A sedici anni di distanza dall’ultimo capitolo, una delle serie RTS più amate torna a mostrarci la sua interpretazione delle guerre fra imperi. Finalmente arriva Age of Empires 4, cortesia di Relic Entertainment e World’s Edge.
Sviluppatore / Publisher: Relic Entertainment, World’s Edge / Xbox Game Studios Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Completa PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam, Microsoft Store) Data di Lancio: 28 ottobre
C’è un’argomentazione che salta puntualmente fuori quando si parla di RTS, e cioè che nel corso degli ultimi dieci, quindici anni o giù di lì il genere sarebbe “morto”. Ora, a me questo discorso è sembrato sempre un po’ strano, perché io nel genere degli strategici in tempo reale un attimino ci bazzico e di titoli interessanti ne ho visti spuntare regolarmente.
Qualcuno potrà obiettare che, da quando i MOBA sono spuntati fuori, alle grandi case di produzione non interessa più arrischiarsi nel genere degli RTS. E questo in effetti è vero: a titolo di esempio, basti pensare alla poco onorevole fine che ha fatto il progetto di Command & Conquer: Generals 2. Più di recente, però, sembra che anche questa tendenza stia cambiando, ed Age of Empires 4 ne è la dimostrazione più lampante.
VIVERE NELLA STORIA
In realtà, gli ultimi anni sono stati un po’ atipici per tutta la serie, e in particolare per Age of Empires II. La HD Edition prima e la Definitive poi hanno dimostrato come gli scontri medievali fossero ancora in grado di tenere il banco a vent’anni di distanza, totalizzando numeri di giocatori connessi in contemporanea capaci di far impallidire concorrenti con molti meno anni sulle spalle. Nel sottobosco, però, la comunità fremeva: ok Microsoft, belle tutte queste remaster, ma che un gioco nuovo non vuoi farlo? Da parte sua, la Casa di Redmond è stata un po’ birichina, con vari “restate sintonizzati”, “abbiamo sorprese in cantiere” e occhiolini di qua e di là, confermando infine nel 2017 che sì, Age of Empires 4 era effettivamente in lavorazione.
Per questione di brevità saltiamo quattro anni in avanti: l’attesa è stata lunga e ogni tanto anche costellata da qualche dubbio, inevitabile quando per tanto tempo del gameplay si è visto pochissimo: ma il gioco ora è qui, è vero e reale, ci abbiamo messo mano e quanto bello è? Domanda retorica ovviamente perché io la risposta la so già, ed è che Age of Empires 4 è tanto bello, ma permettetemi di aggiungere un breve disclaimer prima di iniziare a parlarvi davvero del gioco: se è un esame della componente multiplayer e delle sue potenzialità quello che cercate, difficilmente troverete risposte soddisfacenti qua dentro. Un po’ per l’ovvio problema determinato dalla scarsa quantità di persone attualmente in gioco, e un po’ perché anche fosse non credo che il pugno di partite che avrei potuto fare in questi giorni sarebbe stato sufficiente per costruirsi un’impressione elaborata di qualcosa di complesso come bilanciamento e metagame, che per forza di cose va valutato su una base giocata più ampia (e, magari, da gente un pochino più competente di me quando si tratta di micro e macro). Chiarito questo punto, direi che possiamo tornare a parlare del gioco.
WELCOME TO THE NEW AGE OF EMPIRES
Il nuovo Age of Empires in realtà nuovo lo è solo a metà, anzi, forse sarebbe giusto dire due terzi, tre quarti, insomma ci siamo capiti. Relic Entertainment e World’s Edge hanno infatti voluto assicurarsi di creare un gioco che andasse a ripescare meccaniche sia dei predecessori che di Age of Mythology; è il caso, per esempio, dei luoghi storici, costruzioni speciali che ci permettono di passare di era obbligandoci allo stesso tempo a una scelta strategica. Il tutto è stato inserito nel contesto storico che in passato si è dimostrato più di successo: quello medievale. Chi in passato ha giocato ad Age of Empires II in particolare si troverà in borghi familiari sopratutto per quanto riguarda le interazioni fra le varie unità e i sistemi di counter stile carta-forbice-sasso (o forse sarebbe meglio dire lanciere-arciere-cavaliere), ma sarebbe un errore accusare Age of Empires 4 di essersi limitato ad applicare una nuova veste grafica a meccaniche già note.
Partiamo, per esempio, dall’asimmetricità fra le varie fazioni. Se tutte e otto le civiltà in gioco possono attingere a un pool di unità bene o male condiviso, fatte salve le tradizionali unità uniche tipo elefanti, cammelli o arcieri arco lungo, esistono delle differenze a livello meccanico. Franchi e Inglesi, per esempio, sono le due civilità più tradizionali, e per questo più indicate ai novizi; ma se la nostra scelta ricadrà sui Mongoli potremo letteralmente impacchettare e spostare tutta la nostra base (ottimo per spostare strutture di produzione militare a due passi dal nostro avversario, ad esempio), al prezzo però di non avere accesso a mura di alcun tipo né poter costruire fortezze.
