L’ESPANSIONE DEL NOSTRO VILLAGGIO DI PARTENZA CI PERMETTERÀ DI ESSERE MEGLIO PREPARATI ALLE MINACCE DEL MONDO ESTERNO
A LINK TO THE PAST, PER DAVVERO!
Le similitudini con le avventure di Link sono moltissime, a cominciare dal risveglio dal letto all’inizio di ogni run, per proseguire con il comparto estetico. Tuttavia Rogue Heroes ha una propria personalità e non corre il rischio di venir catalogato come un semplice clone: c’è veramente molto da scoprire se non ci si limita a correre lungo la main quest per dedicarsi alle missioni secondarie, alla costruzione del villaggio e alla scoperta di tutti i segreti di Tasos.
L’ISPIRAZIONE AI TITOLI CLASSICI DELLA SERIE ZELDA È EVIDENTE: FRA LE ARMI POSSIAMO ADDIRITTURA TROVARE BOMBE E BOOMERANG
DA ZELDA A SOKOBAN IN UN ATTIMO
Rogue Heroes non è comunque esente da difetti. La grafica è realizzata in una pixel art molto dettagliata ma a volte la profondità non è chiara e può capitare di cadere dalle mura di una stanza perché non ci siamo accorti che il corridoio che cercavamo di raggiungere era a un piano inferiore.
Un altro problema riguarda la generazione dei dungeon: avviene sì proceduralmente come è tradizione dei roguelike, ma a partire da un pugno di macro blocchi con degli enigmi davvero banali: bisogna solo spingere alcune casse sulle apposite pedane, tirare un paio di leve e accendere qualche braciere. Queste sezioni simil Sokoban costituiscono la maggior parte dei sotterranei e spezzano l’azione di combattimento che sarebbe ben più divertente. Sono imperfezioni che seppur allontanando Rogue Heroes dall’eccellenza non minano l’esperienza globale del gioco, che rimane piacevole. Completa l’offerta la possibilità di affrontare l’avventura in multiplayer sia locale che online, anche se il bello di questi titoli consiste nello sviscerare ogni segreto da soli, con calma.
In Breve: Esiste il genere “Zeldalike”? Rogue Heroes ne sarebbe il perfetto esempio, tanto immediato nei primi minuti quanto complesso e profondo se si decide di tentare di completarlo al 100%, con una visuale in prospettiva top-down realizzata in pixel art e una storia che ci porta a viaggiare in un mondo tanto vario quanto ostile. Anche se non raggiunge l’eccellenza del suo mentore, si distingue per interessanti scelte di gameplay come la gestione del villaggio e un approccio orientato all’esperienza open world. Da giocare segreto dopo segreto da soli, o in sgangherate run con gli amici nonostante la ripetitività di alcune sezioni e qualche incertezza grafica.
Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Fluidissimo e reattivo, nessuna pausa nemmeno passando tra il mondo esterno e i dungeon.
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