Project X Zone 2 - Recensione

3DS

La perseveranza di Monolith Soft è innegabile in Project x Zone 2, perché l’impegno nel migliorare la sua serie di crossover strategici è stata costante negli anni, correggendo buona parte dei punti deboli che nel lontano 2005 resero Namco X Capcom un mezzo passo falso. Purtroppo la software house fondata da Tetsuya Takahashi continua a mostrare un attaccamento a quelli che sono oggettivamente considerati i punti deboli della saga, confezionando per la terza volta uno strategico a turni decisamente semplice e privo di mordente, destinato senza dubbio alcuno a una particolarissima fetta di pubblico.

KAZUYA E RYU

Anche stavolta la trama ruota attorno alla lotta tra le due organizzazioni Shinra e Ouma, con l’ultima intenta a causare il caos nel mondo. Stessi protagonisti e antagonisti, stesse motivazioni, stesso effetto Hilbert causato da KOS-MOS per rendere tangibili gli Gnosis. In breve, se avete già esplorato uno dei due capitoli precedenti sapete già cosa c’è dietro l’angolo. Giocare Project X Zone 2 aspettandosi una narrazione matura o per lo meno ricca di stimoli rispetto alla prima avventura degli agenti Xiaomu e Reiji significa rimanere delusi, ma non è questo il cruccio principale. Certo, è anche colpa del monotono susseguirsi di una cinquantina di missioni create con lo stampino, popolate da carne da cannone e boss ricorrenti: li puoi fare a pezzi quanto vuoi, ma si ripresenteranno come nulla fosse dopo qualche livello, spogliando gli scontri di interesse e epicità. Forse però il guaio è da ricercarsi della disarmante facilità, che permette di usare un numero illimitato di oggetti curativi e abilità durante il turno, rimettendo in sesto i feriti e potenziandoli per il successivo attacco, trasformando la schermata del Game Over nel più grande, irraggiungibile segreto del gioco.

project x zone 2Probabilmente, a conti fatti, quello che non va è l’insieme di tutto questo: chi si è fatto le ossa col primo Final Fantasy Tactics, bestemmiando contro Wiegraf o maledicendo gli arcieri lanciamissili di Tactics Ogre: Let us cling together (quello per Super Famicom, non l’addolcita versione PSP, per quanto eccellente), troverà Project X Zone 2 di una banalità quasi insopportabile. C’è da dire che anche stavolta Monolith ha ascoltato le critiche, cercando di rattoppare parte dei problemi segnalati dai fan, aggiungendo ad esempio la possibilità di colpire alle spalle e ai lati per causare danni maggiori, assieme ai punti abilità da investire tra un livello e l’altro per potenziare i vari attacchi. Considerando che una delle principali lamentele rivolte al capitolo precedente era indirizzato alla durata esasperante degli scontri, una maggiore rosa di opzioni offensive permette di sfoltire più rapidamente le schiere nemiche, causando nel contempo potenti danni ai boss, da sempre vere e proprie spugne di punti vita. È anche tornato il richiestissimo negozio visto in Namco X Capcom, laddove investire denaro per comprare oggetti ed equipaggiamento, e gestito occasionalmente da commesse d’eccezione come Sylphie di Forgotten Worlds o di Miyuki di Ordyne. Tutto questo è ovviamente un’arma a doppio taglio, dato che una maggiore potenza marziali rende sì il susseguirsi degli scontri più avvincente e meno letargico, ma allo stesso tempo facilita ulteriormente un gioco di per sé già decisamente leggero. Il NewGame+ garantisce avversari più coriacei, ma c’è bisogno di un certo phisique du role per ricominciare tutto d’accapo. Insomma, ci troveremmo davanti a un titolo trascurabile se Project X Zone 2 non giocasse il suo asso nella manica…

LEON E AKIRA

Project X Zone 2 è cintura nera decimo dan di fan service, qualcosa di glorioso se amate i crossover e i videogiochi in generale. Per i non addetti, le unità del gioco sono composte da due personaggi l’una, pronte a scatenarsi con una serie di attacchi a seconda della pressione del pulsante “A”, da solo o assieme alle direzioni del D-Pad. Dopo ogni attacco il nemico viene lanciato in aria, pronto per il successivo colpo, e così via: lo scopo è mantenere l’avversario sospeso in una continua juggle, danneggiandolo e nel frattempo caricando l’apposito indicatore (Attack Gauge) che, una volta raggiunto il 100%, potrà essere utilizzato per attivare un devastante attacco speciale. È possibilità abbinare un personaggio di supporto alla coppia che compone ogni unità, che può essere chiamato in azione in ogni momento con la pressione del dorsale “L”, eseguendo attacchi stilosissimi con primi piani e frasi a effetto, contribuendo a mantenere sospeso l’avversario e facilitando l’esecuzione delle combo. Una meccanica semplice ma coinvolgente, con animazioni fluide che non temono rallentamenti anche quando lo schermo è congestionato da pugni, colpi di spada e esplosioni d’energia.