CIASCUNA FAZIONE HA UNITÀ E MECCANICHE DISTINTIVE: I MONGOLI POSSONO SPOSTARE LA LORO BASE, AD ESEMPIO
Poco sopra ho citato il Sultanato di Delhi, e proprio questa fazione mi dà il motivo di sollevare una critica ad Age of Empires 4: assieme alla Dinastia Abbaside, non appare in nessuna delle quattro campagne del gioco (il Sacro Romano Impero, se non altro, fa qualche cameo qui e lì). Un po’ un peccato, anche perché al di là del fatto che queste campagne fungono anche da utile introduzione a varie meccaniche delle rispettive fazioni hanno anche un buon pregio a livello puramente didattico: ognuna delle missioni è infatti corredata di video introduttivi che fanno uso di rievocatori storici, di riprese odierne dei luoghi coinvolti dai fatti e di rappresentazioni dell’epoca, corredate da una voce narrante che ci presenta gli avvenimenti che hanno portato allo scontro che stiamo per affrontare. In aggiunta, al completamento di ogni missione sbloccheremo video aggiuntivi che si soffermano su personaggi, eventi o tecniche militari legate a ciò che abbiamo appena giocato. Insomma, davvero un lavoro apprezzabile; ma, appunto, se da un lato vedere Franchi e Inglesi che si scannano fa sempre piacere, non mi sarebbe dispiaciuto se anche il Medio Oriente e il subcontinente indiano avessero avuto il loro momento di gloria. Ma tant’è, sono sicuro che con il tempo arriveranno anche altre campagne.
LA STRADA VERSO LA VITTORIA
A livello di gameplay, ho trovato convincenti le campagne. Sicuramente un passo avanti rispetto alle ultime due prove di Relic Entertainment – Company of Heroes 2 e Dawn of War 3, in entrambi i casi non proprio brillanti – e, anche se talvolta l’impressione di deja vu fra i vari scenari non manca, in genere non mi sono mai sentito preso dal tedio nelle circa venticinque ore che ho dedicato a risolvere le varie campagne.
LE QUATTRO CAMPAGNE SONO DIVERTENTI E BEN STRUTTURATE
Il tutto è corredato da un comparto audio che, in piena tradizione Relic Entertainment, è ai massimi livelli. Oltre ad essere davvero divertente da giocare – sul serio, renderlo a parole non è facile, ma ogni volta che ho dato il via a una campagna ho perso il senso del tempo – Age of Empires 4 è anche davvero incredibile a livello sonoro. Le musiche di sottofondo sono tanto ottime quanto intensamente atmosferiche, nel corso delle partite le sentiremo cambiare con il passaggio di epoca, e lo stesso succede anche con il parlato delle unità: particolarmente riconoscibile nel caso degli Inglesi, che mano a mano che si avanza con le ere iniziano ad assomigliare sempre di più alla lingua d’Albione come la conosciamo oggi. E mi rendo conto che forse sarò strano io, ma sono fermamente convinto che l’aspetto audio sia una delle cose che davvero riescono a rendere speciale uno strategico: c’è un motivo se quei “Kharak is burning” e “Receiving no communications from anywhere in the system, not even beacons” detti con tono quel distintivo tono distaccato e militaresco sono marchiati a fuoco nella mente di chiunque abbia giocato a Homeworld, e mi fa ancora una volta piacere vedere come sotto questo aspetto Relic Entertainment non abbia perso minimamente lo smalto.
SE A LIVELLO DI SONORO AGE OF EMPIRES 4 TEME POCHI RIVALI, LO STESSO NON SI PUÒ DIRE DEL COMPARTO GRAFICO E DELLE ANIMAZIONI DALLA QUALITÀ ALTALENANTE
Al di là di alcuni inciampi, in ogni caso, Age of Empires 4 è decisamente un’ottima prova. Relic Entertainment e World’s Edge hanno dimostrato efficacemente che il genere non è solo ancora vivo, ma che può crescere senza dimenticarsi delle sue radici, investendo su un comparto singleplayer tanto curato quanto sostanzioso. Resta da vedere se questo nuovo capitolo potrà conquistare anche i cuori degli appassionati del gioco competitivo, facilitati magari dalla possibilità di accedervi tramite Xbox Game Pass; ma questo solo il tempo potrà dirlo.
In Breve: Dopo tanto tempo senza un nuovo capitolo, Age of Empires 4 segna il ritorno di una delle serie strategiche più amate di sempre; e grazie alla competenza di Relic Entertainment e World’s Edge, è un ritorno di alta qualità, divertente e fedele alle sue radici ma senza dimenticarsi di sperimentare e innovare. Bene così, anche se a livello visivo si poteva forse fare un po’ meglio.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: NVIDIA GTX 1070, AMD Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Nessun problema a livello di prestazioni con tutto il dettaglio su Alto e a FullHD. Peccato per un comparto grafico carente a livello di dettagli e qualche incertezza nelle animazioni. Audio e sonoro a livelli altissimi.