Inscryption – Recensione

PC

L’autore di Hex e Pony Island ci propone un interessante roguelike deckbuilder, amalgamato con un pizzico di horror psicologico e qualche enigma in stile escape room. Inscryption sembra fatto apposta per metterci alla prova, tra un sacrificio e qualche strategia vincente da mettere in pratica.

Sviluppatore / Publisher: Dave Mullins / Devolver Digital Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam. Humble Store, Gog.com) Data di Lancio: 19 ottobre

Esistono videogiochi pensati esclusivamente per intrattenere e ne esistono altri che, al netto di un’evidente limitazione ludica, finiscono per fare lo stesso lavoro includendo persino qualche elemento visivo o narrativo in più. Dando un’occhiata al mercato videoludico, questa frase finisce per riassumere in poche righe volutamente semplici il divario tra giochi tripla A, quelli con un serio budget alle spalle, e quelli indie, realizzati con qualche mezzo economico in meno ma non per questo meno avvincenti.

Il concetto espresso sinora serve a garantirci un piccolo incipit per la recensione di Inscryption, un cardgame estremamente singolare che cerca di cambiare le più classiche regole dei deckbuilder, inserendo per l’occasione qualche elemento roguelike in salsa horror.

UCCIDI, SACRIFICA E NON PENSARCI

Approcciarsi a Inscryption è un po’ come approcciarsi alla vita: non importa quante volte pensi di aver imparato la lezione, c’è sempre qualcuno pronto a ricordarti che hai tanta strada da fare e che, al netto di qualche sconfitta, l’unico modo per andare avanti è quello di rialzarsi e imparare dagli errori fatti. In questo senso l’ultimo titolo sviluppato da Daniel Mullins Games cerca proprio di riportare in auge questo concetto vecchio come il mondo, inscenando per l’occasione uno spettacolo raccapricciante, dove un nostro alter ego, volutamente senza volto, è imprigionato all’interno di uno chalet in compagnia di Leshy, un essere raccapricciante pronto ad assumere i volti delle nostre peggiori paure al fine di sconfiggerci e toglierci la vita.

Purtroppo la nostra vita è appesa a un filo, anzi, a due candele!

Purtroppo il nostro calvario non sarà però racchiuso in un’unica run, della serie vivi o muori, ma si protrarrà all’infinito con l’unico scopo di farci raggiungere l’ultima partita a carte da svolgere contro di lui. Per farlo bisognerà partire da piccole basi, spiegate da un tutorial interessante pensato per mostrare la maggior parte degli elementi base delle carte e delle regole del gioco, insieme a qualche consiglio su come schierare le carte sul campo o inserirle all’interno di un deck in continuo mutamento. Partiremo infatti con cinque carte, ci sederemo al tavolo dei giochi con il nostro caro vecchio Leshy e cominceremo a giocare con lui, facendo attenzione alle tappe presenti su un piccolo tabellone di gioco. Disegnato alla stregua di una mappa del tesoro, con tanto di percorsi multipli da seguire, questo tabellone può essere meglio descritto come una sorta di gioco dell’oca dove il nostro piccolo avatar dovrà selezionare bene quali tappe scegliere, così da comporre il mazzo in funzione del nostro stile di gioco.

LA BASI DI INSCRYPTION

Ma come è fatta una carta? Semplice. Oltre al costo, in sangue oppure ossa, ogni carta presenta alla propria base un valore di attacco e difesa, che verrà infine affiancato da un potere particolare, una sorta di elemento a sorpresa che determina l’efficacia della carta sul tabellone di gioco. Che si tratti di una resurrezione automatica, oppure di un attacco su più fronti, o della possibilità di volare, ognuno di questi poteri finisce per comporre una piccola rosa di elementi assolutamente interessanti, da imparare a valutare in funzione della volontà di sconfiggere il temibile Leshy. Prima di arrivare a lui, dovremo sconfiggere altri tre mini-boss, meccanica che finisce per rendere ogni partita un pelino più avvincente dell’altra, almeno fino a quando non impareremo le particolarità di fondo di ognuno di loro, così da anticiparle e finire lo scontro in pochi minuti. Inscryption è un titolo pensato proprio per farti imparare dall’esperienza, per farti morire più e più volte solo con l’intenzione di farti ricominciare da capo al fine di comprendere non solo dove si è fallito, ma anche dove è possibile vincere scegliendo bene le carte con cui comporre il mazzo.

