Nel fine settimana, tra un exit poll e una battaglia a palle di neve, mi sono dedicato per qualche ora a giocchicchiare a Ion Maiden, il “nuovo” titolo di 3D Realms di cui potrete leggere un’anteprima fresca fresca, cliccando qui. Una volta arrivato ai titoli di coda – o meglio, alla schermata promozionale della versione completa – della mini-campagna del gioco mosso dallo stesso engine grafico di Duke Nukem 3D e Blood, sono stato colto da una sorta di epifania. Un pensiero che mi ha quasi travolto, nella sua assoluta semplicità: non sarò mai un retrogamer vero.
Non sarò mai quello che passa il fine settimana a collegare il Commodore 64 al suo monitor originale e al mangiacassette per ri–giocare a The Last Ninja 2
La prima, forse scontata ma comunque importante, è che esce in continuazione tanta di quella roba nuova che non riesco a star dietro a quella, figuriamoci se mi metto a rigiocare a quella vecchia. Più passano gli anni e più il tempo si fa tiranno: onestamente, potendo dedicare qualche ora a un gioco di corse, tra Gravel e Screamer Rally non ho davvero dubbi su quale scegliere.
potendo dedicare qualche ora a un gioco di corse, tra Gravel e Screamer Rally non ho davvero dubbi su quale scegliere
Da ultimo, ed è sicuramente l’aspetto più importante, già affrontato dai miei amici e colleghi nei mesi scorsi, in qualche modo legato a tutto quanto detto poco sopra: più sono vecchi i giochi, migliore il ricordo che ne serbo, e maggiore la delusione a cui vado – puntualmente – incontro quando li riprendo in mano. Parlo per me, evidentemente, ma il distacco tra quel che il mio cervello ricorda di Kingpin: Life of Crime e ciò che mi ritrovo davanti quando decido improvvidamente di lanciarlo rasenta l’incredibile. E vale anche per Screamer, che pure ho adorato alla follia, o per [inserire videogioco a caso più vecchio di cinque anni].