Ospite di Etna Comics 2019, Jean-Luc Cano ha raccontato alcuni retroscena diLife Is Strange, di cui è stato writer e cinematic director. Appassionato alla cultura pop americana degli anni ‘90, innamorato delle coste dell’Oregon e influenzato dai film sulle difficoltà dell’adolescenza, l’autore racconta di come il successo e la qualità di Life is Strange sia dovuto alla libertà artistica che hanno avuto. Avendo, infatti, totale carta bianca hanno potuto raccontare la storia che volevano nel modo in cui volevano.Max e Chloe sono nate insieme alla storia, come una naturale conseguenza dei temi trattati: i poteri di Max servivano proprio a sottolineare la sua fragilità. Jean-Luc Cano racconta infatti di essere molto legato alle storie di formazione, e di quanto sia complesso il periodo dell’adolescenza (dove spesso ogni cosa sembra “eterna”). Anche la colonna sonora, scelta dopo decine di prove da parte del Game Director Raoul Barbet, ha giocato un ruolo fondamentale nel caratterizzare l’ambientazione. Il confronto coi titoli del periodo era ovvio, specie con Heavy Rain, Beyond: Two Souls e le produzioni TellTale, ma i ragazzi di DONTNOD sapevano che la loro storia aveva una sua identità e che, a prescindere dal successo, si sarebbe distinta.A proposito del finale del primo Life Is Strange, Jean-Luc ha raccontato un interessante punto di vista: non c’è un finale buono o cattivo, né uno dei due può essere identificato come canonico. L’obiettivo della narrazione non è giudicare le azioni del giocatore ma di portare quest’ultimo nei panni di Max e fargli vivere le sue esperienze. Nonostante ciò, Jean-Luc ha precisato di aver scelto Chloe quando ha giocato Life is Strange, e di considerare le due protagoniste come delle figlie. In effetti, sotto il profilo della qualità narrativa, le ha coccolate nel migliore dei modi.