Visualizza Versione Completa : Il vizio di leggere [cosa state leggendo?]
Non so. Forse l'abbiamo già detto, ma alcuni racconti di questo genere ben potresti averli scritti tu, Opo, oppure io. :asd:
Forse sì.... però non l'abbiamo fatto :asd:
È molto difficile, anche per un genio come Borges, mantenere una qualità omogenea in una raccolta di racconti. Non penso ci sia nulla di strano nell'aver apprezzato meno alcuni brani rispetto ad altri, tantopiù in un lavoro che -a naso- ricordo essere comunque non il suo migliore (Finzioni lo ricordo leggermente superiore). Questo al netto comunque del fatto che lo stile è sempre quello suo, che io trovo superbo* e che mi spinge a consigliare sempre qualsiasi sua opera.
* Era del resto proprio Borges (in Nove saggi danteschi, se non erro) ad aver scritto di essere "un lettore edonista", e che prima di qualsiasi supercazzola sui significati profondi un testo deve dargli piacere nella lettura**. Pensiero che approvo, e cosa che JL mi ha sempre dato :snob:
** Come mirabilmente riassunto da John Cleese nello sketch del museo: "Non mi intendo molto di arte, ma so quel che mi piace".
"Non mi intendo molto di arte, ma so quel che mi piace"
Ma c'est moi!
- - - Aggiornato - - -
Qual è lo sketch di JC? Me lo linki?
Qual è lo sketch di JC? Me lo linki?
Qui a circa 2:05
https://www.youtube.com/watch?v=imxb8IShtoc
Continuo a non capire quale sia il problema :asd: trovo libri nuovi a metà prezzo, spezzo a 1/3 del prezzo originale...
anch'io compro libri usati, ma mi affido a ibs e libraccio...
anch'io compro libri usati, ma mi affido a ibs e libraccio...
Con la differenza che i libri usati su quei siti non sai in che condizioni siano (a volte ho acquistato anche io su Libraccio e si vedeva che erano usati, un po' piegati ecc), ed inoltre il costo è del 50% rispetto al nuovo se non sbaglio.
Su vinted ho preso libri che nuovi costano 20€ e li ho pagati anche 3/4€ compresa la spedizione.
Nel mentre proseguo It, sono arrivato a pag. 400 e piano piano finalmente si sta entrando nel vivo della storia. A king piace davvero tanto divagare :asd:
Con la differenza che i libri usati su quei siti non sai in che condizioni siano (a volte ho acquistato anche io su Libraccio e si vedeva che erano usati, un po' piegati ecc), ed inoltre il costo è del 50% rispetto al nuovo se non sbaglio.
Su vinted ho preso libri che nuovi costano 20€ e li ho pagati anche 3/4€ compresa la spedizione.
Nel mentre proseguo It, sono arrivato a pag. 400 e piano piano finalmente si sta entrando nel vivo della storia. A king piace davvero tanto divagare :asd:
Purtroppo quei pezzenti di Libraccio ormai fanno solo il 45% di sconto sull'usato.
Sto leggendo come libro da treno La libreria dei gatti neri di Piercoso Pulixi, un gialletto all'italiana che, nel suo stile piano e prevedibile, risulta molto scorrevole e piacevole da leggere. :sisi:
Sto a pag. 200 di Hyperion ma continuo a non capirci una sega :bua: è colpa mia? Mi pento se lo mollo?
Adesso ho iniziato Inseguendo un raggio di luce di Amedeo Balbi, un saggio sulla teoria della relatività.
Finito ora, molto carino e comprensibile. Consigliato, se avete voglia di una lettura scientifica.
Sto a pag. 200 di Hyperion ma continuo a non capirci una sega :bua: è colpa mia? Mi pento se lo mollo?
Molla molla
nicolas senada
25-03-25, 08:08
ho finalmente iniziato Incontro con Rama, dopo avercelo avuto sulla pila (fisica) per non so quanti mesi :bua:
Molla molla
Grazie :alesisi: lo rileggerò quando sarò vecchio
Ataru Moroboshi
25-03-25, 19:56
Ho finito M. L'uomo della provvidenza, seconda parte della quadrilogia (a breve pentalogia) di Antonio Scurati.
Mi è piaciuto molto, anche se Il figlio del secolo, coprendo anni in cui avvengono cose più interessanti, mi ha catturato di più. Qui, essendo un capitolo di mezzo, che parte quando il regime si è consolidato e termina ben prima dell'alleanza con i nazisti, sembrano mancare eventi particolarmente importanti. Invece, concentrandosi sulle lotte intestine tra i gerarchi e sul colonialismo in Libia, mette in mostra fatti e figure che quasi mai vengono approfonditi come meriterebbero.
Ho letto anche The Watchers di A. M. Shine (ignoro per cosa stiano le iniziali). La premessa narrativa mi era sembrata interessante: un gruppo di persone chiuse in una specie di bunker con una parete di vetro e un'unica luce che si accende la notte, quando creature orribili e misteriose vengono ad osservarli (ammazzando malamente chiunque provi a scappare). Aggiungi che era presentato come un horror gotico e che l'ebook stava a due euro scarsi e l'acquisto è stato automatico.
E ho fatto male. Per farla breve: è semplicemente scritto male. Non fa paura, non crea tensione, il gotico non lo vede neanche da 100 km, la storia non si regge in piedi, i personaggi sono meno che bidimensionali. Avrei dovuto capire che era una sola quando ho letto che Netflix ne ha tratto un film.
Ho finito M. L'uomo della provvidenza, seconda parte della quadrilogia (a breve pentalogia) di Antonio Scurati.
Mi è piaciuto molto, anche se Il figlio del secolo, coprendo anni in cui avvengono cose più interessanti, mi ha catturato di più. Qui, essendo un capitolo di mezzo, che parte quando il regime si è consolidato e termina ben prima dell'alleanza con i nazisti, sembrano mancare eventi particolarmente importanti. Invece, concentrandosi sulle lotte intestine tra i gerarchi e sul colonialismo in Libia, mette in mostra fatti e figure che quasi mai vengono approfonditi come meriterebbero.
Ho letto anche The Watchers di A. M. Shine (ignoro per cosa stiano le iniziali). La premessa narrativa mi era sembrata interessante: un gruppo di persone chiuse in una specie di bunker con una parete di vetro e un'unica luce che si accende la notte, quando creature orribili e misteriose vengono ad osservarli (ammazzando malamente chiunque provi a scappare). Aggiungi che era presentato come un horror gotico e che l'ebook stava a due euro scarsi e l'acquisto è stato automatico.
E ho fatto male. Per farla breve: è semplicemente scritto male. Non fa paura, non crea tensione, il gotico non lo vede neanche da 100 km, la storia non si regge in piedi, i personaggi sono meno che bidimensionali. Avrei dovuto capire che era una sola quando ho letto che Netflix ne ha tratto un film.
di The Watchers hanno fatto anche il film
dimenticabile, direi
Guardian80
31-03-25, 09:20
Ho finito di leggere Brucia, Spada di Ryotaro Shiba. Racconta la creazione e l'ascesa dello Shinsengumi durante il periodo Bakumatsu. Se non si ha un po' di contesto pregresso, essendo strapieno di nomi di persone e luoghi, il rischio di perdersi un po' c'è, ma la lettura secondo me, pur essendo abbastanza romanzato, è interessante.
Peccato che finisca con un cliffhangerone terrificante e sia obbligatorio leggere il secondo libro.
Sto leggendo come libro da treno La libreria dei gatti neri di Piercoso Pulixi, un gialletto all'italiana che, nel suo stile piano e prevedibile, risulta molto scorrevole e piacevole da leggere. :sisi:
Finito l'altro giorno, giallo ombrellonesco senza particolare verve, chi è l'assassino lo si capisce in un punto preciso intorno a pagina 200, il movende viene chiarito alla fine solo perché le informazioni relative vengono date alla fine. Tra l'altro proprio in questi giorni è uscito un secondo romanzo con lo stesso protagonista.
Come libro da treno stamattina ho iniziato Locus Desperatus, di tale Michele Mari, che nelle prime 10 pagine sfoggia già una padronaza dell'italiano (con l'uso di lemmi quali entragne, indarno, entelechia) utile a far intendere sin da subito il carattere PENSOSO del volumetto.
