Joker - Recensione

Dopo le diverse speculazioni scritte e portate avanti dalle ipotesi e dall’interpretazione degli indizi rilasciati dall’accurato marketing, ora possiamo dirlo: Joker, nelle tematiche come nella presentazione dei suoi personaggi, è un cinecomics, ma ne cambia drasticamente il modo in cui siamo abituati ad usufruirne, riuscendo quindi ad ottenere una legittimazione intellettuale superiore alla media degli altri film di questo genere, plasmando un lato drammaturgico assolutamente inedito, capace di parlare a chiunque, a chi mastica i comics come a chi non potrebbe importare di meno.
Arthur Fleck è l’emarginato, l’uomo con evidenti problemi psicofisici, compresa una patologia che nei momenti di forte tensione, gli provoca violente risate involontarie; risate che si concludono con teppisti che lo picchiano o derubano vedendo in lui un debole, o continui fraintendimenti delle persone attorno a lui. Ma i suoi ghigni sono sempre più strozzati, alternando momenti in cui la gola di Arthur si chiude, non riesce a respirare e lo stesso uomo si sente soffocare.

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Gotham City è allo sbando. Immondizia ovunque, lavoro inesistente, una divisione delle classe sociali ormai troppo marcata: ci sono i disperati come Arthur Fleck, che si vedono chiudere davanti gli occhi gli uffici degli assistenti sociali, perché i ricchi hanno deciso di investire i relativi fondi altrove. In questa categoria primeggia Thomas Wayne, potente uomo di Gotham che decide di candidarsi a sindaco così da ripulire la sporcizia – fisica e umana – dalla città.

Vi è mai capitata la sensazione di sentirvi ignorati da chi avete attorno? Essere puntini in una via fin troppo affollata e venire risucchiati dalla velocità metropolitana e, quindi, passare inosservati, fintanto da sentirvi inesistenti? Arthur Fleck vive questo dramma, abitando in un appartamento fatiscente che condivide con la madre; lei stessa gli ricorda che è destinato a fare grandi cose, in particolare a portare gioia e risate in tutto il mondo, ma la strada per lui sembra fin troppo in salita, almeno finché la famosa corda improvvisamente non si strappa, dando la possibilità ad Arthur di abbracciare la sua condizione senza filtri e reagire con forte violenza verso gli oppressori, il tutto mentre qualcosa dentro la sua testa comincia a mutare.

joker è a tutti gli effetti un cinecomics, anche se ne cambia il modo in cui siamo abituati a usufruirne

Con il campo libero da origin story pregresse, guardando a opere come Taxi Driver di Scorsese e The Killing Joke di Alan Moore alla stregua di un ponte fra media espressivi, Todd Phillips si prende la rischiosa responsabilità di scrivere una sua, inedita, storia di origini del Joker. Sotto questo profilo, va subito tolto ogni dubbio: questo Joker è IL Joker, e la sola presenza di setting urbani quali Gotham City o l’influenza politica di Thomas Wayne ne rappresentano una robusta affermazione.
Tolto questo dente e contestualizzandolo, insanguinato, in una cornice di forte depressione sociale e urbana, possiamo inquadrare Arthur Fleck come un uomo che si muove sbandando nella città, con lavori precari e lo sconforto nel cuore. La malattia è insita in lui e, a differenza di ciò che si può facilmente intuire,e egli non è il prodotto del marcio della città: lui è effettivamente il marcio, quello sporco che la stessa metropoli e la stessa classe politica cerca di eliminare dalla faccia della Terra.

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Dunque la brutalità, l’atto liberatorio, il primo che commetterà Arthur, inizia a essere un segnale per tutta la classe operaia sottopagata di Gotham, quasi un monito per il futuro di cosa possano produrre le risate altrui dentro la borghese ignoranza, davanti problemi reali e tangibili.
Joaquin Phoenix è fenomenale nel ruolo e presta voce, corpo magrissimo – l’attore è dimagrito ben venti chili per il ruolo – e una risata tutt’altro che confortevole al servizio di un personaggio martoriato che trova nella violenza l’unica sua realtà.

Arthur Fleck danza più volte, in svariati momenti. La liberazione delle catene non porta alla semplicistica libertà, ma nel riappropriarsi del suo spazio vitale, delimitare i suoi confini, indossa la sua maschera ideale dietro il trucco e vive la miglior commedia possibile.

Joaquin Phoenix è assolutamente fenomenale, regalandoci un Joker che rimarrà impresso per anni

Joker si rivela essere un film con un piglio inedito, qualcosa di mai visto, un approccio autoriale e viscerale lontanissimo e addirittura più raffinato di altrettante interpretazioni dirette da Burton o Nolan. Il Joker di Todd Phillips è una storia di profonda tristezza come di violenza isterica, con tre scene davvero forti che riusciranno a rimanere impresse per molti e molti anni, per tutta la futura storia del cinema, esattamente come lo stesso film. L’aspetto da puro cinecomics viene volutamente accantonato per mostrare allo spettatore che si possono sviscerare sogni e sentimenti di un personaggio che dai fumetti proviene, quasi divertendosi a farlo cadere dal baratro, per vederne la reazione violenza, unico vero atto prodotto da ciò che la città riesce a restituire ai suoi abitanti.

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“Siamo tutti clown” recita il cartello di un manifestante durante l’ennesima rivolta contro la polizia di Gotham, mentre la tensione si percepisce lungo la schiena dello spettatore e il viso crucciato di Arthur. Il lavoro di Todd Phillips per costruire questo personaggio attorno un attore come Phoenix viene ripagato da una performance perfetta, capace di catapultarsi prepotentemente come nuova visione che verrà trasposta a icona nei prossimi anni, probabilmente decenni.

Questo è uno di quei film che spezzano il cuore, si collocano apertamente nella continuity dei comics – la presenza di Thomas implica che ci sia anche un Bruce Wayne in qualche parte del film – e riescono a parlare allo spettatore facendogli sentire il tanfo della città, la pioggia sui capelli unti di Arthur e lo schizzo di sangue sul suo viso, mentre fissa il corpo maciullato della sua ennesima vittima e un sorriso si forma sul suo viso anestetizzato, lontano anni luce da quella realtà.
D’altronde, per lui, è tutta una battuta che nessuno riuscirebbe mai a capire.

VOTO 9

joker recensioneGenere: drammatico, thriller
Publisher: Warner Bros Italia
Regia: Todd Phillips
Colonna Sonora:Hildur Guðnadóttir
Interpreti: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy, Brett Cullen
Durata: 123 minuti

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