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Visualizza Versione Completa : happy days. arriva il governo R̶e̶n̶z̶i̶e̶ - Gentiloni



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abaper
19-11-16, 12:32
Ma se Renzie si dimette che succede? :uhm:
Rumore di tappi ovunque.
Mi raccomando, brindate con italico pinot

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Moloch
19-11-16, 12:38
l'ultima volta che ci hanno provato abbiamo ottenuto l'italicum e sappiamo poi com'è andata...

se non si fosse messa in mezzo l'elezione di mattarella probabilmente a quest'ora avremmo brunetta e berlusconi a fare propaganda per il sì :asd:

Recidivo
19-11-16, 12:41
se non si fosse messa in mezzo l'elezione di mattarella probabilmente a quest'ora avremmo brunetta e berlusconi a fare propaganda per il sì :asd:

sssssh,.
Zitto, non lo scrivere, che poi qualcuno ci ripensa e va in overflow.

anton47
19-11-16, 12:49
se non si fosse messa in mezzo l'elezione di mattarella probabilmente a quest'ora avremmo brunetta e berlusconi a fare propaganda per il sì :asd::asd:

Zhuge
19-11-16, 15:50
se non si fosse messa in mezzo l'elezione di mattarella probabilmente a quest'ora avremmo brunetta e berlusconi a fare propaganda per il sì :asd:

:asd:

koba44
20-11-16, 21:43
La morte di Berlusconi potrebbe portare a una rinascita della destra?

anton47
20-11-16, 22:22
La morte di Berlusconi potrebbe portare a una rinascita della destra?vuoi occupartene personalmente? :mmh?:
comunque non credo, è dai tempi del primo alfano che cerca il suo erede e i risultati si sono visti (nani, ballerini, impresentabili, invisibili)
quelli che potrebbero aspirare hanno il carisma di una vecchia casseruola e sprigionano un'affidabilità che manco renzie, negli altri due partitelli regnano due coatti che fanno quasi pena
così la maggior parte dell'italico popolo è orfanello e non va neanche più a votare, qualcuno ondeggia tra le democristianate del bullo e le berciate del comico, ma a breve termine non credo proprio che la destra possa uscire da questo stallo

alberace
20-11-16, 22:51
a furia di personalizzare, berluscono ha disintegrato tutto quello che ha toccato.

koba44
20-11-16, 23:01
vuoi occupartene personalmente? :mmh?:
No, troppo sbatti. La natura farà il suo corso.


a breve termine non credo proprio che la destra possa uscire da questo stallo
Ah ma neanche nel medio termine.

Lux !
20-11-16, 23:37
a furia di personalizzare, berluscono ha disintegrato tutto quello che ha toccato.

C'è anche da dire che i delfini che si è scelto si sono sempre disintegrati senza bisogno di aiuti :bua:

gmork
20-11-16, 23:45
quindi si puo' affermare senza tema di smentita che berlusconi ha distrutto la destra italiana :smugranking:

anton47
21-11-16, 09:13
quindi si puo' affermare senza tema di smentita che berlusconi ha distrutto la destra italiana :smugranking:no, l'ha sdoganata, peccato che gli altri sono tutti scorza d'uovo

abaper
21-11-16, 09:28
no, l'ha sdoganata, peccato che gli altri sono tutti scorza d'uovo
Ha sdoganato giusto fini e Gasparri.
Il resto erano craxiani e vecchi dc, sai che sdoganamento

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koba44
21-11-16, 15:05
Berlusconi non ha creato nulla se non il Berlusconismo che con lui morirà.

Non credo ci sia spazio per un partito conservatore classico in qs. paese.


C'è un soggetto nuovo che per ora regge che è il M5S.

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anton47
21-11-16, 16:51
Berlusconi non ha creato nulla se non il Berlusconismo che con lui morirà. vero, è il maggior dei suoi tanti limiti, infatti non riesce a trovare un successore

Non credo ci sia spazio per un partito conservatore classico in qs. paese. :wtf: scherzi? la maggioranza degli italiani è confusamente costituita di conservatori moderati
storicamente, praticamente da sempre
prima il fascismo, poi la dc (le cui fortune sono durate fino alle derive del centro sinistra), poi, quando i rossi l'hanno abbattuta per via giudiziaria, la maggioranza si è riunita sotto l'ombrello berlusconiano soprattutto per sfuggire ala comunistizzazione
in seguito, malgrado i "martellamenti" del pd, i governi più sinistri sono stati spazzati via in un lampo (cfr. la terrificante era prodi)
il problema della destra, attualmente, è solo che manca qualche personaggio "presentabile" e/o di sufficiente carisma per guidarla, infatti renzie prende voti in quanto "rottamatore" del vecchio pc e per le sue subdole sparate destrorse
e i grullini sono visti, da molti, come l'unico argine al pd (per esempio, non sono così "accoglienti" con gli immigrati, denunciano le loro camarille ecc.)

Frappo
21-11-16, 18:26
vero, è il maggior dei suoi tanti limiti, infatti non riesce a trovare un successore
:wtf: scherzi? la maggioranza degli italiani è confusamente costituita di conservatori moderati
storicamente, praticamente da sempre
prima il fascismo, poi la dc (le cui fortune sono durate fino alle derive del centro sinistra), poi, quando i rossi l'hanno abbattuta per via giudiziaria, la maggioranza si è riunita sotto l'ombrello berlusconiano soprattutto per sfuggire ala comunistizzazione
in seguito, malgrado i "martellamenti" del pd, i governi più sinistri sono stati spazzati via in un lampo (cfr. la terrificante era prodi)
il problema della destra, attualmente, è solo che manca qualche personaggio "presentabile" e/o di sufficiente carisma per guidarla, infatti renzie prende voti in quanto "rottamatore" del vecchio pc e per le sue subdole sparate destrorse
e i grullini sono visti, da molti, come l'unico argine al pd (per esempio, non sono così "accoglienti" con gli immigrati, denunciano le loro camarille ecc.)

conta anche il fatto che il csx influenza tutti i posti di potere. Che sia PA, magistratura, cultura, media, scuola, sindacati, coop, banche, ecc.
Manca giusto qualche ramo dell'esercito...

anton47
21-11-16, 19:56
conta anche il fatto che il csx influenza tutti i posti di potere. Che sia PA, magistratura, cultura, media, scuola, sindacati, coop, banche, ecc.
Manca giusto qualche ramo dell'esercito...cosa intendi per "csx"?

Recidivo
21-11-16, 20:50
centrosinistra.

Aggiornarsi sugli acronimi. :teach:

anton47
21-11-16, 21:23
centrosinistra.

Aggiornarsi sugli acronimi. :teach:yes, my lord
mi scusci, ciò la licensa lementare, non ciò la cultuva e non segguo facceilbuc e manco tuitte :boh2:
ma la x per cosa sta? (xfactor? xmen? xblade? xfiles...ossia robbe incredddibbele?)

abaper
21-11-16, 21:27
conta anche il fatto che il csx influenza tutti i posti di potere. Che sia PA, magistratura, cultura, media, scuola, sindacati, coop, banche, ecc.
Manca giusto qualche ramo dell'esercito...
A renzie, forse, sono rimaste le coop e sicuramente banche e giornali.


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anton47
21-11-16, 21:35
A renzie, forse, sono rimaste le coop e sicuramente banche e giornali.


Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalkcome a killary

Mr Yod
22-11-16, 12:59
yes, my lord
mi scusci, ciò la licensa lementare, non ciò la cultuva e non segguo facceilbuc e manco tuitte :boh2:
ma la x per cosa sta? (xfactor? xmen? xblade? xfiles...ossia robbe incredddibbele?)
Sx e dx: rispettivamente abbreviazioni di sinistra e destra Deus Ex. :sisi:

Non so perchè venga messa la "x". :uhm:
Ma è una cosa antecedente facciabuco. :uhm:

Necrotemus
22-11-16, 13:14
Sx e dx: rispettivamente abbreviazioni di sinistra e destra Deus Ex. :sisi:

Non so perchè venga messa la "x". :uhm:
Ma è una cosa antecedente facciabuco. :uhm:

http://www-old.accademiadellacrusca.it/forum/htdocs/phpBB2/viewtopic.php%3Ft=599&view=previous.html


I signori Campanini, Carboni, Castiglioni, Mariotti, Giulio Cesare e Ovidio sono tutti d'accordo: dexter, dextra, dextrum significa proprio "destro", e non "sul lato destro".

De Bello Gallico, 1, 52, 6 "a dextro cornu" ("dall'ala destra")
Ovidio dice invece "dextris ... remis" ("[spingendosi] con i remi di destra")

Da qui, credo, l'abbreviazione "Dx". "Sx" è stato probabilmente costruito per analogia con il precedente.

anton47
22-11-16, 14:05
Sx e dx: rispettivamente abbreviazioni di sinistra e destra Deus Ex. :sisi:

Non so perchè venga messa la "x". :uhm:
Ma è una cosa antecedente facciabuco. :uhm:è "csx" che non capivo, dx e cx sono di uso corrente, pensavo che, per cs, intendesse "centro sinistea", è la x che, in questo caso, mi sembra di troppo...

Necrotemus
22-11-16, 14:14
è "csx" che non capivo, dx e cx sono di uso corrente, pensavo che, per cs, intendesse "centro sinistea", è la x che, in questo caso, mi sembra di troppo...

centro - sinistra -- c sx

La x ha senso eccome

anton47
22-11-16, 14:39
centro - sinistra -- c sx

La x ha senso eccomequindi il centro destra sarebbe: cdx?
chiedo solo per incrementare la mia scarsa cultura, queste diavolerie moderne...

Chiwaz
24-11-16, 12:35
Eh si.
Si usa questa notazione dal 2001, più o meno.

anton47
24-11-16, 13:38
Eh si.
Si usa questa notazione dal 2001, più o meno.che bello! sono indietro di tre lustri! :smuglala:

End222
25-11-16, 14:39
ma se per caso vincessero i NO, non si potrebbe fare una petizione popolare per far pagare le spese delle votazioni direttamente al PD?

Con la crisi in cui siamo questi osano gettare milioni di euro per un referendum inutile di solo interesse personale?

E' uno scandalo !

E aggiungo visto che il referendum ci sarà, già che c'erano non potevano inserirci altri quesiti su questiono veramente importanti?

Io andrò a votare la sola soddisfazione di votare il contrario di quello che dice Renzie, altrimenti non ci andrei proprio.

Voi cosa fate?

Firestorm
25-11-16, 14:46
L'apoteosi...per la serie il marito che si taglia l'uccello per far dispiacere alla moglie...secondo questo ragionamento (se così si può definire) potrebbero stabilire 1000 euro al mese di regalie per ogni cittadino e tu pur di metterlo nel culo a Renzi diresti di no...gente simile con il diritto di voto fa paura e parecchia.

von right
25-11-16, 15:00
Vabbè è end, avrà 12 anni ed ogni tanto non prende le pillz e viene a postare qui.

abaper
25-11-16, 15:19
ma se per caso vincessero i NO, non si potrebbe fare una petizione popolare per far pagare le spese delle votazioni direttamente al PD?

Con la crisi in cui siamo questi osano gettare milioni di euro per un referendum inutile di solo interesse personale?

E' uno scandalo !

E aggiungo visto che il referendum ci sarà, già che c'erano non potevano inserirci altri quesiti su questiono veramente importanti?

Io andrò a votare la sola soddisfazione di votare il contrario di quello che dice Renzie, altrimenti non ci andrei proprio.

Voi cosa fate?
Sono pienamente d'accordo.
Anzi, ti dirò di più, per me ci starebbe bene anche una denuncia per attentato alla costituzione e abuso d'ufficio per interessi privati.
E se vincesse il sì, un bel impeachment per tentato golpe :sisi:

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Recidivo
25-11-16, 15:36
ma se per caso vincessero i NO, non si potrebbe fare una petizione popolare per far pagare le spese delle votazioni direttamente al PD?

Con la crisi in cui siamo questi osano gettare milioni di euro per un referendum inutile di solo interesse personale?

E' uno scandalo !

E aggiungo visto che il referendum ci sarà, già che c'erano non potevano inserirci altri quesiti su questiono veramente importanti?

Io andrò a votare la sola soddisfazione di votare il contrario di quello che dice Renzie, altrimenti non ci andrei proprio.

Voi cosa fate?

ok.

Chiudiamo l'internet.
Aba, se sei l'ultimo ad uscire, ricordati di chiudere la porta.

Chiwaz
25-11-16, 15:54
ma se per caso vincessero i NO, non si potrebbe fare una petizione popolare per far pagare le spese delle votazioni direttamente al PD?

Con la crisi in cui siamo questi osano gettare milioni di euro per un referendum inutile di solo interesse personale?

E' uno scandalo !

E aggiungo visto che il referendum ci sarà, già che c'erano non potevano inserirci altri quesiti su questiono veramente importanti?

Io andrò a votare la sola soddisfazione di votare il contrario di quello che dice Renzie, altrimenti non ci andrei proprio.

Voi cosa fate?

Ma che cazzo stai dicendo? :asd:

Frappo
25-11-16, 16:41
è tutto bellissimo :asd:

koba44
25-11-16, 17:01
Sono pienamente d'accordo.
Anzi, ti dirò di più, per me ci starebbe bene anche una denuncia per attentato alla costituzione e abuso d'ufficio per interessi privati.
E se vincesse il sì, un bel impeachment per tentato golpe :sisi:

Io lo dico da sempre, e Zhuge mi è testimone, che ci vuole una modifica costituzionale con esecuzione capitale a fine mandato di primo ministro e intero governo compresi sottosegretari.

Firestorm
25-11-16, 17:01
Io lo dico da sempre, e Zhuge mi è testimone, che ci vuole una modifica costituzionale con esecuzione capitale a fine mandato di primo ministro e intero governo compresi sottosegretari.
E poveri lasci in vita i deputati e i senatori ?

koba44
25-11-16, 17:02
ma se per caso vincessero i NO, non si potrebbe fare una petizione popolare per far pagare le spese delle votazioni direttamente al PD?

E se per caso vincessero i SI'? Questo l'hai considerato?

Gilgamesh
25-11-16, 17:14
Io lo dico da sempre, e Zhuge mi è testimone, che ci vuole una modifica costituzionale con esecuzione capitale a fine mandato di primo ministro e intero governo compresi sottosegretari.
Ci aveva già pensato Calvino, "La decapitazione dei capi", racconto su un sistema politico basato sulla uccisione rituale dell'intera classe dirigente a intervalli di tempo regolari.

L’autorità sugli altri è una cosa sola col diritto che gli altri hanno di farti salire sul palco e abbatterti, un giorno non lontano … Che autorità avrebbe, un capo, se non fosse circondato da questa attesa? E se non glie la si leggesse negli occhi, a lui stesso, questa attesa, per tutto il tempo che dura la sua carica, secondo per secondo?

Maybeshewill
25-11-16, 18:29
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/24/de-luca-gli-espulsi-dal-pd-di-agropoli-cacciati-per-aver-messo-il-naso-negli-affari-del-campione-delle-clientele-franco-alfieri/3215294/

Fosse successo ai 5s se ne parlava fino a luglio :asd:

Zhuge
25-11-16, 19:37
Io lo dico da sempre, e Zhuge mi è testimone, che ci vuole una modifica costituzionale con esecuzione capitale a fine mandato di primo ministro e intero governo compresi sottosegretari.

Hai la mia ascia (da boia)

Manu
25-11-16, 19:43
Gli egizi si limitavano ad uccidere il faraone quando era ancora giovane ed in forze, vedo che siete avanti :asd:

Comunque c'è poco da meravigliarsi del post di end (sì lo so, basta il nickname :asd: ) sono fermamente convinto che gran parte dei sostenitori del NO voterebbe contro la riforma anche se essa portasse indiscutibili vantaggi.

koba44
25-11-16, 21:32
Resta il problema di come scegliere i componenti dell'apparato governo-legislativo.

Il miglior sistema in assoluto è la Demarchia o Lottocrazia: si tirano i dadi e ecco che a ogni lancio viene composto un pezzo dell'Esecutivo.

koba44
25-11-16, 21:41
Ci aveva già pensato Calvino, "La decapitazione dei capi", racconto su un sistema politico basato sulla uccisione rituale dell'intera classe dirigente a intervalli di tempo regolari.

L’autorità sugli altri è una cosa sola col diritto che gli altri hanno di farti salire sul palco e abbatterti, un giorno non lontano … Che autorità avrebbe, un capo, se non fosse circondato da questa attesa? E se non glie la si leggesse negli occhi, a lui stesso, questa attesa, per tutto il tempo che dura la sua carica, secondo per secondo?

E' lo stesso sistema che usavano gli Afghani nel film Rambo IV: ogni tot il capo di turno perdeva la testa e i membri della tribù ci giocavano a polo.

Recidivo
25-11-16, 21:49
E' lo stesso sistema che usavano gli Afghani nel film Rambo IV: ogni tot il capo di turno perdeva la testa e i membri della tribù ci giocavano a polo.

Si, ma non e' bello essere afgani.

koba44
25-11-16, 22:47
Si, ma non e' bello essere afgani.

Loro parevano divertirsi. :smugdunno:

Cek
26-11-16, 14:37
Ci sono già pd e lega come partiti di destra

bastano e avanzano

gmork
26-11-16, 15:10
e fratelli d'italia? nessuno pensa mai a fratelli d'italia ::noncelafa:

Cek
26-11-16, 16:21
la melone me la farei

Firestorm
26-11-16, 16:59
e fratelli d'italia? nessuno pensa mai a fratelli d'italia ::noncelafa:
Non sono un partito sono una coesione non coordinata di persone che pensano di poter essere eletti un giorno...

iWin uLose
26-11-16, 18:09
Intanto si cominciano a vedere i risultati di quelli bravi a fare le riforme :facepalm:


Interviene la Corte costituzionale

Affossata la riforma Madia


No, un semplice «parere» non può bastare, occorre una «intesa», almeno finché è in vigore il Titolo V della Costituzione così com’è, assegnando pari dignità allo Stato e alle Regioni. La Corte costituzionale si è espressa sulla riforma della pubblica amministrazione e ha bocciato, come richiesto dal Veneto, il capitolo dedicato ai dirigenti pubblici regionali. La legge Madia vìola dunque la Costituzione.

Firestorm
26-11-16, 20:06
Intanto si cominciano a vedere i risultati di quelli bravi a fare le riforme :facepalm:


Interviene la Corte costituzionale

Affossata la riforma Madia


No, un semplice «parere» non può bastare, occorre una «intesa», almeno finché è in vigore il Titolo V della Costituzione così com’è, assegnando pari dignità allo Stato e alle Regioni. La Corte costituzionale si è espressa sulla riforma della pubblica amministrazione e ha bocciato, come richiesto dal Veneto, il capitolo dedicato ai dirigenti pubblici regionali. La legge Madia vìola dunque la Costituzione.
Aspè i grilletti quante ne hanno fatte ?
Ah no loro stanno all'opposizione e dove governano o pensano alle diete vegane o nulla si muove...
I Ross Perot Italiani...

MrVermont
26-11-16, 20:15
Aspè i grilletti quante ne hanno fatte ?
Ah no loro stanno all'opposizione e dove governano o pensano alle diete vegane o nulla si muove...
I Ross Perot Italiani...
Qua si parla di Renzi e il suo governo non dei grillini :fag: su su entra nel merito invece di scappare dal fail del governo :fag:

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Firestorm
26-11-16, 20:28
Per me il senso di questo è che la riforma della costituzione è assolutamente necessaria perché al momento se la mia regione che conta 130000 abitanti si mette a discutere con il governo può bloccare uno stato di 60000000 grazie alla porcata della legislazione concorrente...
Una regione non può bloccare le disposizioni di uno stato soprattutto in un o stato come l'Italia dove i personalismi sono sempre più presenti...la regione deve poter legiferare in autonomia su una serie di ambiti ma non deve poter bloccare le disposizioni statali.

gmork
26-11-16, 20:48
non ho capito bene, in pratica non possono riformare la pa (partecipate, rifiuti, servizi pubblici, trasporti, ecc...) perché per la costituzione il governo deve accordarsi una per una con ogni regione italiana e non solo consultarle? se e' cosi' viene voglia di votare si', senno' tanto vale cambiare il nome dello stato in "stati uniti d'italia" e ogni regione fa come cazzo je pare.
diciamo che 'sta sentenza casca a fagiolo per portare acqua al mulino di renzi.

anton47
26-11-16, 20:51
al solito
quando c'era berlusca e le regioni erano per lo più rosse, la nostra costituzione era "la più bella del mondo"
adesso che il pd si è impossessato del potere è necessaria una modifica costituzionale per impedire a un qualunque zaia di dire la sua
ipocrisia portami via :fermosi:
e adesso facepalmate pure, datemi del grullino e del populista, ma dimostratemi, per favore, che non è così :yawn:

gmork
26-11-16, 21:05
che in italia si rigirino le cose secondo il proprio interesse è cosa antica, del resto in passato per coprire buchi e inefficienze bastava stampare denaro. pero' come fai a cambiare uno stato pieno di criticità come il nostro se un governo deve stare ad aprire tavoli su ogni cosa per ogni regione e ogni regione puo' di fatto bloccare tutto? non è che se poi vanno al governo i grillini allora loro per miracolo loro possono saltare i blocchi delle regioni e efficentare ogni cosa, eh.
poi al limite mi puoi dire che se passa la riforma e con la nuova legge elettorale che renzi vuole fare va su un partito che pensa solo a spartirsi il bottino so cazzi uguale (la attuale classe politica regionale non ha una gran fama, cmq). purtroppo qua in italia, destra o sinistra, chinarsi a prendere la saponetta resta sempre un azzardo.

iWin uLose
26-11-16, 21:26
Aspè i grilletti quante ne hanno fatte ?
Ah no loro stanno all'opposizione e dove governano o pensano alle diete vegane o nulla si muove...
I Ross Perot Italiani...
Le ossessioni si possono curare.

iWin uLose
26-11-16, 22:17
non ho capito bene, in pratica non possono riformare la pa (partecipate, rifiuti, servizi pubblici, trasporti, ecc...) perché per la costituzione il governo deve accordarsi una per una con ogni regione italiana e non solo consultarle?
No, non è così. La sede dove si concretano le intese si chiama Conferenza Stato-Regioni ed è un'istituzione unica. Questi analfabeti giuridici hanno semplicemente cercato di bypassarla, nonostante che alla fine la volontà dello stato prevalga comunque. In Conferenza Stato-Regioni, infatti, le intese devono essere raggiunte all'unanimità dei partecipanti (Governo e Presidenti delle Regioni e delle Province autonome), ma se l'unanimità non si raggiunge, entro trenta giorni dalla prima seduta in cui l'oggetto è posto all'ordine del giorno, il Consiglio dei Ministri provvede in sostituzione motivando.

