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La grande bellezza di Sorrentino era la ricerca di una forma elegante e sinuosa della vita per Jep Gambardella, passando a rassegna la Dolce Vita e i salotti romani,
Chiamami col tuo nome racconta e riflette immagini, suoni, gusti e odori di una bellezza carnale e tangibile quanto lo è scoprire l’amore, viverlo e dovergli dire addio.
Italia. Elio (Timothée Chalamet) è un italoamericano di diciassette anni e con la sua famiglia sta passando le vacanze estive nel nord del Paese. Il padre, professore universitario, decide di ospitare per sei settimane Oliver (Armie Hammer), un suo studente. Tra i due ragazzi esploderà un sentimento forte, non proibitivo, ma fondamentale nell’arricchire una ricerca intima e sessuale.
Chiamami col tuo nome racconta e riflette immagini, suoni, gusti e odori di una bellezza carnale e tangibile quanto lo è scoprire l’amore
Camuffata intelligentemente nel trailer,
Chiamami col tuo nome è una storia d’amore omosessuale, che tuttavia non basa le sue fondamenta dal sentirsi esclusi. Il film non sonda stimoli o psicologia dei protagonisti, ma lavora sulle descrizioni degli ambienti e satura i colori, non a vista d’occhio, ma il necessario per metterli in risalto e – di conseguenza – renderli vivi così tanto da farci percepire il vento che sovrasta la voce degli attori o financo l’odore aspro dei frutteti vicini. La casa dove passeranno le vacanze estive rappresenta il fortino dove amarsi di nascosto, di notte, tramite appuntamenti per mezzo di foglietti lasciati sotto la porta, in silenzio e lontano da occhi e orecchie indiscrete.
Il bagno che collega le stanze dei due ragazzi si erge a terzo elemento della storia, una sorta di passaggio necessario per arrivare dall’altro o da cui scrutarsi nell’oscurità, dalla toppa della serratura.
Tra tutti i campi in gioco (scenografia, sceneggiatura, regia) c’è un’armonia rarissima, elemento che riesce a restituire allo spettatore tutta la luce di quell’estate degli anni ’80. Ciò che viene proiettato sullo schermo è la percezione del mondo filtrato dallo sguardo di Elio e del suo scoprirsi sessualmente interessato a qualcun altro al di fuori di Marzia (Esther Garrel), la sua ragazza.
Chiamami col tuo nome è un film semplice ma dannatamente bello al tempo stesso
Chiamami col tuo nome è anche un film fatto di corpi che si toccano e di abbracci rubati di notte. Le gambe e le mani di Oliver, il corpo esile di Elio e le forme sinuose di Marzia… ogni centimetro della loro pelle è fotografato e illuminato con la finalità di avvolgere i protagonisti in un sottile velo erotico, sempre raffinato e mai volgare. Il regista non palesa interesse nell’impossibilità di questo amore, ma si limita garbatamente a costruirne il set: addobba ogni scena con il fine di creare un ambiente confortevole dove i due amanti possano incontrarsi e scontrarsi, avvicinarsi e allontanarsi senza dimenticare il tema principale dell’opera, ovvero l’amore.
Prendendo un’idea produttiva di ampio respiro commerciale come la scoperta adolescenziale del sesso, Guadagnino ne isola gli stilemi per restituirceli sotto una forma strettamente autoriale e feticista. Questo è un approccio rarissimo da trovare non tanto nel nostro cinema, ma nella sua visione globale. Chiamami col tuo nome è dunque un film semplice ma dannatamente bello al tempo stesso, dolce e affascinante, quasi goffo in alcuni suoi momenti, ma pregno di una bellezza da rapire mente e cuore di ogni tipo di spettatore.
Voto 8.5
Genere: sentimentale, drammatico
Publisher: Warner Bros. Italia
Regia: Luca Guadagnino
Colonna Sonora: Sufjan Stevens
Interpreti: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois
Durata: 132 minuti