La domanda nel titolo di questo editoriale è naturalmente provocatoria: non penso davvero che Forza Horizon 5 sia un videogioco di serie B, eppure sembra proprio che sia così. A quanto pare in alcuni casi esistono dei generi videoludici più nobili degli altri.
Lo spunto di questo editoriale nasce dalle nomination dei prossimi The Game Awards, e in particolare quelle della categoria Game of the Year che vedono Deathloop, It Takes Two, Metroid Dread, Psychonauts 2, l’ultimo Ratchet & Clank e Resident Evil Village contendersi il titolo di GOTY 2021. Tutti videogiochi validissimi, intendiamoci, ma siamo sicuri che rappresentino davvero il meglio che l’anno ormai agli sgoccioli abbia saputo offrirci?
ognuno di noi può avere qualcosa da ridire verso questo o quel titolo
Chiaramente ognuno di noi può avere qualcosa da ridire verso questo o quel titolo, e va benissimo così: d’altronde i gusti di ciascuno sono differenti e questi si ripercuotono anche nelle preferenze espresse nel momento in cui ci si ritrova a scegliere il videogioco più significativo di un determinato anno. Eppure c’è una tendenza diffusa sia tra la critica che tra il pubblico a fare
una distinzione tra videogiochi e Videogiochi (no, la maiuscola non è un errore), come se alcuni titoli abbiano diritto a un livello di considerazione più alto per chissà quale astruso motivo.

Avete mai visto
un gioco di golf tra i candidati ai GOTY? Non sia mai, è uno sportivo. Forse. E
uno strategico o un gestionale? Macché, troppo complicati e tutt’altro che immediati. Magari un racing game? No dai,
sono solo macchinine. Poco importa se quel videogioco di macchinine sia il titolo
con il metascore più alto del 2021. Chi se ne frega
se il pubblico lo ama. Non stiamo parlando di un action dal taglio cinematografico o di un platform coloratissimo: Forza Horizon 5 è “solo”
uno dei migliori esponenti del suo genere di appartenenza. Cosa volete che ci faccia in mezzo al pur ottimo Resident Evil Village e a quella psichedelica meraviglia di Psychonauts 2?
È bene relegarlo alla sola categoria dei Best Sports / Racing e a un paio di nomination tecniche: è quello il suo posto, nel ghetto dei premi a cui verranno dedicati due secondi tra un teaser trailer dell’ennesimo action in uscita tra tre anni – se tutto va bene – e un siparietto imbarazzante tra Geoff Keighley e uno a caso tra Joseph Fares, Hideo Kojima o [inserire il nome di uno streamer famoso].
Viene quindi da chiedersi quali siano i criteri che la giuria ha utilizzato per stilare le nomination
Attenzione però, perché quello che sto facendo per Forza Horizon 5
è un discorso che si può estendere anche ad altri videogiochi. Il primo pensiero va a
quel gioiellino di Returnal, ma voglio citare anche il delizioso Chicory (terzo videogioco col metascore più alto del 2021), entrambi titoli apprezzatissimi da critica e pubblico che però non trovano spazio in una manifestazione che dovrebbe celebrare i videogiochi a tutto tondo, non soltanto quelli mainstream (e nemmeno tutti!). Viene quindi da chiedersi quali siano i criteri che la giuria ha utilizzato per stilare le nomination. E badate bene che non sto dicendo che questi titoli debbano vincere dei premi.
Non dico che Forza Horizon 5, per tornare all’esempio di poc’anzi, debba essere il GOTY 2021, anche perché a mio avviso quest’anno se lo dovrebbero contendere lo shooter roguelite di Housemarque e It Takes Two. Si chiede invece una maggiore considerazione per ogni tipologia di videogiochi.

Una situazione, quella dei criteri di valutazione, che
diventa addirittura paradossale sia nel caso dei Best Sim/Strategy, che mette in un unico calderone roba diversissima come Age of Empires IV,
Inscryption (perché sta lì?) e Flight Simulator (ma non era uscito l’anno scorso?), che in quello della categoria Best Indie. Qui troviamo un videogioco –
Kena – sviluppato da un team di medie dimensioni formato da animatori professionisti e
con dei valori produttivi da capogiro (rispetto al concetto di indie come titolo creato in un garage da quattro scappati di casa), più
tutta una serie di opere che ormai di indipendente hanno davvero ben poco. Basti pensare a 12 Minutes, che alle spalle ha una casa di produzione cinematografica e pertanto può permettersi l’apporto di tre attori hollywoodiani. Verrebbe da domandarsi cosa significhi “indie” al giorno d’oggi, ma questo è un argomento che meriterebbe un editoriale a parte.
le premiazioni sono sempre state una questione marginale all’interno della kermesse
Poi per carità,
i The Game Awards li si segue lo stesso, e di certo non lo si fa per scoprire chi vince nelle varie categorie. Li si segue per gli annunci e per i trailer, tanto che le premiazioni sono sempre state una questione marginale all’interno della kermesse. Fa però sorridere che quel palco dove qualche anno fa venne urlato “
F**K THE OSCARS” stia purtroppo iniziando ad assomigliare a quel baraccone pieno di gente con la puzza sotto il naso che è l’Academy.
Un sorriso amaro, ma tant’è.