Non so se per arroganza o incompetenza pura, invece, Madia e company hanno in parte subordinato i decreti attuativi ad un istituto diverso dall'intesa presso la Conferenza Stato-Regioni, cioè il semplice parere, in parte facendo riferimento ad un'altra Conferenza, quella unificata di tutte le autonomie locali, che non ha competenza sui temi in oggetto.

Insomma, bastava seguire le procedure costituzionalmente corrette e non ci sarebbe stato alcun problema, qualsiasi ricorso sarebbe stato respinto dalla Corte e non ci sarebbe stato nemmeno aggravio di tempo, perché come indicato sopra se l'intesa non viene raggiunta in un mese la palla passa comunque al Consiglio dei Ministri.


Aggiungo in spoiler la sentenza, dove tutto è spiegato in modo circostanziato, punto per punto del ricorso della Regione Veneto


SENTENZA N. 251
ANNO 2016

nel giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, lettere b), c) e g), e comma 2, dell’art. 11, comma 1, lettere a), b), numero 2), c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), e comma 2, dell’art. 16, commi 1 e 4, dell’art. 17, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), l), m), o), q), r), s) e t), dell’art. 18, lettere a), b), c), e), i), l) e m), numeri da 1) a 7), dell’art. 19, lettere b), c), d), g), h), l), m), n), o), p), s), t) e u), e dell’art. 23, comma 1, della legge 7 agosto 2015, n. 124 (Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), promosso dalla Regione Veneto con ricorso notificato il 12 ottobre 2015, depositato in cancelleria il 19 ottobre 2015 ed iscritto al n. 94 del registro ricorsi 2015.
Visto l’atto di costituzione del Presidente del Consiglio dei ministri;
udito nell’udienza pubblica del 19 ottobre 2016 il Giudice relatore Silvana Sciarra;
uditi gli avvocati Luca Antonini e Luigi Manzi per la Regione Veneto e l’avvocato dello Stato Paolo Grasso per il Presidente del Consiglio dei ministri.

Ritenuto in fatto
1.– Con ricorso notificato il 12 ottobre 2015, depositato il successivo 19 ottobre, la Regione Veneto ha promosso questione di legittimità costituzionale, in riferimento agli artt. 3, 81, 97, 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost., di alcune disposizioni della legge 7 agosto 2015, n. 124 (Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), e, in particolare: dell’art. 1, comma 1, lettere b), c) e g), e comma 2; dell’art. 11, comma 1, lettere a), b), numero 2), c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), e comma 2; dell’art. 16, commi 1 e 4; dell’art. 17, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), l), m), o), q), r), s) e t); dell’art. 18, lettere a), b), c), e), i), l) e m), numeri da 1) a 7); dell’art. 19, lettere b), c), d), g), h), l), m), n), o), p), s), t) e u); dell’art. 23, comma 1.
1.1.– In primo luogo la Regione impugna l’art. 1, comma 1, della citata legge, nella parte in cui delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi volti a modificare e integrare, anche disponendone la delegificazione, il codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’amministrazione digitale), e fissa alcuni criteri e principi direttivi.
In particolare, la ricorrente impugna: 1) la lettera b) del comma 1 dell’art. 1, nella parte in cui indica, fra i principi e criteri direttivi ai quali il Governo dovrebbe attenersi, quello di «ridefinire e semplificare i procedimenti amministrativi, in relazione alle esigenze di celerità, certezza dei tempi e trasparenza nei confronti dei cittadini e delle imprese, mediante una disciplina basata sulla loro digitalizzazione e per la piena realizzazione del principio “innanzitutto digitale” (digital first), nonché l’organizzazione e le procedure interne a ciascuna amministrazione»; 2) la lettera c) del medesimo comma 1, là dove impone di «garantire, in linea con gli obiettivi dell’Agenda digitale europea, la disponibilità di connettività a banda larga e ultralarga e l’accesso alla rete internet presso gli uffici pubblici e altri luoghi che, per la loro funzione, richiedono le suddette dotazioni, anche attribuendo carattere prioritario, nei bandi per accedere ai finanziamenti pubblici per la realizzazione della strategia italiana per la banda ultralarga, all’infrastrutturazione con reti a banda ultralarga nei settori scolastico, sanitario e turistico, agevolando in quest’ultimo settore la realizzazione di un’unica rete wi-fi ad accesso libero, con autenticazione tramite Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale (SPID), presente in tutti i luoghi di particolare interesse turistico, e prevedendo la possibilità di estendere il servizio anche ai non residenti in Italia, nonché prevedendo che la porzione di banda non utilizzata dagli uffici pubblici sia messa a disposizione degli utenti, anche non residenti, attraverso un sistema di autenticazione tramite SPID; garantire l’accesso e il riuso gratuiti di tutte le informazioni prodotte e detenute dalle amministrazioni pubbliche in formato aperto, l’alfabetizzazione digitale, la partecipazione con modalità telematiche ai processi decisionali delle istituzioni pubbliche, la piena disponibilità dei sistemi di pagamento elettronico nonché la riduzione del divario digitale sviluppando le competenze digitali di base»; la lettera g) del medesimo comma 1, nella parte in cui individua, fra i principi direttivi, quello di «favorire l’elezione di un domicilio digitale da parte di cittadini e imprese ai fini dell’interazione con le amministrazioni, anche mediante sistemi di comunicazione non ripudiabili, garantendo l’adozione di soluzioni idonee a consentirne l’uso anche in caso di indisponibilità di adeguate infrastrutture e dispositivi di comunicazione o di un inadeguato livello di alfabetizzazione informatica, in modo da assicurare, altresì, la piena accessibilità mediante l’introduzione, compatibilmente con i vincoli di bilancio, di modalità specifiche e peculiari, quali, tra le altre, quelle relative alla lingua italiana dei segni».
Tali disposizioni violerebbero l’art. 117, secondo, terzo e quarto comma, Cost. in quanto, stabilendo una serie di prescrizioni innovative destinate a interessare tutti i procedimenti amministrativi con cui l’amministrazione regionale e locale si rapporta con cittadini e imprese, trascenderebbero la mera funzione del «coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale», assegnata alla competenza legislativa esclusiva dello Stato dal secondo comma, lettera r), dell’art. 117 Cost., e invaderebbero vari ambiti di competenza regionale quali la sanità, il turismo, l’attività d’impresa e l’organizzazione amministrativa regionale.
Esse, inoltre, sarebbero lesive del principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost., considerato che al comma 2 del medesimo art. 1 è stabilito che i relativi decreti legislativi delegati siano adottati su proposta del Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione «previa acquisizione del parere della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281», da rendere «nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione di ciascuno schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere». La previsione del mero parere della Conferenza unificata sarebbe, infatti, inidonea ad assicurare un’adeguata ponderazione degli interessi e delle competenze delle autonomie coinvolte dal decreto e lesiva del principio di bilateralità, poiché il mancato raggiungimento dell’accordo, il cui termine peraltro sarebbe troppo breve, legittimerebbe l’assunzione unilaterale di atti normativi da parte del Governo, in contrasto con la giurisprudenza costituzionale.
1.1.1.– La Regione Veneto formula particolari censure nei confronti degli artt. 1, comma 1, e 23, comma 1, nella parte in cui stabiliscono che dall’attuazione della legge in oggetto e dai decreti legislativi da essa previsti (volti a modificare e integrare il codice dell’amministrazione digitale) non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica statale.
Tali disposizioni sono impugnate in riferimento agli artt. 81 e 119 Cost., in quanto imporrebbero un nuovo e improprio onere di finanziamento della riforma in capo alle Regioni. La Regione ricorrente deduce che l’assunzione di nuovi modelli tecnologici imposta dalla normativa statale comporterebbe inevitabilmente costi a suo carico, rispetto ai quali lo Stato ometterebbe di destinare le risorse aggiuntive necessarie a coprire gli oneri conseguenti all’espletamento delle azioni necessarie.
1.2.– Sono, poi, impugnati il comma 1 dell’art. 11, lettere a), b), numero 2), c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), della legge n. 124 del 2015, nella parte in cui detta principi e criteri direttivi relativi alla delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi in materia di dirigenza pubblica, e il comma 2 del medesimo art. 11, là dove stabilisce che i decreti legislativi delegati siano adottati «previa acquisizione del parere della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281», che deve essere reso «nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione di ciascuno schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere».
La Regione Veneto, in particolare, censura: 1) la lettera a), nella parte in cui prescrive l’istituzione del sistema della dirigenza pubblica, articolato in ruoli unificati e coordinati, aventi requisiti omogenei di accesso e procedure analoghe di reclutamento; 2) la lettera b), numero 2), che, con riferimento all’inquadramento dei dirigenti delle Regioni, dopo aver stabilito che sia istituito, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, un ruolo unico dei dirigenti regionali, prescrive, in sede di prima applicazione, la «confluenza nel suddetto ruolo dei dirigenti di ruolo nelle regioni, negli enti pubblici non economici regionali e nelle agenzie regionali», nonché la «attribuzione della gestione del ruolo unico a una Commissione per la dirigenza regionale», la «inclusione nel suddetto ruolo unico della dirigenza delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e della dirigenza amministrativa, professionale e tecnica del Servizio sanitario nazionale ed esclusione dallo stesso […] della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Servizio sanitario nazionale»; 3) la lettera c), nella parte in cui stabilisce anche per i dirigenti regionali criteri e principi direttivi relativi all’accesso alla dirigenza nelle forme del corso-concorso (numero 1) e del concorso (numero 2); 4) la lettera e), che prescrive la formazione permanente dei dirigenti; 5) la lettera f), che amplia la previsione della mobilità della dirigenza, nella parte in cui non è richiesto il previo assenso delle amministrazioni di appartenenza per la mobilità della dirigenza medica e sanitaria; 6) la lettera g), nella parte in cui indica una serie di criteri direttivi per il conferimento di incarichi dirigenziali; 7) la lettera h), che detta criteri in ordine alla durata degli incarichi predetti; 8 ) la lettera i), nella parte in cui stabilisce criteri e principi direttivi della delega in ordine ai dirigenti privi di incarico; 9) la lettera l), ove indica criteri e principi direttivi per la disciplina della valutazione dei risultati; 10) la lettera m), che individua i principi e criteri direttivi della delega in relazione alla disciplina della responsabilità dei dirigenti; 11) la lettera n), che definisce principi e criteri in tema di retribuzione; 12) la lettera o), nella parte in cui indica principi e criteri per la disciplina transitoria; 13) la lettera p), nella parte in cui detta principi e criteri direttivi con riferimento «al conferimento degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario, nonché, ove previsto dalla legislazione regionale, di direttore dei servizi socio-sanitari, delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale» e nella parte in cui impone «selezione unica, per titoli, previo avviso pubblico, dei direttori generali in possesso di specifici titoli formativi e professionali e di comprovata esperienza dirigenziale, effettuata da parte di una commissione nazionale composta pariteticamente da rappresentanti dello Stato e delle regioni, per l’inserimento in un elenco nazionale degli idonei istituito presso il Ministero della salute, aggiornato con cadenza biennale, da cui le regioni e le province autonome devono attingere per il conferimento dei relativi incarichi da effettuare nell’ambito di una rosa di candidati costituita da coloro che, iscritti nell’elenco nazionale, manifestano l’interesse all’incarico da ricoprire, previo avviso della singola regione o provincia autonoma […]; sistema di verifica e di valutazione dell’attività dei direttori generali che tenga conto del raggiungimento degli obiettivi sanitari e dell’equilibrio economico dell’azienda, anche in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e dei risultati del programma nazionale valutazione esiti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali; decadenza dall’incarico e possibilità di reinserimento soltanto all’esito di una nuova selezione nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, accertato decorsi ventiquattro mesi dalla nomina, o nel caso di gravi o comprovati motivi, o di grave disavanzo o di manifesta violazione di leggi o regolamenti o del principio di buon andamento e imparzialità; selezione per titoli e colloquio, previo avviso pubblico, dei direttori amministrativi e dei direttori sanitari, nonché, ove previsti dalla legislazione regionale, dei direttori dei servizi socio-sanitari, in possesso di specifici titoli professionali, scientifici e di carriera, effettuata da parte di commissioni regionali composte da esperti di qualificate istituzioni scientifiche, per l’inserimento in appositi elenchi regionali degli idonei, aggiornati con cadenza biennale, da cui i direttori generali devono obbligatoriamente attingere per le relative nomine; decadenza dall’incarico nel caso di manifesta violazione di leggi o regolamenti o del principio di buon andamento e imparzialità; definizione delle modalità per l’applicazione delle norme adottate in attuazione della presente lettera alle aziende ospedaliero-universitarie»; 14) la lettera q), nella parte in cui stabilisce la «previsione di ipotesi di revoca dell’incarico e di divieto di rinnovo di conferimento di incarichi in settori sensibili ed esposti al rischio di corruzione, in presenza di condanna anche non definitiva, da parte della Corte dei conti, al risarcimento del danno erariale per condotte dolose».
Le citate disposizioni violerebbero gli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 Cost., poiché detterebbero principi e criteri direttivi volti a disciplinare in maniera puntuale anche la dirigenza regionale, che sarebbe invece riconducibile alla potestà legislativa regionale in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa regionale. Tali principi e criteri non sarebbero, pertanto, configurabili come “principi generali dell’ordinamento”, che soli sarebbero idonei a vincolare la predetta competenza legislativa regionale residuale.
Le medesime disposizioni violerebbero, inoltre, il principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost., in quanto, pur incidendo su ambiti di competenza regionale (ordinamento e organizzazione amministrativa regionale), si limiterebbero a prevedere che i decreti legislativi siano adottati previa intesa solo con riferimento all’istituzione del ruolo unico dei dirigenti regionali (art. 11, comma 1, lettera a, numero 2), disponendo, invece, al comma 2 dell’art. 11, con riguardo a tutte le altre previsioni, che i medesimi decreti legislativi siano adottati previa acquisizione del mero parere della Conferenza unificata nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione. Anche in tal caso la ricorrente lamenta che la forma prescelta per il raccordo con le Regioni, quella del parere, sia inidonea ad assicurare un’adeguata ponderazione degli interessi e delle competenze delle autonomie e lesiva del principio di bilateralità. Il mancato raggiungimento dell’accordo, entro un termine peraltro molto breve, legittimerebbe l’assunzione unilaterale di atti normativi da parte del Governo in contrasto con la giurisprudenza costituzionale.
1.2.1.– La Regione Veneto propone, poi, specifiche censure in relazione ad alcune disposizioni della delega sulla dirigenza pubblica.
In particolare, denuncia l’art. 11, comma 1, lettera f), della citata legge n. 124 del 2015, che prescrive al Governo di indicare casi e condizioni in cui non è richiesto il previo assenso delle amministrazioni di appartenenza per la mobilità della dirigenza medica e sanitaria. Tale disposizione sarebbe lesiva degli artt. 3 e 97 Cost., poiché stabilirebbe un principio generale di ampliamento delle ipotesi di mobilità, senza considerare che la selezione dei dirigenti in servizio è avvenuta sulla base dell’accertamento di specifiche competenze tecniche da parte dell’ente che ha bandito il concorso, in contrasto con i principi di ragionevolezza e di buon andamento dell’amministrazione, la cui lesione ridonderebbe sulle competenze regionali.
Anche l’art. 11, comma 1, lettera i), della citata legge n. 124 del 2015, nella parte in cui prescrive che il Governo preveda la decadenza dal ruolo unico dei dirigenti privi di incarico, violerebbe gli artt. 3 e 97 Cost., in quanto determinerebbe una reformatio in peius del regime vigente, con conseguente violazione dei principi del legittimo affidamento e del buon andamento dell’amministrazione, che ridonderebbe in una lesione delle competenze regionali.
Infine, l’art. 11, comma 1, lettera p), della legge n. 124 del 2015, là dove detta principi e criteri direttivi con riferimento «al conferimento degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario, nonché, ove previsto dalla legislazione regionale, di direttore dei servizi socio-sanitari, delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale», recherebbe norme di dettaglio, atte a comprimere indebitamente competenze regionali, in ragione dell’attinenza della materia alla tutela della salute e all’organizzazione amministrativa regionale e tali da configurare una disciplina irragionevole e contraria al principio del buon andamento della pubblica amministrazione, in violazione degli artt. 3, 97, 117, terzo e quarto comma, e 118 Cost.
1.3.– La Regione impugna altresì l’art. 16 della legge n. 124 del 2015, nella parte in cui prevede, al comma 1, l’elaborazione di distinti testi unici diretti alla semplificazione dei settori del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche, nonché dei servizi pubblici di interesse economico generale e stabilisce, al comma 4, che i relativi decreti siano adottati previo parere della Conferenza unificata reso nel termine di quarantacinque giorni, decorso il quale il Governo può comunque procedere.
Le citate disposizioni violerebbero gli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 Cost. e il principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost. Esse, infatti, conterrebbero una delega non alla mera semplificazione, ma anche alla riorganizzazione, incidendo su competenze regionali di cui all’art. 117, terzo e quarto comma, Cost., come l’organizzazione amministrativa regionale, il trasporto pubblico locale e i servizi pubblici, e di cui all’art. 119 Cost., e, nonostante ciò, prescriverebbero, per l’adozione dei relativi decreti legislativi, una forma di raccordo con le Regioni insufficiente. Tale è ritenuto il parere in Conferenza unificata, lesivo del principio di leale collaborazione.
1.4.– Viene, inoltre, impugnato l’art. 17, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), l), m), o), q), r), s) e t), della medesima legge n. 124 del 2015, nella parte in cui definisce i principi e i criteri direttivi della delega al Governo per il riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, per violazione degli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 Cost. e del principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost.
In particolare sono censurate: 1) la lettera a), nella parte in cui fissa, fra i predetti principi e criteri, il riconoscimento nei concorsi pubblici della professionalità acquisita da coloro che abbiano avuto rapporti di lavoro flessibile con amministrazioni pubbliche; 2) la lettera b), là dove impone l’adozione di un disciplina delle prove concorsuali tale da privilegiare l’accertamento della capacità dei candidati di utilizzare e applicare a problemi specifici e casi concreti nozioni teoriche; 3) la lettera c), che prescrive l’accentramento dei concorsi per tutte le amministrazioni pubbliche e la revisione delle modalità di espletamento degli stessi; 4) la lettera d), che impone la soppressione del requisito del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni; 5) la lettera e), che prescrive l’accertamento della conoscenza della lingua inglese e di altre lingue, quale requisito di partecipazione al concorso o titolo di merito valutabile dalle commissioni giudicatrici, secondo modalità definite dal bando anche in relazione ai posti da coprire; 6) la lettera f), che indica quale ulteriore principio direttivo la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca; 7) la lettera l), che prescrive l’attribuzione all’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) delle competenze in tema di accertamento medico legale in caso di assenze dei dipendenti pubblici per malattia al fine di garantire l’effettività dei controlli; 8 ) la lettera m), che, fra i principi direttivi, annovera la definizione di obiettivi di contenimento delle assunzioni, differenziati in relazione agli effettivi fabbisogni; 9) la lettera o), che prescrive l’introduzione di una disciplina delle forme del lavoro flessibile, con individuazione di limitate e tassative fattispecie, caratterizzate dalla compatibilità con la peculiarità del rapporto di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni e con le esigenze organizzative e funzionali di queste ultime, anche al fine di prevenire il precariato; 10) la lettera q), che prevede il progressivo superamento della dotazione organica come limite per le assunzioni, anche al fine di facilitare i processi di mobilità; 11) la lettera r), nella parte in cui impone la semplificazione delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici, di riconoscimento del merito e di premialità, la razionalizzazione e l’integrazione dei sistemi di valutazione, anche al fine della migliore valutazione delle politiche, lo sviluppo di sistemi distinti per la misurazione dei risultati raggiunti dall’organizzazione e dei risultati raggiunti dai singoli dipendenti, nonché il potenziamento dei processi di valutazione indipendente del livello di efficienza e qualità dei servizi e delle attività delle amministrazioni pubbliche e degli impatti da queste prodotti, anche mediante il ricorso a standard di riferimento e confronti; 12) la lettera s), che prevede l’introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti finalizzate ad accelerare e rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l’esercizio dell’azione disciplinare; 13) la lettera t), che impone il rafforzamento del principio di separazione tra indirizzo politico-amministrativo e gestione.
La ricorrente sostiene che le richiamate disposizioni stabiliscono principi e criteri direttivi volti a disciplinare direttamente anche il pubblico impiego regionale, senza che intervenga alcuna distinzione e qualificazione di quei “principi generali dell’ordinamento” che soli sarebbero idonei a vincolare la potestà legislativa regionale in materia. Anche con riferimento a tali disposizioni, lette in combinato disposto con il comma 4 dell’art. 16, la Regione denuncia la violazione del principio di leale collaborazione. Nonostante le molteplici interferenze dei principi e dei criteri direttivi previsti dall’art. 17 con le competenze regionali, non risolvibili con il mero criterio della prevalenza del legislatore statale, la forma di raccordo con le Regioni che esse prescrivono – il parere in Conferenza unificata – sarebbe lesiva del principio di bilateralità, sulla base degli stessi argomenti svolti con riguardo alle disposizioni prima indicate.
1.5.– La Regione Veneto promuove questione di legittimità costituzionale anche nei confronti dell’art. 18, lettere a), b), c), e), i), l) e m), numeri da 1) a 7), della legge n. 124 del 2015, là dove delega il Governo ad operare un riordino della disciplina delle partecipazioni azionarie delle amministrazioni pubbliche e stabilisce, fra i principi e criteri direttivi: la previsione del ricorso ad una varietà di tipologie societarie in relazione alle attività svolte e agli interessi pubblici di riferimento, con applicazione di distinte discipline, derogando proporzionalmente alla disciplina privatistica (lettera a); l’individuazione delle regole, delle condizioni e dei limiti per la costituzione di società o per l’assunzione o il mantenimento di partecipazioni societarie da parte di amministrazioni pubbliche (lettera b); la definizione di un preciso regime di responsabilità degli amministratori delle amministrazioni partecipanti e degli organi delle società partecipate (lettera c); la razionalizzazione del regime pubblicistico per gli acquisti e il reclutamento del personale, per i vincoli alle assunzioni e le politiche retributive (lettera e); la previsione di piani di rientro per le società con bilanci in disavanzo con eventuale commissariamento (lettera i); la regolazione dei flussi finanziari, sotto qualsiasi forma, tra amministrazione pubblica e società partecipate secondo i criteri di parità di trattamento tra imprese pubbliche e private e operatore di mercato (lettera l); la puntuale individuazione di regole inerenti al riordino delle società partecipate dagli enti locali (lettera m, numeri da 1 a 7).
Le citate disposizioni violerebbero gli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 Cost., poiché la fissazione di tali principi e criteri eccederebbe dalle competenze statali in materia di «tutela della concorrenza» e di «coordinamento della finanza pubblica», invadendo sfere di competenza regionali. Inoltre, esse violerebbero il principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost., poiché prescriverebbero, in combinato disposto con il comma 4 dell’art. 16, per l’attuazione della delega, una forma di raccordo con le Regioni – il parere in Conferenza unificata – da ritenersi insufficiente, tenuto conto delle molteplici interferenze con le attribuzioni regionali.
In particolare, la Regione ritiene che l’art. 18, nella parte in cui vieta (alle lettere a e b) alle Regioni di assumere o mantenere partecipazioni in società, sottrarrebbe alle medesime la scelta delle modalità organizzative di svolgimento delle attività di produzione di beni e servizi strumentali alle proprie finalità istituzionali, con conseguente lesione della competenza regionale residuale in materia di organizzazione e funzionamento della Regione. Lo stesso art. 18, nella parte in cui delega al Governo la definizione della responsabilità non solo degli organi delle società partecipate, ma anche degli amministratori delle amministrazioni partecipanti (lettera c), inciderebbe nell’ambito della responsabilità amministrativa del personale regionale, che esula dalla competenza statale. Inoltre, là dove prevede la razionalizzazione del regime pubblicistico per gli acquisti e il reclutamento del personale, per i vincoli alle assunzioni e le politiche retributive (lettera e), l’art. 18 inciderebbe sulle competenze regionali in materia di organizzazione e funzionamento della Regione, di cui all’art. 117, quarto comma, Cost. Quanto alla delega al Governo a prevedere la possibilità di piani di rientro per le società con bilanci in disavanzo con eventuale commissariamento (lettera i), la Regione ne deduce l’illegittimità costituzionale, ritenendo che sia di sua competenza regolare dettagliatamente modalità e termini di esercizio del proprio potere sostitutivo nell’ambito delle materie di potestà legislativa regionale. Infine, l’attribuzione al Governo del compito di regolare i flussi finanziari, sotto qualsiasi forma, tra amministrazione pubblica e società partecipate (lettera l), determinerebbe una lesione dell’autonomia finanziaria della Regione di cui all’art. 119 Cost.
Con riguardo ai principi e criteri direttivi relativi al riordino delle società partecipate dagli enti locali, definiti dall’art. 18, lettera m), numeri da 1) a 7), della legge n. 124 del 2015, la ricorrente ne argomenta l’illegittimità costituzionale, poiché imporrebbero al Governo: l’individuazione dei criteri di scelta della forma societaria più adeguata per le società che gestiscono servizi strumentali e funzioni amministrative; l’individuazione, per le società che gestiscono servizi pubblici di interesse economico generale, di un numero massimo di esercizi con perdite di bilancio che comportino obblighi di liquidazione delle società; il rafforzamento delle misure volte a garantire il raggiungimento di obiettivi di qualità, efficienza, efficacia ed economicità, anche attraverso la riduzione dell’entità e del numero delle partecipazioni e l’incentivazione dei processi di aggregazione, intervenendo sulla disciplina dei rapporti finanziari fra ente locale e società partecipate nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e al fine di una maggiore trasparenza; la promozione della trasparenza; l’introduzione di un sistema sanzionatorio per la mancata attuazione dei principi di razionalizzazione e riduzione di cui allo stesso art. 18, basato anche sulla riduzione dei trasferimenti dello Stato alle amministrazioni che non ottemperano alle disposizioni in materia; l’introduzione di strumenti, anche contrattuali, volti a favorire la tutela dei livelli occupazionali nei processi di ristrutturazione e privatizzazione relativi alle società partecipate; la revisione degli obblighi di trasparenza e rendicontazione delle società partecipate nei confronti degli enti locali soci.
In tal modo, essi non lascerebbero alcuno spazio per l’intervento regolativo della Regione e sarebbero in contrasto con il principio di proporzionalità, giacché non si configurerebbero come il mezzo meno invasivo per disciplinare la concorrenza e il coordinamento della finanza pubblica, con ridondanza sulle competenze regionali.
1.6.– Viene, infine, impugnato dalla Regione Veneto l’art. 19, lettere b), c), d), g), h), l), m), n), o), p), s), t) e u), della legge n. 124 del 2015, nella parte in cui delega il Governo a operare il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali d’interesse economico generale e a tale scopo fissa una serie di principi e criteri direttivi che andrebbero ben al di là dei limiti entro cui deve attenersi la trasversalità della materia «tutela della concorrenza», incidendo su una pluralità di altri ambiti, rientranti nella sfera di competenza regionale residuale o concorrente (quali, per esempio, quello del trasporto pubblico locale e dell’organizzazione amministrativa regionale e degli enti locali), in violazione del criterio di proporzionalità.
In particolare, l’art. 19 determinerebbe la violazione degli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 Cost. nella parte in cui, fra i principi e criteri direttivi della delega, prevede: 1) alla lettera b), la soppressione, previa ricognizione, dei regimi di esclusiva, comunque denominati, non conformi ai principi generali in materia di concorrenza e comunque non indispensabili per assicurare la qualità e l’efficienza del servizio; 2) alla lettera c), l’individuazione della disciplina generale in materia di regolazione e organizzazione dei servizi di interesse economico generale di ambito locale, compresa la definizione dei criteri per l’attribuzione dei diritti speciali o esclusivi; 3) alla lettera d), la definizione, anche mediante rinvio alle normative di settore e armonizzazione delle stesse, dei criteri per l’organizzazione territoriale ottimale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica; 4) alla lettera g), l’individuazione dei criteri per la definizione dei regimi tariffari che tengano conto degli incrementi di produttività al fine di ridurre l’aggravio sui cittadini e sulle imprese; 5) alla lettera h), la definizione delle modalità di tutela degli utenti dei servizi pubblici locali; 6) alla lettera l), la previsione di una netta distinzione tra le funzioni di regolazione e controllo e le funzioni di gestione dei servizi, anche attraverso la modifica della disciplina sulle incompatibilità o sull’inconferibilità di incarichi o cariche; 7) alla lettera m), la revisione della disciplina dei regimi di proprietà e gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni, nonché di cessione dei beni in caso di subentro, in base a principi di tutela e valorizzazione della proprietà pubblica, di efficienza, di promozione della concorrenza, di contenimento dei costi di gestione, di semplificazione; 8 ) alla lettera n), l’individuazione e l’allocazione dei poteri di regolazione e controllo tra i diversi livelli di governo e le autorità indipendenti, al fine di assicurare la trasparenza nella gestione e nell’erogazione dei servizi, di garantire l’eliminazione degli sprechi, di tendere al continuo contenimento dei costi, aumentando nel contempo gli standard qualitativi dei servizi; 9) alla lettera o), la previsione di adeguati strumenti di tutela non giurisdizionale per gli utenti dei servizi; 10) alla lettera p), l’introduzione e il potenziamento di forme di consultazione dei cittadini e di partecipazione diretta alla formulazione di direttive alle amministrazioni pubbliche e alle società di servizi sulla qualità e sui costi degli stessi; 11) alla lettera s), la definizione del regime delle sanzioni e degli interventi sostitutivi, in caso di violazione della disciplina in materia; 12) alla lettera t), l’armonizzazione con la disciplina generale delle disposizioni speciali vigenti nei servizi pubblici locali, relative alla disciplina giuridica dei rapporti di lavoro; 13) alla lettera u), la definizione degli strumenti per la trasparenza e la pubblicizzazione dei contratti di servizio, relativi a servizi pubblici locali di interesse economico generale, da parte degli enti affidanti anche attraverso la definizione di contratti di servizio tipo per ciascun servizio pubblico locale di interesse economico generale.
Le citate disposizioni violerebbero, inoltre, il principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost., poiché, pur incidendo su ambiti di competenza regionale e sacrificando la possibilità per la Regione di adottare proprie scelte organizzative, prescriverebbero una forma di raccordo con la Regione inadeguata, considerato che, per effetto del combinato disposto tra l’art. 19 e l’art. 16, è stabilito che i relativi decreti legislativi di riordino siano adottati previa acquisizione del mero parere della Conferenza unificata, peraltro entro il breve termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il Governo può comunque procedere.
2.– Nel giudizio si è costituito il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, e ha chiesto che il ricorso promosso dalla Regione Veneto sia dichiarato infondato.
2.1.– In linea preliminare, la difesa statale sostiene che le censure rivolte in particolare all’art. 11, comma 1, lettere f) e i), della legge n. 124 del 2015, in riferimento al principio di ragionevolezza e buon andamento, siano inammissibili, considerato che si assume violato un precetto costituzionale diverso da quelli attinenti al riparto di competenza fra Stato e Regioni, che non ridonderebbe nella compressione di sfere di attribuzione costituzionalmente garantite alle Regioni.
Quanto, poi, alle censure promosse nei confronti dell’art. 16, commi 1 e 4, l’Avvocatura generale dello Stato ne segnala la genericità e rileva che non è stata impugnata la disposizione (il comma 2) nella quale sarebbero indicati i principi e criteri direttivi cui deve attenersi il Governo nell’esercizio della delega.
2.2.– Nel merito, le questioni sarebbero prive di fondamento in quanto tutte le disposizioni impugnate sarebbero riconducibili ad ambiti di competenza statale, quali, quello dell’organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali, dell’ordinamento civile, della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire sul territorio nazionale, della tutela della concorrenza.
2.2.1.– In particolare, la difesa statale ritiene che l’oggetto della disciplina contenuta nell’art. 1, comma 1, lettere b), c) e g), e comma 2, della legge n. 124 del 2015, debba essere ricondotto alla materia «coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale» di competenza legislativa esclusiva dello Stato ex art. 117, secondo comma, lettera r), Cost.
La disciplina contenuta nelle disposizioni impugnate, volta a promuovere progetti strategici in tema di digitalizzazione della pubblica amministrazione, atterrebbe unicamente al coordinamento sul piano tecnico delle varie iniziative di innovazione tecnologica, allo scopo di consentire la condivisione di linguaggio, procedure e standard omogenei, in un ambito unitario, in modo da permettere la più efficace comunicabilità tra i sistemi informatici delle varie amministrazioni.
La previsione del mero parere della Conferenza unificata sarebbe del tutto idonea ad assicurare il necessario coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali, in considerazione del rilievo eminentemente tecnico delle operazioni regolate dalla fonte statale.
Anche le censure promosse nei confronti dell’art. 11, comma 1, lettere a), b), numero 2, c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), e comma 2, della legge n. 124 del 2015 sarebbero prive di fondamento. Queste disposizioni, infatti, inciderebbero in un ambito, quello del pubblico impiego, nel quale si intrecciano aspetti relativi alla competenza esclusiva dello Stato con altri che eccedono dalle competenze statali, in modo che non sarebbe possibile determinare in via preventiva e astratta quali dovranno essere ritenute vincolanti e lesive per le Regioni. D’altro canto, la difesa statale ricorda che la giurisprudenza costituzionale ha ricondotto alla materia «ordinamento civile», di competenza esclusiva statale, numerosi ambiti del lavoro pubblico, fra cui non solo la disciplina della fase costitutiva, le vicende del rapporto inerenti alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e quelle del recesso dal rapporto di lavoro propriamente subordinato, ma anche differenti ipotesi rientranti nella cosiddetta parasubordinazione (quali le collaborazioni coordinate e continuative a progetto), la trasformazione dei contratti di lavoro (da tempo parziale a tempo pieno), la disciplina delle libertà e dei diritti sindacali, i contratti a contenuto formativo, la disciplina dell’orario di lavoro e dei trattamenti economici, ordinari e accessori, la disciplina dei rimborsi spese e dell’indennità di trasferta, quali componenti del trattamento economico del dipendente pubblico regionale.
Il resistente precisa che la previsione di un ruolo unico della dirigenza pubblica, caratterizzata dalla piena mobilità tra i ruoli, configurerebbe una modalità per rendere effettivo il diritto al lavoro di cui all’art. 4 Cost. e rimuovere gli ostacoli all’esercizio di tale diritto in qualunque parte del territorio nazionale (art. 120 Cost.).
Egualmente prive di fondamento sarebbero le censure promosse nei confronti dell’art. 17, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), l), m), o), q), r), s) e t), della legge n. 124 del 2015. Alcune delle disposizioni citate sarebbero, infatti, riconducibili, come per la dirigenza pubblica, alla materia «ordinamento civile». Altre conterrebbero principi direttivi (come quello della centralizzazione delle procedure concorsuali, dell’introduzione del sistema informativo nazionale per orientare la programmazione delle assunzioni, della rilevazione delle competenze dei lavoratori) volti a perseguire l’obiettivo del contenimento della spesa pubblica e dell’equilibrio dei conti consolidati degli enti pubblici e quindi configurabili quali principi di coordinamento della finanza pubblica.
Anche le censure promosse nei confronti delle disposizioni dell’art. 18, lettere a), b), c), e), i), l) e m), numeri da 1) a 7), della legge n. 124 del 2015, che recano la delega per la riorganizzazione, semplificazione e tutela della concorrenza nella materia delle partecipazioni azionarie delle pubbliche amministrazioni, sarebbero prive di fondamento.
Le disposizioni impugnate non rientrerebbero nella materia dell’organizzazione amministrativa perché non sarebbero volte a regolare una modalità di svolgimento dell’attività amministrativa, bensì dell’«ordinamento civile», in quanto mirerebbero a definire il regime giuridico di soggetti di diritto privato e a tracciare il confine tra attività amministrativa e attività di persone giuridiche private. Tali disposizioni, inoltre, volte ad evitare che soggetti dotati di privilegi operino in mercati concorrenziali, quindi ad impedire che le società con partecipazione pubblica costituiscano fattori di distorsione della concorrenza, sarebbero riconducibili anche alla materia «tutela della concorrenza» di competenza legislativa esclusiva statale.
Quanto alle censure rivolte all’art. 19, lettere b), c), d), g), h), l), m), n), o), p), s), t) e u), della legge n. 124 del 2015, la difesa statale ne sostiene l’infondatezza, sull’assunto che esse, volte a definire criteri e principi direttivi di riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di interesse economico generale, siano riferibili alla materia «tutela della concorrenza», oltre che a quella inerente alle «funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane», entrambe di competenza legislativa statale esclusiva. Peraltro, in considerazione del fatto che, attraverso la prestazione dei servizi pubblici locali si concretizzano molteplici ed importanti diritti sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, si delineerebbe anche la competenza del legislatore statale in ordine alla «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali».
Le disposizioni di cui all’art. 19, infine, finalizzate al contenimento ed alla razionalizzazione della spesa pubblica, rientrerebbero nel novero dei principi di «coordinamento della finanza pubblica» ai sensi dell’art. 117, terzo comma, Cost.
In ogni caso, non sarebbe leso neanche il principio di leale collaborazione, poiché il parere della Conferenza unificata sarebbe idoneo ad assicurare tutte le necessarie fasi dialogiche per l’adozione dei relativi decreti attuativi che incidano su materie in cui sussistano forme di interferenza tra le relative competenze.
3.– La Regione Veneto, con memoria depositata nell’imminenza dell’udienza, ha ribadito gli argomenti già svolti nell’atto introduttivo a sostegno della richiesta declaratoria di illegittimità costituzionale di tutte le disposizioni censurate. La ricorrente ha inoltre rilevato che alcune delle medesime disposizioni si sono già tradotte in decreti legislativi e precisamente nel decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179 (Modifiche ed integrazioni al Codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ai sensi dell’articolo 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), nel decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica) e nel decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171 (Attuazione della delega di cui all’articolo 11, comma 1, lettera p, della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria). A tal proposito la Regione si riserva la valutazione sull’impugnazione di tali decreti.
4.– All’udienza pubblica le parti hanno ribadito le conclusioni svolte nelle memorie scritte.

