Everhood – Recensione

PC Switch

DEFINIRE EVERHOOD NON È SEMPLICE: È UN RPG DOVE NON SALIAMO DI LIVELLO, È UN RHYTHM GAME DOVE NON DOBBIAMO SUONARE LE NOTE, È UN’AVVENTURA CHE PERÒ CI PORTA DOVE VUOLE LEI, IN UN VIAGGIO MAGNIFICAMENTE ASSURDO

Le parole si trasformano in onde e muri di luce che seguono il ritmo con cieca obbedienza, noi controcorrente, controtempo, un Guitar Hero dove lo scopo è schivare le note invece di suonarle. È tutto al contrario ed è una sensazione straordinaria, per un gameplay pazzesco. Il suono diventa colore, il colore diventa movimento, la reazione diventa adrenalina, l’adrenalina defibrilla la coscienza. Niente contrattacchi, nuove abilità (fino a un certo punto almeno), niente punti esperienza, niente soldi, concetti totalmente avulsi da questa terra disgraziata, un RPG rotto.

everhood recensione

Questa è la psichedelia che intendo. Ora immaginatevi sottosopra, glitchati, rimpiccioliti, al buio…

EVERHOOD PRESENTA UNA DELLE COLONNE SONORE PIÙ STRAORDINARIE DEGLI ULTIMI ANNI, CHE SALTA SENZA REMORE FRA TECHNO, RAVE, HARD ROCK, CHITARRE ACUSTICHE E CHIPTUNE

È Everhood che cambia sotto i nostri piedi e decide come giocare coi suoi pupazzi, concedendoci ora un giro di baratti da avventura grafica, qua una partita a nascondino con dei funghi (allucinogeni), là una corsa di kart alla moda dei 16-bit. Qui si paga e si viene pagati in sensazioni, cash, in nero, senza scontrino. Una mitragliata di luci intermittenti ad altezza d’uomo senza neanche intimare di gettare l’arma a terra e arrendersi, i timpani sovrastati dalle tracce di una delle colonne sonore più straordinarie ed esaltanti degli ultimi anni (acquistabile separatamente, viva dio!) che dichiara amore all’elettronica spinta (in tutte le sfumature di un arcobaleno sintetico che va dalla techno da rave alla dance anni ’90) ma poi fa l’occhiolino da sopra la spalla anche all’hard rock, alle chitarre acustiche, alla chiptune, come immersi ad occhi chiusi e naso tappato in una vasca piena di soda caustica, le note al posto delle molecole di NaOH, consumati fino all’osso dal ritmo e da una verità che diventa sempre più evidente, emotivamente sfiancante. Perché poi Everhood ci riporta a contatto con la realtà, spesso in modo anti-climatico, fermando il “gioco”, interrompendo la sua dissennata recita no-sense per tornare coscienti, anche solo per qualche secondo. L’illusione di poter sfuggire alla morte per poi ritrovarla a suonarci il campanello.

everhood recensione

Everhood sorprende letteralmente ogni 5 minuti, questo è solo un piccolo esempio, un cadeau degli sviluppatori.

La narrazione ovunque, nei suoi cambi estetici, prospettici, nei colori e tra i glitch a detonazione controllata, pensando di assistere a una vicenda esterna per poi essere chiamati in causa utilizzando tutti i mezzi di cui il videogioco dispone per annullare la distanza tra opera e giocatore, generando momenti altissimi dominati da ansia, euforia, sconforto e speranza. L’impatto emotivo proporzionale alla libertà creativa dei suoi due autori, la meta-narrazione usata con sapienza, nascosta in piena luce da un racconto che sarebbe assolutamente solido anche senza scendere in profondità. Everhood diventa così esperienza chimica capace di sciogliersi nell’organismo, in circolo per raggiungere il cervello e diventare chiodo fisso, aneddoto, metro di paragone per chi dal videogioco vuole tirar fuori tutto. Splendente.

In Breve: Un’opera d’autori, Chris Nordgren e Jordi Roca, che va vissuta come tale, aprendosi al suo messaggio e godendo del suo gameplay. La maschera da RPG vecchia scuola cade subito per mostrare un animo punk, sconvolto e sconvolgente, brutale ma delicatissimo, i cui due pilastri di gameplay, esplorazione e boss fight ritmiche, riescono a sostenere egregiamente la narrazione evolvendosi durante l’arco di 10 ore, spingendo sempre più a fondo l’acceleratore fino a un finale da brividi. Gli occhi fissi sullo schermo, il fiato corto, le mani sudate e la voglia di parlarne a quante più persone possibili.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i5, 8 GB RAM, Nvidia GeForce GTX 970
Com’è, Come Gira: Un’estetica clamorosa e particolarissima, eccessiva, che potrebbe non piacere a tutti ma che diventa parte integrante della narrazione.

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Pro

  • Alti livelli narrativi ed emotivi / Colonna sonora pazzesca / Gameplay ritmico impegnativo e spassosissimo.

Contro

  • Manca sanguinosamente una modalità boss rush!
9

Ottimo

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