Inscryption Recensione

Il gruppetto di sopravvissuti può potenziare le nostre carte, ma attenzione a non esagerare.

Durante la nostra piccola avventura avremo la possibilità di interloquire con alcuni personaggi secondari sparsi per la mappa, ognuno pronto a darci qualche piccolo bonus se saremo disposti a spendere qualcosa in nostro possesso sotto forma di baratto. I denti guadagnati dopo ogni scontro potranno essere scambiati con il cacciatore in cambio di pellame, suddiviso per rarità, e quest’ultimo potrà essere infine scambiato con un altro personaggio per ottenere carte ancora più potenti.

IL SACRIFICIO È MECCANICA CENTRALE DEL GIOCO: NON FATEVI PRENDERE DAI SENSI DI COLPA!

Tappa dopo tappa avremo la possibilità di trovare altari dove compiere sacrifici, oppure all’interno dei boschi troveremo un micologo pazzo pronto a fondere due carte uguali compiendo un’opera di taglio e cucito davvero poco gradevole da guardare. Ma il titolo non è soltanto un cardgame, bensì anche una sorta di escape room pronta a garantirci qualche semplificazione in più qualora terremo conto degli indizi lasciatici dalle carte parlanti, piccoli simpatici amici che andranno a delineare una particolare side story da alternare agli scontri compiuti al tavolo contro Leshy.

Inscryption Recensione

Saremo arrivati alla fine del viaggio?

A tutti gli effetti non esiste un game over, non esiste una difficoltà di gioco da selezionare all’inizio della nostra avventura, basterà soltanto mettersi in testa di affrontare il titolo nella sua interezza, individuando al contempo le regole giuste per non cadere preda delle strategie di Leshy. In questo senso Inscryption è davvero realizzato con un guizzo di genio in più, un plauso da conferire a Daniel Mullins, che è riuscito nell’opera di rendere un pelino più intrigante un semplice cardgame. Sembra una sciocchezza e forse, scritto così, potrebbe sembrare un pelino pretenzioso, ma bisogna ammettere che questo titolo ha un’anima originale e distintiva, pronta insomma a conferire al gioco una spinta in più. Graficamente ci troviamo di fronte a un titolo che si affida alla semplicità piuttosto che cercare di impressionarci con qualche elemento visivo eccezionale, peccato solo che non ci sia alcuna tipologia di doppiaggio ad accompagnare l’avventura, situazione che avrebbe certamente resa più intrigante l’intera narrazione.

In Breve: Inscryption si è rivelato come una piccola grande sorpresa, un titolo indie che rompe le regole dei cardgame proponendo ai giocatori qualcosa di più elaborato e avvincente. Certo, le incertezze si rivelano nella composizione del gioco, si vede che è una produzione piccola, ma tali elementi non finiscono in alcun modo per penalizzare la realizzazione del titolo, che viene pubblicato persino con la localizzazione in lingua nostrana. Insomma, se cercate un’alternativa ai più classici giochi di carte, forse in questa opera di Daniel Mullins troverete pane per i vostri denti.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 7 3700X, 8 GB RAM, GeForce RTX 2070, SSD
Com’è, Come Gira: Inscryption non ha mostrato alcun tipo di problematica tecnica sulla nostra configurazione PC, restando sempre fluido e accattivante grazie alla sua grafica semplice.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Imparare il gioco è davvero soddisfacente / Tematiche horror ben bilanciate / È un titolo piuttosto impegnativo, siete avvisati!

Contro

  • Peccato per l'assenza del doppiaggio.
8

Più che buono

Password dimenticata