Fin dalle prime parole di parole del vicepresidente Pite Hines, tutte rivolte alla glorificazione (giusta, in alcuni casi) delle release degli anni trascorsi, si è capito che quella di Bethesda sarebbe stata una conference in gran parte rivolta al passato. Brevi teaser a parte, dedicati a titoloni del futuro, e ovviamente al notevole Rage 2, la considerazione non è parzialmente vera anche per Fallout 76,; in quel caso si può parlare di una tecnologia tremendamente vecchia, però, per animazioni e modelli poligonali, al punto che non si è riusciti a citare caratteristiche migliorative solo per il rendering del paesaggio.
Il video di gameplay di Rage 2 è stato in assoluto il momento più alto dello show
Va anche detto, tuttavia, che nella parte peggiore dello show non si sono visti solo siparietti abbastanza risaputi e modaioli, come il ripassino sul card game strategico The Elder Scrolls Legends in arrivo ovunque, la presentazione di TES Blades per dispositivi Androids e iOS (carina la modalità roguelike), il play for free di Quake Champions o, ancora, la pubblicazione immediata di Fallout Shelter su PS4 e Switch; a conferma delle voci trapelate recentemente, di fatti, è passato anche il gustoso trailer di gameplay di Prey Mooncrash, primo DLC dell’ottima “immersive sim” fanta-horror di Arkane (peraltro già disponibile), che sembra ben inserito nell’universo originale con cangianti soluzioni di gioco, una bella ambientazione lunare e il continuo riferimento a realtà illusorie… Niente da dire nemmeno su DOOM Eternal, nuovo capitolo della saga presentato dal produttore esecutivo e game director di id Marty Stratton, e che sembra volerci portare a distanza ravvicinatissima con la dimensione infernale dei cyberdemoni. Solo un breve benché evocativo trailer, a dire il vero, se ne saprà di più al Quakecon di agosto.
Fallout 76 sembra proprio il quarto capitolo votato al multigiocatore, crafting selvaggio compreso, con un peso “survival” ancora da valutare
Ho già detto che per DOOM Eternal si è visto un semplice trailer, ma a confronto di altri prodotti si è trattato quasi di un lusso; un trattamento simile, ma più striminzito, è toccato anche a Wolfenstein Youngblood, che nel 2019 vedrà le figlie di B.J. alle prese con nuove ordi di nazisti ucronici, mentre gli annunci in potenza più esplosivi si sono risolti in manciate di secondi; un’alba nello spazio per Starfield, su cui di base non si sa assolutamente nulla di certo, se non che si tratta della prima IP inedita di Bethesda da più di venticinque anni, e un indistinto panorama fantasy per un titoletto tanto per gradire, The Elders Scrolls VI, anch’esso privo di altri dettagli e, addirittura, del sottotitolo, quasi a fare pensare che esiste solo nella testa dei produttori. Spero ardentemente di essere presto smentito.