DEFINIRE EVERHOOD NON È SEMPLICE: È UN RPG DOVE NON SALIAMO DI LIVELLO, È UN RHYTHM GAME DOVE NON DOBBIAMO SUONARE LE NOTE, È UN’AVVENTURA CHE PERÒ CI PORTA DOVE VUOLE LEI, IN UN VIAGGIO MAGNIFICAMENTE ASSURDO

Questa è la psichedelia che intendo. Ora immaginatevi sottosopra, glitchati, rimpiccioliti, al buio…
EVERHOOD PRESENTA UNA DELLE COLONNE SONORE PIÙ STRAORDINARIE DEGLI ULTIMI ANNI, CHE SALTA SENZA REMORE FRA TECHNO, RAVE, HARD ROCK, CHITARRE ACUSTICHE E CHIPTUNE

Everhood sorprende letteralmente ogni 5 minuti, questo è solo un piccolo esempio, un cadeau degli sviluppatori.
La narrazione ovunque, nei suoi cambi estetici, prospettici, nei colori e tra i glitch a detonazione controllata, pensando di assistere a una vicenda esterna per poi essere chiamati in causa utilizzando tutti i mezzi di cui il videogioco dispone per annullare la distanza tra opera e giocatore, generando momenti altissimi dominati da ansia, euforia, sconforto e speranza. L’impatto emotivo proporzionale alla libertà creativa dei suoi due autori, la meta-narrazione usata con sapienza, nascosta in piena luce da un racconto che sarebbe assolutamente solido anche senza scendere in profondità. Everhood diventa così esperienza chimica capace di sciogliersi nell’organismo, in circolo per raggiungere il cervello e diventare chiodo fisso, aneddoto, metro di paragone per chi dal videogioco vuole tirar fuori tutto. Splendente.
In Breve: Un’opera d’autori, Chris Nordgren e Jordi Roca, che va vissuta come tale, aprendosi al suo messaggio e godendo del suo gameplay. La maschera da RPG vecchia scuola cade subito per mostrare un animo punk, sconvolto e sconvolgente, brutale ma delicatissimo, i cui due pilastri di gameplay, esplorazione e boss fight ritmiche, riescono a sostenere egregiamente la narrazione evolvendosi durante l’arco di 10 ore, spingendo sempre più a fondo l’acceleratore fino a un finale da brividi. Gli occhi fissi sullo schermo, il fiato corto, le mani sudate e la voglia di parlarne a quante più persone possibili.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i5, 8 GB RAM, Nvidia GeForce GTX 970
Com’è, Come Gira: Un’estetica clamorosa e particolarissima, eccessiva, che potrebbe non piacere a tutti ma che diventa parte integrante della narrazione.
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