Tanti i titoli passati sul grande schermo, pochi quelli meritevoli di lode, mentre tanti, molti di più sono stati i disastri
Ma il cinema non è rimasto certo a guardare: ancora si tenta la strada del videogioco su grande schermo, con il prossimo reboot del franchise di Mortal Kombat che dovrebbe vedere luce agli inizi del 2021. Warner Bros stessa ha promesso di riportare in sala il marchio con un appeal fresco e coerente con la natura del brand. Eppure il successo di Netflix, che oltre ad una seconda stagione di The Witcher ha in cantiere anche una serie TV su Resident Evil, sembra testimoniare una cosa: la forma seriale è un approdo molto più funzionale per spalmare adeguatamente storie di questo calibro e, cosa più importante, avere il minutaggio necessario per raccontare una storia a 360°, toccando vari argomenti, eventi e snocciolando al meglio background e personalità di ogni personaggio su schermo.
Proprio The Witcher ne è stato il primo esempio: delle grosse potenzialità che aveva le serie, molte sono state messe in campo sapientemente, mentre altre sono pronte per essere esplorate nella prossima stagione.
Le grosse potenzialità che aveva la serie sono state messe in campo sapientemente
Tutti elementi narrativi che in un lungometraggio potrebbero essere limitanti e limitati, mentre invece in un prodotto seriale hanno la piena possibilità di brillare. Tirare le somme ora è difficile: di concreto in mano non abbiamo ancora nulla, ma sembra evidente che dopo The Witcher, anche altre reti pubbliche, private e servizi di streaming si sono accorti che forse il format seriale potrebbe essere davvero la soluzione ideale per portare su piccolo e grande schermo le nostre amate avventure videoludiche. Magari finalmente con il criterio che meritano.
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