War Machine - Recensione

In sordina, Netflix sta cominciando a produrre diversi film. Se avete seguito, anche solo sommariamente, il recente Festival di Cannes, avrete sentito le polemiche riguardanti due prodotti di Netflix in concorso che non sono stati visti di buon occhio dalla giuria. Il motivo? Non si può premiare un film che non usufruirà di una distribuzione al cinema. Polemiche inutili, ma Netflix ha risposto di petto: War Machine, il più recente film uscito da pochi giorni sulla piattaforma, viene presentato come “il nuovo cinema mondiale in diretta streaming”. Il web è anche questo, ci si bacchetta con strizzatine d’occhio.

Il generale statunitense pluridecorato Glen McMahon (Brad Pitt) viene inviato da Barack Obama in Afghanistan per porre fine al conflitto bellico. Il problema è che i modi del militare sono decisamente sopra le righe, soprattutto per quanto concerne il modo di condurre le sue battaglie. McMahon vive per l’esercito e l’esercito è la sua casa (la moglie gli ricorderà che passa 11 mesi su 12 in servizio); inoltre, ha una strana ossessione che lo porta a ricercare la perfezione in ogni azione intrapresa. Soprattutto, quella che per lui rappresenta un’occupazione pacifica, appare come una forma estrema di dittatura militare agli occhi dei cittadini dell’Afghanistan. Tutte le sfumature negative di questa operazione inizieranno a emergere nel momento in cui un giornalista di The Rolling Stones deciderà di seguire il generale e i suoi fidati uomini in una serie di iniziative che esulano dal volere di Obama, evento che solleverà – inevitabilmente – un polverone mediatico contro una gestione assolutamente infantile e caotica della situazione.

War Machine immagine Serie TV 02David Michôd è un regista che ho avuto modo di apprezzare già in Animal Kingdom e in The Rover, dove ci aveva mostrato – con perizia – la brutalità e il cinismo degli uomini pronti a sbranarsi a vicenda senza alcun motivo. War Machine si discosta dal genere cui ci aveva abituati, imbastendo un racconto che alterna commedia e satira pura. Tutto quello che ci viene mostrato delle gerarchie militari è visto sotto una lente palesemente critica e riprende abilmente un tema già trattato da Scorsese in The Wolf of Wall Street, ovvero di come alcuni degli eventi più importanti nella storia degli Stati Uniti siano stati causati da persone “fuori di testa”, che hanno subito il fascino del denaro o della divisa saltando ogni ostacolo burocratico pur di soddisfare una personalissima e malsana idea di perfezione (gli eventi di questi film, peraltro, sono ispirati a storie realmente accadute).

Tutto quello che War Machine ci mostra delle gerarchie militari è visto sotto una lente palesemente critica

Nonostante le buone premesse, War Machine è un prodotto le cui intenzioni non riescono a rendere il racconto entusiasmante dal punto di vista narrativo. Si assiste spaesati allo scorrere del minutaggio senza capire bene in che direzione voglia puntare il film. Solo l’arrivo del giornalista, verso la fine della pellicola (e quindi troppo tardi), riesce a donare un baricentro a tutta l’opera, laddove viene smontata l’idea di un sistema militare statunitense perfetto perché, parafrasando una dichiarazione del braccio destro del generale, “gli americani hanno inventato la guerra, motivo per cui i militari sanno cosa fare ed è quindi giusto operare al di fuori degli ordini di Obama, che è solo un oratore mentre loro sono uomini d’azione”.

War Machine immagine Serie TV 03War Machine è una giostra che, probabilmente, vive tuttora nel sistema gerarchico militare statunitense: un generale a capo di un’operazione viene rimosso e sostituito con un altro, salvo ritrovarsi sempre nella medesima situazione, ignaro di come ogni operazione bellica – intrapresa in nome della sicurezza del proprio paese – non faccia altro che procurare costantemente nuovi nemici.

VOTO 6,5

War Machine immagine Serie TV locandinaGenere: drammatico, commedia
Publisher: Netflix
Regia: David Michôd
Colonna Sonora: Nick Cave, Warren Ellis
Intepreti: Brad Pitt, Ben Kingsley, Tilda Swinton, Topher Grace
Durata: 122 minuti

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