Considerato in diritto
La Regione impugna:
– l’art. 11, comma 1, lettera f), nella parte in cui, con riferimento alla mobilità della dirigenza, prescrivendo che il Governo preveda i casi e le condizioni in cui non è richiesto il previo assenso delle amministrazioni di appartenenza per la mobilità della dirigenza medica e sanitaria, porrebbe un principio generale di ampliamento delle ipotesi di mobilità dei dirigenti, senza considerare che la selezione dei dirigenti in servizio è avvenuta sulla base dell’accertamento di specifiche competenze tecniche da parte dell’ente che ha bandito il concorso, in contrasto con il principio di ragionevolezza e buon andamento dell’amministrazione (artt. 3 e 97 Cost.), e conseguentemente delle relative competenze regionali;
– l’art. 11, comma 1, lettera i), nella parte in cui, stabilendo criteri e principi direttivi in ordine ai dirigenti privi di incarico e in specie prevedendo la decadenza dal ruolo unico, entrerebbe in contrasto con gli artt. 3 e 97 Cost. in quanto determinerebbe una reformatio in peius del regime vigente con una violazione del principio del legittimo affidamento e del buon andamento dell’amministrazione, che, incidendo sul principio di autonomia dell’amministrazione dalla politica, ridonderebbe in una lesione delle competenze regionali;
– l’art. 11, comma 1, lettera p), là dove, dettando principi e criteri direttivi con riferimento «al conferimento degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario, nonché, ove previsto dalla legislazione regionale, di direttore dei servizi socio-sanitari, delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale», recherebbe norme di dettaglio, atte a comprimere indebitamente competenze regionali, in ragione dell’attinenza della materia alla tutela della salute e all’organizzazione amministrativa regionale e tali da configurare una disciplina irragionevole e contraria al principio del buon andamento della pubblica amministrazione, in violazione degli artt. 3, 97, 117, terzo e quarto comma, e 118 Cost.;
– gli artt. 1, comma 1, e 23, nella parte in cui stabiliscono che dall’attuazione della legge in oggetto e dai decreti legislativi da essa previsti (volti a modificare e integrare il codice dell’amministrazione digitale) non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica statale. Tali disposizioni sono impugnate in riferimento agli artt. 81 e 119 Cost. in quanto imporrebbero un nuovo e improprio onere di finanziamento della riforma in capo alle Regioni.
2. – In via preliminare, non si riscontrano ostacoli all’esame nel merito delle censure promosse, per il sol fatto che esse sono contenute in una legge delega.
Questa Corte ha, già da tempo, riconosciuto che la legge di delegazione, in quanto atto avente forza di legge, non si sottrae, ai sensi dell’art. 134 Cost., al controllo di costituzionalità in via principale, di cui può divenire oggetto, quando sia possibile riscontrare una lesione dell’autonomia regionale (sentenza n. 224 del 1990; e, fra le altre, sentenze n. 205 del 2005, n. 50 del 2005 e n. 359 del 1993). In tali casi, l’attenzione deve cadere non tanto «sulla natura dell’atto impugnato, di per sé inequivocabilmente capace di integrare l’ordinamento giuridico con norme primarie», quanto piuttosto «sulla ricorrenza dell’interesse regionale ad impugnarlo» (sentenza n. 278 del 2010).
Nella specie, il carattere puntuale delle disposizioni oggetto delle censure della legge n. 124 del 2015, contenenti deleghe, è sufficiente a dimostrare l’attitudine lesiva delle medesime, ritenute dalla ricorrente invasive delle sfere di competenza legislativa regionale concorrente e residuale, indicate nel ricorso. Quest’ultimo è dunque ammissibile.
2.1.– Ancora preliminarmente, occorre esaminare le eccezioni di inammissibilità sollevate dal Presidente del Consiglio dei ministri, nei confronti delle censure concernenti l’art. 11, comma 1, lettere f) e i), in riferimento agli artt. 3 e 97 Cost.
La difesa statale sostiene che tali censure siano inammissibili, poiché si assume violato un precetto costituzionale diverso da quelli attinenti al riparto di competenza fra Stato e Regioni, che non ridonderebbe nella compressione di sfere di attribuzione costituzionalmente garantite alle Regioni.
Tali eccezioni sono prive di fondamento.
Questa Corte ha più volte affermato che «le Regioni possono evocare parametri di legittimità diversi da quelli che sovrintendono al riparto di attribuzioni solo quando la violazione denunciata sia potenzialmente idonea a determinare una lesione delle attribuzioni costituzionali delle Regioni (sentenze n. 8 del 2013 e n. 199 del 2012) e queste abbiano sufficientemente motivato in ordine ai profili di una possibile ridondanza della predetta violazione sul riparto di competenze, assolvendo all’onere di operare la necessaria indicazione della specifica competenza regionale che ne risulterebbe offesa e delle ragioni di tale lesione (nello stesso senso, le sentenze n. 29 del 2016, n. 251, n. 189, n. 153, n. 140, n. 89 e n. 13 del 2015)» (sentenza n. 65 del 2016).
Nella specie le richiamate condizioni sono soddisfatte, considerato che la Regione censura le disposizioni citate congiuntamente alle altre di cui all’art. 11, comma 1, perché, dettando principi direttivi puntuali, volti a disciplinare anche la dirigenza regionale, invaderebbero la sfera di competenza regionale residuale in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa regionale. Tale invasione, con particolare riguardo alla disciplina recata dalla lettera f), si rivelerebbe anche irragionevole e lesiva del buon andamento dell’amministrazione, posto che priverebbe l’amministrazione (regionale), che ha bandito il concorso e selezionato i dirigenti sulla base dell’accertamento di specifiche competenze tecniche, della possibilità di interloquire (e quindi eventualmente assentire) in ordine alla mobilità della dirigenza medica e sanitaria. Con riguardo alla lettera i), l’invasione sarebbe del pari irragionevole e lesiva del buon andamento, nella parte in cui prevede la decadenza dal ruolo unico dei dirigenti privi di incarico, comprimendo l’autonomia amministrativa regionale.
Sono, pertanto, chiaramente individuati gli specifici ambiti di competenza regionale incisi dalla norma statale, così come è soddisfatto l’onere di motivazione gravante sulla Regione.
2.2.– Sulla base dei medesimi argomenti appena svolti devono ritenersi ammissibili le censure di violazione degli artt. 3 e 97 Cost. nei confronti dell’art. 11, comma 1, lettera p), in tema di disciplina della dirigenza sanitaria. Anche in tal caso, infatti, le predette censure sono meramente strumentali a quelle di invasione delle competenze legislative regionali residuali in materia di organizzazione amministrativa regionale e di quelle concorrenti in materia di tutela della salute.
2.3.– Del pari priva di fondamento è l’eccezione di inammissibilità proposta dalla difesa del Presidente del Consiglio dei ministri per genericità delle censure svolte nei confronti dell’art. 16, commi 1 e 4, della medesima legge n. 124 del 2015.
La disposizione è censurata perché non conterrebbe solo la delega alla semplificazione, cui fanno riferimento i principi e criteri direttivi indicati al comma 2, non impugnati, ma anche alla riorganizzazione dei settori del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche, nonché dei servizi pubblici di interesse economico generale, secondo i principi indicati agli artt. 17, 18 e 19, oggetto delle censure. La delega invaderebbe, pertanto, sfere di competenze regionali di cui all’art. 117, terzo e quarto comma, Cost. (organizzazione amministrativa regionale, trasporto pubblico locale e servizi pubblici). Essa violerebbe anche il principio di leale collaborazione, nella parte in cui prevede, al comma 4, che i decreti legislativi attuativi, nonostante l’incidenza sulle richiamate materie di competenza regionale, siano adottati previo parere della Conferenza unificata, forma di raccordo con le Regioni ritenuta insufficiente e lesiva del principio di bilateralità, poiché il mancato raggiungimento dell’accordo entro il termine di quarantacinque giorni legittimerebbe, di per sé, l’assunzione unilaterale di atti normativi da parte del Governo.
Le censure sono, pertanto, chiaramente proposte, in quanto sono state identificate le materie di competenza regionale sulle quali interferirebbe la normativa impugnata e conseguentemente è stata denunciata la violazione del principio di leale collaborazione.
2.4.– Ancora preliminarmente, deve essere dichiarata l’inammissibilità della questione di legittimità costituzionale promossa nei confronti degli artt. 1, comma 1, e 23, nella parte in cui stabilisce che dall’attuazione della legge in oggetto e dai decreti legislativi da essa previsti non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica statale.
Tali disposizioni sono impugnate in riferimento agli artt. 81 e 119 Cost., poiché imporrebbero un nuovo e improprio onere di finanziamento della riforma in capo alle Regioni, di cui, tuttavia, non è fornita alcuna dimostrazione. La ricorrente, infatti, denuncia la violazione dell’art. 81 Cost. senza fornirne le ragioni e senza considerare che al successivo comma 2 è espressamente stabilito che «[i] decreti legislativi di attuazione delle deleghe contenute nella presente legge sono corredati di relazione tecnica che dia conto della neutralità finanziaria dei medesimi ovvero dei nuovi o maggiori oneri da essi derivanti e dei corrispondenti mezzi di copertura». Essa omette, altresì, di spiegare in che modo dalla pretesa lesione dell’art. 81 Cost. deriverebbe una violazione della propria autonomia finanziaria, corrispondente all’imposizione di un nuovo onere di finanziamento della riforma a proprio carico, considerato che il comma 1 dell’art. 23 espressamente dispone che dall’attuazione della legge in oggetto e dai decreti legislativi da essa previsti (volti a modificare e integrare il codice dell’amministrazione digitale) non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico, in generale, della finanza pubblica e quindi anche di quella regionale.
3.– Nel passare, per ciascuna delle questioni promosse, all’esame del merito, occorre svolgere preliminarmente alcune considerazioni generali.
Tutte le disposizioni impugnate riflettono l’intento del legislatore delegante di incidere sulla «riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», secondo un criterio di diversificazione delle misure da adottare nei singoli decreti legislativi. Esse spaziano dalla cittadinanza digitale (art. 1), alla dirigenza pubblica (art. 11), dal lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni (art. 17), alle partecipazioni azionarie delle amministrazioni pubbliche (art. 18 ), ai servizi pubblici locali di interesse economico generale (art. 19) e, proprio per questo, influiscono su molteplici sfere di competenza legislativa anche regionale. Nella complessa struttura delle norme contenenti le deleghe riguardanti i settori indicati, occorre verificare se vi sia una prevalente competenza statale, cui ricondurre il disegno riformatore nella sua interezza.
Un simile intervento del legislatore statale rientra, infatti, nel novero di quelli, già sottoposti all’attenzione di questa Corte, volti a disciplinare, in maniera unitaria, fenomeni sociali complessi, rispetto ai quali si delinea una «fitta trama di relazioni, nella quale ben difficilmente sarà possibile isolare un singolo interesse», quanto piuttosto interessi distinti «che ben possono ripartirsi diversamente lungo l’asse delle competenze normative di Stato e Regioni» (sentenza n. 278 del 2010), corrispondenti alle diverse materie coinvolte.
In tali casi occorre valutare se una materia si imponga sulle altre, al fine di individuare la titolarità della competenza.
Talvolta la valutazione circa la prevalenza di una materia su tutte le altre può rivelarsi impossibile e avallare l’ipotesi, diversa da quella in precedenza considerata, di concorrenza di competenze, che apre la strada all’applicazione del principio di leale collaborazione. In ossequio a tale principio il legislatore statale deve predisporre adeguati strumenti di coinvolgimento delle Regioni, a difesa delle loro competenze. L’obiettivo è contemperare le ragioni dell’esercizio unitario delle stesse con la garanzia delle funzioni costituzionalmente attribuite alle autonomie (sentenze n. 65 del 2016, n. 88 del 2014 e n. 139 del 2012).
Il parere come strumento di coinvolgimento delle autonomie regionali e locali non può non misurarsi con la giurisprudenza di questa Corte che, nel corso degli anni, ha sempre più valorizzato la leale collaborazione quale principio guida nell’evenienza, rivelatasi molto frequente, di uno stretto intreccio fra materie e competenze e ha ravvisato nell’intesa la soluzione che meglio incarna la collaborazione (di recente, sentenze n. 21 e n. 1 del 2016). Quel principio è tanto più apprezzabile se si considera la «perdurante assenza di una trasformazione delle istituzioni parlamentari e, più in generale, dei procedimenti legislativi» (sentenza n. 278 del 2010) e diviene dirimente nella considerazione di interessi sempre più complessi, di cui gli enti territoriali si fanno portatori.
Un’analoga esigenza di coinvolgere adeguatamente le Regioni e gli enti locali nella forma dell’intesa è stata riconosciuta anche nella diversa ipotesi della attrazione in sussidiarietà della funzione legislativa allo Stato, in vista dell’urgenza di soddisfare esigenze unitarie, economicamente rilevanti, oltre che connesse all’esercizio della funzione amministrativa. In tal caso, l’esercizio unitario che consente di attrarre, insieme alla funzione amministrativa, anche quella legislativa, può aspirare a superare il vaglio di legittimità costituzionale – e giustificare la deroga al riparto di competenze contenuto nel Titolo V – «solo in presenza di una disciplina che prefiguri un iter in cui assumano il dovuto risalto le attività concertative e di coordinamento orizzontale, ovverosia le intese, che devono essere condotte in base al principio di lealtà» (sentenza n. 303 del 2003; di recente, sentenza n. 7 del 2016).
Questa Corte ha individuato nel sistema delle conferenze «il principale strumento che consente alle Regioni di avere un ruolo nella determinazione del contenuto di taluni atti legislativi statali che incidono su materie di competenza regionale» (sentenza n. 401 del 2007) e «[u]na delle sedi più qualificate per l’elaborazione di regole destinate ad integrare il parametro della leale collaborazione» (sentenza n. 31 del 2006). In armonia con tali indicazioni, l’evoluzione impressa al sistema delle conferenze finisce con il rivelare una fisiologica attitudine dello Stato alla consultazione delle Regioni e si coniuga con il riconoscimento, ripetutamente operato da questa Corte, dell’intesa in sede di Conferenza unificata, quale strumento idoneo a realizzare la leale collaborazione tra lo Stato e le autonomie (ex plurimis, sentenze n. 88 del 2014, n. 297 e n. 163 del 2012), «qualora non siano coinvolti interessi esclusivamente e individualmente imputabili al singolo ente autonomo» (sentenza n. 1 del 2016).
Inserite in questo quadro evolutivo, le procedure di consultazione devono «prevedere meccanismi per il superamento delle divergenze, basati sulla reiterazione delle trattative o su specifici strumenti di mediazione» (sentenza n. 1 del 2016; nello stesso senso, sentenza n. 121 del 2010). Non si prefigura una «drastica previsione, in caso di mancata intesa, della decisività della volontà di una sola delle parti, la quale riduce all’espressione di un parere il ruolo dell’altra» (sentenza n. 24 del 2007). La reiterazione delle trattative, al fine di raggiungere un esito consensuale (ex plurimis, sentenze n. 121 del 2010, n. 24 del 2007, n. 339 del 2005), non comporta in alcun modo che lo Stato abdichi al suo ruolo di decisore, nell’ipotesi in cui le strategie concertative abbiano esito negativo e non conducano a un accordo (sentenze n. 7 del 2016, n. 179 del 2012, n. 165 del 2011; in generale, con riferimento al «principio dell’accordo», sentenza n. 19 del 2015).
È pur vero che questa Corte ha più volte affermato che il principio di leale collaborazione non si impone al procedimento legislativo. Là dove, tuttavia, il legislatore delegato si accinge a riformare istituti che incidono su competenze statali e regionali, inestricabilmente connesse, sorge la necessità del ricorso all’intesa.
Quest’ultima si impone, dunque, quale cardine della leale collaborazione anche quando l’attuazione delle disposizioni dettate dal legislatore statale è rimessa a decreti legislativi delegati, adottati dal Governo sulla base dell’art. 76 Cost.
Tali decreti, sottoposti a limiti temporali e qualitativi, condizionati quanto alla validità a tutte le indicazioni contenute non solo nella Costituzione, ma anche, per volontà di quest’ultima, nella legge di delegazione, finiscono, infatti, con l’essere attratti nelle procedure di leale collaborazione, in vista del pieno rispetto del riparto costituzionale delle competenze.
Nel seguire le cadenze temporali entro cui esercita la delega, riferita a «oggetti distinti suscettibili di separata disciplina» (art. 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, recante «Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri»), il Governo può fare ricorso a tutti gli strumenti che reputa, di volta in volta, idonei al raggiungimento dell’obiettivo finale. Tale obiettivo consiste nel vagliare la coerenza dell’intero procedimento di attuazione della delega, senza sottrarlo alla collaborazione con le Regioni.
4.– Poste tali premesse, si può passare all’esame delle questioni promosse nei confronti delle disposizioni impugnate che recano le deleghe inerenti a singoli settori.
4.1.– Si devono, anzitutto, scrutinare le disposizioni di cui all’art. 1, comma 1, lettere b), c) e g), e comma 2, nella parte in cui dettano principi e criteri direttivi in ordine alla delega al Governo all’adozione di «uno o più decreti legislativi volti a modificare e integrare, anche disponendone la delegificazione, il codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82», previo parere della Conferenza unificata di cui all’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 (Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali), censurate in riferimento agli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost.
4.1.1.– La questione non è fondata.
Le disposizioni impugnate si prefiggono l’obiettivo di agevolare la realizzazione, da parte di tutte le amministrazioni, della Agenda digitale italiana, già attuata in ambito nazionale con il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 17 dicembre 2012, n. 221, «nel quadro delle indicazioni sancite a livello europeo» (art. 1).
Esse indicano al Governo di: «ridefinire e semplificare», non solo «i procedimenti amministrativi, in relazione alle esigenze di celerità, certezza dei tempi e trasparenza nei confronti dei cittadini e delle imprese, mediante una disciplina basata sulla loro digitalizzazione e per la piena realizzazione del principio “innanzitutto digitale”», ma anche «l’organizzazione e le procedure interne a ciascuna amministrazione» (comma 1, lettera b). Dettano anche previsioni puntuali inerenti all’adozione di specifiche e peculiari modalità di espletamento dei servizi e di impiego della banda ultralarga in vari settori, fra i quali quello scolastico, quello sanitario e quello turistico, e vincolano il Governo all’introduzione di modalità telematiche per garantire la partecipazione ai «processi decisionali delle istituzioni pubbliche» (comma 1, lettera c). Prescrivono, inoltre, di «favorire l’elezione di un domicilio digitale da parte di cittadini e imprese ai fini dell’interazione con le amministrazioni» (comma 1, lettera g).
Le disposizioni impugnate, che pure intersecano sfere di attribuzione regionale come il turismo e l’organizzazione amministrativa regionale, costituiscono, in via prevalente, espressione della competenza statale nella materia del «coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale» (art. 117, secondo comma, lettera r, Cost.). Esse sono anzitutto strumentali per «assicurare una comunanza di linguaggi, di procedure e di standard omogenei, in modo da permettere la comunicabilità tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione» (sentenza n. 17 del 2004; nello stesso senso, fra le altre, sentenze n. 23 del 2014 e n. 46 del 2013). Assolvono, inoltre, all’esigenza primaria di offrire ai cittadini garanzie uniformi su tutto il territorio nazionale, nell’accesso ai dati personali, come pure ai servizi, esigenza che confina anche con la determinazione di livelli essenziali delle prestazioni. Tanto basta per confermare la piena competenza dello Stato, coerente con l’impegno, dallo stesso assunto, di uniformarsi alle indicazioni provenienti dall’Unione europea.
La riconduzione alla competenza legislativa statale della normativa impugnata esclude anche ogni profilo di violazione del principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost., in particolare con riguardo alla procedura di adozione dei decreti legislativi, subordinata, ai sensi del comma 2, all’acquisizione del parere in sede di Conferenza unificata di cui all’art. 8 del decreto legislativo n. 281 del 1997.
4.2.– Le disposizioni contenute nell’art. 11, comma 1, lettere a), b), numero 2), c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), e comma 2, sono impugnate perché ritenute lesive della competenza legislativa regionale residuale in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa regionale, nella parte in cui dettano principi e criteri direttivi della delega al Governo anche in tema di dirigenza regionale, nonché del principio di leale collaborazione, per la previsione dell’adozione dei decreti legislativi attuativi, previo parere in Conferenza unificata.
4.2.1.– La questione è fondata nei termini di seguito precisati.
Si tratta di disposizioni che contribuiscono a definire una serie di principi e criteri direttivi molto puntuali, relativi alla delega al Governo in tema di riorganizzazione di tutta la dirigenza pubblica. La delega intende innovare profondamente la disciplina previgente, mediante l’istituzione del sistema della dirigenza pubblica, articolato in ruoli unificati e coordinati dei dirigenti dello Stato, dei dirigenti regionali e dei dirigenti degli enti locali, accomunati da requisiti omogenei di accesso e da procedure analoghe di reclutamento (comma 1, lettera a), nonché mediante la previsione di regole unitarie inerenti non solo al trattamento economico e al regime di responsabilità dei dirigenti, ma anche alla formazione e al conferimento, alla durata e alla revoca degli incarichi. Le disposizioni impugnate si inseriscono nel quadro degli interventi volti a definire regole omogenee e unitarie in tema di dirigenza pubblica, in un’ottica di miglioramento del “rendimento” dei pubblici uffici e dunque di garanzia del buon andamento dell’amministrazione.
Riguardo all’istituzione del ruolo unico dei dirigenti regionali, si deve osservare che – diversamente da altre disposizioni impugnate – è espressamente prevista l’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni (comma 1, lettera b, numero 2). Sono poi dettate regole puntuali e dettagliate, la cui attuazione è demandata al Governo mediante decreti legislativi, inerenti all’inquadramento dei dirigenti delle Regioni nella fase di prima applicazione (comma 1, lettera b), all’accesso al ruolo (comma 1, lettera c, numeri 1 e 2), alla formazione permanente (lettera e), alla mobilità (lettera f), al conferimento e alla durata degli incarichi (lettere g e h), al trattamento e ai diritti dei dirigenti privi di incarico (lettera i), alla valutazione dei risultati (lettera l), alla responsabilità (lettera m), alla retribuzione (lettera n), al regime della dirigenza sanitaria (lettera p), alla revoca degli incarichi (lettera q).
È innegabile che tali disposizioni incidano su ambiti riconducibili alla competenza del legislatore statale in materia di «ordinamento civile», nella parte in cui attengono a profili inerenti al trattamento economico (fra le tante, sentenze n. 211 e n. 61 del 2014) o al regime di responsabilità (sentenza n. 345 del 2004), o comunque a profili relativi al rapporto di lavoro privatizzato, o a competenze statali concorrenti, come quella, relativa alla disciplina della dirigenza sanitaria, costituita dalla determinazione dei principi fondamentali in materia di tutela della salute.
Altrettanto innegabile è che le disposizioni in esame siano in parte riconducibili alla competenza regionale residuale in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa regionale, entro cui si collocano le procedure concorsuali pubblicistiche per l’accesso al ruolo (così come a tutto il pubblico impiego: sentenze n. 310 del 2011 e n. 324 del 2010), il conferimento degli incarichi (sentenza n. 105 del 2013) e la durata degli stessi.
Questa Corte ha ritenuto tali aspetti inerenti ai profili pubblicistico-organizzativi della dirigenza pubblica, così come di tutto il lavoro pubblico (fra le tante, sentenza n. 149 del 2012). Il legislatore statale interviene in questi casi solo per fissare principi generali a garanzia del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione (sentenza n. 105 del 2013).
Le medesime disposizioni sono anche riferite alla competenza regionale residuale in materia di formazione o a quella concorrente in materia di tutela della salute, con riguardo alla disciplina di dettaglio della dirigenza regionale (sentenze n. 124 del 2015, n. 233 e n. 181 del 2006).
È dunque palese il concorso di competenze, inestricabilmente connesse, nessuna delle quali si rivela prevalente, ma ciascuna delle quali concorre alla realizzazione dell’ampio disegno di riforma della dirigenza pubblica. Pertanto, non è costituzionalmente illegittimo l’intervento del legislatore statale, se necessario a garantire l’esigenza di unitarietà sottesa alla riforma. Tuttavia, esso deve muoversi nel rispetto del principio di leale collaborazione, indispensabile anche in questo caso a guidare i rapporti tra lo Stato e il sistema delle autonomie (ex plurimis, sentenze n. 26 e n. 1 del 2016, n. 140 del 2015, n. 44 del 2014, n. 237 del 2009, n. 168 e n. 50 del 2008 ). Poiché le disposizioni impugnate toccano sfere di competenza esclusivamente statali e regionali, il luogo idoneo di espressione della leale collaborazione deve essere individuato nella Conferenza Stato-Regioni.
Si deve osservare, infatti, che la disposizione contenuta nell’art. 11, comma 1, lettera b), numero 2), specifica che l’istituzione del ruolo unico dei dirigenti regionali deve avvenire previa intesa nella Conferenza Stato-Regioni. Il legislatore statale svela, in questo caso, l’esigenza di procedere al coinvolgimento delle Regioni, poiché è consapevole di incidere sulle sfere di competenze regionali.
Appare dunque irragionevole non estendere il vincolo concertativo all’individuazione specifica dei requisiti di accesso al ruolo e di reclutamento e anche dei criteri di conferimento, durata e revoca degli incarichi, requisiti che attengono ai profili pubblicistico-organizzativi del lavoro pubblico, come tali riconducibili alla materia dell’organizzazione amministrativa regionale (sentenza n. 149 del 2012). La dettagliata enunciazione di principi e criteri direttivi nella legge di delegazione, pur riconducibile a apprezzabili esigenze di unitarietà, incide profondamente sulle competenze regionali e postula, per questo motivo, l’avvio di procedure collaborative nella fase di attuazione della delega.
4.2.2.– Deve, pertanto, essere dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, comma 1, lettere a), b), numero 2, c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), e comma 2, nella parte in cui, nonostante le molteplici interferenze con le competenze regionali non risolvibili mediante il criterio della prevalenza del legislatore statale, prescrive, per l’adozione dei decreti legislativi delegati attuativi, una forma di raccordo con le Regioni – il parere in Conferenza unificata – da ritenersi lesiva del principio di leale collaborazione perché non idonea a realizzare un confronto autentico con le autonomie regionali, necessario a contemperare la compressione delle loro competenze. Solo l’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, contraddistinta da una procedura che consente lo svolgimento di genuine trattative, garantisce un reale coinvolgimento.
4.2.3.– Restano assorbite le specifiche questioni promosse nei confronti dell’art. 11, comma 1, lettere f), i) e p), in riferimento agli artt. 3 e 97 Cost.
5.– Le questioni promosse nei confronti dei commi 1 e 4 dell’art. 16 sono strettamente connesse a quelle riferite agli artt. 17, 18 e 19 della medesima legge.
Infatti, l’art. 16 è censurato nel suo comma 1, poiché conterrebbe una delega alla “riorganizzazione” della disciplina vigente in tema di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, di partecipazione azionaria delle amministrazioni pubbliche e di servizi pubblici locali di interesse economico generale, i cui principi e criteri direttivi sono indicati, rispettivamente, all’art. 17, all’art. 18 e all’art. 19. Il comma 4 del medesimo art. 16 è censurato nella parte in cui stabilisce le modalità procedurali dell’attuazione delle deleghe, relative alle richiamate materie, e in particolare subordina l’adozione dei relativi decreti legislativi al mero parere della Conferenza unificata, nonostante le molteplici interferenze delle deleghe in ambiti di competenza regionale, in violazione del principio di leale collaborazione.
L’esame di tali questioni deve, pertanto, essere svolto congiuntamente a quello delle questioni inerenti agli artt. 17, 18 e 19.
6.– Anche le disposizioni di cui all’art. 17, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), l), m), o), q), r), s) e t), sono impugnate nella parte in cui, definendo i principi e i criteri direttivi della delega al Governo per il riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, sono riferite anche al lavoro pubblico regionale, con conseguente violazione della competenza legislativa residuale delle Regioni in materia di organizzazione amministrativa regionale. Esse inoltre demandano l’attuazione di tali principi e criteri a decreti legislativi delegati, da adottarsi previo parere in sede di Conferenza unificata (ai sensi dell’art. 16, comma 4), in violazione del principio di leale collaborazione.
6.1.– La questione è fondata, in conformità agli argomenti svolti con riguardo alle disposizioni di cui all’art. 11 della medesima legge n. 124 del 2015.
Ancora una volta occorre collocare le disposizioni impugnate nel quadro complessivo delineato dall’art. 17. Quest’ultimo si propone di riordinare la disciplina del lavoro alle dipendenze di tutte le pubbliche amministrazioni e di riformare la disciplina vigente in prospettiva unitaria, ma in ambiti disparati, che spaziano dal reclutamento, al rapporto di lavoro, al contenimento delle assunzioni, al lavoro flessibile, alla valutazione e alla responsabilità disciplinare dei dipendenti pubblici.
Le disposizioni specificamente impugnate dettano puntuali indicazioni al Governo riguardo alle procedure concorsuali per l’accesso al lavoro pubblico, sia con la previsione di requisiti di ammissione e criteri di valutazione (là dove impongono, alla lettera a, di privilegiare «l’esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche», o, alla lettera b, «l’accertamento della capacità dei candidati di utilizzare e applicare a problemi specifici e casi concreti nozioni teoriche», o ancora là dove prescrivono, alla lettera d, la soppressione del requisito del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi per l’accesso agli impieghi, o, alla lettera e, l’accertamento della conoscenza della lingua inglese e di altre lingue, o, alla lettera f, la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca); sia imponendo modalità di espletamento delle prove (come alla lettera c, che prescrive l’accentramento dei concorsi per tutte le amministrazioni pubbliche e la revisione delle modalità di espletamento degli stessi).
Le disposizioni in esame assegnano inoltre al Governo il compito di attribuire all’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) le competenze in tema di accertamento medico legale in caso di assenze dei dipendenti pubblici per malattia al fine di garantire l’effettività dei controlli (lettera l), di definire gli obiettivi di contenimento delle assunzioni, differenziati in relazione agli effettivi fabbisogni (lettera m), di introdurre una disciplina delle forme del lavoro flessibile (lettera o), di prevedere il «progressivo superamento della dotazione organica come limite alle assunzioni […] anche al fine di facilitare i processi di mobilità» (lettera q), di semplificare la disciplina in tema di valutazione dei dipendenti pubblici, di riconoscimento del merito e di premialità, e razionalizzare i sistemi di valutazione (lettera r), di ridefinire il regime della responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti al fine di accelerare e rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l’esercizio dell’azione disciplinare (lettera s), infine di rafforzare il principio di separazione tra indirizzo politico-amministrativo e gestione (lettera t).
Dall’esame appena svolto emerge chiaramente che le disposizioni impugnate incidono in parte in ambiti riconducibili alla competenza dello Stato, in specie ove dettano indicazioni inerenti al rapporto di lavoro dei dipendenti, anche regionali e degli enti locali, ormai privatizzato e dunque soggetto alle norme dell’ordinamento civile di spettanza esclusiva del legislatore statale (fra le tante, sentenza n. 62 del 2013); ove regolano il regime di responsabilità, egualmente riconducibile all’ordinamento civile; ove impongono obiettivi di contenimento delle assunzioni delineando principi di coordinamento della finanza pubblica. Esse, tuttavia, mettono in gioco, in misura rilevante, anche la competenza regionale residuale in materia di organizzazione amministrativa delle Regioni e degli enti pubblici regionali, in specie quando intervengono a dettare precisi criteri inerenti alle procedure concorsuali pubblicistiche per l’accesso al lavoro pubblico regionale, ripetutamente ricondotto da questa Corte alla competenza residuale delle Regioni di cui all’art. 117, quarto comma, Cost. (sentenze n. 100 del 2010, n. 95 del 2008, n. 233 del 2006 e n. 380 del 2004).
Tali competenze si pongono in un rapporto di “concorrenza”, poiché nessuna di esse prevale sulle altre, ma tutte confluiscono nella riorganizzazione del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, in una prospettiva unitaria, rivelandosi inscindibili e strumentalmente connesse. Tale vincolo di strumentalità, se da un lato costituisce fondamento di validità dell’intervento del legislatore statale, dall’altro impone a quest’ultimo il rispetto del principio di leale collaborazione nell’unica forma adeguata a garantire il giusto contemperamento della compressione delle competenze regionali, che è quella dell’intesa.
Come già detto in precedenza, l’intesa consente alle Regioni di partecipare con il Governo nella definizione della disciplina finale, sfruttando gli spazi lasciati aperti dal legislatore delegante, che ha indicato principi e criteri direttivi puntuali, nell’intento di imprimere unitarietà al proprio intervento.
Anche in tal caso, tenuto conto che gli interessi e le competenze coinvolte dalle disposizioni impugnate sono solo quelle statali e regionali, deve ritenersi che sia la Conferenza Stato-Regioni il luogo idoneo per il raggiungimento dell’intesa.
Va, pertanto, dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), l), m), o), q), r), s) e t), nella parte in cui, in combinato disposto con l’art. 16, commi 1 e 4, prevede che il Governo adotti i relativi decreti legislativi attuativi previo parere in sede di Conferenza unificata, anziché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni.
7.– Occorre ora esaminare la questione promossa nei confronti dell’art. 18, lettere a), b), c), e), i), l) e m), numeri da 1) a 7), nella parte in cui delega il Governo a operare un riordino della disciplina delle partecipazioni azionarie delle amministrazioni pubbliche e fissa una serie di principi e criteri direttivi, che eccederebbero dalle competenze statali in materia di «tutela della concorrenza» e di «coordinamento della finanza pubblica» e violerebbero l’autonomia organizzativa e finanziaria delle Regioni. Anche tale articolo è, inoltre, censurato nella parte in cui prevede, in combinato disposto con l’art. 16, comma 4, una forma di raccordo con le Regioni, quella del parere in Conferenza unificata, lesiva del principio di leale collaborazione.
7.1.– La questione è fondata in riferimento alla violazione del principio di leale collaborazione sulla base di argomentazioni analoghe a quelle già svolte con riguardo alle questioni promosse nei confronti degli artt. 11 e 17.
Le disposizioni censurate si inseriscono nel contesto delineato dall’intero art. 18. Quest’ultimo contiene specifici criteri di delega per il riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche al «fine prioritario di assicurare la chiarezza della disciplina, la semplificazione normativa e la tutela e promozione della concorrenza» (comma 1), a fronte di un quadro normativo complesso e diversificato, composto da numerose disposizioni speciali che si intrecciano con la disciplina di carattere generale.
In questa prospettiva, il “riordino” cui mira l’art. 18 si realizza assegnando al Governo, fra l’altro, il compito di differenziare le tipologie societarie in relazione alle attività svolte, agli interessi pubblici e alla quotazione in borsa (lettera a), di ridefinire regole, condizioni e limiti per la costituzione di società o per l’assunzione e il mantenimento di partecipazioni societarie da parte di amministrazioni pubbliche (lettera b), di delineare un preciso regime di responsabilità degli amministratori degli enti partecipanti e degli organi di gestione e dei dipendenti delle società partecipate (lettera c), di razionalizzare il regime pubblicistico per gli acquisti e il reclutamento del personale, per i vincoli alle assunzioni e le politiche retributive (lettera e), di prevedere la possibilità di piani di rientro per le società con bilanci in disavanzo con eventuale commissariamento (lettera i), di regolare i flussi finanziari, sotto qualsiasi forma, tra amministrazione pubblica e società partecipate (lettera l), nonché di definire una serie di regole puntuali relative alle partecipazioni azionarie degli enti locali (lettera m), fra le quali: l’individuazione dei criteri di scelta della forma societaria più adeguata per le società che gestiscono servizi strumentali e funzioni amministrative; l’individuazione, per le società che gestiscono servizi pubblici di interesse economico generale, di un numero massimo di esercizi con perdite di bilancio che comportino obblighi di liquidazione delle società; il rafforzamento delle misure volte a garantire il raggiungimento di obiettivi di qualità, efficienza, efficacia ed economicità, anche attraverso la riduzione dell’entità e del numero delle partecipazioni e l’incentivazione dei processi di aggregazione.
Questa Corte si è più volte pronunciata sul tema delle società a partecipazione pubblica. Da un lato essa ha ricondotto le disposizioni inerenti all’attività di società partecipate dalle Regioni e dagli enti locali alla materia dell’«ordinamento civile», di competenza legislativa esclusiva statale, in quanto volte a definire il regime giuridico di soggetti di diritto privato, nonché a quella della «tutela della concorrenza» in considerazione dello scopo di talune disposizioni di «evitare che soggetti dotati di privilegi operino in mercati concorrenziali» (sentenza n. 326 del 2008 ). Dall’altro ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di disposizioni statali che, imponendo a tutte le amministrazioni, quindi anche a quelle regionali, di sciogliere o privatizzare proprio le società pubbliche strumentali, sottraevano alle medesime la scelta in ordine alle modalità organizzative di svolgimento delle attività di produzione di beni o servizi strumentali alle proprie finalità istituzionali, violando la competenza legislativa regionale residuale in materia di organizzazione amministrativa regionale (sentenza n. 229 del 2013).
Ciò dimostra che un intervento del legislatore statale, come quello operato con le disposizioni impugnate dell’art. 18, finalizzato a dettare una disciplina organica delle partecipazioni azionarie delle amministrazioni pubbliche, coinvolge, inevitabilmente, profili pubblicistici, che attengono alle modalità organizzative di espletamento delle funzioni amministrative e dei servizi riconducibili alla competenza residuale regionale, anche con riguardo alle partecipazioni degli enti locali che non abbiano come oggetto l’espletamento di funzioni fondamentali. Tale intervento coinvolge anche profili privatistici, inerenti alla forma delle società partecipate, che trova nel codice civile la sua radice, e aspetti connessi alla tutela della concorrenza, riconducibili alla competenza esclusiva del legislatore statale.
Da qui la “concorrenza” di competenze statali e regionali, disciplinata mediante l’applicazione del principio di leale collaborazione. Ai principi e criteri direttivi il Governo deve dare attuazione solo dopo aver svolto idonee trattative con Regioni e enti locali nella sede della Conferenza unificata. Quest’ultima è la sede, come si è già detto, più idonea a consentire l’integrazione dei diversi punti di vista e delle diverse esigenze degli enti territoriali coinvolti, tutte le volte in cui siano in discussione temi comuni a tutto il sistema delle autonomie, inclusi gli enti locali.
È, pertanto, costituzionalmente illegittimo l’art. 18, lettere a), b), c), e), i), l) e m), numeri da 1) a 7), nella parte in cui, in combinato disposto con l’art. 16, commi 1 e 4, prevede che il Governo adotti i relativi decreti legislativi attuativi previo parere, anziché previa intesa, in sede di Conferenza unificata.
8.– Si deve, infine, procedere all’esame delle questioni promosse nei confronti dell’art. 19, lettere b), c), d), g), h), l), m), n), o), p), s), t) e u), in riferimento agli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 Cost. e al principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost.
Tali disposizioni sono impugnate nella parte in cui stabiliscono una serie di principi e criteri direttivi relativi alla delega al Governo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali d’interesse economico generale che inciderebbero su materie di competenza regionale, la cui attuazione è peraltro demandata a decreti legislativi del Governo da adottarsi previo parere in Conferenza unificata.
8.1.– La questione è fondata, in riferimento al principio di leale collaborazione, secondo le argomentazioni già prima svolte.
Si tratta di una disciplina oggetto di numerosi interventi del legislatore statale, spesso frammentari e in via d’urgenza, su cui questa Corte si è più volte pronunciata, ravvisando una competenza legislativa statale esclusiva a disciplinare il regime dei servizi pubblici locali di interesse economico «per gli aspetti che hanno una diretta incidenza sul mercato» (sentenze n. 160 del 2016 e n. 325 del 2010) e che siano volti, «in via primaria, alla tutela e alla promozione della concorrenza» (sentenza n. 325 del 2010), nel limite della proporzionalità e adeguatezza dell’intervento (sentenze n. 160 del 2016, n. 443 del 2007, n. 272 del 2004). Ha anche ravvisato una competenza legislativa regionale residuale (che si accompagna alla competenza regolamentare degli enti locali di cui all’art. 117, sesto comma, Cost.) a disciplinare tutti quei profili (ivi compreso il trasporto pubblico locale) che non siano strumentali a garantire la concorrenza (sentenza n. 325 del 2010, n. 307 del 2009, n. 272 del 2004).
Da questi riferimenti emerge con chiarezza che le impugnate disposizioni dell’art. 19 contengono principi e criteri direttivi entro cui si intrecciano previsioni strettamente finalizzate alla tutela della concorrenza (lettera b, che attiene alla soppressione dei regimi di esclusiva, comunque denominati, non conformi ai principi generali in materia di concorrenza; lettera g, inerente alla definizione dei regimi tariffari), riconducibili alla competenza statale, e previsioni palesemente eccedenti tale finalità, inerenti alla gestione e organizzazione dei medesimi servizi (lettera b, che prescrive la soppressione dei regimi di esclusiva, comunque denominati, non indispensabili per assicurare la qualità e l’efficienza del servizio; lettera d, relativa alla definizione dei criteri per l’organizzazione territoriale ottimale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica; lettera h, che impone la definizione delle modalità di tutela degli utenti; lettera p, che dispone l’introduzione e il potenziamento di forme di consultazione dei cittadini e della partecipazione diretta alla formulazione di direttive alle amministrazioni pubbliche e alle società di servizi sulla qualità e sui costi degli stessi), espressione della competenza legislativa regionale residuale, insieme a previsioni incidenti in ambiti ancora diversi, come quelle inerenti alla disciplina dei rapporti di lavoro (lettera t).
Queste disposizioni sono tenute insieme da forti connessioni, proprio perché funzionali al progetto di riordino dell’intero settore dei servizi pubblici locali di interesse economico generale. Sebbene costituiscano espressione di interessi distinti, che corrispondono alle diverse competenze legislative dello Stato e delle Regioni, esse risultano inscindibili l’una dall’altra, inserite come sono in un unico progetto. Nel dare attuazione a principi e criteri direttivi in esse contenuti, il Governo supera lo scrutinio di legittimità costituzionale se rispetta il principio di leale collaborazione, avviando le procedure inerenti all’intesa con Regioni e enti locali nella sede della Conferenza unificata.
È, pertanto, costituzionalmente illegittimo l’art. 19, lettere b), c), d), g), h), l), m), n), o), p), s), t) e u), nella parte in cui, in combinato disposto con l’art. 16, commi 1 e 4, prevede che il Governo adotti i relativi decreti legislativi attuativi previo parere, anziché previa intesa, in sede di Conferenza unificata.
9.– Le pronunce di illegittimità costituzionale, contenute in questa decisione, sono circoscritte alle disposizioni di delegazione della legge n. 124 del 2015, oggetto del ricorso, e non si estendono alle relative disposizioni attuative. Nel caso di impugnazione di tali disposizioni, si dovrà accertare l’effettiva lesione delle competenze regionali, anche alla luce delle soluzioni correttive che il Governo riterrà di apprestare al fine di assicurare il rispetto del principio di leale collaborazione.

