In questa frase, di latinissima lingua et origine, si possono concentrare questi ultimi mesi che ci vedono impegnati assieme ai nostri alleati di un'europa sempre più unita contro le potenze che l'avevano assediata fin dalla fine della prima guerra mondiale. Vanno infatti ai nostri genitori questo momento di giubilo e gloria per il sangue versato sulle alpi e mai ripagato da un avido alleato d'ultima ora venuto da oltre oceano.
Ma andiamo per ordine.
Eravamo rimasi ad inizio di Luglio 41, la diplomazia stava fermando un lago di sangue ad est e le ambasciate di tokio e roma erano frementi per una soluzione di concordato per cessare una guerra che si era spinta troppo esternamente alle competenze dell'italiano suolo. Ad est già veniva apprezzato il nuovo Zar a noi fedele e si erano già concordati i prossimi confini con le potenze polacche, svea e francesi.
Il fronte in terra di Russia si rivela molto molto difficile per quanto riguarda la logistica per un esercito così moderno ed efficiente come quello romanissimo, con macchine eccezzionalmente avanzate che devono cedere il passo ai cari e inesauribili alpini che si arrampicano sugli urali in cerca delle nuove città staliniste dove si era spostata la produzione. Ma ecco che le ultime divisioni russe riescono ad invadere un indecifrabile stato orientale per allungare ancora una volta una guerra che ci fa macinare kilometri nella steppa e ci fa scoprire gli orribili e disumani Gulag, pieni di dissidenti politici, Trozkisti, ex ufficiali della prima guerra mondiale, zaristi e intellettuali fascisti del colpo di stato del 37. Questo non può che riempirci d'odio ma non per la popolazione russa stremata dal giogo sovieta ma per quei criminali che sono ancora in fuga e si staranno ubriacando con le loro ultime vodke nei docks di Vadivostock come un'orchestra che intona l'ultima crudele canzone prima di affondare con la nave.
Ecco un campo che potremmo definire Gulag :
Il Giappone rispetta i patti, dopo un iniziale sconcerto per le truppe ancora disposte a difendere le lande desolate comuniste invece che inspiegabilmente le coste della cina deturpate dagli sbarchi yankee, e si ritira verso india e nella pianura cinese a parte qualche presidio isolato che infastidisce le nostre truppe che si stanno rischierando lungo un fiume nel confine indiano.
La Polonia con una nuovo plebiscito cambia governo e abbraccia la causa nazionalista diventando la meravigliosa Polonia Falangista ricreando anche una fascistissima bandiera bianca e rossa con al centro l'aquila per un impero dove veramente non cala mai il sole. Il grande leader Boleslav Piasecki già stinge le mani al nostro duce Mussolini e a re Vittorio Emanuele
Ma per il cieco inglese supportato dall'oppulento mostro americano e dal suo servo metrosessuale di Rio non riesce a cogliere la sottile politica di convincimento e propagandistica verso il maledetto Churcill e la sua schiera di obesi bevi the. Il segnale è più che chiaro ma forse la loro supponenza e convinzione di dominio dei mari li fa sentire al sicuro anche nella loro smoderata produzione di caccia intercettori anche se obsoleti ma pur sempre numerosissimi.
Si attende che varie divisioni tornino dalla russia e che il nostro grande alleato polacco si schieri in norvegia e spagna, si fa sbarcare la celere in terra d'africa per una corsa contro il tempo per il Cairo, si assegnano missioni di pattugliamento riconoscimento ai siluranti e ai caccia quelle di scorta. Si scheira supermarina al largo delle coste di Dover. Solo un cieco o chi peggio non vuol vedere una magnifica macchina bellica non può rendersi conto di quello che sta accadendo. La romanità stà bussando alle porte, e non chiederà permesso per entrare. Il vallo di adriano sarà varcato dalle divisioni corazzate italiche si è deciso.
Ecco che il 26 ottobre si da ordine di chiudere le ambasciate nella maledetta isola britannica, si danno fuoco ai documenti segreti e si distruggono i codificatori: il giorno seguente si procede alla guerra.
Ma come invadere e sbarcare in un suolo occupato da truppe inglesi con solo 10 intrepide divisioni e una flotta esigua se pur supermarina senza copertura dall'aere?
Il piano è geniale e concepito di bozza dal nostro maestro Duce B. M. : si ingaggerà una grande maestosa battaglia di flotte sulla manica, supportata da caccia che ingaggeranno i velivoli delle portaerei e dai siluranti partiti dalla Danimarca mentre le truppe sbarcheranno più a nord, vicino alla capitale e vicino ai porti principali e agli aeroporti che sono di vitale importanza.
Poche ore dopo aver consegnato agli ambasciatori la dichiarazione di guerra dalle bocche di fuoco da 305mm delle italianissime corazzate Littorio, Cavour,Andrea Doria, Caio Dullio e Giulio Cesare ingaggiano un'imponente battaglia che farà impallidire quella di trafalgar: più di 150 navi inglesi supportate da due portaerei ingaggiano i tre gruppi navali italici in schiacciante minoranza numerica ma carichi di ardore fascista e convinzione nella vittoria finale: la battaglia se pur con andamento già scritto sarà decisiva per poter sbarcare sulla costa. L'onore va a supermarina che con la perdita di circa venti navi leggere e lo sfortunato affondamento della Caio Dullio ha permesso all'imponente flotta della regina di distrarsi e lasciare i bastimenti italiani attraccare a nord di Dover.
Lì subito si punta agli aeroporti e ai porti, le imbattute truppe veterane del generale Messe già accerchiano Londra, già salpa il resto dell'armata e un'armata veloce del Gen. Pecori-Giraldi di nuova costituzione ma di indomito ottimismo fascista e imprescrutabile veemenza littoria. I fedeli Polacchi pattugliano con un'immensa flotta di cacciatorpedinere le vie di approvigionamento nel mare del nord affondando decine di sottomarini inglesi e supportano le nostre truppe nel sud dell'inghilterra. A loro il compito di prendere la spagna e presidiare gibilterra che cade in pochi giorni con l'appoggio di qualche divisione norvegese.
L'avanzata è inarrestabile e l'inghilterra anche se presidiata da una ventina di divisioni capitola in meno di un mese. Gli stormi dell'aria in un primo momento lasciati riposare nelle loro basi dopo la guerra russa vengono impiegati per gli ultimi attacchi in terra inglese e Irlandese per preservarne il morale e il logoramento delle macchine. Lo sconcerto negli alleati è assoluto, Curchill si arrende ai nostri bersaglieri che lo rinchiudono le torre di londra dove troveranno il monolitico corpo suicida il giorno dopo. La regina è costretta a giurare fedeltà al drappo italico e le popolazioni gioiscono per questa ondata di fascismo che pervade l'isola. Anche la vicina isola d'irlanda chiede e già le divisioni si schierano per liberarla.
Roosvelt che si crede in un angosciante incubo aveva già ammassato divisioni nella francese corsica ma non ha il permesso dai fedeli francesi di usare i loro porti per salpare, ne si rende conto che uno sbarco è come minimo avventato senza un buon pattugliamento delle coste.
Avanzano anche i nostri carri nel deserto africano e già si intravedono le piramidi del cairo e nella giungla indiana si tenta di aggirare una 30ina di divisioni dei popoli britannici.
Si sta sviluppando la terza generazione di armi leggere, si prosegue nello studio della tecnica Blitzkrieg, gli stabilimenti industriali superano le 400 unità. Già è in produzione l'ultimo aggiornamento del carro leggero L9 come riporta questa immagine dello stabilimento Ansaldo: