Total War: Warhammer III – Recensione

PC

Il dio Ursun è caduto, colpito a morte da un condottiero kislevita plagiato dai Poteri Perniciosi. Riuscirete a salvare il Grande Orso o ne assorbirete l’essenza per i vostri fini corrotti? Total War: Warhammer 3 vi permetterà di seguire entrambe le strade.

Sviluppatore / Publisher: Creative Assembly / SEGA Prezzo: € 59,99 (solo campagna) Localizzazione: Testi Multiplayer: Online cooperativo e competitivo PEGI: 16+ Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, Microsoft Store)

Se come me avete atteso a lungo la conclusione di questa saga strategica dedicata a Warhammer Fantasy, l’ultimo Total War di Creative Assembly potrebbe rivelarsi una sanguisuga capace di privarvi di tutto il tempo libero a vostra disposizione. È stato davvero difficile riuscire a staccarmi per un paio di ore dallo strategico dello studio inglese per scrivere questa recensione: se non avessi dovuto buttare giù queste righe sono sicuro che sarei ancora lì, a decidere il destino di un mondo assediato dalle creature demoniache provenienti dai reami delle quattro divinità caotiche. A versare sangue per il Dio del Sangue e a raccogliere teschi per il Trono dei Teschi.

Sì lo so cari amici lettori, molti di voi non vedono l’ora di guidare gli eserciti kisleviti capeggiati dalla zarina Katarina, o di buttarsi nella mischia per la prima volta in assoluto assieme alle forze del Grande Catai, ma io sono un uomo molto semplice: datemi la possibilità di giocare dalla parte di Khorne, uccidendo e mutilando chiunque abbia il fegato di incrociare le armi con i miei condottieri, e mi farete davvero felice.

LA DESOLAZIONE DEL CAOS

Ed è proprio con i demoni di Khorne del famigerato Skarbrand l’Esiliato che è iniziata la mia avventura nel mondo di Total War: Warhammer 3. Ho voluto subito mettere alla prova il team di Horsham per vedere come se la sia cavata nella trasposizione di un esercito privo di unità da tiro, salvo due eccezioni. Niente – o quasi – combattimento dalla distanza: solo mischia per non incorrere nell’ira del Signore dei Teschi.

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Skarbrand l’Esiliato in tutto il suo terrificante splendore.

Inutile dire che la bravura dello studio britannico ha fatto sì che la mia esperienza di gioco filasse liscia come l’olio, senza farmi mai rammaricare nemmeno un po’ dell’assenza di arcieri, archibugieri e altre unità specializzate nel colpire il nemico prima che arrivi in corpo a corpo. Con Khorne bisogna sempre puntare su un approccio estremamente offensivo e ciò si ripercuote non soltanto nelle battaglie strategiche in tempo reale tra due eserciti, ma anche sul funzionamento dell’intera fazione nella parte a turni di Total War.

Quasi tutte le fazioni possiedono una valuta aggiuntiva che viene utilizzata per vari scopi

Sulla mappa della campagna, infatti, i seguaci di Khorne guadagnano bonus al movimento e alla rigenerazione delle truppe dopo ogni combattimento. Più si massacrano avversari, più importanti sono le benedizioni che il Dio del Sangue concede ai suoi seguaci, e maggiori sono i teschi raccolti dopo ogni scontro. I teschi sono una valuta complementare all’oro (o favore per tutte le fazioni demoniache) da usare per colonizzare gli insediamenti o da spendere per ottenere benedizioni addizionali. A dire il vero quasi tutte le fazioni possiedono una valuta aggiuntiva che viene utilizzata per vari scopi: per esempio gli Ogri usano la carne per sostenere gli eserciti e banchettare prima di ogni battaglia così da guadagnare vantaggi all’efficienza in combattimento, mentre i demoni di Slaanesh ammassano devoti da sacrificare all’evenienza ed evocare armate demoniache in giro per il mondo, e poi c’è nonno Nurgle che… il resto scopritelo da voi, no? Questo per dire che ognuna delle otto fazioni presenti nel gioco è stata caratterizzata decisamente bene al fine di garantire ai giocatori uno stile di gioco del tutto differente dalle altre.

L’ORSO INCATENATO

Sul versante della campagna vera e propria, Creative Assembly ha realizzato quella che a mani basse è la migliore esperienza single player mai creata per un Total War. Quella di Warhammer 3 rappresenta con buona probabilità l’apice di questa saga ultra ventennale. La mappa del mondo è circa due volte più grande rispetto a quella del capitolo precedente (senza considerare la modalità Imperi dei Mortali, chiaramente), mentre la varietà e caratterizzazione delle fazioni rappresentano un vero e proprio unicum per il franchise.