per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara:
1) l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, comma 1, lettere a), b), numero 2), c), numeri 1) e 2), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p) e q), e comma 2, della legge 7 agosto 2015, n. 124 (Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), nella parte in cui prevede che i decreti legislativi attuativi siano adottati previa acquisizione del parere reso in sede di Conferenza unificata, anziché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni;
2) l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), l), m), o), q), r), s) e t), della legge n. 124 del 2015, nella parte in cui, in combinato disposto con l’art. 16, commi 1 e 4, della medesima legge n. 124 del 2015, prevede che il Governo adotti i relativi decreti legislativi attuativi previo parere in sede di Conferenza unificata, anziché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni;
3) l’illegittimità costituzionale dell’art. 18, lettere a), b), c), e), i), l) e m), numeri da 1) a 7), della legge n. 124 del 2015, nella parte in cui, in combinato disposto con l’art. 16, commi 1 e 4, della medesima legge n. 124 del 2015, prevede che il Governo adotti i relativi decreti legislativi attuativi previo parere, anziché previa intesa, in sede di Conferenza unificata;
4) l’illegittimità costituzionale dell’art. 19, lettere b), c), d), g), h), l), m), n), o), p), s), t) e u), della legge n. 124 del 2015, nella parte in cui, in combinato disposto con l’art. 16, commi 1 e 4, della medesima legge n. 124 del 2015, prevede che il Governo adotti i relativi decreti legislativi attuativi previo parere, anziché previa intesa, in sede di Conferenza unificata;
5) inammissibile la questione di legittimità costituzionale degli artt. 1, comma 1, e 23, comma 1, della legge n. 124 del 2015, promossa, in riferimento agli artt. 81 e 119 della Costituzione, dalla Regione Veneto con il ricorso indicato in epigrafe;
6) non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, lettere b), c) e g), e comma 2, della legge n. 124 del 2015, promossa, in riferimento agli artt. 117, secondo, terzo e quarto comma, 118 e 119 Cost., nonché al principio di leale collaborazione di cui agli artt. 5 e 120 Cost., dalla Regione Veneto con il ricorso indicato in epigrafe.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 9 novembre 2016.
F.to:
Paolo GROSSI, Presidente
Silvana SCIARRA, Redattore
Roberto MILANA, Cancelliere
Depositata in Cancelleria il 25 novembre 2016.
Il Direttore della Cancelleria
F.to: Roberto MILANA