Ho letto la graphic novel "Ducks" di Kate Beaton, spinto dai diversi riconoscimenti vinti e da averne sentito parlare in diversi podcast.
https://www.sierraclub.org/sites/default/files/styles/sierra_full_page_width/public/2022-11/SIERRA-DUCKS-4-WB.jpg.webp?itok=JAIOJtF4
A parte l'innegabile valore sociale (la denuncia delle intollerabili condizioni di vita e lavoro per una ragazza che sceglie un ambiente professionale totalmente maschile e geograficamente isolato), purtroppo non ci sono molti altri fattori di interesse per questo libro.
In particolare, la qualità della scrittura e la trama lasciano decisamente a desiderare.
Come libro da treno stamattina ho iniziato Locus Desperatus, di tale Michele Mari, che nelle prime 10 pagine sfoggia già una padronaza dell'italiano (con l'uso di lemmi quali entragne, indarno, entelechia) utile a far intendere sin da subito il carattere PENSOSO del volumetto.
E anche oggi ho imparato 2 parole nuove! :cheers:
Lascio a voi indovinare quale delle 3 conoscessi (e utilizzassi già abitualmente :caffe: ).
E anche oggi ho imparato 2 parole nuove! :cheers:
Lascio a voi indovinare quale delle 3 conoscessi (e utilizzassi già abitualmente :caffe: ).
punto su indarno
Io invece, visto il suo ruolo di guru di TSM, punto forte su ENTRAGNE.
Ho finito di leggere Brucia, Spada di Ryotaro Shiba. Racconta la creazione e l'ascesa dello Shinsengumi durante il periodo Bakumatsu. Se non si ha un po' di contesto pregresso, essendo strapieno di nomi di persone e luoghi, il rischio di perdersi un po' c'è, ma la lettura secondo me, pur essendo abbastanza romanzato, è interessante.
Peccato che finisca con un cliffhangerone terrificante e sia obbligatorio leggere il secondo libro.
Uhm, sembra figo. Io dovrei leggere Gai-jin di Clavell ma porca miseria sono mille e passa pagine..
Guardian80
31-03-25, 13:28
Uhm, sembra figo. Io dovrei leggere Gai-jin di Clavell ma porca miseria sono mille e passa pagine..
Tieni presente, però, che senza il secondo libro non avrai un finale. Zero, neanche una roba posticcia. E' proprio un "continua nella prossima puntata" :bua:
Finito l'altro giorno, giallo ombrellonesco senza particolare verve, chi è l'assassino lo si capisce in un punto preciso intorno a pagina 200, il movende viene chiarito alla fine solo perché le informazioni relative vengono date alla fine. Tra l'altro proprio in questi giorni è uscito un secondo romanzo con lo stesso protagonista.
Come libro da treno stamattina ho iniziato Locus Desperatus, di tale Michele Mari, che nelle prime 10 pagine sfoggia già una padronaza dell'italiano (con l'uso di lemmi quali entragne, indarno, entelechia) utile a far intendere sin da subito il carattere PENSOSO del volumetto.
"Tale" Michele Mari :asd:
Anni fa avevo letto il volumetto di poesie "100 poesie d'amore a Lady Hawke", qualche racconto e il romanzo su Leopardi licantropo ("Io venia pien d'angoscia a rimirarti"), che non mi era affatto dispiaciuto :sisi:
punto su indarno
Io invece, visto il suo ruolo di guru di TSM, punto forte su ENTRAGNE.
Siete stati coraggiosi a partecipare (mica come gli altri pusillanimi), ma mi spiace deludervi dicendo che la parola già nota era la terza, ossia ENTELECHIA.
E devo dire che l'ho imparata abbastanza poco tempo fa, quando ho letto "Abel" di Baricco.
Come premio vi riporto la pagina in cui ne parla, che mi era piaciuta parecchio.
A parlare è il cowboy-filosofo protagonista: il suo sogno ricorrente è quello di vedersi da fuori mentre il suo cadavere viene lavato da due donne, il giorno fatale in cui, per la prima volta, non è stato il più veloce a sparare e quindi è morto per il colpo di pistola del suo avversario.
“Quando arriva la luce dell’alba, dopo le notti in cui mi sono apparse le due donne, guardo il mio corpo. Se posso mi spoglio, ho bisogno di rimanere nudo. Allora inizio a toccarmi, prima le braccia, poi il petto, i fianchi, infine le gambe. Ritorno alle spalle.
Sveglio, vivo, sto cercando la ferita che mi ucciderà. Il secondo buco del culo che ho intravisto la notte. Premo coi polpastrelli sulla pelle tesa, o dolcemente mi appoggio dove la carne è morbida, col preciso obiettivo, che incredibilmente credo ragionevole, di scovare la ferita là dove si sta preparando, là dove la immagino fiorire sotto i tessuti, come un minuscolo sicario, silente. Mi aspetto di sentire sotto le dita una vibrazione, la preistoria di uno sparo.
Non sento mai nulla.
Cerco con grande cura, ma non trovo. Non perdo tempo con la testa, che so sarà salva. Mi capita di indugiare più a lungo intorno al cuore, ma solo per poesia, giacché il Maestro mi ha insegnato che se un uomo è tanto ingenuo da mirare al cuore, vuol dire che non ha sparato molto, quindi non lo centrerà. È triste dirlo, sosteneva, ma un buon pistolero mira al ventre, dove il bersaglio è grande e doloroso. Solo alcuni virtuosi, aggiunse, hanno predilezione per la testa, pochissimi concentrandosi sulla fronte. Amano il rischio, o dispongono di capacità superiori. Lo disse fissandomi con le orbite dei suoi occhi bruciati, perché io imparassi che ero tra gli eletti.
Ma la ferita vive in noi introvabile, come una forza pura che tace sotto il nitore della pelle, preparandosi a diventare. Aristotele pensava che tutta la realtà fosse costruita in questo modo, non solo l’evento singolare della Ferita, e arrivò a coniare una parola, entelechia, per nominare quella tensione che straziava il mondo intero, il suo transitare da intenzione a cosa. Da potenza a atto.
En in greco significa dentro. Telos, scopo. Entelechia. Uno scopo dentro. Lo cerco sotto le mie dita. Chiudo gli occhi per cogliere la minima eco, la più minuscola vibrazione. Non è curiosità, non mi interessa sapere come morirò. È che la mia Ferita mi appartiene, io voglio vivere con lei, la voglio tenere con me per ogni tempo, non sprecarla in un istante di morte. È la particella più intima e vera di me. La aspetto. La cerco.
Ciò che Aristotele chiamava entelechia, ad altri uomini, secoli dopo, parve l’essenza stessa di Dio, il suo modo di essere. Lo immaginavano come un’Intenzione senza tempo. Non si è ancora conosciuta forma più raffinata di ateismo.”
"Tale" Michele Mari :asd:
Anni fa avevo letto il volumetto di poesie "100 poesie d'amore a Lady Hawke", qualche racconto e il romanzo su Leopardi licantropo ("Io venia pien d'angoscia a rimirarti"), che non mi era affatto dispiaciuto :sisi:
Complice il mio pregiudizio verso la letteratura italiana contemporanea, questo Michele Mari per me è niente più che un tale. :snob:
Ringrazio Bado per la condivisione del passo di Baricco, che casca a FAGIUOLO perché proprio stamattina, un po' stranito dal tono AMPOLLOSO del Mari, sono andato a guardare le recensioni di Amazon del volumetto, che sono miste, e tra di esse ricambio riportandovi questa.
Morley
1,0 su 5 stelle Imbarazzante
Recensito in Italia il 4 luglio 2024
Sembra il romanzo inedito di un diciassettenne insicuro e senza talento.
Parliamo di un testo davanti a cui Calvino si sarebbe messo a ridere. Un libro indecente, impubblicabile. Ma la cosa piú spaventosa é l'esaltazione degli ignoranti che considerano Mari un autore da fare studiare agli alunni del futuro. Davvero questa é la loro idea di letteratura? Davvero non sanno distinguere la ricercatezza dal ridicolo? A me Michele Mari sembra l'opposto e l'uguale di Alessandro Baricco: uno che ha tutto per scrivere, ma ciononostante non riesce a essere uno scrittore. Un bluff.
Ringrazio Bado per la condivisione del passo di Baricco, che casca a FAGIUOLO perché proprio stamattina, un po' stranito dal tono AMPOLLOSO del Mari, sono andato a guardare le recensioni di Amazon del volumetto, che sono miste, e tra di esse ricambio riportandovi questa.
Ottimo!
