Ricordo bene com’è nato il mio amore per Demon’s Souls. Il gioco di FromSoftware era già sotto i riflettori della redazione ai tempi dell’uscita giapponese, ma fu solo con la distribuzione europea che riuscimmo ad avere una promo tutta per noi. Caso volle che, per l’occasione, se ne occupò Luca Spinelli, un ex-collega che ai tempi faceva da testata d’angolo sulle cose di PlayStation e di Nintendo per il sito che gestivamo parallelamente alla rivista, prima di diventare grandi e aprire il portale ufficiale di TGM (che ospita – tra le tante cose – anche l’editoriale che state leggendo in questo momento). Luca rimase talmente affascinato dal gioco da non essersi più perso un Souls da lì in avanti, e addirittura dichiarando qualche tempo fa, in una delle tante cene amarcord che ogni tanto si fanno da queste parti, che Hidetaka Miyazaki è in assoluto il suo autore di videogiochi preferito.
L’entusiasmo con cui Luca parlava di Demon’s Souls nei corridoi redazionali era davvero contagioso, ma altrettanto forte era la paura instillata dai continui «è difficilissimo!» coi quali veniva condito ogni suo commento in merito. Una volta giunto ai titoli di coda, Luca ha riposto il disco nella ludoteca redazionale, aggiungendo un laconico «nessuno di voi avrà mai il coraggio di finire ‘sto gioco!». Ecco, se c’è una cosa che il piccolo Marty McFly che c’è in me fatica a counterizzare è il sentirsi dire che non sarà in grado di fare una cosa. Punto nell’orgoglio, ho atteso i tempi propizi delle vacanze estive e mi ci sono messo di buzzo buono, portando a casa il risultato in un mesetto scarso di impegno serale, alla facciazza di Luca, che da quel momento in avanti mi ha guardato con occhio un filo più rispettoso, pur senza essersi mai sperticato in particolari lodi.
ritengo Demon’s Souls una pietra generatrice che deve essere preservata a tutti i costi
Certo, le diatribe tra FromSoftware e Sony che hanno portato al momentaneo allontanamento delle parti (con l’IP Demon’s Souls in mano al publisher e lo sviluppatore che ha continuato il lavoro tra le braccia di mamma Bandai Namco, prima del riavvicinamento griffato Bloodborne) non aiutano granché, in quest’ottica. Un annetto fa Miyazaki ha dichiarato che non sarebbe contrario né a un seguito, né a un’eventuale versione remastered di Demon’s Souls, ma che comunque la decisione spetterebbe a Sony in quanto proprietaria del brand, aggiungendo che – a ogni modo – sarebbe un team diverso da FromSoftware a occuparsene. Le scorie di quella rottura sono evidentemente ancora in circolo: tuttavia, con tutta la delicatezza del caso, se fossi in Sony non avrei chiuso i server, ma anzi avrei rilanciato la palla con una remastered 1:1 fatta a modino su PlayStation 4, così da consentire a tantissima gente di scoprire come – a distanza di otto anni – Demon’s Souls sia ancora un videogioco fantastico su cui poggiano le basi molti altri titoli, non solo quelli di FromSoftware. Purtroppo, temo si tratti di un sogno irrealizzabile, quindi vi invito a fare una favore a voi stessi: procuratevi subito una PS3 usata (se già non ce l’avete da qualche parte) e una copia di Demon’s Souls, giocateci e godetevelo fino allo spasimo, ché il 28 febbraio 2018 è ormai dietro l’angolo. Certo, potreste farlo anche dopo, ma senza tutti quei messaggi e quelle macchie di sangue per terra il gusto sarebbe inevitabilmente annacquato.