Yuki
26-11-16, 23:25
Holy wall-ò-text Batman

Firestorm
26-11-16, 23:44
No, non è così. La sede dove si concretano le intese si chiama Conferenza Stato-Regioni ed è un'istituzione unica. Questi analfabeti giuridici hanno semplicemente cercato di bypassarla, nonostante che alla fine la volontà dello stato prevalga comunque. In Conferenza Stato-Regioni, infatti, le intese devono essere raggiunte all'unanimità dei partecipanti (Governo e Presidenti delle Regioni e delle Province autonome), ma se l'unanimità non si raggiunge, entro trenta giorni dalla prima seduta in cui l'oggetto è posto all'ordine del giorno, il Consiglio dei Ministri provvede in sostituzione motivando.

Non so se per arroganza o incompetenza pura, invece, Madia e company hanno in parte subordinato i decreti attuativi ad un istituto diverso dall'intesa presso la Conferenza Stato-Regioni, cioè il semplice parere, in parte facendo riferimento ad un'altra Conferenza, quella unificata di tutte le autonomie locali, che non ha competenza sui temi in oggetto.

Insomma, bastava seguire le procedure costituzionalmente corrette e non ci sarebbe stato alcun problema, qualsiasi ricorso sarebbe stato respinto dalla Corte e non ci sarebbe stato nemmeno aggravio di tempo, perché come indicato sopra se l'intesa non viene raggiunta in un mese la palla passa comunque al Consiglio dei Ministri.


Aggiungo in spoiler la sentenza, dove tutto è spiegato in modo circostanziato, punto per punto del ricorso della Regione Veneto


Se poi al posto di copiare la sentenza dicevi che se per caso nella conferenza stato regioni hai una regione che non accetta l'accordo è fa ricorso è tutto bloccato.
Per cui per quanto la conferenza stato regioni sia un ente unico una regione se si mette di traverso blocca tutto perché ha competenza legislativa sull'ambito.