Però non dovevi vergognarti di specificare che "Morley"è il tuo pseudonimo su Amazon. :caffe:
Ringrazio Bado per la condivisione del passo di Baricco, che casca a FAGIUOLO perché proprio stamattina, un po' stranito dal tono AMPOLLOSO del Mari, sono andato a guardare le recensioni di Amazon del volumetto, che sono miste, e tra di esse ricambio riportandovi questa.
Non condivido il giudizio, nel senso che Mari è uno di quegli autori per cui la forma è il messaggio... È uno scrittore filologo, iperletterato, lo si legge proprio per la ricercatezza e per il gusto della parola, talvolta anche oscura e arcaica.
Comunque, sto leggendo un libro sorprendente di un autore che è lontanissimo da Mari per stille, e che vi consiglio molto: Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini. E visto che ci siamo, di Franchini vi consiglio l'opera omnia, è imho uno dei migliori autori italiani viventi
Non condivido il giudizio, nel senso che Mari è uno di quegli autori per cui la forma è il messaggio... È uno scrittore filologo, iperletterato, lo si legge proprio per la ricercatezza e per il gusto della parola, talvolta anche oscura e arcaica.
Comunque, sto leggendo un libro sorprendente di un autore che è lontanissimo da Mari per stille, e che vi consiglio molto: Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini. E visto che ci siamo, di Franchini vi consiglio l'opera omnia, è imho uno dei migliori autori italiani viventi
Stille nacht?
- - - Aggiornato - - -
Comunque vediamo se trovo questo Franchini alla bancarella scontata.
Parlando di Locus Desperatus di Mari.
Stamattina leggendo ho visto una interessante notazione sulla differenza tra AUT e VEL, una distinzione che non ricordavo e che avevo sempre percepito in italiano, che ha perso questa differenza, a senso. Il tema si riallaccia anche al video di Lorenzon sull'uso corretto del "piuttosto che".
Ieri invece una gradevole digressione su lex, ius, il verbo greco lego, i libri, il giogo e il coniugio (l'argomento etimologico e le connessioni linguistiche sono cosa che mi entusiasma perché mi piace spesso essere allusivo e sottendere).
E' assolutamente un libro verboso (ne ho lette, devo dire con faticosa attenzione) ma piacevole fin qui se piace la lingua. La vicenda raccontata poteva, fin qui, risolversi in 5 pagine invece che in 22, il resto è POMPA.
E' assolutamente un libro verboso (ne ho lette, devo dire con faticosa attenzione) ma piacevole fin qui se piace la lingua. La vicenda raccontata poteva, fin qui, risolversi in 5 pagine invece che in 22, il resto è POMPA.
Come già dicevo, qui, più che altrove, la forma è il messaggio. Levi la prima e resta ben poco.
Invece, dopo aver terminato Il fuoco che ti porti dentro, ho ripreso un altro testo di Franchini (che già avevo letto molti anni fa), che parla di cose che anche a me stanno molto a cuore (letteratura e arti marziali): Quando vi ucciderete, maestro? La letteratura e il combattimento :sisi:
- - - Updated - - -
Stamattina leggendo ho visto una interessante notazione sulla differenza tra AUT e VEL, una distinzione che non ricordavo e che avevo sempre percepito in italiano, che ha perso questa differenza, a senso. Il tema si riallaccia anche al video di Lorenzon sull'uso corretto del "piuttosto che".
Non so chi sia Lorenzon, ma l'uso "corretto" del "piuttosto che" è comparativo e non disgiuntivo
https://www.youtube.com/watch?v=eo5KBhutwxU
1795 di Niklas Natt Och Dag
Concludo così la trilogia iniziata con 1793, tre thriller storici ambientati in una Stoccolma putrida, fetida, corrotta e malata che mi è piaciuta molto. Salutare i protagonisti dopo 1500 pagine è un po un dispiacere, ma tutto quello che c'era da dire era già stato detto (e ne hanno passate tante, giusto dargli un po di tregua :asd:). Il primo libro probabilmente è il migliore, ma ho letto tutta la trilogia con piacere :sisi:
nicolas senada
03-04-25, 12:43
ma come stile è una roba alla "città di morti" di Lieber?
(ovviamente ce li ho tutti e tre sul kindle, rigorosamente mai aperti :caffe: )
nel frattempo ho recuperato anche i due libri di Vonnegaut menzionati qualche pagina fa (ghiaccio-9 e piano meccanico AKA distruggete le macchine) e sono indeciso se partire con uno dei due o con l'invicibile di Lem
una Stoccolma putrida, fetida, corrotta e malata
:sbav:
ma come stile è una roba alla "città di morti" di Lieber?
(ovviamente ce li ho tutti e tre sul kindle, rigorosamente mai aperti :caffe: )
nel frattempo ho recuperato anche i due libri di Vonnegaut menzionati qualche pagina fa (ghiaccio-9 e piano meccanico AKA distruggete le macchine) e sono indeciso se partire con uno dei due o con l'invicibile di Lem
dipende cosa intendi con stile, comunque diciamo che entrambi hanno scene violente e splatter (in città di morti sono le autopsie mentre in questa trilogia sono torture vere e proprie). Città di morti è più noir e c'è una vera e propria indagine e caccia al killer, mentre questa trilogia è più improntata sui personaggi e sulla città di Stoccolma che è la vera protagonista, un po come la Los Angeles di Ellroy.
già lo dissi, io 1793 lo trovai noioso e abbastanza scontato
dipende cosa intendi con stile, comunque diciamo che entrambi hanno scene violente e splatter (in città di morti sono le autopsie mentre in questa trilogia sono torture vere e proprie). Città di morti è più noir e c'è una vera e propria indagine e caccia al killer, mentre questa trilogia è più improntata sui personaggi e sulla città di Stoccolma che è la vera protagonista, un po come la Los Angeles di Ellroy.
va beh dai, sono obbligato a leggermi la trilogia così...
chiaramente parliamo di due categorie diverse eh
Quindi non da vibes Elloyane? :fag:
Quindi non da vibes Elloyane? :fag:
nessuno ha parlato di vibes ellroyane :asd: ho detto che come nella quadrilogia di Ellroy che la protagonista dei tre libri è LA, in questo caso la protagonista è Stoccolma, ma per il resto sono due cose totalmente differenti.
nessuno ha parlato di vibes ellroyane :asd: ho detto che come nella quadrilogia di Ellroy che la protagonista dei tre libri è LA, in questo caso la protagonista è Stoccolma, ma per il resto sono due cose totalmente differenti.
Quindi stai dicendo che Niklas Natt Och Dag è il nuovo Ellroy ma in meglio. :caffe:
:TitolistiTrolloni: :clickbait:
Opo! Leggi qui:
https://www.theguardian.com/books/2025/apr/09/thomas-pynchon-announces-shadow-ticket-his-first-novel-in-more-than-a-decade
:o_o:
Opo! Leggi qui:
https://www.theguardian.com/books/2025/apr/09/thomas-pynchon-announces-shadow-ticket-his-first-novel-in-more-than-a-decade
:o_o:
Visto ieri e spammato in tempo zero su tutti i miei account social - nella più completa indifferenza dei miei SQR(venticinque) lettori, ma è la vita.
Ha 87 anni, non credevo sarebbe vissuto abbastanza (e abbastanza lucidamente) da regalarci un altro tomo. La sinossi, letta così di sfuggita, sembra una crasi tra Against the day, Inherent vice e Philip Marlowe, cosa buona (l'idea di una fusione saiyan Pynchon+Chandler mi provoca pensieri profondamente onanisti). Ho un po' di ansia, visto che Inherent vice e Bleeding edge IMHO erano sub-standard per il Nostro*, ma nondimeno mio al day one! (Tradotto, però :bua: San Massimo Bocchiola facci la grazia).
* anche, se torno a dire, il peggior Pynchon è roba che l'80% degli altri scrittori si può solo sognare.
Oltretutto, nei primi concitati tentativi di ricerca di informazioni (la notizia mi è apparsa ieri mattina nelle storie su FB dell'account di Pynchon e in quel momento non era confermata su NESSUN stito di news) ho scoperto che due settimane fa è uscito il trailer del nuovo film di PT Anderson lontanamente ispirato a Vineland! Mi ero totalmente perso la cosa. In uscita a settembre, autunno 2025 caldissimo insomma!
https://www.youtube.com/watch?v=feOQFKv2Lw4
Di sto tizio non ho mai letto niente. Quali sono i libri top?
