Chissà, magari questi pensieri sui survival-game dipendono dal fatto che sono prevalentemente un PCista e negli ultimi anni me ne sono trovato davanti una vera barilata. La somma di componenti rivolte al survival, alla forma di open world e al crafting è sicuramente una delle ricette più battute tra le produzioni di media e piccola dimensione (ma non solo, come vedremo), al punto che è legittimo trattare il mix come un vero e proprio sotto-genere, a volte ispiratissimo nel design di base e, in altre occasioni, fin troppo conveniente sul piano della progettazione.
Non una vera trama ma più propriamente un background, come in DayZ, H1Z1, The Forest (in procinto di arrivare anche su PS4), Ark Survival Evolved e tanti altri, a prescindere che sia il PvE o il PvP a plasmare il carattere dell’azione di gioco; in tali casi l’atmosfera o il fascino dello scenario sono tutto, insieme alle regole della sopravvivenza e, dunque, alla pura fattura del gameplay. Il ché a tratti può risultare anche sublime, come ho più volte avuto modo di scrivere, ma rischia di inflazionarsi alla svelta se, almeno in qualche occasione, il fattore narrativo non tornerà a far parte del quadro.
La somma di componenti rivolte al survival, alla forma di open world e al crafting è sicuramente una delle ricette più battute
Potrei fare altri esempi da una parte e dall’altra, riferendomi al personale gradimento per The Forest, alle tante contaminazioni roguelike tra le offerte di Steam o, perché no, a come le grosse case abbiamo iniziato a saccheggiare idee e spunti anche in questa direzione, scimmiottando il tema della sopravvivenza in titoli peraltro divertenti come Far Cry Primal e Dying Light, o anche affrontando il compito con maggiore rigore com’è accaduto in The Division. A mio modo di vedere, tuttavia, il vertice di un certo modo di trattare la materia è stato raggiunto con No Man’s Sky, al confine tra indipendenza produttiva e pericoli dello show business: la vastità dell’intero universo finisce con coincidere con la mancanza di approfondimento, con il fatto che ogni cosa, pur se diversa nella forma, rischia di essere maledettamente uguale a quella precedente. Il Foundation Update ha migliorato la situazione e palesato una delle ispirazioni principali, attraverso la nuova modalità survival (con punti di salvataggio che vanno creati, come in The Forest), ma non fino a cambiare nel profondo un’esperienza tanto intrigante quanto dispersiva, ipnotizzante per alcuni e noiosa per molti.
Il tratteggio di un generico background può anche arrivare all’apoteosi, come in No Man’s Sky