Zhuge
27-11-16, 12:13
la melone me la farei

soprattutto ora che è MILF eh :asd:

- - - Aggiornato - - -


non ho capito bene, in pratica non possono riformare la pa (partecipate, rifiuti, servizi pubblici, trasporti, ecc...) perché per la costituzione il governo deve accordarsi una per una con ogni regione italiana e non solo consultarle? se e' cosi' viene voglia di votare si', senno' tanto vale cambiare il nome dello stato in "stati uniti d'italia" e ogni regione fa come cazzo je pare.
diciamo che 'sta sentenza casca a fagiolo per portare acqua al mulino di renzi.

praticamente con la riforma Madia hanno fatto come se la riforma costituzionale fosse già stata in vigore, passando sopra le competenze regionali e chiedendo il bollino solo alla conferenza unificata :asd:

Manu
27-11-16, 12:24
Holy wall-ò-text Batman
Iwinucoso, mi stai dicendo che hai letto tutto quel malloppo di roba? :uhm:

anton47
27-11-16, 12:30
la melone me la fareima ci vorrebbe un cerotto sulla bocca e ti perderesti delle cose

iWin uLose
27-11-16, 13:08
Iwinucoso, mi stai dicendo che hai letto tutto quel malloppo di roba? :uhm:
Per lavoro devo seguire il contenzioso costituzionale tra Stato e Regioni, ho una raccolta di tutte le sentenze della CC su questo tema dal 2010 ad oggi, le dobbiamo anche massimare quindi si, vanno lette :bua:

Yuki
27-11-16, 13:38
Per lavoro devo seguire il contenzioso costituzionale tra Stato e Regioni, ho una raccolta di tutte le sentenze della CC su questo tema dal 2010 ad oggi, le dobbiamo anche massimare quindi si, vanno lette :bua:
E non ti sei ancora sparato? :chebotta:

abaper
27-11-16, 14:04
Bravo zaia
Piccola parentesi. Con la nuova costituzione sarà il senato a dovere modificare ste cose.
Perché bravo zaia?
Perché con la riforma Madia era Roma a decidere chi dovessero essere i dirigenti regionali. E io mi sono rotto il cazzo di vedere gente diversamente nordica con competenze al di sotto di un bambino delle elementari assumere incarichi pubblici solo come pagamento in cambio di favori. Alla de Luca, per intenderci. O pensate veramente che il piatto di pesce della famosa riunione fosse da prendere alla lettera?

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Zhuge
27-11-16, 14:07
Bravo zaia
Piccola parentesi. Con la nuova costituzione sarà il senato a dovere modificare ste cose.
Perché bravo zaia?
Perché con la riforma Madia era Roma a decidere chi dovessero essere i dirigenti regionali. E io mi sono rotto il cazzo di vedere gente diversamente nordica con competenze al di sotto di un bambino delle elementari assumere incarichi pubblici solo come pagamento in cambio di favori. Alla de Luca, per intenderci. O pensate veramente che il piatto di pesce della famosa riunione fosse da prendere alla lettera?

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dirigenti nordici nella PA sempre pochi sono :asd:

- - - Aggiornato - - -


Per lavoro devo seguire il contenzioso costituzionale tra Stato e Regioni, ho una raccolta di tutte le sentenze della CC su questo tema dal 2010 ad oggi, le dobbiamo anche massimare quindi si, vanno lette :bua:

sarai mica un dipendente regionale? :fag:

iWin uLose
27-11-16, 17:43
E non ti sei ancora sparato? :chebotta:
Fosse l'unica cosa da fare... sulle massime però mi aiuta anche una milf con due bocce non indifferenti, quindi il lavoro viene via meglio :asd3:

Zhuge
27-11-16, 20:20
Fosse l'unica cosa da fare... sulle massime però mi aiuta anche una milf con due bocce non indifferenti, quindi il lavoro viene via meglio :asd3:

pics, soprattutto se è una collegah :sisi:

iWin uLose
27-11-16, 21:29
Certo che lo è, temo però che sarà un po' dura fotografarle le borrelle a fini di pubblicazione sul forum :asd:

caesarx
27-11-16, 21:57
Certo che lo è, temo però che sarà un po' dura fotografarle le borrelle a fini di pubblicazione sul forum :asd:

Fallo per la scienza.
:sisi:

Zhuge
27-11-16, 23:39
Certo che lo è, temo però che sarà un po' dura fotografarle le borrelle a fini di pubblicazione sul forum :asd:

PM

Chiwaz
28-11-16, 00:00
koba non sei in just for spam. Un altro messaggio del genere e ti banno una settimana.

anton47
28-11-16, 15:04
bella lì! :alesisi:
http://www.corriere.it/politica/16_novembre_27/i-gettoni-d-oro-5-grammi-mancanti-fc20541a-b4e1-11e6-87d0-f5151dd4f2bc.shtml
(leggete le ultime due righe :facepalm:

koba44
28-11-16, 15:33
koba non sei in just for spam. Un altro messaggio del genere e ti banno una settimana.

Ok, np rientro in riga.

koba44
28-11-16, 15:39
Oggi ho notato questo qui sotto, sulla pagina de il Post. IMHO l'attuale opposizione non è messa bene in termini di idee: non è solo un problema di leadership.
Renzi è l'unico dell'ex partito comunista a non essere affetto dalla sindrome dell'eterno perdente/dell'eterna opposizione: non può che trarre vantaggio dalla palude in cui si muove la dx.

Però ora come ora sta rischiando tutto con questo plebiscito: non è detto che gli vada bene come a Napoleone III.

http://i.imgur.com/Q90Gpt8.jpg

Gilgamesh
28-11-16, 17:29
Non capisco davvero Bossi, Salvini ha portato la Lega a numeri da capogiro e ha tutte le carte in regola per diventare il candidato di una coalizione di destra alle prossime elezioni, magari riuscendo a pure a vincerle sull'onda della scontata sconfitta di Renzi al referendum (e della conseguente autodistruzione del centrosinistra). Perché non appoggiarlo?

Black Tiger
28-11-16, 17:34
Non capisco davvero Bossi, Salvini ha portato la Lega a numeri da capogiro e ha tutte le carte in regola per diventare il candidato di una coalizione di destra alle prossime elezioni, magari riuscendo a pure a vincerle sull'onda della scontata sconfitta di Renzi al referendum (e della conseguente autodistruzione del centrosinistra). Perché non appoggiarlo?
A Bossi, come a d'Alema, la Bindi e a quell'altro, rode non avere più uno straccio di potere.

anton47
28-11-16, 17:46
Non capisco davvero Bossi, Salvini ha portato la Lega a numeri da capogiro e ha tutte le carte in regola per diventare il candidato di una coalizione di destra alle prossime elezioni, magari riuscendo a pure a vincerle sull'onda della scontata sconfitta di Renzi al referendum (e della conseguente autodistruzione del centrosinistra). Perché non appoggiarlo?perché è un pochino coglione?

abaper
28-11-16, 18:01
Non capisco davvero Bossi, Salvini ha portato la Lega a numeri da capogiro e ha tutte le carte in regola per diventare il candidato di una coalizione di destra alle prossime elezioni, magari riuscendo a pure a vincerle sull'onda della scontata sconfitta di Renzi al referendum (e della conseguente autodistruzione del centrosinistra). Perché non appoggiarlo?
Numeri da capogiro?
Boh, io sto boom non l'ho sentito (cit.)

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gmork
28-11-16, 18:08
perché magari la lega del pre salvini era per la secessione e mo' gli tocca cantare l'inno italiano abbracciati a uno di napoli sud? ^^
cmq, riguardo ai gettoni d'oro, io l'ho sempre saputo che gli etruschi la sapevano lunga anzi che no :sisi:

Lewyn
28-11-16, 18:21
perché magari la lega del pre salvini era per il federalismo e mo' se ne è persa ogni traccia a favore di ruspe, forconi e populismi vari? ^^
cmq, riguardo ai gettoni d'oro, io l'ho sempre saputo che gli etruschi la sapevano lunga anzi che no :sisi:

Fixed

Yuki
28-11-16, 20:09
Fixed
Perché, prima con gli elmi vichinghi e i fucili era da meno su quel fronte? :asd: quantomeno prima con l'alleanza con Berlusconi provava anche a tirare in porto i suoi obiettivi, invece di berciare e combinare niente

Lewyn
28-11-16, 20:17
Quello era folklore :tsk:

gmork
28-11-16, 21:04
Manovra, Renzi: da 30 a 50 euro per le pensioni sotto i mille

vecchia volpe :asd:

ma solo io ho il timore che tutta sta barca di soldi che caca fuori per le mancette come se li stampasse nello scantinato di casa la pagheremo amaro tra qualche anno?

Firestorm
28-11-16, 21:16
Manovra, Renzi: da 30 a 50 euro per le pensioni sotto i mille

vecchia volpe :asd:

ma solo io ho il timore che tutta sta barca di soldi che caca fuori per le mancette come se li stampasse nello scantinato di casa la pagheremo amaro tra qualche anno?
Come per tutte le mance elettorali

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abaper
28-11-16, 21:23
Manovra, Renzi: da 30 a 50 euro per le pensioni sotto i mille

vecchia volpe :asd:

ma solo io ho il timore che tutta sta barca di soldi che caca fuori per le mancette come se li stampasse nello scantinato di casa la pagheremo amaro tra qualche anno?
Qualche anno...ottimista.
Io dico finanziaria 2018

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Zhuge
28-11-16, 21:25
Qualche anno...ottimista.
Io dico finanziaria 2018

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ottimista, io dico finanziaria 2017

MrVermont
28-11-16, 21:55
http://www.huffingtonpost.it/2016/11/28/ilva-spariti-milioni-taranto_n_13285252.html?1480364811&utm_hp_ref=italy

Patetici, si scaricano la colpa a vicenda :rotfl:


Comunque MPS è praticamente fallita. Complimentoni alla mafia PD che ha distrutto la più antica banca italiana :applausi:

Maybeshewill
28-11-16, 22:16
Ogni elezione una mancia, Renzi è veramente troppo palese :asd:

balmung
28-11-16, 22:23
http://www.huffingtonpost.it/2016/11/28/ilva-spariti-milioni-taranto_n_13285252.html?1480364811&utm_hp_ref=italy

Patetici, si scaricano la colpa a vicenda :rotfl:


Comunque MPS è praticamente fallita. Complimentoni alla mafia PD che ha distrutto la più antica banca italiana :applausi:

il bello è che a Gennaio il fiorentino diceva

«Oggi la banca è risanata, e investire è un affare. Su Mps si è abbattuta la speculazione ma è un bell'affare, ha attraversato vicissitudini pazzesche ma oggi è risanata, è un bel brand. Forse in questo processo che durerà qualche mese deve trovare dei partner perché deve stare insieme ad altri». Partner che sperabilmente saranno italiani, aveva detto Renzi nell'intervista al Sole 24 Ore.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-01-22/il-premier-mps-e-risanata-ora-investire-e-affare-073837.shtml?uuid=ACA5HDFC&refresh_ce=1

anton47
28-11-16, 22:35
"abbiamo una banca! :alesisi:" (cit.)
mi pare ben più di una e sono riusciti a farle fallire tutte :bua:

alberace
28-11-16, 23:13
Ogni elezione una mancia, Renzi è veramente troppo palese :asd:mica come chi passa soldi alle imprese o promette il reddito di cittadinanza, vero?

koba44
28-11-16, 23:22
mica come chi passa soldi alle imprese o promette il reddito di cittadinanza, vero?
Dove firmo per la pensione di cittadinanza?

alberace
28-11-16, 23:23
Dove firmo per la pensione di cittadinanza?++CLICCA PROPRIO QUI++

MrVermont
28-11-16, 23:25
mica come chi passa soldi alle imprese o promette il reddito di cittadinanza, vero?
È il topic del governo non dei 5 stelle. Quindi ha poco senso il "eh ma gli altri".

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Chiwaz
28-11-16, 23:25
Numeri da capogiro?
Boh, io sto boom non l'ho sentito (cit.)

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Dal 3 al 12%.
Devi essere proprio invecchiato e diventato duro d'orecchi :asd:

'sta sparata di Bossi non l'ho capita nemmeno io, men che meno adesso.

alberace
28-11-16, 23:31
È il topic del governo non dei 5 stelle. Quindi ha poco senso il "eh ma gli altri"."gli altri" promettono molti più soldi, quindi posso farlo notare eccome :asd:

Lewyn
28-11-16, 23:35
Dal 3 al 12%.
Devi essere proprio invecchiato e diventato duro d'orecchi :asd:

'sta sparata di Bossi non l'ho capita nemmeno io, men che meno adesso.

Era al 3% nel momento di minimo assoluto dopo tutti gli scandali, le percentuali attuali sono sempre state nelle corde della lega.
Inseguire il lepenismo a tutti i costi non mi è sembrata una grande idea: anzi, visto il periodo storico e l'assenza di un partito di riferimento del cdx, io definirei le performance di Salvini decisamente insufficienti.
Con un leader più presentabile è una proposta politica/economica più intelligente la lega avrebbe davvero potuto aspirare a prendere il posto di forza Italia come partito egemone del centrodestra.

Zhuge
28-11-16, 23:36
Dove firmo per la pensione di cittadinanza?

pensione da 600 euri per tutti con obbligo di lavoro socialmente utile ed assegnazione di 3/5 risorse da sfamare :sisi:

MrVermont
28-11-16, 23:40
"gli altri" promettono molti più soldi, quindi posso farlo notare eccome :asd:
Nel topic 5 stelle quando veniva fatto notare che gli altri eran più ladri veniva detto "è il topic dei 5 stelle non degli altri". Ergo questo è il topic sul governo Renzi, per sputtanare le cazzate e le magagne dei 5 stelle c'è il topic apposito. Qua si sputtanano le numerose magagne di Renzi e della sua cricca di mafiosi che risponde al nome di PD.

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alberace
28-11-16, 23:42
Nel topic 5 stelle quando veniva fatto notare che gli altri eran più ladri veniva detto "è il topic dei 5 stelle non degli altri". Ergo questo è il topic sul governo Renzi, per sputtanare le cazzate e le magagne dei 5 stelle c'è il topic apposito. Qua si sputtanano le numerose magagne di Renzi e della sua cricca di mafiosi che risponde al nome di PD.il PD offre meno del M5S. va bene :asd:

Necronomicon
29-11-16, 01:48
Era al 3% nel momento di minimo assoluto dopo tutti gli scandali, le percentuali attuali sono sempre state nelle corde della lega.
Inseguire il lepenismo a tutti i costi non mi è sembrata una grande idea: anzi, visto il periodo storico e l'assenza di un partito di riferimento del cdx, io definirei le performance di Salvini decisamente insufficienti.
Con un leader più presentabile è una proposta politica/economica più intelligente la lega avrebbe davvero potuto aspirare a prendere il posto di forza Italia come partito egemone del centrodestra.
Io penso che un partito con le stesse idee della lega ma senza le origini nordiste potrebbe fare molto meglio a livello nazionale... :uhm: è vero c'è già, è il m5s

caesarx
29-11-16, 08:55
Dal 3 al 12%.
Devi essere proprio invecchiato e diventato duro d'orecchi :asd:

'sta sparata di Bossi non l'ho capita nemmeno io, men che meno adesso.
La vecchiaia...
:boh2:

Zhuge
29-11-16, 08:58
il PD offre meno del M5S. va bene :asd:

Democrazia Cristiana intensifies

Gilgamesh
29-11-16, 09:28
Era al 3% nel momento di minimo assoluto dopo tutti gli scandali, le percentuali attuali sono sempre state nelle corde della lega.
Inseguire il lepenismo a tutti i costi non mi è sembrata una grande idea
Marine Le Pen che, ricordiamo, ha portato il Fronte Nazionale dal 4% al 25%. Ma non era la sinistra quella che aveva paura di vincere? :asd:

Daniel_san
29-11-16, 10:28
Era al 3% nel momento di minimo assoluto dopo tutti gli scandali, le percentuali attuali sono sempre state nelle corde della lega.
Inseguire il lepenismo a tutti i costi non mi è sembrata una grande idea: anzi, visto il periodo storico e l'assenza di un partito di riferimento del cdx, io definirei le performance di Salvini decisamente insufficienti.
Con un leader più presentabile è una proposta politica/economica più intelligente la lega avrebbe davvero potuto aspirare a prendere il posto di forza Italia come partito egemone del centrodestra.

La politica economica della Lega al momento e' la migliore sulla piazza, avanti di diverse lunghezze rispetto a chiunque altro, e potenzialmente appetibile per un pubblico molto ma molto piu' ampio del suo bacino elettorale tradizionale.

Certo, pagano l'immagine geograficamente orientata :asd: e i leader "eccentrici", ma senza quelli avrebbero problemi con lo zoccolo duro.

abaper
29-11-16, 11:16
ottimista, io dico finanziaria 2017
Quindi il 5 dicembre la riscrivono?
Naa, renzie non può suicidarsi così

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abaper
29-11-16, 11:19
Dal 3 al 12%.
Devi essere proprio invecchiato e diventato duro d'orecchi :asd:

'sta sparata di Bossi non l'ho capita nemmeno io, men che meno adesso.
Il 12 % sotto salvini?

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battlerossi
29-11-16, 14:34
La politica economica della Lega al momento e' la migliore sulla piazza, avanti di diverse lunghezze rispetto a chiunque altro, e potenzialmente appetibile per un pubblico molto ma molto piu' ampio del suo bacino elettorale tradizionale.

Certo, pagano l'immagine geograficamente orientata :asd: e i leader "eccentrici", ma senza quelli avrebbero problemi con lo zoccolo duro.

Quoto,

in questo oceano di cazzate, mi sembra l'unico che dica qualcosa con un barlume di ragionevolezza.

Mi toccherà votare lega al prossimo giro :bua:

gmork
29-11-16, 14:38
una flat tax al 15% e l'italia finirebbe in default piu' velocemente del conto in banca di lapo :asd:

Daniel_san
29-11-16, 15:49
una flat tax al 15% e l'italia finirebbe in default piu' velocemente del conto in banca di lapo :asd:

Quella e' solo una piccola parte del programma, e se permetti non la piu' importante, ma neanche lontanamente :asd:

In ogni caso se si rischia il crack e' per via dei piccolissimi problemi bancari, non certo per carenza di gettito fiscale :asd:

anton47
29-11-16, 17:17
Quella e' solo una piccola parte del programma, e se permetti non la piu' importante, ma neanche lontanamente :asd:

In ogni caso se si rischia il crack e' per via dei piccolissimi problemi bancari, non certo per carenza di gettito fiscale :asd:e per gli sperperi statali
la lega ha un programma economico che mi sembra un po' spericolato ma che potrebbe essere meno letale della politica economica del pd, oltre tutto è rimasta l'unica voce politica che fa un po' resistenza all'invasione
il problema è che salvini "si presenta male", si fa certi selfie e certe uscite che sanno di cialtroneria, prima di dargli in mano il mio destino vorrei proprio che si desse una ripulita

Black Tiger
29-11-16, 17:34
il problema è che salvini "si presenta male", si fa certi selfie e certe uscite che sanno di cialtroneria, prima di dargli in mano il mio destino vorrei proprio che si desse una ripulita
Nonno Piero, sei tu?

abaper
29-11-16, 17:43
Quella e' solo una piccola parte del programma, e se permetti non la piu' importante, ma neanche lontanamente :asd:

In ogni caso se si rischia il crack e' per via dei piccolissimi problemi bancari, non certo per carenza di gettito fiscale :asd:
Coff coff credieuronord coff coff

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iWin uLose
29-11-16, 17:57
Ai pensionati la prima mezza banconota da 50 euro prima del referendum, la seconda metà se vince il si.

Maybeshewill
29-11-16, 18:03
mica come chi passa soldi alle imprese o promette il reddito di cittadinanza, vero?

Ma che centra, resta in j4s che qui sei fuori posto.

Firestorm
29-11-16, 18:08
una flat tax al 15% e l'italia finirebbe in default piu' velocemente del conto in banca di lapo :asd:
Vabbeh poi facciamo finta che l'Isis ci ha rapito e ci facciamo portare i soldi

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alberace
29-11-16, 18:20
Ma che centra, resta in j4s che qui sei fuori posto.ehhh, che c'entra distribuire denaro in un sistema in cui si campa coi voti.
quelli del M5S sono PVRI, immagino. tu sì che la capisci la politica :asd:

NoNickName
29-11-16, 19:16
Coff coff credieuronord coff coff

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di solito a questa obiezione sento rispondere che hanno restituito tutti i soldi, poi non so :asd:

anton47
29-11-16, 19:59
Nonno Piero, sei tu?nonno forse, piero no
(di che piero parli?)

Lewyn
29-11-16, 20:07
Non capisco perché sia da nonni chiedere che un aspirante presidente del consiglio sia presentabile anziché così :uhm:
http://www.perizona.it/wp-content/uploads/2016/08/Matteo-Salvini-e-Giovanni-Toti-al-Papeete-2.jpg

Zhuge
29-11-16, 20:34
Quindi il 5 dicembre la riscrivono?
Naa, renzie non può suicidarsi così

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le norme ci sono già, basta non disinnescarle :asd:

- - - Aggiornato - - -


Ai pensionati la prima mezza banconota da 50 euro prima del referendum, la seconda metà se vince il si.

in puro stile DC, no? :fag:

Edward Green
29-11-16, 20:42
Non capisco perché sia da nonni chiedere che un aspirante presidente del consiglio sia presentabile anziché così :uhm:
http://www.perizona.it/wp-content/uploads/2016/08/Matteo-Salvini-e-Giovanni-Toti-al-Papeete-2.jpg

Certo che passare nel giro di 65 anni da De Gasperi a questi (Renzi, Grillo, Berlusconi) è proprio un bel salto :asd:

Io tornerò pienamente in politica solo quando tornerà in Occidente gente come questa:

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/17/Wernerprokla.jpg

Manu
29-11-16, 20:57
Vabbè ragassi, mo' uno non può neanche farsi due foto in spiaggia?

Lewyn
29-11-16, 21:14
In privato uno può fare quello che vuole, in pubblico bisognerebbe tenere un comportamento consono alla propria posizione.

Manu
29-11-16, 21:50
In privato uno può fare quello che vuole, in pubblico bisognerebbe tenere un comportamento consono alla propria posizione.
Sinceramente non me ne importa niente, mi accontenterei di politici capaci ed interessati al bene della cosa pubblica. Anzi, forse mi fiderei più di uno "scapestrato" piuttosto che di un ipocrita con la famiglia da mulino bianco.

Firestorm
29-11-16, 22:25
Vabbè ragassi, mo' uno non può neanche farsi due foto in spiaggia?
Il problema che si mescola il privato con il pubblico quelle foto non devono girare per tutti i social network le pubblichi su facebook in un profilo molto chiuso ossia il tuo privato.
Il resto lo metti sul profilo pubblico.


