La ragazza del treno – Recensione

Prima di parlare del film, desidero spendere due righe in merito alla fonte cartacea omonima: La ragazza del treno, best seller editoriale del 2015 di Paula Hawkins, è un buon libro, ma il classico caso dove, arrivato all’ultima pagina, ho capito il motivo di tanto clamore, pur non condividendolo in toto. La domanda seguente è: la versione cinematografica riesce a rendere giustizia all’opera? Spoiler: No.

Rachel (Emily Blunt) ha una vita devastata: divorziata, alcolizzata e senza lavoro, si aggrappa ai viaggi quotidiani in treno e a quel posto accanto al finestrino, fantasticando sulle persone che vede attraverso il vetro. Tutto scorre “normale”, tra perdite costanti di memoria e una sbronza e l’altra, finché una donna che Rachel spia morbosamente durante i suoi viaggi scompare misteriosamente. Alcuni indizi sembrano puntare al coinvolgimento della protagonista nella sparizione, anche se lei non ricorda oppure ha voluto dimenticare.

La ragazza del treno immagine Cinema 02

La ragazza del Treno non sa cosa dire, e quel poco che narra lo fa in preda alla confusione

La ragazza del treno è quanto di più semplice si possa costruire in termini narrativi: se avete visto Memento o il recente Inferno, la perdita di memoria ci porta in piena sintonia con il protagonista e il suo costante tentativo di ricomporre il puzzle; questo prevede colpi di scena continui, capovolgimenti di realtà e la persistente sensazione di vivere dei ricordi sbiaditi, collocati male temporalmente. Il problema è che anche lo spettatore viene colto da questa confusione a cui alterna, a tratti, momenti in cui è in grado di pronosticare gli eventi che verranno.

Il film sembra quasi fare il verso al clamoroso L’amore BugiardoGone Girl di David Fincher – cercando di costruire la classica ascesa della figura femminile con l’intento di demolire quella maschile. Concetto forse troppo semplice e anche fastidioso, in alcuni momenti, quasi a dipingere una società controllata da uomini violenti e fedifraghi dove le donne devono aiutarsi a vicenda per non soccombere davanti alla loro cattiveria. Ma se un uomo è un cattivo marito e padre, questo non fa di tutta l’erba un fascio.

Si parla sovente del cinema al femminile che, sempre più negli ultimi anni, si propone nelle sale narrando storie di rinascita e di identità, senza cadere mai nel becero contesto dell’uomo violento. Studios come Disney, ad esempio, propongono sempre più figure femminili, quasi asessuate, che non hanno bisogno dell’aiuto maschile. Con la scusa del thriller, invece, La ragazza del treno narra di donne intrappolate in un vero e proprio inferno testosteronico dove devono prendersi per mano, aiutarsi come Thelma & Louise e “andare avanti”: cliché paragonabile a quando si finisce una frase con i puntini di sospensione, che equivale a non sapere cosa dire. Ecco, La ragazza del Treno non sa cosa dire, e quel poco che narra lo fa in preda alla confusione.

VOTO 5.5

La ragazza del treno immagine Cinema locandinaGenere: thriller
Publisher: 01 Distribution
Regia: Tate Taylor
Colonna Sonora: Danny Elfman
Intepreti: Emily Blunt, Luke Evans, Justin Theroux, Haley Bennett
Durata: 112 minuti

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