GHz, 16 GB RAM, GeForce 1080ti, HDD Comfort VR: Buono
Piattaforme VR: Oculus Rift, Rift S (sistema della prova), Valve Index, HTC Vive, Windows Mixed Reality, controller di movimento supportati
Com’è, come gira: Con la configurazione descritta qui sotto non ho mai avuto problemi di fluidità, anche per l’attenta dosatura di dettaglio grafico e interattività, a lato di qualche secondo per caricare le texture con il pop-up delle stesse all’ingresso in un livello, antico ma tollerabile problema dell’Unreal Engine.
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