Il concetto di Islanders è così semplice che bastano due minuti del video introduttivo dello sviluppatore GrizzlyGames per spiegare praticamente tutto quello che c’è da sapere su questo gioco atterrato da poco su Steam: in Islander ogni livello è una piccola isola sulla quale bisogna costruire un insediamento abitativo, collocandovi edifici che forniscono punti fino a quando viene raggiunto il limite necessario a passare sull’isola successiva, dove si riparte da zero.
La base sta tutta qui, ma non significa che ci troviamo di fronte a un gioco banale, né per il lavoro compiuto in fase di design né, per fortuna, per l’esperienza offerta a chi sceglierà di spendere quei pochi euro necessari all’acquisto.
RELAX PROCEDURALE
La chiave di tutto sta nel modo in cui viene calcolato il punteggio e nell’interazione tra gli edifici disponibili: ognuno di essi fornisce punti aggiuntivi se collocato vicino a costruzioni ben specifiche, mentre viene penalizzato da altre. L’esempio banale è quello della segheria, la quale guadagna punti per ogni falegname nelle vicinanze, ma ne perde se si trova vicino ad aree di competenza di altre segherie. Tale meccanismo si ripete in maniera simile per tutte le altre strutture e ci abitua a porre attenzione al luogo dove le collochiamo, tenendo anche a mente l’area di influenza di ciascuna di esse, che varia di molto a seconda del caso specifico e quindi rende più o meno facile creare sinergie ed evitare conflitti. Le cose si fanno interessanti quando si passa alle fasi avanzate di ciascun livello e vengono sbloccati edifici dalle logiche più sfiziose. Il circo, per esempio, dà il massimo se collocato vicino a case comuni, ma lontano dalle magioni da ricchi, forse perché offre uno spettacolo piú adatto ai povery che alla nobiltà. I resort di lusso, invece, vanno posti lontano da qualsiasi centro abitativo e preferibilmente in mezzo alla natura. Tali dinamiche possono cogliere di sorpresa la prima volta che le incontriamo perché gli edifici già collocati potrebbero impedire buone combinazioni, ma stimolano una pianificazione ragionata fin dalle prime costruzioni quando si parte con una nuova isola.
La generazione procedurale delle isole non si limita a variarne la topografia ma ci porta ad affrontare biomi completamente diversi
GESTIONE MINIMALISTA
Il ritmo di gioco di Islanders, suddiviso com’è in piccolo blocchi di edifici da piazzare, rivela fin da subito la sua natura modulare adatta anche a partite di dieci minuti per volta, ma allo stesso tempo non esclude sessioni di lunghezza superiore visto che, mentre le prime isole si completano in pochi minuti, le dimensioni crescenti di quelle successive impongono più tempo per arrivare al punteggio richiesto. Mi sarebbe piaciuto ingrandire la visuale su certe aree per apprezzare meglio i quartieri composti da case costituite da diversi modelli, ma il contraltare di un’interfaccia ridotta davvero all’osso significa che anche azioni che di solito diamo per scontate come zoomare sono state eliminate; ci dobbiamo accontentare di spostare e girare la camera per trovare il migliore punto di vista. Sarebbe anche stato bello vedere l’isola prendere vita piano piano con la comparsa di abitanti impegnati in varie attività, e mi avrebbe dato una sensazione di soddisfazione osservare il progressivo sbocciare di una comunità sotto la guida della mia invisibile ma benevola mano. Gli sviluppatori non hanno però incluso questo tocco che avrebbe aggiunto una nota emozionale all’esperienza complessiva. Più che una scelta precisa di design, viene il dubbio che si sia trattato di una questione di budget, e in fondo non ci si può davvero lamentare di fronte a un prezzo del biglietto così basso.
La totale eliminazione di qualsiasi pressione sulle spalle del giocatore è una chiara priorità progettuale di GrizzlyGames
Il bello della scena indie su PC sta proprio in prodotti che non seguono la via maestra del genere d’appartenenza, ma solcano i vicoli meno battuti e tortuosi fino a spianare una nuova strada che altri possono approcciare fino a scoprire nuovi orizzonti. GrizzlyGames si propone l’obiettivo di farci rilassare anche se abbiamo pochi minuti a disposizione, con un opera che parte da una destrutturazione totale del genere per ricomporne solo gli elementi strettamente necessari al proprio scopo. Il margine per alcuni miglioramenti c’è, ma quanto viene offerto (a bassissimo costo) ottiene i risultati cercati generando anche innovazione. Mission accomplished.