Per un ex universitario come me, la biblioteca ha sempre rappresentato il luogo per eccellenza dedicata allo studio (ehm…), regno del silenzio e della tranquillità, dove affondare la testa in mezzo ai libri per cercare di districarsi tra i teoremi di Analisi II e le strutture decisionali complesse di Ricerca Operativa. Ma il mondo cambia, si sa, e le biblioteche con esso. Mi ha sorpreso, e al tempo stesso entusiasmato, scoprire dell’iniziativa promossa da GameSearch.it, in collaborazione con alcune biblioteche del milanese, per aprire vere e proprie emeroteche ludiche, aree dedicate al gaming, con postazioni di gioco ma dove, soprattutto, è possibile prendere in prestito videogiochi, esattamente come avviene con i libri.
Entrando in biblioteca, i videogiochi affermano un principio importante: avere la stessa dignità dei libri
Un passaggio cruciale, e per certi versi quasi naturale, nel lungo e difficile cammino di promozione del videogioco come mezzo di espressione e cultura a tutti gli effetti. Trovare scaffali dedicati alla nostra passione preferita, accanto a quelli di letteratura, fiction e saggistica, esprime in maniera netta un concetto fondamentale: libri e videogiochi sono da considerare allo stesso livello, hanno pari dignità. E come tali, meritano di occupare il medesimo spazio, che è quello delle biblioteche. Storicamente, un luogo aperto a tutti nel quale chiunque, gratuitamente, ha diritto di accesso alle opere creative dell’uomo, dove si tengono incontri, dibattiti, attività di formazione, e da oggi anche occasione di avvicinamento e comprensione del videogioco.
Operativamente, come spiegato meglio nel comunicato stampa ufficiale, le prime biblioteche di Milano ad aderire a questa bellissima iniziativa sono quelle di Valvassori Peroni e Cassina Anna, con l’obiettivo di ampliare pian piano l’offerta al resto della città, e via via in tutta Italia. Personalmente, mi stuzzica l’idea di provare a spendermi in prima persona per proporre una iniziativa di questo genere nella biblioteca del mio comune, e chissà che non si possa fare.
Da ultimo, non si preoccupino i negozianti: non sarà questa iniziativa a mettere in crisi il settore dell’usato grazie a cui vivono tante realtà commerciali (da Gamestop in giù). Del resto, le librerie convivono da sempre con le biblioteche. L’obiettivo ultimo mi sembra davvero altro, e alto.
Più che alle biblioteche, comunque, vedo l'ambito videoludico più collegato alle ludoteche, che si occupano già di base di giochi.
Più che alle biblioteche, comunque, vedo l'ambito videoludico più collegato alle ludoteche, che si occupano già di base di giochi.
Ho capito comunque il tuo ragionamento, il mio era solo portare un esempio di un caso solo parzialmente simile che avevo vissuto.