Ricominciare coi MMORPG

ricominciare coi mmorpg black desert online editoriale (1)

Ero uscito dal tunnel da tempo, dopo notti passate sui server di EverQuest, di EverQuest II e di EVE Online, con qualche tentativo sporadico (e rigorosamente fallito) di farmi piacere World of Warcraft e con puntatine estemporanee sui server di Final Fantasy XIV: A Realm Reborn. È che uno cresce e si ritrova la vita pregna di un sacco di cose da fare, tra figli da portare alla partita di pallone e lavatrici da svuotare, mentre un MMORPG richiede – nella maggior parte dei casi – abnegazione e dedizione quasi esclusiva alla causa. Non ci fosse una mazza da giocare si potrebbe anche decidere che un paio d’ore di passeggiata in un mondo virtuale, quando tutti se ne sono andati a letto, ci potrebbero anche stare; tuttavia, il mondo dei videogiochi estrae dal cilindro giochi validi a getto quasi continuo, e quindi rischia di diventare limitante per chiunque concedere l’esclusività a uno solo di questi. Figuriamoci per uno come me, che per lavoro deve provare un po’ tutto.

E insomma, avevo abbandonato da un po’ il fatto MMORPG, almeno fino a ieri sera, quando ho installato Black Desert Online per dargli un’occhiata e, soprattutto, seguire da debita distanza le peripezie del nostro Astrotasso, il quale si sta occupando della recensione (sì lo so… siamo in colpevole ritardo, ma ci siamo messi di buzzo buono comunque, pur di darvi il nostro parere). Sarà per disabitudine al genere, ma il gioco di Pearl Abyss mi ha preso a padellate in faccia già dalle prime ore, e non tanto per chissà quale difficoltà intrinseca nei combattimenti, piuttosto per la complicata rete di aspetti che si intrecciano l’un l’altro e nei quali il giocatore viene gettato in pasto senza nemmeno troppe spiegazioni. Tra housing, tre livelli diversi di esperienza, crafting, un sistema di reputazione verso i singoli NPC da accrescere attraverso un minigioco, i nodi, l’auction house e quant’altro, Black Desert Online è uno dei videogiochi dalla curva di apprendimento più ripida che mi sia mai capitato di incontrare. Non per nulla, nella chat redazionale il buon Tassani, uno che il genere lo mastica senza dubbio più di me, ha dipinto il suo primo approccio col gioco utilizzando l’elegante definizione “è Elite Dangerous con le spade e necessita di otto dita per mano, a parte che non ci capisco un ca**o”. E meno male che chi ben comincia è a metà dell’opera.

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Mi è tornata la voglia matta di passare un sacco di tempo su un MMORPG

Eppure, sotto la cenere di Black Desert Online brucia un magnetismo che inesorabilmente mi spingerà a giocare ancora nelle prossime sere. Mi si è accesa la voglia di imparare, di padroneggiarne le dinamiche, di esplorarne il mondo e di riassaporare quelle sensazioni che solo EverQuest era riuscito a suscitare in me e che ieri sera ho sentito risvegliarsi. Mi è, insomma, tornata la voglia matta di passare un sacco di tempo su un MMORPG, il che – ne converrete – è un fatto assai strano nel 2016 e a 44 anni suonati. Resta il problema del tempo, che purtroppo non si può comprare o espandere come si fa con lo spazio su cloud: la giornata sempre di 24 ore è, i bisogni fisiologici vanno soddisfatti, famiglia e lavoro reclamano le giuste attenzioni e poi, come detto, ci sarebbero un botto di altri videogiochi che sarebbe bello (e, almeno nel mio caso, necessario) godersi. Per fortuna Black Desert Online non prevede una sottoscrizione mensile, ma solo l’acquisto “one shot” del gioco, altrimenti il dramma si sarebbe consumato in tutta la sua potenza. Voglio tornare ai tempi in cui non avevo una mazza da fare o, in alternativa, diventare ricco sfondato e non pensare più ad altro che godermi famiglia e videogiochi, dedicando a entrambi il giusto tempo. Life is too short, mannaggia ai sandalacci!

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