Project X Zone 2, con tutti i suoi incastri, è cintura nera decimo dan di fan service, qualcosa di glorioso se amate i crossover e i videogiochi in generale

project x zone 2Con una formazione di personaggi provenienti dalle scuderie Capcom, Bandai Namco, SEGA e la comparsata di alcuni volti presi in prestito da Fire Emblem Awakening e Xenoblade Chronicles, Project X Zone 2 ha il potenziale per far esplodere la testa di qualunque otaku in grado di chiudere un occhio o due di fronte a quei problemi che Monolith Soft continua a non ritenere fondamentali. Perché se la narrazione è soporifera, lo stesso non può essere detto dei dialoghi, con una scrittura eccellente che si prodiga in tonnellate di citazioni e ammiccamenti che renderanno orgogliosi i nerd di un certo livello. Sperimentare con gli abbinamenti è in quest’ottica un gioco a sé stante: abbinate ad esempio Axel Stone a Chun-li e il biondo picchiatore consiglierà un backup a base di colpi di bazooka alla collega dell’Interpol, citando la smart bomb del primo Bare Knuckle. C’è di tutto e in men che non si dica si comincia a leggere tra le righe, cercando di scovare i riferimenti più assurdi, con la logorroica Xiaomu che tira fuori a tradimento oscuri richiami a Crazy Climber o addirittura a Gunsmith Cats, manga di Kenichi Sonoda serializzato da noi negli anni Novanta sulle pagine della cara Kappa Magazine.

L’opera continua implacabile a livello visivo, con gli attacchi delle varie unità capaci di far scendere in campo pezzi da novanta quali l’uomo lupo di Altered Beast, Alex Kidd col suo janken e addirittura Pino e Acha di Toy Pop, qui nella loro prima apparizione dal 1986! Ovviamente tutto questo richiede una certa “cultura”, senza la quale il gioco perde di mordente o peggio: il personaggio preso in prestito da Xenoblade Chronicles rappresenta da solo uno spoiler grande come una casa per chi non avesse ancora completato uno dei più bei titoli per Wii. Per finire, pollice in su per la traduzione italiana, assolutamente non scontata per un gioco con una simile mole di testo come lo è Project X Zone 2. È di ottima fattura e affianca a testa alta l’ottimo audio in giapponese, che abbina efficacemente un convincente doppiaggio a celebri colonne sonore. Tenete pronti i fazzoletti sulle prime note di Raid!, quando Hiryu e Solo entreranno in campo.

Project X Zone 2 è un gioco difficile da raccomandare. Ci sono luci e ombre che si alternano su un prodotto confezionato in maniera esemplare ma che, tuttavia, continua a incarnare quei problemi che la saga si porta dietro dal 2005. Mai come in questo caso dovreste farvi un esame di coscienza prima di sganciare la grana: amate le serie presenti nel gioco? Avete sempre sognato vedere l’energica Natsu sconsolata di fronte allo stoicismo di Strider e Hotsuma? Non dormite la notte pensando a che fine abbia fatto Segata Sanshiro? Allora Project X Zone 2 vi saprà ammaliare, a patto di convivere con le magagne descritte nella recensione. Se invece in uno strategico consultate decine di parametri e amate l’adrenalina prima di ogni attacco, consci che un colpo mancato potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte, beh… potete tranquillamente lasciare la casinista rissa di Monolith Soft sullo Scaffale.

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Pro

  • Presentazione audiovisiva come sempre spettacolare.
  • Citazioni videoludiche commoventi.
  • Stage più snelli grazie alle recenti modifiche.

Contro

  • Componente strategica all’acqua di rose.
  • Eccessivamente verboso, se non avete confidenza con le serie.
  • Trama banale e già vista.
7.8

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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