Di sto tizio non ho mai letto niente. Quali sono i libri top?
Pynchon è uno dei massimi nomi nel postmodernismo. Il magnum opus è L'arcobaleno della gravità (Gravity's rainbow), del '73; è una storia lunga (è sul migliaio di pagine) attorcigliatissima su un soldato statunitense durante la WW2 di stanza in Europa che si ritrova coinvolto in vicende riguardanti le V2 tedesche.
Altri lavori di spicco IMHO sono V (su cui può dirti meglio Milton, che l'ha appena terminato - è il suo primo romanzo ed è un'opera comunque marginalmente meno "matura"), Mason & Dixon (sulla storia della costruzione dell'omonima linea (https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Mason-Dixon)), Against the Day (finora il suo romanzo più lungo - e penso lo resterà) e Vineland (il più breve e probabilmente il più affrontabile tra quelli citati qui).
Opo che cosa vuol dire postmodernismo? Se è un eufemismo per senza nè capo nè coda, non c'è bisogno di spiegarmelo allora. :snob:
Opo che cosa vuol dire postmodernismo?
In letteratura? Massimalismo narrativo, storie sovrapposte e intersecanti, punti di vista multipli, neologismi, personaggi buttati dentro un soldo la dozzina, sidequest e giochi da luna park pieni di papere e palloni e dove niente è come sembra.
In letteratura? Massimalismo narrativo, storie sovrapposte e intersecanti, punti di vista multipli, neologismi, personaggi buttati dentro un soldo la dozzina, sidequest e giochi da luna park pieni di papere e palloni e dove niente è come sembra.
Ok strano per essere strano quindi.
Ok strano per essere strano quindi.
Non so. Non è un punto di vista che mi sento di sposare pienamente. Capisco o credo di capire cosa intendi, ma con "strano per essere strano" non mi vengono in mente Pynchon o -che so- Delillo o Bolano, ma bensì trame più surreali alla Guida Galattica o Discworld, oppure scemenze come quelle di un racconto amatoriale che lessi tempo fa dove l'autore aveva chiaramente messo giù in sequenza termini estratti a caso da un dizionario, oppure artifizi quasi paraletterari alla Infinite Jest (pur esso a dire il vero rientrante nel calderone PoMo, che in effetti è più un modo di affrontare trama e ordito degli eventi che un genere pienamente compiuto). Voglio dire. L'idea del testo romanzesco si basa su una finzione. Ricordi l'inizio di La promessa di Durrenmatt? (e non dire di no). Il comandante dice allo scrittore che sì, i gialli sono belli, ma la realtà è molto più complessa di come te la presentano, e Hannibal Lecter mica lo cattura un ispettore con un lampo di genio nel giro di trecento pagine. Il postmodernismo sembra riprendere il concetto e spiattellare su carta la realtà che un tempo non vi trovava spazio, e così Delillo può prendere la storia di una qualsiasi palla da baseball e raccontare le storie sempre più satellitari che le girano attorno e sono di fatto speculari a quanto avviene nella realtà reale, che non è mai composta solo dal filo logico del protagonista (io) della singola storia (la mia) del testo (la mia vita). Guai a limitarsi. Corriamo piuttosto dietro a tutte le molteplici possibilità fornite dal mondo, anche le meno logiche perché il mondo logico non è, e presentiamole TUTTE ASSIEME o perlomeno in vasto assortimento, e se si riesce pure a raccontarle in una forma interessante e brillante ben venga - che male non fa. In summa non pretendo che una frittata cotta questo modo piaccia a tutti, per carità, ma non concordo che si dica che il cuoco non l'ha preparata con gli ingredienti corretti e con un metodo preciso. Anche se poi, in effetti, non l'ha fatto. È che è una questione di principio, *** boia.
https://www.youtube.com/watch?v=nC8J7aaJzk8
Non so. Non è un punto di vista che mi sento di sposare pienamente. Capisco o credo di capire cosa intendi, ma con "strano per essere strano" non mi vengono in mente Pynchon o -che so- Delillo o Bolano, ma bensì trame più surreali alla Guida Galattica o Discworld, oppure scemenze come quelle di un racconto amatoriale che lessi tempo fa dove l'autore aveva chiaramente messo giù in sequenza termini estratti a caso da un dizionario, oppure artifizi quasi paraletterari alla Infinite Jest (pur esso a dire il vero rientrante nel calderone PoMo, che in effetti è più un modo di affrontare trama e ordito degli eventi che un genere pienamente compiuto). Voglio dire. L'idea del testo romanzesco si basa su una finzione. Ricordi l'inizio di La promessa di Durrenmatt? (e non dire di no). Il comandante dice allo scrittore che sì, i gialli sono belli, ma la realtà è molto più complessa di come te la presentano, e Hannibal Lecter mica lo cattura un ispettore con un lampo di genio nel giro di trecento pagine. Il postmodernismo sembra riprendere il concetto e spiattellare su carta la realtà che un tempo non vi trovava spazio, e così Delillo può prendere la storia di una qualsiasi palla da baseball e raccontare le storie sempre più satellitari che le girano attorno e sono di fatto speculari a quanto avviene nella realtà reale, che non è mai composta solo dal filo logico del protagonista (io) della singola storia (la mia) del testo (la mia vita). Guai a limitarsi. Corriamo piuttosto dietro a tutte le molteplici possibilità fornite dal mondo, anche le meno logiche perché il mondo logico non è, e presentiamole TUTTE ASSIEME o perlomeno in vasto assortimento, e se si riesce pure a raccontarle in una forma interessante e brillante ben venga - che male non fa. In summa non pretendo che una frittata cotta questo modo piaccia a tutti, per carità, ma non concordo che si dica che il cuoco non l'ha preparata con gli ingredienti corretti e con un metodo preciso. Anche se poi, in effetti, non l'ha fatto. È che è una questione di principio, *** boia.
Quindi il PoMo riconosce la complessità della realtà e per restituirla in letteratura non fa che ritrarre un casino. Quindi il PoMo in letteratura è un metodo, non un genere; e come metodo ha il fine di contrapporsi alla letteratura di genere per avvicinare il lettore alla realtà? Gli scrittori PoMo fanno quindi un lavoro socialmente utile? :asd:
Pynchon è uno dei massimi nomi nel postmodernismo. Il magnum opus è L'arcobaleno della gravità (Gravity's rainbow), del '73; è una storia lunga (è sul migliaio di pagine) attorcigliatissima su un soldato statunitense durante la WW2 di stanza in Europa che si ritrova coinvolto in vicende riguardanti le V2 tedesche.
Altri lavori di spicco IMHO sono V (su cui può dirti meglio Milton, che l'ha appena terminato - è il suo primo romanzo ed è un'opera comunque marginalmente meno "matura"), Mason & Dixon (sulla storia della costruzione dell'omonima linea (https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Mason-Dixon)), Against the Day (finora il suo romanzo più lungo - e penso lo resterà) e Vineland (il più breve e probabilmente il più affrontabile tra quelli citati qui).
Io partirei con "L'incanto del lotto 49". Non é troppo lungo e per cominciare va benissimo
Quindi il PoMo riconosce la complessità della realtà e per restituirla in letteratura non fa che ritrarre un casino. Quindi il PoMo in letteratura è un metodo, non un genere; e come metodo ha il fine di contrapporsi alla letteratura di genere per avvicinare il lettore alla realtà? Gli scrittori PoMo fanno quindi un lavoro socialmente utile? :asd:
Che la realtà sia una gran casino e che, in qualche modo, la letteratura si trovi quasi "costretta" a farci i conti lo aveva già riconosciuto Gadda del resto ("barocco è il mondo, e il G. ne ha percepito e ritratto la baroccaggine”)
La giallistica classica ci ha illusi. :sad:
[video=youtube;nC8J7aaJzk8]https://www.youtube.com/watch?v=nC8J7aaJzk8[video]
E chi non ci l'ha ricordato, del resto? :asd:
Gli scrittori PoMo fanno quindi un lavoro socialmente utile? :asd:
"Scrittori" e "lavoro utile" nella stessa frase? Tu vaneggi.
Io partirei con "L'incanto del lotto 49". Non é troppo lungo e per cominciare va benissimo
Avrei dovuto scriverlo in effetti :asd: ma andavo di fretta e, in tutta onestà, difficile inserirlo tra i "libri top" di P (come da richiesta).
