Nutrivo una particolare attenzione per questo secondo lungometraggio che porta la firma di Alessandro Gassmann, non per qualche trascendentale dote registica, quanto per un messaggio nascosto tra le righe che sembrava insinuarsi prepotentemente nel suo precedente lavoro, nonché esordio alla regia, Razzabastarda. In entrambi i film ci sono un padre e un figlio, c’è il loro rapporto che si deteriora e si rinsalda, e nel particolare contesto de Il Premio si parla di un figlio che vive all’ombra del padre più famoso. Perché dunque non incorniciare questa visione come una forma audiovisiva per metabolizzare e raccontare il rapporto che lo stesso Alessandro può aver avuto con il padre, Vittorio?Quanto appena detto è lungi dal voler essere una critica alla carriera di attore vissuta perennemente come il figlio di Gassman, anzi, Alessandro ha dimostrato nel corso degli anni di essere un attore versatile (anche nel fare il villain nel secondo capitolo di The Transporter).
Il Premio sembra quasi voler celebrare universalmente le figure di padre e figlio
Il Premio sembra quasi voler celebrare universalmente le figure di padre e figlio, ruoli interscambiabili per necessità o crescita, aggiungendoci anche qualche piccolo momento interessante sul ruolo che la memoria ha sulla nostra evoluzione personale, che sia un piccolo dettaglio dimenticato o trascurato, oppure un particolare gesto.
Il racconto si dipana seguendo i canoni della classica commedia all’italiana, fatta di situazioni e luoghi, e aiutata nello specifico dalla necessità del viaggio “on the road”. Alcuni elementi funzionano meglio, come la regia sempre frizzante (in special modo nelle scene d’interno in automobile, che risultano vivaci e mai noiose), mentre altre scelte sono dimenticabili, come il personaggio di Britta, interpretata da Matilda De Angelis, che tolta una futilissima finalità narrativa ci accompagna per tutto il viaggio rivelandosi, in definitiva, come un elemento di troppo.
Nonostante il personaggio di Gigi Proietti sia la parte più riuscita e interessante del film, mancano una battuta o un momento brillante, qualcosa che spicchi e che consenta di ricordarsi della pellicola appena usciti dalla sala. Gassmann, con Il Premio, dimostra di voler narrare qualcosa – prima con il dramma, ora con la commedia – ma si porta dietro evidenti limiti narrativi figli del genere cinematografico che ha scelto per raccontare la sua storia. Lodevole l’intenzione, meno il prodotto finale.
VOTO 6.5
Genere: commedia
Publisher: Vision Distribution
Regia: Alessandro Gassmann
Colonna Sonora: Maurizio Filardo
Interpreti: Gigi Proietti, Alessandro Gassmann, Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Matilda De Angelis, Marco Zitelli
Durata: 100 minuti