Cavie da click-baiting, ribellatevi!

Cavie da click-baiting, ribellatevi!

Dopo il fattore tempo e quello materiale, arrivo al terzo grande nodo gordiano della vita di un videogiocatore adulto, di media occupato tra famiglia e lavoro per il 90% del suo tempo, sonno compreso: la velocità. Ora, siamo sul sito di The Games Machine, quindi presumo di parlare ad appassionati che, in larga parte, sono cresciuti a pane e riviste di settore, quindi evito di dilungarmi troppo sul quanto fosse alta l’attesa per l’uscita in edicola del nuovo numero e di quanto fossero indispensabili (e uniche) le informazioni lì riportate. Certo, alcuni hanno goduto anche del plus del passaparola tra compagni di scuola (io no, purtroppo), ma in linea di massima ciò che riportavano le riviste era tutto ciò che si poteva sapere dell’industria, a patto di non lavorarci dentro. Bene, dopo più di 25 anni siamo ancora qui a leggere TGM, ma le cose cambiate sono tante, e difficilmente si attribuisce a quanto troviamo in edicola il carattere di “notizia”.

La carta stampata permette al lettore una relazione con l’informazione dannatamente concreta

Oggi c’è la rete (oddio, ormai saranno anche più di quindici anni che ci conviviamo), e la nostra conoscenza del settore passa da lì. Il fatto è che su internet, fatte salve sporadiche e (s)fortunate realtà, si vive di quantità. E la quantità impone, come dicevamo settimana scorsa (qui), una cannibalizzazione continua del contenuto. Ecco, quindi, che la tendenza generale (anche extra settore) è quella di dare sempre più spazio alle immagini, agli incisi e ai video, a discapito di approfondimenti troppo lunghi da leggere e che rubano spazio e click alle news successive.

Gli utenti, d’altro canto, sono bombardati da notizie, notifiche e avvisi, quindi il loro approccio alla rete è molto simile a quanto descritto dal sociologo Zygmunt Bauman, che a sua volta pesca dal lavoro di Erich Fromm (in La società dell’incertezza, 1999), per descrivere le modalità con cui l’uomo si relaziona col prossimo nei contesti urbani molto densi, ossia “scattando istantanee” mentali (“snapshot”, in inglese, funziona molto meglio) di quanto lo circonda, senza entrare veramente nel merito del rapporto, al fine di non perdere la libertà di guardare altrove (se vi va di approfondire, possiamo farlo nei commenti o sul forum). La velocità con cui i portali di news vengono aggiornati (e lottano per essere i primi a farlo), unita alla superficialità con cui i lettori fruiscono i contenti proposti (vai a capire, poi, se è nato prima l’uovo e la gallina), fa sì che la cultura del medium sia rimasta epidermica, per lo più legata a informazioni di poco conto che nulla (o quasi) lasciano in eredità a chi le assimila. Ed è così, allora, che riviste mensili come TGM trovano ancora la loro ragione d’essere, nonostante internet, YouTube e chi le vorrebbe morte perché non ci ha mai scritto (o ha smesso di farlo controvoglia).

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La carta stampata permette al lettore di instaurare una relazione con la notizia che non è più momentanea e impalpabile, ma si connota come dannatamente concreta (pensate anche solo all’atto di acquistarla in edicola). In secondo luogo, per sua natura una rivista deve proporre una selezione molto rigida di contenuti, e quando realizzata con cognizione di causa si concentra sull’essenziale di quanto emerso nel corso del mese, tralasciando lo scarto che, al contrario, impesta le nostre bacheche virtuali tutti i giorni. Infine libera l’utente dall’ansia di non rimanere aggiornato, sindrome che ormai coglie chiunque abbia uno smartphone connesso alla rete, visto che le cose davvero importanti vengono proposte il mese successivo, dopo un sufficiente periodo di decantazione e maturazione, senza il bisogno di fare refresh ogni 2 ore per sapere se Dead or Alive 19 propone un nuovo bikini o, perché no, li ha aboliti del tutto. Tornando alle premesse, oggi come oggi è difficile che qualcuno attribuisca a quanto troviamo in edicola il carattere di “notizia”, ma la domanda da farsi è un’altra: quelle che affollano la rete per essere lette distrattamente e dimenticate dopo 20 minuti, sono davvero notizie utili al nostro essere videogiocatori, oppure specchietti per bulimici speed reader e cavie da click-baiting? Pensateci.