Anzi, ad Hellvis -un hardcore Lansdale fan- suggerirei pure Inherent Vice, che è un filo sottotono ma che su qualche newsgroup qualcuno ha definito "sembra Lansdale che gioca a fare Pynchon".
Che la realtà sia una gran casino e che, in qualche modo, la letteratura si trovi quasi "costretta" a farci i conti lo aveva già riconosciuto Gadda del resto ("barocco è il mondo, e il G. ne ha percepito e ritratto la baroccaggine”)
Ecco, peraltro molto ingenerosamente anche il buon Carlo Emilio si potrebbe definire più "strano per essere strano" di Thomas.
Beh nella storia della letteratura ci sarà qualcuno che ha scritto nella convinzione di fare del bene AGLI ALTRI e non di SCRIVO PER ME, no? :asd:
E chi non ci l'ha ricordato, del resto?
Spiegarci il post-moderno inserendo di nascosto nei post frasi post-moderne.
Sagace.
Beh nella storia della letteratura ci sarà qualcuno che ha scritto nella convinzione di fare del bene AGLI ALTRI e non di SCRIVO PER ME, no? :asd:
Qualcuno? Direi piuttosto tutti.
Ed avevano tutti torto.
Spiegarci il post-moderno inserendo di nascosto nei post frasi post-moderne.
Sagace.
My bad (trad: "il mio letto").
E' destino dello scrittore non essere compreso? Vani i suoi tentativi di rendersi comprensibile agli altri? Ma poi possiamo davvero renderci comprensibili agli altri? E la comprensione è un valore? Oppure è solo un bisogno non soddisfacibile che surroghiamo malamente con l'empatia?
E' destino dello scrittore non essere compreso? Vani i suoi tentativi di rendersi comprensibile agli altri? Ma poi possiamo davvero renderci comprensibili agli altri? E la comprensione è un valore? Oppure è solo un bisogno non soddisfacibile che surroghiamo malamente con l'empatia?
Sono tutte ottime domande compagno, ma vedi, questo non è il mio lavoro principale. Io suono le tastiere. (cit.)
E' destino dello scrittore non essere compreso? Vani i suoi tentativi di rendersi comprensibile agli altri? Ma poi possiamo davvero renderci comprensibili agli altri? E la comprensione è un valore? Oppure è solo un bisogno non soddisfacibile che surroghiamo malamente con l'empatia?
Nei manuali del liceo avrebbero tagliato corto rispondendo a queste domande (in verità, a tutte le domande) con "L'INCOMUNICABILITÀ".
È sempre colpa dell'incomunicabilità, maledetta incomunicabilità (cit. [che non ricordo da dove venga, ma fa i stess])!
maledetta incomunicabilità (cit. [che non ricordo da dove venga, ma fa i stess])!
Loretta Goggi, IIRC :sisi:
Nei manuali del liceo avrebbero tagliato corto rispondendo a queste domande (in verità, a tutte le domande) con "L'INCOMUNICABILITÀ".
È sempre colpa dell'incomunicabilità, maledetta incomunicabilità (cit. [che non ricordo da dove venga, ma fa i stess])!
Capisco. Ma ciò non fa che originare nuove domande? Una tra tutte: se l'incomunicabilità, allora perché i reiterati tentativi di comunicazione?
- - - Aggiornato - - -
Loretta Goggi, IIRC :sisi:
A Sanremo :sisi:
Ho letto Falsa Testimonianza, primo libro che leggo di Karin Slaughter e mi è piaciuto. E' un thriller che mette in mezzo temi più che mai attuali: gli abusi sessuali, la tossicodipendenza, il covid, la povertà in America.
Ho finito l'altro giorno Locus desperatus di Mari. Libro in sè abbastanza inconcludente sul piano dell'intreccio, ma leggibile nel suo essere, come detto, assai pensoso. Chiaramente confermo il giudizio di chi (mi pare Milton) diceva che per Mari la forma è il fine e certo se uno legge con attenzione impara parole nuove. :asd:
Al di là della forma, la storia non va molto lontano, ma consente al lettore, cioè io, di fare in effetti alcune riflessioni sul feticismo per le proprie cose e sulla conseguente loro natura cimiteriale. In effetti io, come il protagonista del racconto, sono uno che ama il possesso fine a sè stesso e finirò quindi per identificarmi nelle cose, fuggendo la vita. :asd:
nicolas senada
28-04-25, 07:15
sono al rush finale di Piano meccanico (AKA Distruggete le macchine) di Kurt Vonnegut
premesso che è la mia prima lettura di questo autore (mi mancano mattatoio 5 e ghiaccio 9, lo so) sono rimasto un pò deluso.
Intediamoci, l'ambientazione e le tematiche trattate - l'eccessiva automazione delle macchine in tutti gli ambiti "produttivi" umani, dai beni di prima necessità fino alle opere di intrattenimento - sono clamorosamente "avanti" nel suo essere attualissime; peccato che, a livello narrativo, la storia si riduca - per l'ennesima volta, aggiungo - a uno svolgimento alla 1984/Brazil, a seguire
le vicende personali del tizio in cima alla piramide che si stufa del "sistema" e lo vorrebbe combattere dall'interno
Tra l'altro il testo mi pare molto "dispersivo" e con diverse divagazioni, se alcune sono azzeccatissime e hanno il loro perchè, consentendo di farsi un'idea dei rapporti sociali e/o di casta di questa distopia automatizzata all'estremo (cosa che, ad esempio, è totalmente assente in 1984) altre invece non le ho proprio "capite" :uhm:
da come lo descrivi mi sembra più un libro-saggio alla A noi vivi di Heinlein
nicolas senada
28-04-25, 09:01
da come lo descrivi mi sembra più un libro-saggio alla A noi vivi di Heinlein
non lo conosco, merita? :uhm:
dall'incipit pare molto interessante, anche se mi fa venire in mente 3001 Odissea Finale di Clarke :bua:
ad ogni modo, no, non è un libro-saggio.
Come dicevo più sopra, è una distopia alla 1984/Brazil in cui l'ambientazione rimane sullo sfondo e si seguono le vicende personali di un tizio di "alto livello" che vede come viene condotto "il gioco" e ne rimane schifato
Finito Signore delle lacrime di Antonio Franchini.
Appartiene a quella genia di libri che, come direbbe Zhuge, "non vanno a parare da nessuna parte", il che però non è per me un male (ma neppure un bene in sé, dipende caso per caso). Un po' racconto di un viaggio nell'India del nord, un po' analisi della figura di Shiva, dio creatore e distruttore, un po' riflessione sulla mortalità, è, per me, soprattutto un librino (per dimensioni) che scorre assai bene. Io lo consiglio, poi fate voi :sisi:
non lo conosco, merita? :uhm:
dall'incipit pare molto interessante, anche se mi fa venire in mente 3001 Odissea Finale di Clarke :bua:
ad ogni modo, no, non è un libro-saggio.
Come dicevo più sopra, è una distopia alla 1984/Brazil in cui l'ambientazione rimane sullo sfondo e si seguono le vicende personali di un tizio di "alto livello" che vede come viene condotto "il gioco" e ne rimane schifato
Sì intendevo dire un romanzo in cui in realtà, più che in altri romanzi, la storia è al servizio di uno specifico fine, descrivere un argomento, una certa idea di futuro. Il caso di A noi vivi (ma anche di Fanteria dello Spazio) è emblematico del tentativo di usare una storia in realtà per fare descrizione di un certo modello di società. Insomma l'intreccio serve soltanto a condurre il lettore lungo la descrizione del mondo ipotizzato.
Finito Signore delle lacrime di Antonio Franchini.
Appartiene a quella genia di libri che, come direbbe Zhuge, "non vanno a parare da nessuna parte", il che però non è per me un male (ma neppure un bene in sé, dipende caso per caso). Un po' racconto di un viaggio nell'India del nord, un po' analisi della figura di Shiva, dio creatore e distruttore, un po' riflessione sulla mortalità, è, per me, soprattutto un librino (per dimensioni) che scorre assai bene. Io lo consiglio, poi fate voi :sisi:
Potremmo fare una rubrica, libri che non vanno da nessuna parte scritti da persone che scrivono cose. :sisi:
Potremmo fare una rubrica, libri che non vanno da nessuna parte scritti da persone che scrivono cose. :sisi:
Rubrica parallela a vite che non vanno da nessuna parte vissute da persone che fanno cose :sisi:
Rubrica parallela a vite che non vanno da nessuna parte vissute da persone che fanno cose :sisi:
Eccomi.
