Per Sigmar! Con il suo Tempestfall, Carbon Studio ci mette nei corazzatissimi panni di un Stormcast Eternal, e per le forze del Chaos, della Distruzione e della Morte sono tempi durissimi!
Sviluppatore / Publisher: Carbon Studio / Carbon Studio Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: Steam (PC VR) Data di Lancio: 17 novembre
Non è un caso se l’esplosione dei titoli legati a Warhammer di qualche anno fa si sia poi trasformata in un vero e proprio flusso continuo di giochi arrivati sugli scaffali virtuali e non dei nostri negozi preferiti: quello creato da Games Workshop è un universo complessissimo, anzi direi quasi un multi-verso, dove spazio e tempo offrono ricchi spunti videoludici per ambientazioni e generi ben variegati.
E c’è anche chi non disdice di approfittarne per sfruttare la realtà virtuale. Come fa ad esempio Warhammer Age of Sigmar: Tempestfall, che ci lancia in combattimenti all’arma bianca accompagnati da un gustoso contorno di incantesimi magici.
TEMPESTFALL E NECROQUAKE A SHYISH
Gli Stormcast Eternal sono l’arma definitiva di Sigmar, forgiata dal Dio-Re in persona per riprendere il controllo delle vastissime porzioni dei Reami Mortali ancora in mano all’oscuro potere del Chaos. E visto che ci sono, combattono anche contro le forze della Distruzione e della Morte (insomma, legnano chiunque capiti a tiro). Non manca un aspetto tragico: la creazione di ogni Stormcast Eternal avviene con l’anima di un essere umano sul punto di morire, di solito in guerra, impedendogli di raggiungere il riposo eterno, e ogni volta che uno Stormcast viene sconfitto in battaglia, il suo spirito non viene liberato, bensì è forgiato di nuovo, pronto a seguire il volere di Sigmar ancora e ancora. Ad ogni ciclo, però, qualcosa dello spirito originale viene perso, fino a quando rimane ben poco dell’umanità che faceva di loro quello che erano in vita. Gli Stormcast hanno quindi l’onore di difendere le forze dell’Ordine per conto di Sigmar, ma il prezzo da pagare è letteralmente l’integrità della loro anima.
In Tempestfall ci troviamo a seguire gli eventi successivi al Necroquake, un’onda di magia nera dall’impatto continentale, avvenuta in seguito a un incantesimo andato leggermente storto da parte di Nagash, il dio della Morte, che contava di annientare ogni forma di vita. Invece, per colpa di quattro ratti che si sono infilati dove non dovevano (non me ne vogliano i fan degli Skaven), Nagash ha “semplicemente” sollevato orde senza fine di non morti e ha aumentato in maniera esponenziale i numeri di una razza di spiriti, ovviamente maligni, che infestano ormai ogni terra.
I ragazzi di Carbon Studio hanno dato grande importanza a un vecchio detto: le dimensioni contano
DARMOK E JALAD A TANAGRA
Eh sì, è proprio così, specie nella realtà virtuale: lo schermo piatto proprio non riesce a dare quell’effetto di stupore e meraviglia nel trovarsi del tutto immersi in in un mondo dove ci si gira da una parte e gli edifici hanno dimensioni incredibili, ci si gira dall’altra e le statue giganteggiano da centinaia di metri di distanza, e addirittura quando si alza lo sguardo in certe stanze ci si prospettano spazi che potrebbero ospitare interi stadi olimpionici. L’aspetto dell’esplorazione è il più riuscito di Tempestfall, con un level design fatto di aree open world di una estensione non da poco per gli standard della VR, che tra l’altro gli artisti di Carbon Studio hanno arricchito di un buon livello di dettagli che vanno ad aumentare la sensazione di avventurarsi in un luogo realmente esistente.
Non mancano piccoli cenni ai Souls, per esempio con scalette che, quando vengono sbloccate, riconducono in aree di gioco visitate diversi minuti prima. In tanto girovagare, mi è capitato di incappare in qualche bug non trascurabile, di quelli in cui precipiti oltre il mondo di gioco e ti tocca caricare l’ultimo salvataggio. In un’occasione, ho purtroppo sperimentato un bug che ha in sostanza bloccato il mio progresso nella campagna: abbiamo contattato gli sviluppatori, i quali ci hanno comunicato che sono al lavoro per sistemarlo, per cui non dovrebbe creare grossi problemi in futuro. Il combattimento vero e proprio, come anticipato ad inizio articolo, avviene con un mix tra armi bianche e incantesimi. Raccogliendo risorse sparse per le mappe, possiamo migliorare ogni arma e anche sbloccare magie da lanciare con appositi movimenti delle mani, come nei capitoli di The Wizards, anch’essi di Carbon Studio. Proprio da quella saga si riconoscono gli aspetti meglio riusciti, ossia le movenze gestuali necessarie per lanciare potenti incantesimi: non solo sono vari e soddisfacenti, ma aggiungono anche ritmo e tattica agli scontri.
Quando si arriva a distanza ravvicinata delle mostruosità che ci si parano davanti, si palesano le incertezze dell’intelligenza artificiale
In Breve: Di fronte a un’inconfutabile padronanza della realtà virtuale sia per la creazione di ambientazioni epiche, sia per l’implementazione di gesti manuali perfettamente integrati nel gameplay, Carbon Studio ha fatto solo in parte il salto che ci voleva per passare dagli stregoni di Wizards ai guerrieri Stormcast Eternal. Il level design consolida quello che ci si può ormai aspettare da titoli in VR, non più spezzettati in brevi frammenti, ma gli avversari che incrociamo non convincono del tutto. Infine, dobbiamo avvisare che Warhammer Age of Sigmar: Tempestfall, per quanto fascinoso e divertente per buoni tratti, è al momento affetto da più problemi tecnici di quanto ci si dovrebbe aspettare, alcuni dei quali anche piuttosto fastidiosi.
Piattaforma di Prova: PC + Oculus Quest 2, connesso con Oculus Link
Configurazione di Prova: Intel i7-10750 a 2.60 GHz, 16 GB RAM, RTX 2070 Super, disco SSD
Com’è, Come Gira: A livello di fluidità non ho avuto alcun tipo di problema e non ho neanche notato alcun surriscaldamento significativo del mio portatile, ma, come già ricordato, mi tocca riscontrare la presenza di bug che rompono il patto di finzione in cui la VR ci immerge.