Destiny 2 : I Confini del Destino – Recensione

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Archiviata la saga della Luce dell’Oscurità, è tempo di un nuovo inizio per Destiny 2. Con I Confini del Destino, Bungie porta i Guardiani oltre il Sistema Solare su invito degli enigmatici Nove.

Sviluppatore / Publisher: Bungie / Bungie Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Cooperativo e competitivo online PEGI: 16+ Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Series X|S Data di Lancio: 15 luglio 2025 Genere: FPS online / MMO

Un arco narrativo lungo dieci anni si è concluso lo scorso anno, con l’epica sconfitta del Testimone per mano dei guerrieri della Luce. Certamente Bungie non poteva abbandonare quello che di fatto è l’unico suo titolo di punta, ora che il reboot Marathon è stato rinviato a data da destinarsi. Se però la saga della Luce e dell’Oscurità ha ormai raggiunto la sua fine, ciò non significa che le minacce per l’umanità siano terminate e che i Guardiani possano finalmente dedicarsi a un lungo periodo di meritato riposo.

Già nel corso degli episodi Echi, quelli che nel corso dei mesi passati hanno affrontato le conseguenze di quanto narrato ne La Forma Ultima, avevamo assistito a un cambio significativo nelle dinamiche di potere nel Sistema Solare, con l’ascesa di un nuovo potere brandito da Maya Sundaresh, vecchia conoscenza dei Guardiani ora a capo di una sua frangia di Vex. Ed è proprio attorno a questa figura spietata e priva di scrupoli che vertono le vicende de I Confini del Destino.

UN FIORE PER IKORA REY

Tutto ha inizio quando i Nove, figure sempre presenti nella mitologia di Destiny, invitano i giocatori su Kepler-15. Qui i Guardiani guidati da Ikora Rey scoprono non soltanto un’enclave terrestre risalente all’epoca addirittura precedente all’Età dell’Oro dell’umanità, ma anche un nuovo personaggio che presumibilmente avrà un ruolo sempre più importante nella storia della serie da qui in avanti. Si tratta di Lodi, che non è chiaramente un personaggio lombardo, ma un linguista fin troppo disposto ad aiutare i Guardiani nella loro indagine su Kepler.

Lodi ha uno sviluppo coerente

Inutile dire che fin dall’inizio si intuisce che Lodi nasconde qualcosa, ma devo ammettere che ho trovato la sua storia particolarmente interessante. Si tratta anche di un personaggio che ha finalmente uno sviluppo coerente dall’inizio alla fine dell’espansione, con la speranza che Bungie non mandi questa maturazione alle ortiche attraverso i prossimi contenuti.

Destiny 2 I Confini del Destino recensione 04

È stato cambiato il modo in cui vengono rappresentate le conversazioni con i comprimari, probabilmente in vista de I Ribelli, il DLC a tema Star Wars.

Ciò che invece proprio non va nella narrazione è il modo in cui questa si ricollega al passato della serie, in particolare a come prova a far luce su Ikora Rey sfruttando quest’ultimo personaggio come un espediente narrativo per portare avanti la storia dell’espansione. Una storia fatta di paradossi temporali e colpi di scena privi di mordente, in cui scopriamo qualcosina in più sui Nove. Tuttavia la sensazione generale, una volta raggiunta la fine della campagna, è quella di trovarsi al cospetto di un filler. Non aiuta il fatto che nessuna missione scende in profondità, mancando di analizzare le motivazioni dei personaggi principali e secondari. Missioni che, purtroppo, spesso non vanno al di là delle semplici fetch quest.

DESTINY 2 DIVENTA METROID?

In sostanza, l’intera campagna si basa sull’indagine di un’anomalia all’interno di Kepler. O meglio, di una singolarità che rischia di fagocitare non solo il pianeta, ma col tempo anche il Sistema Solare, condannando l’umanità all’estinzione.

Destiny 2 I Confini del Destino recensione 05

Una delle nuove abilità, accessibili solo su Kepler, vede il Guardiano trasformarsi in una sfera di elettricità.

Per evitare che ciò accada bisogna andare alla ricerca di vari “MacGuffin” disseminati sulla superficie del pianeta. Cosa siano questi oggetti non viene mai spiegato del tutto, anche se sappiamo che servono per stabilizzare la singolarità. Ciò significa che dovremo girare in lungo e in largo completando missioni banali e risolvendo un numero improponibile di puzzle tutti uguali.

Troppi puzzle spezzano eccessivamente il ritmo dell’azione

Ecco, il peccato mortale commesso da I Confini del Destino è proprio questo: costringere il giocatore a perdere tempo per cercare un pertugio in cui infilarsi con la nuovissima abilità che ricorda la morfosfera di Metroid, solo per attivare un interruttore da un altra parte di un livello. Oppure creare dei portali presso punti prestabiliti per oltrepassare una barriera laser letale. O ancora, cercare la pianta di schifezza giallognola che fornisce l’abilità di spostare alcuni oggetti per aprire nuove strade. Insomma, in questa espansione si passa più tempo a vagare in livelli mal progettati per risolvere gli stessi tre enigmi ripetuti allo sfinimento, piuttosto che fare quello per cui si gioca a Destiny 2: sparare.

Destiny 2 I Confini del Destino recensione 02

Questo nuovo nemico eliksni è armato di doppio lanciafiamme ed è molto veloce.

Peccato perché come sempre si spara bene, quando il gioco vuole che si spari. Mancano novità sostanziali sul versante dei nemici, sebbene siano state introdotte alcune creature inedite: per esempio i corsari (degli eliksni dotati di jet dorsali). Mentre sul fronte delle attività c’è da segnalare una nuova modalità di gioco cooperativa endgame che però non è sempre disponibile, bensì si attiva a intervalli regolari ogni due ore circa. Ciò significa che non è sempre possibile giocarci, per non si sa bene quale motivo, ma ormai sappiamo benissimo che Bungie è maestra nel farsi odiare dalla sua fanbase. Discreto il nuovo raid, Deserto Perpetuo, che vede i Guardiani affrontare i Vex di Maya Sundaresh penetrati all’interno della singolarità.

Ormai sappiamo benissimo che Bungie è maestra nel farsi odiare dalla sua fanbase

I Confini del Destino risulta dunque un’espansione abbastanza deludente, soprattutto per chi si aspettava un nuovo inizio per Destiny 2 che potesse risolvere almeno in parte i problemi storici del gioco. Invece i nuovi contenuti sono poco ispirati e si inseriscono in continuità con ciò a cui siamo stati abituati da più di dieci anni a questa parte, senza particolari stravolgimenti.

In Breve: Nonostante l’introduzione di un nuovo personaggio ben scritto come Lodi e la presenza dei Nove, il gameplay de I Confini del Destino risulta estremamente ripetitivo, con enigmi banali e fetch quest che rallentano l’azione. L’incursione Deserto Perpetuo offre qualche spunto interessante, ma la campagna appare poco profonda e priva di slanci narrativi, lasciando l’impressione di un contenuto riempitivo.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione utilizzata: AMD Ryzen 7 7800X3D, 32 GB di RAM, GeForce RTX 4060Ti, SSD
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. Come sempre non si segnalano problemi. Giocando al massimo livello di dettaglio si raggiungono facilmente i 60 fotogrammi al secondo, sempre stabilissimi.

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Pro

  • Lodi è un personaggio interessante. / Finalmente i Nove. / Si continua a sparare bene.

Contro

  • Struttura metroidvania mal concepita. / Davvero troppi puzzle ambientali. / Potevano mancare i contenuti time gated?
6

Sufficiente

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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