Non c’è Niente in Furiosa: A Mad Max Saga che sia fuori posto. O almeno, qualcosa lo è, l’eccessivo uso di CGI che rende il film meno “pratico” e più parto digitale di una mente brillante, quella del mastermind George Miller che conscio di questa facilitazione tecnica (la produzione di Mad Max: Fury Road ha avuto molteplici problemi proprio nel voler girare tutto con meno CGI e green screen possibile) utilizza l’azione e la violenza per tratteggiare personaggi.
Pochi sono i prodotti cinematografici che riescono a comunicare con il silenzio e tanto si è detto del fatto che Anya Taylor-Joy, la giovane Furiosa, abbia in questo film poco più di 30 battute e tanto bastano per renderne credibile e concreto il personaggio, giacché al resto c’è un corpo che si muove, sguardi che raccontano sogni uccisi dalla violenza delle wasteland, sempre più terreno arido di acqua come di speranza.
La stessa storia che porterà alla perdita del braccio di Furiosa si riempie di momenti in cui è la costruzione narrativa che rende icona il personaggio. Il resto, l’arto meccanico, i feticci inseriti, sono fiocchi che rendono il pacchetto globale ancor più bello e gustoso.
Non c’è Furiosa senza Fury Road: nella sua funzione da novella persa tra le sabbie della westland, i due film comunicano e si completano a vicenda. Certo il ritmo e il dinamismo della narrazione cambiano drasticamente, infatti qui troviamo una costruzione narrativa e un world-building estremamente più curato, con tutte le possibilità del minutaggio generoso per approfondire ogni aspetto delle terre desolate australiane.
Il Luogo Verde, Bullett Farm, la Cittadella di Immortan Joe e Gastown. Tutto visibile, esplorabile e ricco di dettagli, mentre percorriamo questa cavalcata storica che copre circa 20 anni da quando la giovanissima Furiosa viene strappata dalla sua famiglia per poi approdare nelle grinfie di Immortan Joe. Furiosa è una storia di vendetta, di chi decide volontariamente di non parlare più per covare una rabbia alimentata ad alti ottani. Il motore V8 pompa benzina e violenza nel cuore della giovane ragazza che ha visto la sua innocenza strappata in giovanissima età, covando dentro di se la voglia di ricambiare qualche piccolo gesto di bontà che ha ricevuto da compagni totalmente inaspettati.
Il montaggio del film, accelerato a x2 nella velocità come già fatto in Fury Road, restituisce quello stile cinetico e frenetico che continua nella sua corsa della narrazione tecnica. È vero, in alcuni momenti ci si perde in estreme verbosità, ma se Fury Road è la carne e il corpo della comunione cristiana, Furiosa è il sangue, diluito, bevuto a piccoli sorsi, dal retrogusto nel palato, mentre con il passare dei secondi, comincia a fluire nelle vene e a pompare benzina a non finire.
Furiosa: a Mad Max Saga è dunque un film che ha attenzione per l’esplorazione delle wasteland sfruttando l’epopea di Furiosa, mentre lo spettatore scopre tutti gli organi funzionali di questa folle società post apocalittica che sopravvive come possibile, dando di matto e senza più alcun cenno di razionalità, ma se cercate una storia di un fiore strappato con forza che decide poi di crescere in una terra arida, Furiosa è la giusta dose di spettacolo.
VOTO 8
Genere: fantascienza, avventura
Publisher: Warner Bros
Regia: George Miller
Colonna Sonora: Tom Holkenborg
Interpreti: Anya Taylor-Joy, Chris Hemsworth, Lachy Hulme, Tom Burke
Durata: 148 minuti