Uno studio condotto in Europa dall’agenzia di reclutamento Values Value e dalla piattaforma InGame Job ha svelato che poco più del 21% dei dipendenti del settore dei videogiochi è stato colpito dai licenziamenti avvenuti lo scorso anno. Ciò significa che una persona su cinque ha perso il suo posto di lavoro.
Agli intervistati è stato chiesto se hanno cambiato lavoro lo scorso anno: di questi, il 15% è stato licenziato ma ha poi trovato un nuovo lavoro, mentre il 6,2% è stato licenziato ma è ancora in cerca di nuova occupazione. Il 55,6% degli intervistati ha dichiarato di aver mantenuto l’impiego, mentre il 23,2% ha dato dimissioni volontarie. Tra chi ha lasciato il suo posto di lavoro, il 10% ha cambiato del tutto settore lasciando quello dei videogiochi.
Tra le posizioni lavorative più colpite dai licenziamenti troviamo quelle impiegate nelle risorse umane (32%) e nella cosiddetta quality assurance (28%). Inoltre, gli intervistati hanno dichiarato che le posizioni più a rischio di licenziamenti sono quelle nella localizzazione, nel sonoro e in comparti artistici, mentre quelle da essi ritenute più sicure sono legate alle pubbliche relazioni, al community management e quelle al vertice, come fondatore e co-fondatore.
Lo studio ha poi posto domande agli intervistati circa le discriminazioni sul posto di lavoro, segnalando che quelle più diffuse riguardano le discriminazioni di genere (32%), seguite da quelle che riguardano l’età (26%) e quelle legate alla nazionalità o alla lingua dei dipendentti (17%).
Per finire, per quanto riguarda il capitolo legato alle intelligenze artificiali, il 54% degli intervistati ha risposto di usarle e di trovarle utili, in crescita rispetto alla percentuale registrata lo scorso anno (il 37%).
Lo studio è stato svolto tra marzo e giugno del 2024 su 1.832 persone impiegate in Europa. Per il 54% si è trattato di uomini, mentre il 24% ha dichiarato di essere donna e il rimanente 19% non ha specificato il genere.