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Parliamo di...
  1. 1.
    Beh, si tratta di un articolo scritto sul web che critica articoli scritti sul web... Seems legit... XD
    A parte gli scherzi, anche su internet c'è qualità, a cercarla, il sito di TGM ne è un esempio. Secondo me lascia un po' il tempo che trova paragonare la carta stampata alla rete... Come paragonare la bicicletta alla automobile... Svolgono ruoli simili, ma diversi, in ambiti diversi, con obiettivi e meriti diversi
    3.
    Sono nati assieme sia l'uovo che la gallina: i videogiocatori di "vecchia" data, essendo diventati adulti con altri impegni, hanno meno tempo da dedicare alla passione del videogaming e di conseguenza alcuni cercano di ritagliare pure il tempo che spetta alla lettura di articoli, per dedicarne di più al "videogiocare" vero e proprio. I giovani invece non essendo stati allevati a "pane e cartaceo" ormai sono abituati alla qualità molto spesso infima di certe recensioni online, che praticamente danno il contentino a chi ha già comprato il gioco "Si, hai speso bene i tuoi 50-70€!" piuttosto che analizzare più o meno profondamente il titolo in questione. Poi ci sono i recensori onesti che non pretendono di dare un giudizio critico ed obiettivo ma scrivono l'articolo in maniera molto più personale del solito, però appunto... almeno si sa e non ci si può lamentare nel caso che un Tomb Raider o Thief abbia preso un voto insolitamente alto, il lettore "furbo" leggendo la recensione capisce ugualmente quali sono i pregi e difetti del titolo, aldilà del numerino finale puramente accessorio, per me infatti una votazione da 1 a 5 è più che sufficente, soprattutto nei casi appena citati
    5.
    Articolo interessante, diciamo che viviamo in una società che dal punto di vista informativo è bulimica.
    7.
    con una cosi' sul divano, l'unico problema di velocità è un altro :smugranking:
    8.
    Personalmente ci pensavo proprio pochi giorni fa, per questo ho rinnovato un abbonamento cartaceo alla rivista. Mi capita di leggere mille micro news online (devo ammettere che la nuova veste online di TGM mi ha fatto eliminare tutte le altre mie fonti di approvvigionamento videoludico) delle quali almeno il 40% è aria fritta, del tipo x pensa che y sia un bel gioco, z pensa che le console moriranno e bla bla bla via con notizie che non sono notizie ma paragonabili alle chiacchiere che si potrebbero fare benissimo a scuola o al bar. La rivista cartacea ti permette uno storico, la possibilità di recuperare e rileggere all'infinito un articolo o un commento sotto le foto. E' nel contempo un apprezzamento del lavoro di un redattore ed una valorizzazione di te stesso come lettore. La carta può essere ingombrante, ma devo dire che vince sempre. Come il quotidiano al bar. Alla faccia dello zoom ,della luminosità, del display retina e di quella risoluzione di lettura che mannaggia a me non mi soddisfa mai.
    9.
    Che è poi anche il perchè la carta stampata sta morendo in Italia. Ha sbagliato il target. Internet non ha distrutto il cartaceo, internet è buono per il mordi e fuggi, la stampa deve proporre l'approfondimento, ma lo deve fare con qualità, altrimenti il sistema non funziona. Ma a pagare i giornalisti 3 euro al pezzo che qualità vuoi trovare.
    Ben venga un editore che riesca a creare un sistema integrato tra Rivista, Sito e Forum, a patto che però chi scriva abbia le competenze per farlo.
    :-)

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