Guardian80
28-04-25, 13:22
Finito Signore delle lacrime di Antonio Franchini.
Appartiene a quella genia di libri che, come direbbe Zhuge, "non vanno a parare da nessuna parte", il che però non è per me un male (ma neppure un bene in sé, dipende caso per caso). Un po' racconto di un viaggio nell'India del nord, un po' analisi della figura di Shiva, dio creatore e distruttore, un po' riflessione sulla mortalità, è, per me, soprattutto un librino (per dimensioni) che scorre assai bene. Io lo consiglio, poi fate voi :sisi:
Mi hai incuriosito. Messo in lista
nicolas senada
28-04-25, 13:41
Sì intendevo dire un romanzo in cui in realtà, più che in altri romanzi, la storia è al servizio di uno specifico fine, descrivere un argomento, una certa idea di futuro. Il caso di A noi vivi (ma anche di Fanteria dello Spazio) è emblematico del tentativo di usare una storia in realtà per fare descrizione di un certo modello di società. Insomma l'intreccio serve soltanto a condurre il lettore lungo la descrizione del mondo ipotizzato.
si ma così mi costringi ad aggiungere anche questo alla wishlist :cattivo: :nonsifa:
Mi hai incuriosito. Messo in lista
:sisi:
si ma così mi costringi ad aggiungere anche questo alla wishlist :cattivo: :nonsifa:
:snob:
- - - Aggiornato - - -
Io nel frattempo, sempre arrancando da un lato con Vita e Destino, dall'altra parte ho iniziato il ben più agile Un nome da torero di Sepulveda.
Drake Ramoray
29-04-25, 20:32
Aghi letto il primo libro un po’ di tempo fa e ora ho ripreso il secondo della trilogia del drive in di lansdale. Mi dispiace un po’ ma se il primo mi aveva detto poco il secondo mi sta anche un po’ annnoiando
Aghi letto il primo libro un po’ di tempo fa e ora ho ripreso il secondo della trilogia del drive in di lansdale. Mi dispiace un po’ ma se il primo mi aveva detto poco il secondo mi sta anche un po’ annnoiando
Letteralmente inspiegabile.
nicolas senada
05-05-25, 08:36
Sono a metà abbondante di Il Condominio di Ballard :bua:
Mi ricorda moltissimo Cecità, il che è solo un bene.
Ho letto "Conclave" di Robert Harris.
Complice il personale periodo di blocco sulla lettura e la necessità di un libro breve ma appassionante, ho scelto di andare sul sicuro con questo romanzo del 2016 di un autore che di solito non mi delude mai.
La cosa più interessante è che, sostanzialmente, viene raccontato dall'interno della Cappella Sistina il Conclave per la scelta del successore di un Papa appena defunto che, anche se non esplicitamente denominato tale, è chiaramente ispirato a Papa Francesco (mentre tutti i predecessori, quindi fino a Wojtila e Ratzinger, sono riportati storicamente con nome e cognome).
Questa cosa, in questo preciso momento storico, lo rende ancora più stuzzicante.
Aspetti positivi.
L'ho divorato in 3 giorni perchè la storia è veramente intrigante. Dopo un attimo iniziale di confusione per la caterva di nomi e di cardinali tutti uguali, la trama prende il via e non ti lascia più fino alla fine.
Ed era esattamente quello di cui avevo bisogno.
Mi è piaciuto anche il protagonista, una specie di Padre Brown di Chesterton ma con meno humor, un supereroe 75enne che mette tutto in gioco perchè lo Spirito Santo faccia il suo corso (ma sarà davvero così?).
Aspetti negativi
Alla terza iterazione del meccanismo "cardinale prende un sacco di voti, sta per essere eletto, ma improvvisamente salta fuori lo scandalone e va sputtanato pubblicamente per salvare il conclave", il gioco stanca un po'.
Anche il colpo di scena finale, che avevo subodorato anche se non del tutto intuito, è veramente un po' too much per i miei gusti
In definitiva, un'ottima lettura, super consigliata soprattutto in questo periodo storico, certamente non perfetta ma, per quanto mi riguarda, confortevolmente appagante.
Sono a metà abbondante di Il Condominio di Ballard :bua:
Mi ricorda moltissimo Cecità, il che è solo un bene.
Il Condominio bello, ma letto dopo Kingdom Come è un po' la stessa roba.
Ho ritrovato una vecchia edizione, mai veramente letta, dei Racconti dell'arcobaleno di quel pazzo di Vollmann. Quanta roba :pippotto:
Ho ritrovato una vecchia edizione, mai veramente letta, dei Racconti dell'arcobaleno di quel pazzo di Vollmann. Quanta roba :pippotto:
Elabora plis
Elabora plis
Non conosci William T. Vollmann? È quel tizio che pur di scrivere un libro "vero" sulla guerra in Afghanistan negli anni 80 ha cercato di unirsi alle truppe di Mujahidin, salvo poi desistere per un violento attacco di dissenteria che l'aveva costretto al rimpatrio... Ed è sempre il tizio che ci ha consegnato nei primi anni 00 un trattato di 7 volumi (!) sulla violenza nella storia umana, nonché il prodigioso (e ponderoso) romanzo corale Europe Central sulla seconda guerra mondiale. Più recentemente si è cimentato su un memoir dedicato alle sue esperienze di crossdressing. Insomma un mito.
I racconti dell'arcobaleno appartengono alla prima parte della sua produzione e, fin dove sono arrivato (qualche decina di pagine), trattano di vita e morte nelle tremende strade del Tenderloin a S. Francisco negli anni 70 e 80, tra skinheads, drogati e prostitute, altra sua grande ossessione (ma dalla quarta di copertina si evince che potrebbe esserci molto di più) :sisi:
Non conosci William T. Vollmann? È quel tizio che pur di scrivere un libro "vero" sulla guerra in Afghanistan negli anni 80 ha cercato di unirsi alle truppe di Mujahidin, salvo poi desistere per un violento attacco di dissenteria che l'aveva costretto al rimpatrio (ci ha scritto anche un libro)... Ed è sempre il tizio che ci ha consegnato nei primi anni 00 un trattato di 7 volumi (!) sulla violenza nella storia umana, nonché il prodigioso (e ponderoso) romanzo corale Europe Central sulla seconda guerra mondiale. Più recentemente si è cimentato su un memoir dedicato alle sue esperienze di crossdressing. Insomma un mito.
I racconti dell'arcobaleno appartengono alla prima parte della sua produzione e, fin dove sono arrivato (qualche decina di pagine), trattano di vita e morte nelle tremende strade del Tenderloin a S. Francisco negli anni 70 e 80, tra skinheads, drogati e prostitute, altra sua grande ossessione (ma dalla quarta di copertina si evince che potrebbe esserci molto di più) :sisi:Molto interessante, prendo nota
Vollmann ho provato diverse volte a leggerlo ma proprio non reggo il suo stile, peccato perché i temi dei suoi libri mi ispirano tantissimo e poi è un genio/pazzo assurdo
Non conosci William T. Vollmann? È quel tizio che pur di scrivere un libro "vero" sulla guerra in Afghanistan negli anni 80 ha cercato di unirsi alle truppe di Mujahidin, salvo poi desistere per un violento attacco di dissenteria che l'aveva costretto al rimpatrio... Ed è sempre il tizio che ci ha consegnato nei primi anni 00 un trattato di 7 volumi (!) sulla violenza nella storia umana, nonché il prodigioso (e ponderoso) romanzo corale Europe Central sulla seconda guerra mondiale. Più recentemente si è cimentato su un memoir dedicato alle sue esperienze di crossdressing. Insomma un mito.
I racconti dell'arcobaleno appartengono alla prima parte della sua produzione e, fin dove sono arrivato (qualche decina di pagine), trattano di vita e morte nelle tremende strade del Tenderloin a S. Francisco negli anni 70 e 80, tra skinheads, drogati e prostitute, altra sua grande ossessione (ma dalla quarta di copertina si evince che potrebbe esserci molto di più) :sisi:
mai sentito nominare, ho visto adesso sulla vichipedìa :sisi:
immagino che la sua roba oggi sia introvabile in Italia :asd:
- - - Aggiornato - - -
Vollmann ho provato diverse volte a leggerlo ma proprio non reggo il suo stile, peccato perché i temi dei suoi libri mi ispirano tantissimo e poi è un genio/pazzo assurdo
eh ho paura anche io che sia PoMo come Wallace e che quindi devi essere disposto a compromessi esistenziali come Milton e Opo per tollerarlo :asd:
Europe Central lo trovo letteralmente illeggibile.
