Oggi, a serie conclusa, cosa possiamo ricavare da questa prima avventura televisiva internazionale per Paolo Sorrentino? Lodi e critiche, sia quelle che girano sul web che quelle destinate al prodotto stesso. Cos’è, in definitiva, The Young Pope? Pura e semplice allegoria: un processo alle contraddizioni della Chiesa che si manifestano e si incarnano nella perfidia dell’immaginario Papa Pio XIII. Un Papa giovane con ideali più antichi della Chiesa stessa, che creano un personaggio dispotico capace di usare il suo potere per rivoluzionare – sia in positivo che in negativo – la Chiesa e il modo di concepire la figura di Dio. La sua battaglia contro l’omosessualità – fuori e dentro il Vaticano – è tanto forte quanto incomprensibile; ogni “vittima” subirà la punizione del Papa che, giorno dopo giorno, metterà in dubbio il suo operato.
Bisogna anche riconoscere un piccolo difetto autobiografico nascosto nella serie: Lenny Belardo, Papa Pio XIII, è in realtà Paolo Sorrentino. In più di un’occasione, infatti, capita di trovare similitudini tra i due uomini: Lenny è stato abbandonato in giovane età dai genitori, accolto in un convento da Suor Mary che lo cresce e lo porta sulla via della Fede scorgendone le capacità; parallelamente abbiamo Paolo Sorrentino che rimane orfano da bambino, viene cresciuto dalla sorella maggiore (!) e, quando si tratta di scegliere un tipo di fede, rivolge ogni speranza al calcio, nel Napoli di Maradona, per reprimere la rabbia di orfano. Viene così svelato il motivo della (quasi) onnipresenza del Napoli nelle opere di Sorrentino.
il cinema di Sorrentino è fatto di simboli, di scene oniriche e di decifrazione di messaggi “nascosti” con perizia alla luce del sole
Come un bambino con una pistola caricata con pallottole vere, Lenny Belardo, dal suo ufficio papale spoglio dell’arredamento base, ha un grandissimo mappamondo che osserva e studia a fondo. Egli ha il potere globale, ma questa libertà da sola non basta, serve un zampata di furbizia per evolvere, crescere e usare questo potere per portare messaggi d’amore e speranza al mondo, tutto questo senza mai mostrarsi in pubblico. L’assenza è presenza: come accade con Kubrick e con i Daft Punk, più siamo all’oscuro di un soggetto, più siamo curiosi.
Questa è la sintesi di The Young Pope, un prodotto tipico di Sorrentino che trova i suoi classici momenti, con alcune sequenze veramente enormi (le fasi finali della quarta e ottava puntata sono un ottimo esempio), seppur caratterizzato dai difetti di una narrazione troppo compatta e veicolata per immagini o allegorie, modus operandi che un pubblico abituato a pane e serie TV generiche potrebbe non apprezzare appieno.
VOTO 7.5
Genere: drammatico
Publisher: SKY, HBO
Regia: Paolo Sorrentino
Colonna Sonora: Lele Marchitelli
Intepreti: Jude Law, Diane Keaton, Silvio Orlando, James Cromwell, Toni Bertorelli
Durata: 10 puntate