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balmung
29-11-16, 22:35
Sinceramente non me ne importa niente, mi accontenterei di politici capaci ed interessati al bene della cosa pubblica. Anzi, forse mi fiderei più di uno "scapestrato" piuttosto che di un ipocrita con la famiglia da mulino bianco.

macché, l'importante è l'apparenza. Poi, in privato, puoi devastarti in festini a base di droghe e mignotte.

Cose contro le quali ti batti in parlamento beninteso.
ci sarà pur un motivo per cui il paese è diventato un puttanaio indegno.

Mr Yod
29-11-16, 22:50
una flat tax al 15% e l'italia finirebbe in default piu' velocemente del conto in banca di lapo :asd:
Oppure diventeremo il prossimo paradiso fiscale. :snob:

Anche se per quello dovremmo prima far bruciare l'ade (non l'inferno greco). :uhm:

koba44
30-11-16, 00:11
una flat tax al 15% e l'italia finirebbe in default piu' velocemente del conto in banca di lapo :asd:
In prospettiva di una flat tax, imho toglierebbero tutte le detrazioni, per prime quelle da lavoro dipendente. Il resto dovrebbero recuperarlo via iva (che è già altissima) o via imu. Resterebbe un carico di contributi previdenziali elevati (30%+ per le p. iva).

koba44
30-11-16, 00:13
il problema è che salvini "si presenta male", si fa certi selfie e certe uscite che sanno di cialtroneria, prima di dargli in mano il mio destino vorrei proprio che si desse una ripulita

Basterebbe un vice più pacato e concreto che gli faccia fa contraltare. Il problema è che non c'è.

anton47
30-11-16, 09:55
Certo che passare nel giro di 65 anni da De Gasperi a questi (Renzi, Grillo, Berlusconi) è proprio un bel salto :asd:

Io tornerò pienamente in politica solo quando tornerà in Occidente gente come questa...esatto
sarebbe già qualcosa, ma non dimentichiamoci la catastrofe che è riuscito a scatenare un certo portatore di loden idolatrato per la sua sobrietà
neanche un razzi e un del luca messi insieme e al massimo della loro vivacità sarebbero riusciti a fare di peggio

In privato uno può fare quello che vuole, in pubblico bisognerebbe tenere un comportamento consono alla propria posizione.beh! se è uno che può decidere una così grande parte del mio destino preferirei che fosse una persona "decente" da tutti i punti vista, non troppo ricattabile

Daniel_san
30-11-16, 10:02
Coff coff credieuronord coff coff

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Coff coff coff MPS, Banca Etruria coff coff coff :asd:

Scherzi a parte, a prescindere da chi sara' al governo molte banche italiane sono destinate comunque a saltare (le cifre sulle sofferenze fanno abbastanza paura), tirandosi dietro un buon numero di imprese.

La differenza sta nel come verra' gestito il problema. Mi tocca constatare (e mi girano alquanto) che la Lega e' al momento l'unica forza politica che propone un'alternativa credibile all'esproprio dei risparmiatori/azionisti/correntisti.

Recidivo
30-11-16, 10:10
Coff coff coff MPS, Banca Etruria coff coff coff :asd:

Scherzi a parte, a prescindere da chi sara' al governo molte banche italiane sono destinate comunque a saltare (le cifre sulle sofferenze fanno abbastanza paura), tirandosi dietro un buon numero di imprese.

La differenza sta nel come verra' gestito il problema. Mi tocca constatare (e mi girano alquanto) che la Lega e' al momento l'unica forza politica che propone un'alternativa credibile all'esproprio dei risparmiatori/azionisti/correntisti.

Per curiosita', quale sarebbe?

Daniel_san
30-11-16, 12:21
Per curiosita', quale sarebbe?

Avere una propria banca centrale autonoma e prestatrice di ultima istanza (ovviamente in valuta nazionale).

Recidivo
30-11-16, 12:45
Avere una propria banca centrale autonoma e prestatrice di ultima istanza (ovviamente in valuta nazionale).

Oh you.

Yuki
30-11-16, 13:08
Quale valuta nazionale? :fag:
In before moneta parallela

abaper
30-11-16, 13:10
Avere una propria banca centrale autonoma e prestatrice di ultima istanza (ovviamente in valuta nazionale).
Ma che bella soluzione.
Oppure mettono i propri uomini in una banca più grande e gli fanno acquistare le banche in fallimento.
Come hanno già fatto, peraltro

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anton47
30-11-16, 13:18
Ma che bella soluzione.
Oppure mettono i propri uomini in una banca più grande e gli fanno acquistare le banche in fallimento.
Come hanno già fatto quelli del PD, peraltro

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battlerossi
30-11-16, 13:42
Ma che bella soluzione.
Oppure mettono i propri uomini in una banca più grande e gli fanno acquistare le banche in fallimento.
Come hanno già fatto, peraltro

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Ma si,

immerdiamo qualche altra banca dai

Necronomicon
30-11-16, 13:46
Il problema che si mescola il privato con il pubblico quelle foto non devono girare per tutti i social network le pubblichi su facebook in un profilo molto chiuso ossia il tuo privato.
Il resto lo metti sul profilo pubblico.


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Non è che 'sta spompinando gente in quelle foto. Ora siccome uno è politico non può nemmeno ridere in spiaggia o togliersi giacca e cravatta

alberace
30-11-16, 13:48
no fun allowed.

Manu
30-11-16, 13:52
Avere una propria banca centrale autonoma e prestatrice di ultima istanza (ovviamente in valuta nazionale).
Boh, mi sa che sposto pure gli ultimi spicci che mi sono rimasti in Italia.

- - - Aggiornato - - -


Non è che 'sta spompinando gente in quelle foto. Ora siccome uno è politico non può nemmeno ridere in spiaggia o togliersi giacca e cravatta
Può andare in spiaggia ma solo se tiene un atteggiamento serio e se rimane in giacca e cravatta. L'ipocr... l'apparenza è tutto, che diamine.

Lux !
30-11-16, 13:55
Non è che 'sta spompinando gente in quelle foto. Ora siccome uno è politico non può nemmeno ridere in spiaggia o togliersi giacca e cravatta

Hai forse visto foto simili di Monti e della Fornero? :tsk:

abaper
30-11-16, 13:58
fixed
Sei diventato grillino?
Si sta parlando dei rapporti lega - banche e il meglio che sai scrivere è" ma gli altri"

Oppure sei un fake di cocoon

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MrVermont
30-11-16, 14:09
Sei diventato grillino?
Si sta parlando dei rapporti lega - banche e il meglio che sai scrivere è" ma gli altri"

Oppure sei un fake di cocoon

Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalk
È il topic del governo. Ergo parlare del PD non è un " eh ma gli altri". Lo è parlare della lega e dei grillini :fag:

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Recidivo
30-11-16, 14:25
È il topic del governo. Ergo parlare del PD non è un " eh ma gli altri". Lo è parlare della lega e dei grillini :fag:

Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk

All'affermazione "la Lega ha la soluzione migliore" e' stato chiesto quale sia questa soluzione.
Di quello discutevano.

Ora, discutendo nel merito di una soluzione espressa, si risponda che gli altri ne hanno un'altra, mi spieghi cosa c'entra?
Posso capire che il termine PD per te sia come Frau Blücher .....

gmork
30-11-16, 14:32
https://www.youtube.com/watch?v=e5IWHt4OoNk

lol ma hanno hackerato youtube? ci sono un mare di porno coreani appena postati lol

abaper
30-11-16, 15:37
È il topic del governo. Ergo parlare del PD non è un " eh ma gli altri". Lo è parlare della lega e dei grillini :fag:

Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk
Mica sono stato io a tirare in ballo la lega e il suo rapporto con il mondo bancario. :boh2:


Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalk

anton47
30-11-16, 15:47
Sei diventato grillino?
Si sta parlando dei rapporti lega - banche e il meglio che sai scrivere è" ma gli altri"

Oppure sei un fake di cocoon

Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalk:sberle: del grillino lo dai a tu' nonna! :paladin:
questo è il topic su renzie, che, guarda caso, è leader del partito che più si è interessato alle banche nell'ultimo ventennio (e infatti si son visti i risultati :vendetta:)

abaper
30-11-16, 16:10
:sberle: del grillino lo dai a tu' nonna! :paladin:
questo è il topic su renzie, che, guarda caso, è leader del partito che più si è interessato alle banche nell'ultimo ventennio (e infatti si son visti i risultati :vendetta:)
Allora non parlate della lega.
Ma guarda un po'.


Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalk

anton47
30-11-16, 16:36
Allora non parlate della lega....neanche male?

abaper
30-11-16, 16:50
neanche male?
Blucher

Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalk

anton47
30-11-16, 17:28
Blucher

Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalkche per i non possessori di una qualsiasi forma di cultura vorrebbe dire?

abaper
30-11-16, 17:35
che per i non possessori di una qualsiasi forma di cultura vorrebbe dire?
https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRKtsdza9fi-oo3Nq8WTar6wwnNtP3d1xxdWHHInq2_iZG-0Vaq

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Recidivo
30-11-16, 17:37
goole => Frankenstein junior frau blucher

:facepalm:

Anton47 ma sei vissuto nel secolo scorso o ???

Almeno i meme "leggendari" ...

anton47
30-11-16, 17:44
goole => Frankenstein junior frau blucher

:facepalm:

Anton47 ma sei vissuto nel secolo scorso o ???

Almeno i meme "leggendari" ...va bene, ti metto una mia fototessera :fag:
http://cdn.bleedingcool.net/wp-content/uploads/2014/05/HIGHLANDER.jpg

Frappo
30-11-16, 17:54
goole => Frankenstein junior frau blucher

:facepalm:

Anton47 ma sei vissuto nel secolo scorso o ???

Almeno i meme "leggendari" ...

davvero :facepalm:

ci sono gli estremi per un ban :facepalm:

Recidivo
30-11-16, 18:04
va bene, ti metto una mia fototessera :fag:
http://cdn.bleedingcool.net/wp-content/uploads/2014/05/HIGHLANDER.jpg

Mi immagino che alla frase "Si puo' fare!!" ti viene in mente Veltroni?
:bua:

gmork
30-11-16, 18:18
e io che ho pure messo lo spezzone dal tubo. tutta fatica persa come un rifiuto pericoloso in una discarica a caso :frigna:

anton47
30-11-16, 19:55
goole => Frankenstein junior frau blucher

:facepalm:

Anton47 ma sei vissuto nel secolo scorso o ???

Almeno i meme "leggendari" ...vabbè, se lo cerchi con google ti viene un generale prussiano :???:, non avevo fatto mente locale
quel film l'ho visto decine di volte, CAPPOLLAVVORROHHHHHHHHHHH!
edit: quasi quasi me la metto come avatar, devo pensarci

koba44
30-11-16, 21:02
Mi tocca constatare (e mi girano alquanto) che la Lega e' al momento l'unica forza politica che propone un'alternativa credibile all'esproprio dei risparmiatori/azionisti/correntisti.

Sono disinformato su questo: cosa propone? Ciò che propone è roba di Salvini o della Lega tutta?

abaper
01-12-16, 07:48
Sono disinformato su questo: cosa propone? Ciò che propone è roba di Salvini o della Lega tutta?
Esci dall'euro, ti ripigli la sovranità monetaria e fai salvare le banche da Bankitalia.
Ovviamente devi stampare moneta stile figurine panini

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Black Tiger
01-12-16, 08:02
Esci dall'euro, ti ripigli la sovranità monetaria e fai salvare le banche da Bankitalia.
Ovviamente devi stampare moneta stile figurine panini

Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalk
Quindi farebbe crollare il valore della moneta, di conseguenza l'import, di conseguenza rincarerebbe tutto, quindi aumenterebbe di brutto il costo della vita.
Interessante. :sisi:

abaper
01-12-16, 08:06
Quindi farebbe crollare il valore della moneta, di conseguenza l'import, di conseguenza rincarerebbe tutto, quindi aumenterebbe di brutto il costo della vita.
Interessante. :sisi:
Shh non si può dire. Questo è il thread sul pd. Vorrai mica andare OT?

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koba44
01-12-16, 08:43
Esci dall'euro, ti ripigli la sovranità monetaria e fai salvare le banche da Bankitalia.
Ovviamente devi stampare moneta stile figurine panini

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Aaah allora niente di nuovo...


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MrVermont
01-12-16, 13:37
Shh non si può dire. Questo è il thread sul pd. Vorrai mica andare OT?

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Abaper mi spiace ma il "eh ma gli altri" vale per tutti, mica solo per i grillini :boh2: nel topic 5 stelle (giustamente) veniva rimarcato quando per non parlare dei problemi dei 5 stelle usciva fuori qualcosa su altri partiti. Stessa cosa è giusto farla qua. La politica economica della Lega fa schifo? può essere, ma questo è il topic sul governo Renzi non sulla Lega.

Necronomicon
01-12-16, 14:47
Hai forse visto foto simili di Monti e della Fornero? :tsk:
Quando andava a figa Monti al mare ce stavano ancora le bombe

Cek
01-12-16, 19:51
infatti in svizzera ci fanno i coriandoli con i franchi

Zabadì
01-12-16, 21:22
infatti in svizzera ci fanno i coriandoli con i franchi
E in scandinavia delle corone....

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Black Tiger
01-12-16, 21:24
infatti in svizzera ci fanno i coriandoli con i franchi


E in scandinavia delle corone....

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Stiamo parlando dell'italia o mi sbaglio?

Zabadì
01-12-16, 22:03
Stiamo parlando dell'italia o mi sbaglio?
Già.... Ma non si capisce perchè un ritorno d una moneta nazionale dovrebbe significare lo stampaggio di moneta come sostenete quando non mi risulta ci siano altre nazioni qua attorno dove avviene ciò.... O la Polonia sta stampando Zloty a nastro come se non ci fosse un domani?

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Black Tiger
01-12-16, 22:15
Già.... Ma non si capisce perchè un ritorno d una moneta nazionale dovrebbe significare lo stampaggio di moneta come sostenete quando non mi risulta ci siano altre nazioni qua attorno dove avviene ciò.... O la Polonia sta stampando Zloty a nastro come se non ci fosse un domani?

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Perché siamo messi male. Siamo messi mooolto male.

E per male intendo mercato interno al collasso, disoccupazione alle stelle, tasse altissime, banche vicine al crack, servizi inesistenti, infrastrutture allo sbando, istruzione a livello africano, sanità inesistente se non per i èiù abbienti, giustizia praticamente inesistente... Eccetera.

pasquaz
01-12-16, 22:27
Perché siamo messi male. Siamo messi mooolto male.

E per male intendo mercato interno al collasso, disoccupazione alle stelle, tasse altissime, banche vicine al crack, servizi inesistenti, infrastrutture allo sbando, istruzione a livello africano, sanità inesistente se non per i èiù abbienti, giustizia praticamente inesistente... Eccetera.

dimentichi il motivo principale: prima dell'euro l'italia ha sempre fatto così :asd:

Black Tiger
01-12-16, 22:37
dimentichi il motivo principale: prima dell'euro l'italia ha sempre fatto così :asd:
Non è affatto vero. Fino agli anni '80 era uno dei primi paesi industrializzati. Poi è andato tutto in decrescendo.

pasquaz
01-12-16, 23:02
Non è affatto vero. Fino agli anni '80 era uno dei primi paesi industrializzati. Poi è andato tutto in decrescendo.

non hai capito, stavo rispondendo alla domanda sulla svalutazione, una pratica usata in italia in maniera decisamente allegra degli anni '70 in poi, fino agli inizi degli anni '90

Manu
02-12-16, 07:42
Non è affatto vero. Fino agli anni '80 era uno dei primi paesi industrializzati. Poi è andato tutto in decrescendo.
O magari sono gli altri che sono cresciuti mentre qui laggente (non tutti, ovvio) e l'establishment hanno pensato solo a tirare a campare/vivere di rendita/fottere soldi.

Comunque oh, mi chiedevo... se torniamo ad una valuta nazionale e la situazione continua ad andare di merda cosa facciamo poi?

abaper
02-12-16, 08:04
O magari sono gli altri che sono cresciuti mentre qui laggente (non tutti, ovvio) e l'establishment hanno pensato solo a tirare a campare/vivere di rendita/fottere soldi.

Comunque oh, mi chiedevo... se torniamo ad una valuta nazionale e la situazione continua ad andare di merda cosa facciamo poi?
Emigriamo

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Zhuge
02-12-16, 08:34
Emigriamo

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chiedi a Ilvio se ha ancora posto sul suo aereo :asd:

MrVermont
02-12-16, 13:23
O magari sono gli altri che sono cresciuti mentre qui laggente (non tutti, ovvio) e l'establishment hanno pensato solo a tirare a campare/vivere di rendita/fottere soldi.

Comunque oh, mi chiedevo... se torniamo ad una valuta nazionale e la situazione continua ad andare di merda cosa facciamo poi?

Te ne faccio una io: se la situazione continua ad andare di merda rimanendo nell'euro che facciamo? ah si, muoriamo di fame come la Grecia. Cazzo, una prospettiva meravigliosa :rullezza: grazie Euro :rullezza:

Yuki
02-12-16, 14:12
Te ne faccio una io: se la situazione continua ad andare di merda rimanendo nell'euro che facciamo? ah si, muoriamo di fame come la Grecia. Cazzo, una prospettiva meravigliosa :rullezza: grazie Euro :rullezza:
Si si pizza e mandolino :asd: tornando alla domanda iniziale, che proponi di fare? No perché stampare moneta a ruota libera e inflazionare il mercato non è esattamente salutare, a meno che non vogliamo tornare ai tempi del dopoguerra che i mazzi di banconote erano buoni solo come carta straccia...

balmung
02-12-16, 14:13
Te ne faccio una io: se la situazione continua ad andare di merda rimanendo nell'euro che facciamo? ah si, muoriamo di fame come la Grecia. Cazzo, una prospettiva meravigliosa :rullezza: grazie Euro :rullezza:

A guardare l'andamento del pil italiano, a partire dagli anni 70 ad oggi, lo notiamo tutti che dal 2002 vi è stata una frenata spaventosa. La crisi era già presente e cronica. Il 2008 è stato solo un colpo acuto di un problema già esistente. Quindi, nessuno nega che esista un problema.

Ad essere onesti, però, non possiamo negare che negli ultimi 16 anni ad essere cambiata non è solo la moneta.
Vi è stata una vera e propria esplosione della presenza di stranieri sul suolo italiano. Il 6% della popolazione dell'intera Romania si è trasferito in Italia.
Abbiamo 6 Milioni di stranieri, di 20 stati differenti con culture che non c'entrano un cazzo l'una con l'altra, figuriamoci con quella italiana.

Quale che sia la moneta, il paese è ormai fottuto :boh2: A nessuno fregherà mai un cazzo della stabilità della penisola, considerato che i tedeschi possono tranquillamente investire i propri capitali in Polonia ed Ungheria.
Rassegnatevi, l'Italia diventerà un paesello del cazzo come la Tunisia, la Macedonia o il montenegro ( con i negri però).

battlerossi
02-12-16, 14:33
Più NegRi per tutti :snob:

anton47
02-12-16, 14:41
...Rassegnatevi, l'Italia diventerà un paesello del cazzo come la Tunisia, la Macedonia o il montenegro ( con i negri però).sei troppo ottimista (a me viene in mente la grecia)

Necronomicon
02-12-16, 15:27
Non c'è soluzione ormai. L'unico modo è fare il contrario di ciò che il buon senso chiederebbe. Ovvero serve più Europa! L'unica è riuscire a fregare tutti e convincerli ad un'unione politica, economica e costituzionale con gli altri paesi. A quel punto rivelarci come il mezzogiorno d'Europa che siamo e vivere di sussidi sulle spalle del ricco nord. Poi ci sposteremo al nord e in qualsiasi gelido paese ci saranno insegnanti e carabinieri italiani

battlerossi
02-12-16, 15:37
Aaaahhhh finalmente vedo che l'isteria di massa pre referendum sta prendendo piede :fag:

Recidivo
02-12-16, 16:14
Aaaahhhh finalmente vedo che l'isteria di massa pre referendum sta prendendo piede :fag:

Ma uno ci prova a stare calmo e pacato.
Ci provo davvero.

Poi siccome nella vita sono abbastanza fumino ( come si dice dalle mie parti, ovvero mi incazzo ogni 2x3 ) mi tengo, mi tengo.
Poi incontro il cocoon di turno e sbotto.
Come al prossimo "governo non eletto" che incontro.

Zhuge
02-12-16, 16:32
renzie non è stato votato da nessuno!!!!11!!!11!1!1!!!ONE!1!!!!!

:fag:

abaper
02-12-16, 16:44
chiedi a Ilvio se ha ancora posto sul suo aereo :asd:
Lui, renzie ed io?
Naa, prendo il canotto. A meno che non lo riempia di olgettine.

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Manu
02-12-16, 16:58
Emigriamo

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Io ero serio :asd: in b4 lo eri pure tu

Zhuge
02-12-16, 17:06
Lui, renzie ed io?
Naa, prendo il canotto. A meno che non lo riempia di olgettine.

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c'è anche Vespa sull'aereo :asd:

abaper
02-12-16, 17:17
c'è anche Vespa sull'aereo :asd:
Un remake di 4 uomini in barca.
Che tra l'altro non ho mai letto :uhm:


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Firestorm
02-12-16, 17:27
Un remake di 4 uomini in barca.
Che tra l'altro non ho mai letto :uhm:


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Ma non era 3 uomini in barca per tacer del cane ? : uhm:

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Zhuge
02-12-16, 17:34
Ma non era 3 uomini in barca per tacer del cane ? : uhm:

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:sisi:

abappio dava del cane a renzie

abaper
02-12-16, 17:39
Boh, mi fido di voi.

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Maybeshewill
02-12-16, 17:47
renzie non è stato votato da nessuno!!!!11!!!11!1!1!!!ONE!1!!!!!

:fag:

Bof, è vero

Recidivo
02-12-16, 17:48
.
.
.
.
.
.
UARRRGGHHHHHHH!!!!