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Nel Grande Catai si tende sempre all’armonia tra Yin e Yang: quando ciò avviene vengono garantiti bonus all’intera fazione.

Non si tratta solo di quantità di contenuti, però, giacché anche la qualità degli stessi è davvero elevatissima. Da una parte abbiamo un bilanciamento pressoché privo di sbavature, dall’altra una struttura di gioco che tende a tenere (quasi) sempre sotto pressione il giocatore. Ciò è vero soprattutto nei primi due terzi della campagna, poi se tutto è andato nel verso giusto è facile che i nostri domini si siano estesi così tanto da supportare quattro o cinque eserciti completi, e dunque trovare ben poca resistenza da parte degli avversari gestiti dall’intelligenza artificiale, o ciò che ne rimane. Questo è un tratto che accomuna praticamente tutti i videogiochi della saga di Total War sin dalla sua genesi, ma la particolarità della campagna di Warhammer 3 riesce a mitigare in parte tale problema endemico della serie.

Varietà e caratterizzazione delle fazioni rappresentano un unicum per il franchise

Come? Grazie alle invasioni demoniache che a intervalli più o meno regolari si riversano sul piano terreno e provano a mischiare un po’ le carte in tavola, mentre forniscono al giocatore l’opportunità di portare a termine la partita. Di tanto in tanto il ruggito di Ursun, il dio idolatrato dai kisleviti e intrappolato nel reame del principe demone Be’lakor, fa apparire delle fenditure nel tessuto della realtà che fungono da portale da e verso i domini delle quattro divinità del Caos. Lo scopo del gioco è quello di invadere i regni caotici, sconfiggere i demoni maggiori affiliati a Khorne, Slaanesh, Tzeentch e Nurgle, e assorbirne le loro anime dopo aver completato con successo una lunga e complessa battaglia di sopravvivenza (una sorta di “boss fight strategica”, per intenderci). Dopodiché, una volta ottenuto il poker di anime, muovere guerra direttamente a Be’lakor e porre fine al suo dominio per liberare Ursun o consumarne una volta per tutte l’essenza vitale, a seconda della fazione che si decide di guidare in battaglia.

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La narrazione si avvale di filmati animati diversi per ogni fazione.

Nel frattempo, però, da un lato le fenditure generano eserciti demoniaci pronti ad attaccare gli insediamenti più vicini, dall’altro i “concorrenti” non stanno a guardare: anch’essi proveranno a solcare la soglia tra il piano materiale e quello caotico con lo stesso nostro obiettivo, pertanto l’intera campagna si trasforma in una corsa contro il tempo (e contro gli avversari) in cui vince chi riesce a battere per primo il cattivone di turno, e cioè Be’lakor.

GLI INCIAMPI DI TOTAL WAR WARHAMMER 3

Ciò significa che non sono presenti sbavature? Ovviamente no. La criticità che più di tutte fa sentire la sua presenza concerne senz’altro la diplomazia, vero e proprio tallone d’Achille del franchise. Nonostante la promessa di migliorie da parte degli sviluppatori, queste sono sì riuscite a migliorare il feeling generale del comparto diplomatico, ma il lavoro da fare è ancora tanto. Certo, le fazioni controllate dal computer stressano un po’ meno il giocatore con proposte inutili o inconsistenti, ma la diplomazia dei Total War avrebbe comunque bisogno di essere riprogettata sin dalle sue fondamenta per scardinare certi comportamenti incoerenti dell’intelligenza artificiale.

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Dei berserker di Khorne attendono l’arrivo dei nemici in una battaglia di sopravvivenza nel regno di Nurgle.

Serve a poco l’aggiunta di una funzione di bilanciamento automatico degli accordi, una delle novità di Warhammer 3, se poi i trattati rimangono spesso troppo sfavorevoli per il giocatore, nonostante una posizione di forte superiorità economica e militare nei confronti della controparte. Ottima, di contro, la possibilità di creare avamposti nelle regioni alleate grazie ai quali è possibile rinforzare gli eserciti anche al di fuori dei territori controllati direttamente dal giocatore.

Il comparto tecnico risulta un po’ più pesante rispetto al passato

Anche il comparto tecnico risulta un po’ più pesante rispetto al passato, nonostante sia rimasto pressoché invariato rispetto al primo Total War: Warhammer pubblicato sei anni fa, salvo alcuni piccoli e ovvi ritocchi. In particolare si assiste a degli importanti cali del frame rate nelle battaglie più complesse, principalmente quelle di sopravvivenza nei regni demoniaci, ma in linea di massima sembra mancare quell’ottimizzazione che invece era presente al lancio degli altri capitoli della saga. A tal proposito non sono nemmeno mancati diversi crash nel corso delle varie campagne che ho giocato, ma la funzione di autosalvataggio ha evitato danni. È molto probabile che ciò dipenda anche dallo sviluppo in pandemia, pertanto non mi sento di farne troppo una colpa agli sviluppatori, a patto che corrano presto ai ripari correggendo tempestivamente i problemi tecnici più gravi. Ci tengo in ogni caso a precisare che la situazione è tutt’altro che disastrosa: Warhammer 3 è tutto sommato un titolo solido sotto il profilo tecnico, con però qualche inciampo di troppo in diversi frangenti.

LA FINE DI UN CICLO

Al di là delle sbavature, però, la conclusione della trilogia si dimostra un’opera assuefacente. Il merito è senza ombra di dubbio della struttura della campagna, ma anche delle tante novità che gli sviluppatori hanno deciso di innestare nel gioco.

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I doni del Principe Demone del Caos Indiviso non ne modificano solo l’aspetto, ma anche le capacità in combattimento.

A partire dalla fazione del Caos Indiviso, la vera chicca di Warhammer 3, che permette di personalizzare il proprio stile di gioco e persino il leader della fazione. Questi è infatti un Principe Demone che con il passare dei turni sblocca sempre più doni e oggetti di equipaggiamento come ricompensa della gloria accumulata nei confronti di questa o quella divinità del Caos. I doni vanno poi a modificare non soltanto l’aspetto fisico del lord leggendario, ma anche le sue caratteristiche di base e le abilità di combattimento. Il Caos Indiviso ha poi accesso a quasi tutte le unità delle altre fazioni demoniache. Perché quasi tutte? Perché arrivati a un certo punto bisognerà per forza di cose scegliere uno degli dei a cui votarsi completamente, perdendo così l’accesso alle unità avanzate delle tre divinità rimanenti. Un Principe Demone devoto a Slaanesh, per esempio, non potrà reclutare un Assetato di Sangue, il demone maggiore di Khorne, ma potrà continuare a utilizzare Sanguinari e Mastini, ossia le unità base del Dio del Massacro.

È presente anche un prologo della durata di circa una decina di ore

Ci sono novità anche sul versante del multiplayer, con la presenza di un paio di campagne più piccole adatte a delle partite rapide – si fa per dire – per un totale di massimo otto giocatori; ma è presente anche un prologo della durata di circa una decina di ore che funge da una parte da tutorial per i neofiti della serie, dall’altra come introduzione narrativa alle vicende che hanno portato il dio Ursun a cadere nelle grinfie di Be’lakor. Sì perché una delle particolarità del gioco è l’accento che gli sviluppatori hanno voluto mettere sulla trama, tant’è che non è raro imbattersi in intermezzi dal taglio cinematografico dopo aver raggiunto degli specifici punti nella campagna. Tutto questo per ribadire che di carne sul fuoco ce n’è davvero tanta e Warhammer 3 si dimostra il Total War più completo e affascinante fin’ora sviluppato da Creative Assembly.

In breve: Warhammer 3 è a mani basse il miglior Total War mai realizzato da Creative Assembly, almeno fino a questo momento. Nonostante si trascini ancora alcune delle criticità che contraddistinguono da sempre la serie, per esempio quelle che concernono l’impianto diplomatico, le novità introdotte in questo capitolo finale della trilogia dedicata a Warhammer vanno a controbilanciare abbondantemente i problemi del gioco. La struttura della campagna, poi, fa sì che l’esperienza ludica sia sempre stimolante, con pochissimi momenti di stanca circoscritti nelle battute finali.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Rispetto al precedente capitolo ho dovuto abbassare di una tacca (da Ultra ad Alto) le impostazioni grafiche per mantenere un frame rate più o meno stabile intorno ai 60 fps a 1440p. Occhio perché il gioco non è proprio il top sul fronte dell’ottimizzazione.

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Pro

  • Il Total War più completo di sempre. / Otto fazioni, una più bella dell’altra. / Campagna stimolante e profonda.

Contro

  • Diplomazia rivisitata ma ancora migliorabile. / Un po’ di problemi tecnici.
9.5

Ottimo

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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