Fino a oggi, dopo averlo provato non tanto a questo E3, dove il tempo a disposizione era davvero pochino, quanto nella recente alpha tecnica, Nioh è l’unico gioco ispirato ai Souls che mi spinge a dire che sì, i giochi di Miyazaki possono addirittura aprire a un intero genere, ma solo con un approfondimento e una comprensione dello spirito di base non alla portata di tutti gli sviluppatori. Di sicuro, il lavoro di Team Ninja è ammirabile per una reinterpretazione che a suo modo arricchisce lo schema di Dark Souls, costruisce una propria struttura delle missioni – classica e persino controcorrente, come vedremo – e soprattutto non ne scimmiotta l’ispirazione narrativa, rivolgendosi a un medioevo giapponese con un’identità affascinante e distintiva.
MALEDIZIONE FEUDALE
Vediamo di motivare quanto appena affermato, e al contempo descrivere i contenuti della demo inedita. Innanzitutto, direi in modo più che opportuno, Nioh si è presentato in una forma corredata da un tutorial alquanto esaustivo, con un approccio che può sembrare più didascalico rispetto al principio quasi esclusivamente “empirico” dei Souls, ma risulta pienamente giustificato da una serie di meccaniche speciali che, a ben vedere, si dimostrano più articolate rispetto al modello primigenio (e, per lo stesso motivo, vanno comprese appieno, a fronte di livello di difficoltà che, in caso contrario, può anche sembrare più elevato).
Nioh presenta un’impostazione a missioni separate, con dettagli d’ambientazione molto diversi tra di loro e una rigida divisione in termini meramente tecnici
L’IDENTITÀ DEL SAMURAI
La demo ha messo in luce anche un’altra caratteristica, a cui mi sono riferito parlando di scelta “controcorrente”: in mezzo a tanti ARPG con scenari aperti, struttura a cui i blockbuster appartenenti al genere cercano di riferirsi quasi senza eccezione, Nioh presenta un’impostazione a missioni separate, con dettagli d’ambientazione molto diversi tra di loro e una rigida divisione in termini meramente tecnici (ovvero, senza un’estensione continua dell’area di gioco), attraverso quest principali e secondarie da scegliere su una (o più, staremo a vedere) mappa generale. La versione di prova dell’E3 ne presentava addirittura quattro – a fronte dell’unico scenario disponibile nell’alpha – ovvero l’area del tutotial e altre tre che ho potuto esplorare solo in minimissima parte, peraltro senza riuscire a giungere in nessun caso al boss di fine livello. E mi sono comunque sentito una specie di eroe, perché affrontare un gioco come Nioh dopo cinque giorni di lavoro all’E3 è un’impresa, appunto, di dimensione quasi eroica. Fatemi pure un monumento, meglio se con una bella armatura giapponese da samurai.
affrontare un gioco come Nioh dopo cinque giorni di lavoro all’E3 è un’impresa
Anche la narrazione sembra un filo più classica, con dialoghi e sequenze maggiormente esplicative, ma solo per una deduzione ricavata dal trailer pubblicato all’E3 e, per tanto, non per forza corrispondente a una verità assoluta. Per fare vera luce su questi aspetti, temo che dovremo aspettare la pubblicazione prevista (presumibilmente) a fine 2016. Bella lì.