Obduction – Recensione

PC

Chi non ha mai sentito parlare di Myst? E di Riven? Anche se si tratta di giochi usciti più di vent’anni fa, sfido chiunque a dimostrarmi di non aver mai visto nemmeno uno screenshot dei lavori dei fratelli Miller, fondatori di Cyan, Inc., software house passata alla storia proprio grazie ai titoli suddetti.

Obduction immagine PC 07Myst, difatti, è entrato nel pantheon dei videogiochi più importanti non solo grazie alle sue indiscusse qualità, ma anche in quanto killer application per eccellenza che spinse gli utenti a dotare il proprio PC di un lettore CD, tecnologia decisamente poco diffusa all’inizio degli anni ’90. Inoltre, guadagnò il record di gioco per computer più venduto al mondo, con più di dieci milioni di copie gelosamente poggiate sulle mensole di casa di avventurieri in erba, primato usurpato nel 2002 da The Sims.

Quando Cyan decide di calare il giocatore in un mondo misterioso non c’è nessun’altra software house che possa reggere il confronto

Purtroppo, da troppo tempo, Cyan era impegnata a produrre semplici conversioni per dispositivi mobili dei propri capolavori del passato, lasciando noi vecchi brontoloni in balia della nostalgia, almeno fino a quando, come un fulmine a ciel sereno, spuntò una campagna su Kickstarter per finanziare Obduction. Se siamo qui a parlarne, direi che il popolo ha ben accolto il progetto dei fratelli Miller.

ISOLE NEBBIOSE

Quando Cyan decide di prendere il giocatore e calarlo in un mondo misterioso e inesplorato non c’è nessun’altra software house che possa reggere il confronto: i primi passi in Obduction, oltre a consentirci di prendere dimestichezza con un sistema elementare ma funzionale, sono un concentrato di stupore, meraviglia e incredulità. Obduction immagine PC 08

l’esplorazione è slegata dalle classiche “sfere cave”

A ogni angolo svoltato siamo pronti a consumare il tasto per gli screenshot, e la curiosità non fa altro che aumentare minuto dopo minuto: ci ritroviamo, difatti, teletrasportati da una specie di luce aliena in quella che sembra essere a tutti gli effetti una piccola cittadina americana strappata dalla Terra e poggiata su un bizzarro pianeta alieno, protetta da una specie di enorme cupola invisibile.

Ovviamente, una minuziosa esplorazione e la raccolta di documenti, lettere e indizi sono fondamentali per fare luce sulla vicenda e, almeno in teoria, riuscire a tornare a casa. Rispetto al passato, questa volta godiamo di un’assoluta libertà d’esplorazione, slegata da binari e dalle classiche “sfere cave” in cui il giocatore veniva piazzato a ogni passo (in caso di profonda nostalgia, è possibile attivare questo sistema di movimento tramite le opzioni, ma risulta decisamente poco comodo), e grazie alla possibilità di correre – cosa non scontata in titoli come questo – i vari spostamenti non risultano eccessivamente soporiferi.

La mancanza di un inventario può lasciare di stucco chi è abituato ad altri tipi di avventura grafica, ma in pochissimo tempo ci si immerge in quanto offerto da Obduction: macchinari alieni con cui interagire, enigmi di logica, dati da elaborare e tanta, tantissima esplorazione che, a conti fatti, rappresenta l’anima pulsante di tutto il gioco. La mia esperienza non ha subìto particolari rallentamenti, e quando ciò accadeva era principalmente a causa di qualche vicolo o porta che mi erano sfuggiti. Devo però ammettere che un paio di enigmi mi hanno messo particolarmente in crisi: il primo per via di un’eccessiva cripticità, il secondo a causa della mia mancata voglia di imparare un nuovo sistema matematico. Eh, sì, avete capito bene.

SOLI NEL NULLA

Obduction è uno splendido tributo alle opere prodotte dalla stessa Cyan nel secolo scorso, e riesce a far provare al giocatore le stesse emozioni, sfruttando una trama semplice ma accattivante che strizza l’occhio ai classici della fantascienza, con tanto di personaggi in Full Motion Video incollati brutalmente su uno schermo o una vetrata.

