Say No! More – Recensione

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LE DOTI RICHIESTE PER QUESTO TIPO DI LAVORO, VA DETTO, SONO ABBASTANZA ALLA PORTATA DI TUTTI. TUTTO QUELLO CHE È NECESSARIO FARE È PREMERE LA BARRA SPAZIATRICE PER PRONUNCIARE UN “NO!”

Quando l’umiliazione suprema sembra essersi concretizzata nella scrivania assegnata all’interno dello sgabuzzino dietro la macchinetta del caffè, ecco spuntare un’audiocassetta di auto-miglioramento in cui un baffuto emulo di Hulk Hogan (ma meno razzista) insegna al nostro medioman (o mediowoman) il segreto del no: basta pronunciarne uno per mandare in crisi la cultura aziendale dell’asservimento carrieristico. Da quel momento, la nostra vita (su binari) all’intero dell’azienda è una pioggia di no, verso colleghi impiccioni, superiori arrivisti e boss (aziendali, ma anche di fine livello) assortiti.

IL CURRICULUM PERFETTO

Le doti richieste per questo tipo di lavoro, va detto, sono abbastanza alla portata di tutti. Tutto quello che è necessario fare è premere la barra spaziatrice per pronunciare un “NO!” secondo una delle varie modalità (assertivo, sarcastico, etc.) impostabili attraverso i tasti da 1 a 4. In aggiunta, le quattro frecce direzionali consentono di deridere o far innervosire in vari modi l’interlocutore del caso.

say no more recensione

Hai ragione, tizio strano sosia di Hulk Hogan.

NON RESTA CHE METTERSI COMODI, DUNQUE, E GUSTARSI L’IRONIA CON CUI SAY NO! MORE DEMOLISCE LA CULTURA LAVORATIVA TOSSICA

Stop, tutto qui: nemmeno spostarsi è un problema, visto che il nostro impiegato modello avanza in automatico su binari prestabiliti. Non resta che mettersi comodi, dunque, e gustarsi l’ironia con cui Say No! More demolisce con un colpo dietro l’altro quella cultura lavorativa tossica che è parte della vita quotidiana di molti. A partire dal concetto, sacrosanto, che dire sempre sì è controproducente per tutti, anche quando in fondo lo si fa per aiutare un collega in difficoltà pur senza averne realmente il tempo, perché si rischia solamente di finire vittima di uno scarica barile, per arrivare al mito del ricco che si è fatto da solo (spoiler: significa sempre che aveva genitori ricchi che l’hanno finanziato). Di fondo, chi ci offre un lavoro non ci sta facendo un favore, ma richiede una nostra prestazione dietro compenso: è una bella differenza, ed è responsabilità di chi ha il potere nel contesto aziendale assicurarsi che questo scambio avvenga in un clima adatto a garantire il benessere di tutti.

say no more recensione

Se si riferisce al blu SEGA, come darle torto.

La cosa che stupisce non è tanto che sia un videogioco a farsi carico di un discorso simile (chissene, è un medium come un altro, no?), ma che Say No! More lo faccia tra scontri alla Dragon Ball e ironia nonsense, risultando comunque credibile. Almeno fino a all’improbabile happy ending in cui tutti hanno capito la lezione e cambiano il loro atteggiamento collaborando alla creazione di un clima aziendale basato sulla collaborazione e il rispetto reciproco: questo, senza dubbio, è l’elemento più fantasioso dell’intero gioco, molto più irrealistico di un “NO!” super caricato capace di scagliare la gente oltre le porte.

In Breve: Say No! More è così anomalo che è proprio al confine di ciò che si può considerare gioco, al punto che l’interazione richiesta si limita ad un tasto (e il momento in cui mi ha messo più in difficoltà è quando non ho capito che non andava premuto!). Però è stra-divertente, per buona parte del tempo piazza il giocatore sotto un cielo blu-SEGA che riporta a ricordi felici e soprattutto demolisce un bel po’ di miti della cultura aziendale a colpi di “NO!” ben assestati in faccia a supervisori e amministratori delegati assortiti. Il gioco da giocare di ritorno da un 9-18 in ufficio.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i5 7200U @2.50, 8 GB, Intel HD 620, SSD
Com’è, Come Gira: L’ho giocato e finito sul mitologico “tostapane”, a 1920*1080 senza una singola esitazione dall’inizio alla fine. La grafica piuttosto semplice di sicuro aiuta, ma serve anche a richiamare uno stile da film d’animazione (a me ha ricordato LEGO Movie), perciò va bene così.

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Pro

  • Fa ridere davvero / Demolisce la cultura aziendale tossica / Perfetta valvola di sfogo post-ufficio.

Contro

  • Si finisce in una sessione / Lieto fine poco credibile.
8

Più che buono

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