Europe Central lo trovo letteralmente illeggibile.
I suoi libri sono tutti così, anche io non riesco davvero a leggerli
Rimane un pazzo scatenato
Pete.Bondurant
19-05-25, 07:47
Cazzo ma è uscito un nuovo Abercrombie.
Qualcuno lo ha già preso per caso?
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Cazzo ma è uscito un nuovo Abercrombie.
Qualcuno lo ha già preso per caso?
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Io :sisi:
Però non l'ho ancora letto, pensavo di aspettare l'uscita dei seguiti altrimenti mi dimentico tutto :asd:
Pete.Bondurant
19-05-25, 10:08
Io :sisi:
Però non l'ho ancora letto, pensavo di aspettare l'uscita dei seguiti altrimenti mi dimentico tutto :asd:Io mi sa che cedo.
Dalla sinossi pare una specie di League of extraordinary Gentlemen scritta alla maniera del Joe... potenzialmente una bomba :sisi:
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L'ho già detto che abercroso ne ho letto uno e mi sono annoiato?
Pete.Bondurant
19-05-25, 10:37
L'ho già detto che abercroso ne ho letto uno e mi sono annoiato?Vabbè nessuno è perfetto dai :ASD:
Che hai letto per curiosità?
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L'ho già detto che abercroso non ne ho letto nessuno e la prima cosa che penso vedendo il nome è la marca di vestiti abercroso & fitch? :caffe:
L'ho già detto che abercroso ne ho letto uno e mi sono annoiato?
non starai parlando della prima legge, vero? capolavoroh :sisi:
Vabbè nessuno è perfetto dai :ASD:
Che hai letto per curiosità?
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il primo di non so che serie, tipo mi pare il richiamo delle spade o giù di lì
- - - Aggiornato - - -
L'ho già detto che abercroso non ne ho letto nessuno e la prima cosa che penso vedendo il nome è la marca di vestiti abercroso & fitch? :caffe:
stessa cosa che penso io quando leggo dell'agenzia di rating fitch :caffe:
L'ho già detto che abercroso ne ho letto uno e mi sono annoiato?
tranquillo, ci sono un sacco di strutture che curano questo tipo di problema, non preoccuparti è curabile :sisi:
also, ho letto che è praticamente autoconclusivo :uooo: quindi scala prepotentemente posizioni nella mia tbr :sisi:
La trilogia de La Prima Legge, un mattone di 2300 pagine scritto in doppia colonna, mi ha preso dalla prima all'ultima riga senza il minimo calo di interesse.
Per me una roba abbastanza unica vista la mole del libro.
Devo dire che però non ho letto altro di Abercombie&Fitch...
Pete.Bondurant
20-05-25, 12:36
La trilogia de La Prima Legge, un mattone di 2300 pagine scritto in doppia colonna, mi ha preso dalla prima all'ultima riga senza il minimo calo di interesse.
Per me una roba abbastanza unica vista la mole del libro.
Devo dire che però non ho letto altro di Abercombie&Fitch...La trilogia sequel è anche quella molto bella per me.
L' apice però lo raggiunge con i due spin off della Prima Legge: Best Served Cold e, soprattutto, The Heroes (imo un vero capolavoro, anche oltre il genere fantasy).
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La trilogia sequel è anche quella molto bella per me.
L' apice però lo raggiunge con i due spin off della Prima Legge: Best Served Cold e, soprattutto, The Heroes (imo un vero capolavoro, anche oltre il genere fantasy).
Inviato dal mio M2101K6G utilizzando Tapatalk
Ottimo, gli spin-off me li segno :sisi:
In libreria non li trovo mai e anche su Amazon in versione cartacea spesso non ci sono...
La trilogia de La Prima Legge, un mattone di 2300 pagine scritto in doppia colonna, mi ha preso dalla prima all'ultima riga senza il minimo calo di interesse.
Per me una roba abbastanza unica vista la mole del libro.
Devo dire che però non ho letto altro di Abercombie&Fitch...
this :sisi:
io ho letto anche tredici lame, i racconti, molto belli :sisi:
Ottimo, gli spin-off me li segno :sisi:
In libreria non li trovo mai e anche su Amazon in versione cartacea spesso non ci sono...
la trilogia l'ha ripubblicata recentemente mondadori, idem la seconda trilogia che però è gia fuori catalogo
gli spin off li ripubblica nei prossimi mesi Ne/oN, così come il recente The Devils
Nel mentre ho letto "I gentiluomini di Fortuna", la vera storia di Mahmood Mattan, l’ultima persona a essere giustiziata per impiccagione a Cardiff e la prima a essere riabilitata dopo che, nel 1998, fu dichiarato vittima di un caso di malagiustizia. Scritto davvero benissimo, mi è piaciuto davvero tanto. Ottima anche la ricostruzione storica e il finale è davvero commovente, consigliato :sisi:
:snob:
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Io nel frattempo, sempre arrancando da un lato con Vita e Destino, dall'altra parte ho iniziato il ben più agile Un nome da torero di Sepulveda.
Finito stamattina. Libro leggero, con storia molto esile che è usata come pretesto per riferire della condizione dei rivoluzionari falliti e in pensione. Finale molto convenzionale, troppo convenzionale, mentre io mi aspettavo qualcosa di diverso dalla conclusione più piana della storia. Nel complesso, una buona lettura da treno, anche divertente a tratti, ma imho niente di che. Per l'ambiente tedesco e sudamericano direi libro consigliato a Milton.
- - - Aggiornato - - -
Prossimo libro da treno Uomini e topi. :snob:
nicolas senada
22-05-25, 07:09
non sapevo se scrivere qui o in sezione cinema, ad ogni modo ho recuperato il film tratto da Limonov di Carrere
Confermo l'impressione del trailer, è un bignamino del libro, fatto senza infamia nè lode. Non è brutto ma non ha neanche motivi di "lode" particolare.
Si sono concentrati sulla prima metà del libro, tagliando quasi del tutto la seconda parte dal 1993 in poi
Lo stesso tratteggio di Limonov è giocoforza abbozzato per motivi di tempo, e passa dalla complessità del testo di Carrere a Limonov che per il 90% del tempo si loda e si imbroda ripetendosi quanto è bello bravo e figo :bua:
Nota a margine, c'è un cameo brevissimo in una scena del nostro mito.
Parlo di Carrere, ovviamente :caffe:
Carrere, il più grande cazzaro della letteratura :asd:
nicolas senada
22-05-25, 08:05
ma perchè :bua:
Carrere, il più grande cazzaro della letteratura :asd:
Ma non è vero :asd:
Sarà anche un personaggio insopportabile e con un ego molto ingombrante (è un eufemismo), però ha scritto anche cose di pregio, tipo L'avversario e Il Regno :sisi:
non per come scrive, ma per il personaggio che si è creato :asd: quelle che spaccia per sue esperienze e avventure è tutta roba inventata :asd:
tornando alle letture, ho iniziato Il Passaggio di Justin Cronin, che avevo letto secoli fa e che avevo interrotto perche non hanno mai tradotto il terzo della trilogia. Finalmente è tornata disponibile e se cercate un postapocalittico con venature horror ve lo straconsiglio :sisi:
Carrere, il più grande cazzaro della letteratura :asd:
Ma no dai :asd:
- - - Aggiornato - - -
Ma non è vero :asd:
Sarà anche un personaggio insopportabile e con un ego molto ingombrante (è un eufemismo), però ha scritto anche cose di pregio, tipo L'avversario e Il Regno :sisi:
Il Regno l'ho letto, un po' lungo ma ben scritto. V13 idem, molto ben scritto.
Ho letto "Oblio e perdono" di Harris.
https://www.ibs.it/images/9788804749837_0_0_536_0_75.jpg
Non è il suo migliore, ma rimane comunque una lettura piacevole.
Il periodo storico di cui ero abbastanza ignorante (la guerra civile inglese nel 1600 tra i puritani regicidi guidati da Cromwell e gli anglicani fedeli alla figura del re) è interessante, i personaggi sono ben scritti, la vicenda (che tratta di fuga tra Inghilterra e colonie inglesi americane, di inseguimento e di vita dedicata alla vendetta) ha la giusta tensione a cui Harris ci ha abituati.
