Durante la lunga e anarchica chiacchierata redazionale dell’altra sera sulle novità di questo E3, andata in onda in mondovisione sul nostro profilo Facebook e sulla nostra pagina di Twitch.tv, prima dei saluti finali abbiamo chiacchierato qualche minuto su un genere videoludico (che in realtà genere non è) che separa i videogiocatori in due grandi fazioni pronte a corcarsi di botte senza troppi complimenti. Questa guerra civile, a differenza del perenne scontro tra console che farebbe impallidire l’Imperatore e i demoni del Warp, mette davvero un fratello contro l’altro tirando un ballo quelle opere che, volenti o nolenti, fanno sempre parlare di sé. Di cosa sto parlando? Delle remastered, ovviamente.
Prima di continuare a picchiarci devo però fare una piccola precisazione: anche se i nomi sono abbastanza simili tra loro, tra un’edizione rimasterizzata, un remake e un reboot c’è moltissima differenza, e rispettivamente si intende: uno svecchiamento a un titolo del passato che bene o male rimane identico all’opera originale; un gioco che vanta un nuovo engine, una grafica “al passo con i tempi” e, perché no, un’interfaccia più intuitiva rispetto ai mostri che uscivano vent’anni or sono, ma che comunque rispecchia la storia iniziale, seppur con qualche lieve modifica; la “rinascita” di una serie che cerca di cogliere lo spirito storico della saga, offrendo però un pacchetto pieno di belle novità, dai personaggi alle ambientazioni. Trovo quindi giusto ignorare quest’ultima categoria nel discorso che sto per affrontare, anche perché titoli come Tomb Raider del 2013 direi che hanno ben poco da spartire con l’opera di Core Design uscita nel 1996.
Ho sempre avuto un rapporto di amore e odio per le edizioni rimasterizzate, ma solamente per la mia costante paura nel “rovinarmi” i ricordi che custodisco gelosamente della mia pubertà videoludica. Il fatto è che la maggior parte delle volte che ho avuto a che fare con titoli del genere ne sono rimasto piacevolmente colpito, tanto da arrivare oggi a desiderare una remastered della remastered. Sì, mi rendo conto che potrei sembrare pazzo, ma se la memoria non mi inganna i primi due titoli che ho avuto modo di ri-godermi a distanza di un decennio dalla prima esperienza sono stati Tomb Raider (grazie alla Anniversary Edition che, sfruttando il motore di Legend, ci fa rivivere la primissima esperienza dell’archeologa dal seno a piramide più famosa del mondo) e The Settlers 2: 10th Anniversary che, come accade per le avventure di Lara, ci ripropone lo stesso titolo del 1996 in versione decisamente svecchiata. Non scherzo quando dico che sento il bisogno di un The Settlers 2: 10th Anniversary 10th Anniversary Edition.
La maggior parte delle volte che ho avuto a che fare con le remastered ne sono rimasto piacevolmente colpito
Per carità, ci sono stati diversi esempi di “HD Edition” che mi hanno deluso e non poco, che miravano palesemente a un “effetto nostalgia” senza curarsi di offrire un’opera al passo con i tempi, ma nello stesso modo non finirò mai di elogiare il magnifico lavoro che Pinkerton Road Studio ha fatto con Gabriel Knight, portando sui nostri schermi tutta la magia del primo capitolo dell’omonima trilogia con una grafica di tutto rispetto e un’interfaccia decisamente più comoda rispetto al 1993. Parimenti, ho riempito la tastiera di bava grazie a Homeworld Remastered Collection che, a più di tre lustri dall’uscita del primo titolo targato Relic Entertainment, mi ha fatto riprovare le gioie e i dolori dello spazio siderale.
Così, dopo una lunga e attenta meditazione, sono pronto a dichiararmi favorevole all’esistenza di questi titoli, e anzi, ammetto di desiderarne molti di più. Per il momento aspetto con ansia sia Pathologic di Ice-Pick Lodge, titolo a cui sono particolarmente legato per mille motivi, sia System Shock di Night Dive Studio, che in solo dieci minuti di dimostrativo mi ha fatto letteralmente impazzire.
Per il futuro? Il remake di Ecstatica. Grazie.