Supersex - Recensione

Chi è Supersex? Chi è Rocco Siffredi? Se dopo queste due domande sul vostro volto si è disegnato un sorrisetto malizioso, forse allora dovete girare al largo, giacché la nuova produzione Netflix in arrivo il 6 marzo per tutti gli abbonati al servizio non è una storia sul porno, sulla celebrazione della carne o dell’orgasmo puro, ma come capita spesso in sede di un biopic, è “solo” la storia di Rocco Tano, anzi, la storia di Rocco, di un bambino che cresce all’ombra di un numero impressionante di cicatrici, nella sua esplorazione tanto del sesso, quanto della ricerca di un obiettivo concreto da portare avanti nella vita.

In queste sette puntate c’è di tutto, l’infanzia, il dolore, la vitalità che si esprime in una famiglia numerosa, carnale eppure viva ed estremamente importante per il piccolo Rocco, che lega tantissimo con tutti, fratelli e madre, figure importanti nella legittimazione di una sessualità pregna di forti tabù e vittima di attacchi dalle istituzioni come dalla Chiesa.

supersex la recensione

Supersex in tal senso non smentisce le intenzioni del titolo: il sesso c’è, in modo inevitabile, ricco di esplorazioni tra ricerche intime e la necessaria voglia di vivere momenti di totale libertà fuori dalle catene sociali, ma come capita spesso, nel parlare di sesso, si parla dell’io più profondo, di azioni mosse da cicatrici, dolori, una risposta quasi masochista nella ricerca di un piacere che ha sempre più il gusto e il sapore di un dolore.

sono estremamente importanti come perfette le interpretazioni di tutti gli attori, capaci di farsi carico di un numero impressionante di sfumature ed emozioni

Al netto dell’eccitazione e sublimazione del corpo femminile e maschile, Supersex affonda i denti nella carne del settore pornografico, che non è mai costruito dagli stilemi che si vedono nel prodotto finale, ricordandoci che comunque come un blockbuster Hollywoodiano (siete andati a vedere Dune – Parte Due?) quelli su schermo sono attori, recitano una parte e a telecamere spente, sono persone, estremamente delicate talvolta (e la parentesi del rapporto di Rocco con Moana Pozzi puntella qualche parentesi estremamente ricca di sfumature).

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Supersex è anche un racconto di una famiglia, di una madre che vive e condivide i successi del figlio, pur soffrendo la sua mancanza in giro per il mondo, con lo stesso Rocco che proprio nel sesso cerca la sua dimensione. È un amante o un traditore? È possibile innamorarsi in questo settore, oppure tutti sono preda di istinti animaleschi pronti ad esplodere tra sudore, sperma ed eccitazione?

In tal senso le interpretazioni di Supersex sono tanto importanti quanto decisive per tratteggiare perfettamente pensieri, sentimenti e dolore di ogni personaggio. Alessandro Borghi è perfetto nella parte di Rocco, si cala nel personaggio con abile ironia quanto profonda concentrazione, perché a differenza di quel che si può immaginare, Supersex è un racconto estremamente forte di un uomo che per tutti è stato un vero modello da imitare, ma come spesso capita, il fardello che l’idolo si porta dietro, pesa così tanto da togliere il fiato, ma lo spettacolo deve andare avanti, c’è un’altra scena da girare, via col prossimo ciak e niente può fermare un business costruito sui sogni e gestione del desiderio.

VOTO 8

supersex la recensioneGenere: biografico
Publisher: Netflix
Regia: Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni
Colonna Sonora: 
Interpreti: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Adriano Giannini, Saul Nanni
Durata: 7 episodi

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