Il difetto maggiore è sicuramente lo strano ritmo che ha la trama: si parte a buona velocità in media res, si arriva presto ad una situazione di stallo che viene inspiegabilmente tirata troppo in lungo per tutta l'infinita parte centrale del libro e infine si arriva al gran finale che, senza alcun motivo, viene enormemente affrettato nelle poche pagine conclusive.
Una cosa molto positiva invece è il fatto che, nonostante i 2 principali protagonisti appartengano a 2 fazioni totalmente opposte e siano in guerra tra di loro, per tutto il libro non si arriva mai a parteggiare completamente per nessuno dei 2, perchè sono tracciate benissimo le luci e le ombre di entrambi.
Impossibile dire se avremo più simpatia per il puritano disilluso che scopre di non trovare più conforto in quella bibbia sgualcita che, insieme alla pistola, l'ha accompagnato per tutta la vita oppure per lo spietato cacciatore di regicidi che in fondo in fondo desidera solo amare ed essere amato dalla donna che ha perso.
Complessivamente direi non un ottimo, ma sicuramente un buon Harris.
Bado non hai letto Vent'anni dopo?
- - - Aggiornato - - -
io ho finito Uomini e Topi e stamattina ho iniziato Stoner di John Williams
Bado non hai letto Vent'anni dopo?
No!
E non so neanche perchè, visto che i 3 moschettieri mi era piaciuto un botto da ragazzo.
Perchè lo chiedi?
io ho finito Uomini e Topi e stamattina ho iniziato Stoner di John Williams
2 must read, a mio modesto avviso. :snob:
Anche se sul secondo ho qualche riserva, rispetto al successo totale indiscutibile che ha avuto.
Perché Vent'anni dopo è ambientato nel periodo di Carlo I e Cromwell, ossia nel periodo della Guerra Civile Inglese.
- - - Aggiornato - - -
Stoner l'ho comprato solo perché qui dentro gode di una certa rinomanza. :snob:
Perché Vent'anni dopo è ambientato nel periodo di Carlo I e Cromwell, ossia nel periodo della Guerra Civile Inglese.
Grazie, lo recupererò.
In questa vita o nella prossima. :snob:
Stoner l'ho comprato solo perché qui dentro gode di una certa rinomanza. :snob:
Rinomanza meritata, ma a mio parere non il capolavoro definitivo della letteratura contemporanea che sembrava essere qualche anno fa quando è uscito e non si poteva più vivere senza aver letto Stoner. :caffe:
Dumas scrive scrive, ma si legge sempre senza fatica. :snob:
Tra l'altro hanno appena fatto delle ristampe che sono gradevoli a vedersi.
Ho letto "Oblio e perdono" di Harris.
https://www.ibs.it/images/9788804749837_0_0_536_0_75.jpg
Non è il suo migliore, ma rimane comunque una lettura piacevole.
Il periodo storico di cui ero abbastanza ignorante (la guerra civile inglese nel 1600 tra i puritani regicidi guidati da Cromwell e gli anglicani fedeli alla figura del re) è interessante, i personaggi sono ben scritti, la vicenda (che tratta di fuga tra Inghilterra e colonie inglesi americane, di inseguimento e di vita dedicata alla vendetta) ha la giusta tensione a cui Harris ci ha abituati.
Il difetto maggiore è sicuramente lo strano ritmo che ha la trama: si parte a buona velocità in media res, si arriva presto ad una situazione di stallo che viene inspiegabilmente tirata troppo in lungo per tutta l'infinita parte centrale del libro e infine si arriva al gran finale che, senza alcun motivo, viene enormemente affrettato nelle poche pagine conclusive.
Una cosa molto positiva invece è il fatto che, nonostante i 2 principali protagonisti appartengano a 2 fazioni totalmente opposte e siano in guerra tra di loro, per tutto il libro non si arriva mai a parteggiare completamente per nessuno dei 2, perchè sono tracciate benissimo le luci e le ombre di entrambi.
Impossibile dire se avremo più simpatia per il puritano disilluso che scopre di non trovare più conforto in quella bibbia sgualcita che, insieme alla pistola, l'ha accompagnato per tutta la vita oppure per lo spietato cacciatore di regicidi che in fondo in fondo desidera solo amare ed essere amato dalla donna che ha perso.
Complessivamente direi non un ottimo, ma sicuramente un buon Harris.
Grande Harris, quanto vorrei un altro libro ambientato a Roma, magari con una comparsata di Cicerone :cry:
Ho letto Nel Bosco di Tana French.
Ormai ho letto quasi tutto di quest'autrice, me ne mancano solo un paio. Questo è l'esordio ed è una bomba, sono già presenti tutti i temi che riprenderà nei libri successivi (il narratore inaffidabile, la coppia di detective, la situazione economica di Dublino, il passato che ritorna, la mente che elimina i ricordi) e lo metto secondo solo a The Wych Elm di cui appunto condivide molte cose, ma che purtroppo non è stato ancora tradotto.
Se cercate un thriller letterario alla Donna Tartt o alla Gillian Flynn è un autrice assolutamente consigliata, nonostante le orribili copertine Einaudi.
Ho letto una settantina di pagine di Stoner e devo dire che è un libro indubbiamente ben scritto e scorrevole, ma abbastanza awkward. Stoner è un disadattato (come me), un mediocre (come me), un pusillanime (come me). La moglie sembra pure peggio.
Ho letto una settantina di pagine di Stoner e devo dire che è un libro indubbiamente ben scritto e scorrevole, ma abbastanza awkward. Stoner è un disadattato (come me), un mediocre (come me), un pusillanime (come me). La moglie sembra pure peggio.
Stoner uno di noi :sisi:
Ho letto una settantina di pagine di Stoner e devo dire che è un libro indubbiamente ben scritto e scorrevole, ma abbastanza awkward. Stoner è un disadattato (come me), un mediocre (come me), un pusillanime (come me). La moglie sembra pure peggio.
La moglie è decisamente peggio.
Ho letto una settantina di pagine di Stoner e devo dire che è un libro indubbiamente ben scritto e scorrevole, ma abbastanza awkward. Stoner è un disadattato (come me), un mediocre (come me), un pusillanime (come me). La moglie sembra pure peggio.
Ma ha anche dei difetti
La moglie è decisamente peggio.
Ma infatti. Edith Nevrosi Stoner.
Ho letto Vento & Flipper, romanzo d'esordio di Murakami. Con Murakami ho un rapporto di amore/odio: i suoi libri spesso mi deludono, ma alla fine c'è sempre quel qualcosa che mi spinge a leggerne un altro. In questo caso essendo un esordio le aspettative erano bassine, e tutto sommato il libro si lascia leggere, ci sono belle citazioni e l'atmosfera è la solita malinconica, ma alla fine mi rimane sempre quella sensazione di amaro in bocca quando finisco i suoi libri. Insomma anche questo mi ha abbastanza deluso da spingermi a leggerne un altro. E' la vita.
Capisco perfettamente il "Murakami Effect" che hai appena descritto. :timido:
nicolas senada
17-06-25, 09:36
prima o poi lo "proverò" (Muracoso, intendo)
prima o poi lo "proverò" (Muracoso, intendo)
In caso, ti consiglio di partire da Norwegian Wood che secondo me è il suo migliore (e anche il meno murakamiamente ostico).
Guardian80
17-06-25, 09:52
In caso, ti consiglio di partire da Norwegian Wood che secondo me è il suo migliore (e anche il meno murakamiamente ostico).
E' in generale il meno Murakami dei libri di Murakami. E' sicuramente valido per iniziare (anche io ho cominciato con quello) ma una valida alternativa potrebbe essere L'uccello che girava le viti del mondo, che invece ti fa entrare subito nel suo mood.
nicolas senada
17-06-25, 09:53
ce li ho entrambi su kindle, ovviamente mai aperti :asd:
Norwegian wood è quello che ho odiato di più :asd: se dovessi scegliere il migliore a mio modo di vedere è 1Q84, anche se è veramente lungo ed estremamente ripetitivo
Guardian80
17-06-25, 13:12
se dovessi scegliere il migliore a mio modo di vedere è 1Q84, anche se è veramente lungo ed estremamente ripetitivo
Anche per me è uno dei migliori ma non lo consiglierei per iniziare.
Oltre a L'uccello che girava le viti del mondo potresti anche provare le raccolte di racconti, tipo L'elefante scomparso e altri racconti o Uomini senza donne.
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