Obduction immagine PC 03

l’esplorazione rappresenta l’anima pulsante di tutto il gioco

Purtroppo, però, per quanto la prima parte del gioco sia semplicemente perfetta, lo stesso non vale per la seconda metà: la raccolta di informazioni, la lettura di diari e l’elaborazione di dati lascia il posto a enigmi logistici, in cui dobbiamo stringere il denti per capire come interagire al meglio con l’ambiente. Ciò non è necessariamente un male, ma lo vedo come un leggero passo indietro rispetto al resto dell’opera. Teoricamente dobbiamo esplorare quattro diversi mondi per riuscire a portare a casa la pellaccia, ma a conti fatti siamo liberi di girovagare solo in tre di essi: non avendo raccolto abbastanza soldi durante la campagna crowdfunding, ci ritroviamo con un quarto “pianeta” solo accennato e visitabile quel tanto che basta per completare la missione principale. Per carità, il tutto viene motivato (in modo poco chiaro, a mio parere) dalla trama, ma che ci sia qualcosa di “strano” risulta fin troppo palese.

Le ultime scene, nello stesso modo, mi hanno fatto storcere un poco il naso: è possibile difatti godersi due finali diversi (tre se contiamo anche un’eventuale morte prematura), ma per sbloccare il secondo sono stato costretto a compiere azioni non proprio chiarissime. Devo certamente ringraziare il forum di Steam per avermi permesso di capire come muovermi, ma devo anche togliermi il cappello dinnanzi a Cyan che, almeno per un paio di enigmi numerici, ha fatto in modo che il risultato variasse da partita a partita, costringendo così chi guarda troppo spesso le guide (ricordiamo che esiste un “girone dell’inferno” dedicato) a comprendere i meccanismi che portano alla soluzione.

ESPLORAZIONI RISCHIOSE

L’Unreal Engine 4 fa un’immensa figura, soprattutto per quanto riguarda gli incredibili spazi aperti che, senza esagerare, “rischiano” di finire come sfondo del desktop ma, ahimè, sono spesso incappato in qualche immotivato calo drastico di frame rate indipendente dalle impostazioni video e che, almeno nelle fasi iniziali, ha seriamente rischiato di farmi lanciare il monitor dalla finestra.

Obduction immagine PC 11

la trama, semplice ma accattivante, strizza l’occhio ai classici della fantascienza

Non sono inoltre mancati un paio di bug che, uniti ad un unico slot di salvataggio automatico, hanno rischiato di farmi ricominciare l’avventura dall’inizio. Infine, i caricamenti sono decisamente troppo, troppo lunghi, e per paura di dover aspettare troppo tempo tra una zona e l’altra ho spesso soffocato la mia anima da esploratore.

Impossibile non consigliare Obduction a tutti, estimatori delle vecchie opere Cyan o “nuovi” videogiocatori desiderosi di scoprire un genere decisamente poco diffuso al giorno d’oggi. Calcolando gli “intoppi” e qualche giretto esplorativo è possibile raggiungere i titoli di coda in una quindicina d’ore. Se poi avete tra le mani un dispositivo VR tanto meglio, visto che il gioco è ottimizzato per tali diavolerie.

Obduction è un tributo ai vecchi titoli Cyan, e riesce a immergerci in mondi lontani e misteriosi proprio come accade con Myst e Riven. Gli enigmi sono decisamente più semplici rispetto al passato, e gran parte dell’esperienza consiste in una semplice, ma accattivante esplorazione. Gettatevi senza indugio in questa splendida avventura, soprattutto se amate la fantascienza! Bravi Cyan, attendevo con ansia il vostro ritorno, e le mie aspettative non sono state deluse!

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Pro

  • Paesaggi mozzafiato.
  • Ottima colonna sonora.
  • Esplorare i mondi alieni di Cyan è meraviglioso.

Contro

  • La parte finale cala in qualità.
  • Qualche bug di troppo.
  • Cali di frame rate immotivati.
8

Più che buono

Si ostina pervicacemente a usare un portatile che non vorrebbero più nemmeno al Museo della Scienza e della Tecnica, oltre a vestirsi come Padre Maronno. Abita con un pappagallo che ha chiamato Chocobo, ma non crediamo abbia mai provato a cavalcarlo per davvero (o almeno c’è da sperarlo).

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