Zhuge
02-12-16, 17:49
:rotfl:

Maybeshewill
02-12-16, 17:52
smentiscimi :fag:

Recidivo
02-12-16, 17:53
.
.
.
.
.
UARRRGGHHHHHHH!!!!

battlerossi
02-12-16, 18:12
AHAHAHHAHAHAHAHAH

:rotfl:


Il pre e durante election day c'è sempre quest'atmosfera frizzantina :asd:

Zhuge
02-12-16, 19:45
:asd:

Edward Green
02-12-16, 20:03
Perché siamo messi male. Siamo messi mooolto male.

E per male intendo mercato interno al collasso, disoccupazione alle stelle, tasse altissime, banche vicine al crack, servizi inesistenti, infrastrutture allo sbando, istruzione a livello africano, sanità inesistente se non per i èiù abbienti, giustizia praticamente inesistente... Eccetera.

Adesso non esageriamo con sto catastrofismo :asd:

1) La disoccupazione è alta, ma non estrema. In Spagna e Grecia sono messi molto peggio. E nei mitici anni 80 eravamo allo stesso livello:

http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2013/10/bagnai-disoccupazione.png

Semmai il problema è l'indebitamento e il precariato.

2) E' vero le tasse sono alle stelle. Ma all'interno della UE non le vedrai mai basse.

3) Le banche sono vicine al crack? Vero. Ma tanto faranno crack anche nell'euro. Quindi o si nazionalizzano e si ripuliscono fino in fondo, o avrai comunque il caos. Ricordo inoltre che abbiamo uno dei più alti patrimoni privati del mondo.

4) Infrastrutture sono allo sbando in certe regioni. In altre no. Esattamente come negli ultimi 60 anni.

5) Istruzione non è a livello africano. Può essere migliorata, ma non è di sicuro peggio di tanti altri paesi europei. Semmai rispetto alla Danimarca girano molto meno soldi.

6) La sanità è la terza migliore al mondo. Ripeto: al mondo. Poi dipende ovviamente dalle classifiche. C'è chi la piazza 21esima.

7) Ecco su questo ti do pienamente ragione.

Insomma il Paese è in declino, ma non è l'inferno in terra. Uscire dall'euro è un salto nel buio? Certo. Ma rimanere nell'euro? Anch'esso è un salto nel buio.
Se pensate alle mitiche riforme o agli italiani che diventano come i tedeschi, siete dei poveri illusi.

Inoltre potrebbe succedere un'altra cosa: se si sfascia l'euro indipendentemente da noi? Che famo?

Yuki
02-12-16, 20:28
Se l'euro si sfascia, tutti tornano alle vecchie valute, non solo noi. Il problema è se noi torniamo alla lira e gli altri no

Manu
02-12-16, 20:36
Massì, in fondo potremo pure tornare ad una valuta nazionale. Basta che facciano presto, però.

http://www.milanopost.info/2016/11/14/fuga-di-capitali-e-record/

Ormai chi ha più di due euro li porta all'estero.

Necronomicon
02-12-16, 20:36
Le infrastrutture sono allo sbando anche in Veneto che non è la Calabria. E la cosa dei patrimoni privati sventolata come a dire "siamo salvi perché male che vada possiamo inculare per legge i soldi alla gente che la mette via" è una cattivissima abitudine per giustificare lassismo nei conti da parte dei governi che via via si stanno succedendo.

Serve una svolta clamorosa a questa Europa.

Edward Green
02-12-16, 21:00
Serve una svolta clamorosa a questa Europa.

Serve una resa dei conti, altro che svolta clamorosa.

Vorrei ricordare a tutti che in questo momento siamo in una fase di bonaccia dell'economia internazionale e che l'ultima crisi finanziaria globale è stata nel 2008. Sono passati 8 anni. Non durerà per sempre.

balmung
02-12-16, 21:12
Non c'è soluzione ormai. L'unico modo è fare il contrario di ciò che il buon senso chiederebbe. Ovvero serve più Europa! L'unica è riuscire a fregare tutti e convincerli ad un'unione politica, economica e costituzionale con gli altri paesi. A quel punto rivelarci come il mezzogiorno d'Europa che siamo e vivere di sussidi sulle spalle del ricco nord. Poi ci sposteremo al nord e in qualsiasi gelido paese ci saranno insegnanti e carabinieri italiani

Il problema è che, fino ad oggi, siamo stati il "nord" dell'europa. Tutt'oggi inviamo una marea di denaro pubblico verso i paesi dell'est. I quali costruiscono le infrastrutture con le quali attirare gli imprenditori che delocalizzano. Il mercato di riferimento di questi ultimi, però, resta quello dell'europa occidentale.
è un delirio.
E mi rifiuto categoricamente di credere che nei primi anni 2000 nessuno avesse pensato a simili conseguenze.

koba44
02-12-16, 21:55
renzie non è stato votato da nessuno!!!!11!!!11!1!1!!!ONE!1!!!!!

:fag:
Tranne i fiorentini.

koba44
02-12-16, 22:01
Massì, in fondo potremo pure tornare ad una valuta nazionale. Basta che facciano presto, però.

http://www.milanopost.info/2016/11/14/fuga-di-capitali-e-record/

Ormai chi ha più di due euro li porta all'estero.
Ciò di cui parla l'articolo non è la fuga di capitali liquidi in senso stretto, ma di acquisti di titoli (azioni e obbligazioni) o fondi esteri.

La borsa italiana va peggio delle altre paragonabili, non c'è nulla di strano di questo spostamento di investimenti. Peraltro i titoli di stato italiani rendono di più.

battlerossi
03-12-16, 09:02
Se l'euro si sfascia, tutti tornano alle vecchie valute, non solo noi. Il problema è se noi torniamo alla lira e gli altri no

Non ho capito questo passaggio :asd:

Yuki
03-12-16, 13:02
Non ho capito questo passaggio :asd:
Nel senso che se l'euro cade, tutti tornano a casa propria e ok. Se l'euro non cade e usciamo solo noi è completamente inutile (e facciamo la figura degli inglesi, che paventano la disponibilità di pagare l'UE per rimanere nel mercato unico :rofl: )
Comunque sui vostri schemi domani:
http://uploads.tapatalk-cdn.com/20161203/81f8d703210bb40b125960f9cabb35e5.jpg

Chiwaz
03-12-16, 13:07
Il 12 % sotto salvini?

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Eh sì. E son stato schiscio, perché certi sondaggi hanno dichiarato il 14% a volte.

Chiwaz
03-12-16, 13:10
Coff coff credieuronord coff coff

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Ma non rompete il cazzo con sta credieuronord, che
a) le cifre non erano lontanamente paragonabili coi crack di cui si parla oggi
B) i risparmiatori sono stati tutti rimborsati a spese anche dei parlamentari della lega che ai tempi di autotassavano per il fondo di risarcimento.

Non esiste minimamente il paragone.

koba44
03-12-16, 13:19
Ma non rompete il cazzo con sta credieuronord, che
a) le cifre non erano lontanamente paragonabili coi crack di cui si parla oggi
B) i risparmiatori sono stati tutti rimborsati a spese anche dei parlamentari della lega che ai tempi di autotassavano per il fondo di risarcimento.

Non esiste minimamente il paragone.
Della b) non sapevo. :pippotto: tanto di cappello.

Picard
05-12-16, 11:29
Oggi, 24 settembre 1984, condivido con voi questa immagine. :sisi:

http://digilander.libero.it/happydays/images/hdbn9.jpg

In attesa di cambiare titolo al topic.

von right
05-12-16, 11:39
Il discorso di comiato di Renzi:


Roma - Oggi il popolo italiano ha parlato, ha parlato in modo inequivocabile. Ha scelto in modo chiaro e netto e credo che sia stata una grande festa per la democrazia. Le percentuali di affluenza sono state superiori a tutte le attese. È stata una festa che si è svolta in un contesto segnato da qualche polemica in campagna elettorale, ma in cui tanti cittadini si sono riavvicinati alla Carta costituzionale, al manuale delle regole del gioco, e credo che questo sia molto bello, importante e significativo. Sono orgoglioso dell’opportunità che il Parlamento, su iniziativa del governo, ha dato ai cittadini di esprimersi nel merito della riforma.
Viva l’Italia che non sta alla finestra ma sceglie. Viva l’Italia che partecipa e che decide. Viva l’Italia che crede nella politica. Il No ha vinto in modo netto, ai leader del fronte del No vanno le mie congratulazioni e il mio augurio di buon lavoro nell’interesse del Paese, dell’Italia e degli italiani. Questo voto consegna ai leader del fronte del No oneri e onori insieme alla grande responsabilità di cominciare dalla proposta, credo innanzitutto dalla proposta delle regole, della legge elettorale. Tocca a chi ha vinto, infatti, avanzare per primo proposte serie, concrete e credibili.


Agli amici del Sì, che hanno condiviso il sogno di questa riforma, una campagna elettorale emozionante, vorrei consegnare un abbraccio forte, affettuoso, vorrei uno per uno. Ci abbiamo provato, abbiamo dato agli italiani una chance di cambiamento semplice e chiara. Ma non ce l’abbiamo fatta, non siamo riusciti a convincere la maggioranza dei nostri concittadini; abbiamo ottenuto milioni di voti, ma questi milioni di voti sono impressionanti ma insufficienti. Volevamo vincere, non partecipare e allora mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta e dico agli amici del Sì che ho perso io, non voi.


Chi lotta per un’idea non può perdere. Voi avevate un’idea meravigliosa, in particolare in questa stagione della vita politica europea. Volevate riavvicinare i cittadini alla cosa pubblica, combattere il populismo, semplificare il sistema e rendere più vicini cittadini e imprese. Avete fatto una campagna elettorale casa per casa, a vostre spese, senza avere nulla da chiedere ma solo da dare. Per questo voi non avete perso. Stasera andando a risposare o domani andando a lavorare sentitevi soddisfatti dell’impegno, della passione, delle idee.
Intendiamoci, c’è rabbia, c’è delusione, amarezza e tristezza ma vorrei foste fieri di voi stessi. Fare politica andando contro qualcuno è molto facile, fare politica per qualcosa è più difficile ma più bello. Siate orgogliosi di questa bellezza. Non smettete mai di pensare che si fa politica pensando che si fa politica per i propri figli e non per le alchimie dei gruppi dirigenti. Arriverà un giorno in cui tornerete a festeggiare una vittoria e quel giorno vi ricorderete delle lacrime di questa notte. Si può perdere il referendum ma non si può perdere il buonumore. Si può perdere una battaglia ma non la fiducia che questo è il Paese più bello del mondo e quella bandiera rappresenta gli ideali di civiltà, educazione e bellezza che ci fano grandi e orgogliosi della nostra civiltà. Io invece ho perso
Nella politica italiana non perde mai nessuno, non vincono ma non perde mai nessuno. Dopo ogni elezione resta tutto com’è. Io sono diverso, ho perso e lo dico a voce alta, anche se con il nodo in gola. Perché non siamo robot. Non sono riuscito a portarvi alla vittoria. Vi prego di credermi quando vi dico che veramente ho fatto tutto quello che penso si potesse fare in questa fase. Io non credo che la politica sia il numero inaccettabile di politici che abbiamo in Italia. Io non credo che si possa continuare in un sistema in cui l’autoreferenzialità della cosa pubblica è criticata per decenni da tutti e poi al momento opportuno non venga cambiata. Ma credo nella democrazia e per questo quando uno perde non fa finta di nulla, fischiettando e andandosene sperando che tutto passi in fretta nella nottata.
Credo nell’Italia è per questo credo sia doveroso cambiarla. Nei mille gironi e nelle mille notti passati in questo palazzo ne ho viste le possibilità straordinari, uniche al mondo. ma perché queste possibilità si realizzino, le uniche chance che abbiamo è scattare, non galleggiare, è credere nel futuro, non vivacchiare. La democrazia italiana di oggi si basa su un sistema parlamentare. Quando abbiamo chiesto la fiducia abbiamo chiesto di semplificare il sistema, di eliminare il bicameralismo, abbassare i costi della politica, allargare gli spazi di democrazia diretta. Questa riforma è quella che abbiamo portato al voto. Non siamo stati convincenti, mi dispiace, però andiamo via senza rimorsi, perché se vince la democrazia e vince il no, è anche vero che abbiamo combattuto la buona battaglia con convinzione e passione.
Come era evidente e scontato dal primo giorno, l’esperienza del mio governo finisce qui. Credo che per cambiare questo sistema politico in cui i leader sono sempre gli stessi e si scambiano gli incarichi ma non cambiano il Paese, non si possa far finta che tutti rimangano incollati alle proprie consuetudini prima ancora che alle proprie poltrone. Volevo cancellare le troppe poltrone della politica: il Senato, le Province, il Cnel.
Non ce l’ho fatta e allora la poltrona che salta è la mia. Domani pomeriggio riunirò il Consiglio dei ministri, ringrazierò i miei colleghi per la straordinaria avventura, una squadra coesa, forte e compatta, e salirò al Quirinale dove al presidente della Repubblica consegnerò le mie dimissioni. Tutto il Paese sa di poter contare su una guida autorevole e salda quale quella del Presidente Mattarella. In questi giorni il governo sarà al lavoro per completare l’iter di una buona legge di Stabilità, che deve essere approvata al Senato e per assicurare il massimo impegno ai territori colpiti dal terremoto.
Lasceremo a chi prenderà il nostro posto il prezioso progetto di Casa Italia. Come sapete vengo dall’associazionismo, dal mondo scout e il fondatore dello scoutismo, Baden-Powell, diceva che bisogna lasciare i posti meglio di come si sono trovati. Lasciamo la guida dell’Italia con un Paese che passato dal -2% al +1% di crescita del Pil, che ha 600mila occupati in più con una legge, quella sul mercato del lavoro, che era attesa da anni, con un export che cresce e un deficit che cala.
Lasciamo la guida del Paese con un’Italia che ha finalmente una legge sul terzo settore, sul dopo di noi, sulla cooperazione internazionale, sulla sicurezza stradale, sulle dimissioni in bianco, sull’autismo, sulle unioni civili. Una legge contro lo spreco alimentare, contro il caporalato, contro i reati ambientali. Sono leggi con l’anima, quelle di cui si è parlato di meno ma a cui tengo di più.

Lasciamo infine l’Italia con un 2017 in cui saremo protagonisti in Europa a marzo con l’appuntamento di Roma per i sessant’anni dell’Unione. Saremo protagonisti a Taormina a maggio per il G7. Saremo protagonisti con la presidenza de consiglio di sicurezza dell’Onu a novembre. Aver vinto le sfide organizzative dell’Expo e del Giubileo non è merito del governo ma di una struttura straordinaria di professionisti a cui va la mia rinnovata gratitudine.

In particolar modo alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate di questo Paese che ho imparato a conoscere per una dedizione e una professionalità straordinaria alla bandiera e al Paese. Davvero grazie. In questa sala, infine, attenderò di salutare con amicizia istituzionale e con un grande sorriso e un abbraccio il mio successore, chiunque egli sarà. Gli consegnerò la campanella simbolo della guida del governo e tutto il lungo dossier delle cose fatte e da fare.
Grazie ad Agnese per aver sopportato la fatica di mille giorni e grazie per come ha splendidamente rappresentato il nostro Paese. Grazie ai miei figli e grazie anche a tutti voi, anche se ringraziare i giornalisti alla fine è quasi una cosa impossibile. Sono stati mille giorni che sono volati, ora per me è il tempo di rimettersi in cammino, ma vi chiedo nell’era della post-verità, nell’era in cui in tanti nascondo quella che è la realtà dei fatti, di essere fedeli e degni interpreti della missione importante che voi avete e per la vostra laica vocazione. Viva l’Italia, in bocca al lupo a tutti noi.

gmork
05-12-16, 11:46
per quanto renzi continui a darmi l'idea dell'imbonitore di piazza, il discorso mi è piaciuto. non sembrava manco quello di un politico italiano :asd:

koba44
05-12-16, 12:01
per quanto renzi continui a darmi l'idea dell'imbonitore di piazza, il discorso mi è piaciuto. non sembrava manco quello di un politico italiano :asd:
È il primo che si dimette davvero.

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MrVermont
05-12-16, 12:30
per quanto renzi continui a darmi l'idea dell'imbonitore di piazza, il discorso mi è piaciuto. non sembrava manco quello di un politico italiano :asd:

Concordo. E' stato un buon discorso di dimissioni.

anton47
05-12-16, 13:07
per quanto renzi continui a darmi l'idea dell'imbonitore di piazza, il discorso mi è piaciuto. non sembrava manco quello di un politico italiano :asd:ha dimostrato un'altra volta di essere piuttosto furbo

wesgard
05-12-16, 13:20
ha dimostrato un'altra volta di essere piuttosto furbo


Beh si é messo in una botte di ferro. Al momento é:io ci ho provato, ma mi hanno fermato. Adesso tocca a loro. Siccome sarà un casino, volendo tra 1 o 2anni potrà tornare come salvatore.

battlerossi
05-12-16, 13:24
Vabbè rega ma si sapeva.

Messa così per lui era un win/win

Il solito volpone

Mr Yod
05-12-16, 14:03
È il primo che si dimette davvero.

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É il primo che non ha dato la colpa agli altri. :uhm:

MrVermont
05-12-16, 14:06
Infatti, pur schifandomi, riconosco che ha avuto un modo dignitoso di accettare la sconfitta. Cosa che in italia praticamente non si vede mai :sisi:

End222
05-12-16, 14:13
Dimettendosi esce dignitosamente, non fa la figura di quei morti di fame che fanno di tutto per rimanere attaccati alla poltrona il più tempo possibile.

E poi parliamoci chiaro, alla fine esce da vincente, neppure lui si sarebbe immaginato di rimanere così tanto li.

Ne ha combinate di tutti i colori, un fallimento colossale.

Per quel che mi riguarda pensa solo di essere furbo, non è bravo a mentire, almeno io me ne accorgo subito.

von right
05-12-16, 14:29
Eh, tu sei quello sveglio.

Picard
05-12-16, 14:49
Ma solo io immagino che avesse già pronti due discorsi in base al risultato? E che non è certo lui che ha partorito quelle parole ma il ghost writer di turno?

Lo Zio
05-12-16, 14:59
quello credo sia ovvio :asd:

caesarx
05-12-16, 15:01
Ma solo io immagino che avesse già pronti due discorsi in base al risultato? E che non è certo lui che ha partorito quelle parole ma il ghost writer di turno?
Ma quello è chiaro.

von right
05-12-16, 15:03
Lui da l'indicazione del tono, gli argomenti da trattare e lo approva ma non lo scrive di certo :asd:

anton47
05-12-16, 17:16
e gli hanno fatto un discorsetto così astuto (cui lui ha aggiunto la voce rotta parlando dei figli) che rientrerà trionfalmente tra una settimana tra lanci di fiori :)
intanto è andato, come da prassi, a trovare la sua sonnacchiosa creatura al quirinale per fare come sempre il puparo :jfs:

abaper
05-12-16, 18:36
Eh sì. E son stato schiscio, perché certi sondaggi hanno dichiarato il 14% a volte.
Ah, ok, ti riferisci ai sondaggi. Io pensavo ai voti veri

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Maybeshewill
05-12-16, 18:58
Vabbè rega ma si sapeva.

Messa così per lui era un win/win

Il solito volpone

win/win cosa, era in lacrime :bua:

alberace
05-12-16, 19:00
win/win cosa, era in lacrime :bua:quando, di preciso?

https://www.youtube.com/watch?v=k9dNw94QvhM

Maybeshewill
05-12-16, 19:41
si vede chiaramente che è a tratti è commosso e si ricompone a fatica, lo dicono pure i vostri giornali..

alberace
05-12-16, 19:43
non seguo alcun giornale e non hai risposto :asd:

anton47
05-12-16, 20:06
1) è un buon attore
2) naturalmente, gli giravano

Zhuge
05-12-16, 20:59
Ora che s'è dimesso non dovremmo chiudere la discussione ed aprirne un'altra sui governicchi?

gmork
05-12-16, 21:10
pare che tiri avanti fino all'approvazione della legge di stabilita', su richiesta esplicita di mattarella, quindi puo' rimanere anche tutto il mese ^^

Gnappo
05-12-16, 21:20
pare che tiri avanti fino all'approvazione della legge di stabilita', su richiesta esplicita di mattarella, quindi puo' rimanere anche tutto il mese ^^


http://68.media.tumblr.com/7888e420dfe294ffed823343fa285180/tumblr_ohox376Oq81qzqhrjo1_500.gif

Zhuge
05-12-16, 21:23
:rotfl:

Edward Green
05-12-16, 21:51
È il primo che si dimette davvero.


Ti sbagli: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/04/18/alema-da-le-dimissioni-il-mio.html

Proprio lui :asd:

iWin uLose
05-12-16, 22:34
Ora però vediamo se Renzi abbandona davvero la politica, come aveva promesso (quando pensava di stravincere :lul: )


http://www.repubblica.it/politica/2016/01/12/news/matteo_renzi_intervista_a_repubblica_tv-131080840/

End222
06-12-16, 13:56
Ora però vediamo se Renzi abbandona davvero la politica, come aveva promesso (quando pensava di stravincere :lul: )


http://www.repubblica.it/politica/2016/01/12/news/matteo_renzi_intervista_a_repubblica_tv-131080840/

Non ha mai lavorato in vita sua, dubito inizi a farlo adesso.

Mammaoca
06-12-16, 14:04
Non ha mai lavorato in vita sua, dubito inizi a farlo adesso.
Ah quindi siamo ai livelli che fare il politico equivale e non lavorare?

alberace
06-12-16, 14:12
aò, riguardo contratti a tempo indeterminato+sgravi fiscali, forse mi sono perso un pezzo.
hanno funzionato o no?
quest'anno l'INPS ha certificato il crollo, ma non è la dimostrazione della bontà della politica?

Lo Zio
06-12-16, 14:15
Ah quindi siamo ai livelli che fare il politico equivale e non lavorare?

certo, se non lavori in miniera da quandi hai 6 anni non hai mai lavorato :asd: