Italiani eccoci al consueto editoriale redatto dal vostro Duce, Benito Mussolini, che in questa settimana tratterà della questione orientale.
La domanda che ci si pone è: quanto tempo dura un ricordo di un popolo?
Ci sono popoli che basano le loro fondamenta su un passato di glorie come il Romanissimo Impero Italico che supera i fasti dell'antica Roma. Ci sono poi popoli che hanno dimenticato e così infangato i loro grandiosi antenati.
Sto parlando dei Samurai, Signori guerrieri il cui onore era secondo solo alle Legioni, individui elevatissimi che hanno colorato col sangue la bandiera del sol levante.
E sto parlando dei fasti degli Zar, Sublime famiglia che importò la romanità in quel di Sanpietroburgo (odierna macchiata di viltà Leningrado) perla di saggezza e bellezza, esempio opposto della grigia e fatiscente Stalingrado, immondezzaio nato dagli scarichi della fabbrica dei trattori.
Bene rispondendo alla domanda di questa settimana posso certamente rispondere 32 anni. Questo è la memoria che due popoli hanno. Era infatti il il 1905 l'anno in cui la flotta zarista venne umiliata da quella giapponese e l'anno in cui i campi di battaglia coreani zuppi del sangue di 500mila uomini, l'anno in cui si firmò la pace Russo - Giapponese.
Ecco da questa settimana Potremo chiamare l'imperatore Hirohito compagno, declassandolo da divinità a plebaglia, chissà se troverà lavoro in qualche risaia cinese, in qualche cava di carbone coreana o in qualche bacino di carenaggio vicino a Hiroshima. E potremo chiamare il comunista Stalin Divinità come se nel suo palazzo d'oro sulla piazza rossa non ci fosse già un tiranno che decide delle vite delle sue compagne formichine come nella carestia ucraina che sta affamando il granaio d'Europa.
Oggi prima decade di agosto 1937 il Giappone che aveva dimenticato i valorosi cavalieri d'acciaio italici morti nel suolo cinese e l'Unione Sovietica che vilmente aveva rifornito le truppe naziste con Mosin-Nagat di dubbia qualità si fondono nell'impero comunista, l'impero dei compromessi e dei disillusi, un'impero che è collegato solo da una fatiscente ferrovia in mezzo ai ghiacci e non da un comune ideale.
Ora avete le vostre risposte Popolo d'Italia. Onore ai nostri martiri della libertà, della bellezza e della romanità