Euphoria - Speciale Natalizio - Recensione

Piccola postilla prima di addentrarci nella recensione: ho mancato l’appuntamento su queste pagine con una valutazione della prima stagione di Euphoria, non per idee confuse che hanno tardato a trovare una forma, bensì per aver recuperato le ultime puntate ormai troppo tardi dalla release principale, fuori da una finestra possibilmente ancora interessante per parlarne. Colgo dunque l’occasione del primo di due episodi speciali annunciati per recuperare terreno e prendere l’ultimo treno narrativo che ci collegherà con il secondo ciclo di episodi. Per ovvi motivi non ci sarà un voto in calce, ma solo sensazioni nude e crude su quello che potremmo definire un vero e proprio speciale natalizio.

Che Euphoria sia stata una delle serie rivelazione dello scorso 2019 è ormai cosa nota. Le certezze di un mondo adolescenziale costruito e mostrato sui teen drama venduti alla massa non ha mai preso di petto alcuni dei lati più oscuri che graffiano, assieme all’esplosione della pubertà, l’esplorazione del proprio corpo e della stessa accettazione. Droga, sesso, gender, abusi e gli immancabili problemi nelle mura domestiche, non tra coniugi, bensì tra madri e figli che nascondono esplosioni di violenza ben più pericolose e rivelatorie di quanto non si possa pensare.

un inedito e piacevolissimo special natalizio che farà da ponte alla seconda stagione

Avevamo lasciato Rue (Zendaya) nell’abbandono dei suoi migliori propositi. Il rientro nel canale della droga e della tossicodipendenza gli sta facendo perdere pezzi importanti della vita, i muri portanti di una sinistra e oscura baracca che sta costruendo nel suo cuore. Tutto sta cadendo e nulla è rimasto. Adesso ha freddo.

Euphoria episodio speciale

Questo speciale è un po’ la fotografia delle produzioni audiovisive che sopravvivono ai tempi del Covid-19 e, di conseguenza, devono evolversi, aggiornarsi, senza perdere il tocco magico (qualora presente, come in questo caso). Dal canto suo, Euphoria riesce a risollevarsi proprio grazie a uno stile minimale ma incredibilmente raffinato per gusto e concezione: Rue si vede con Alì, suo sponsor, per cercare di trovare un briciolo di fondamenta su cui ricostruire almeno una parete di appoggio. Cinquanta minuti di puntata, vigilia di Natale, un diner con pochissimi clienti. Le “brave persone”, quelle equilibrate e più fortunate di loro sono a casa con le famiglie, mentre qui c’è l’ennesima riproposizione de I Nottambuli di Hopper, occhi fissi a guardare fuori dal vetro, con il mondo che va avanti.

Cinquanta minuti di secco e virtuoso botta e risposta tra i due. Rue è disperata, ha perso la compagna, la sobrietà e ha quasi minacciato la madre. È anche un pessimo esempio per la sorella. Un’anima errante come la sua può e deve bramare la morte, anche se solo adolescente. Alì proverà dunque a decostruire questa situazione, mostrarle il lato debole e dove poter ricominciare, ma le dirette confidenze sono un monito e scoprire il suo percorso da ex tossicodipendente, come Euphoria ci ha abituato, non è mai una storia di debolezza, bensì un tripudio di sangue, violenza e ira.

Euphoria episodio speciale

L’impianto narrativo che strizza l’occhio all’opera teatrale si prende il tempo di respirare. A metà puntata c’è un break di una manciata di minuti, giusti giusti per un malinconico brano musicale che Rue ascolta, cuffie sulle orecchie, mentre Alì esce fuori e fare gli auguri di buon Natale alla famiglia che cerca di riavvicinare. Una figura non introdotta prima, la signora Marsha, si presenta nella lunga chiacchierata. Più una presenza mistica, eterea, un fantasma del Natale passato di dickensiana memoria che puntella il modo in cui ex tossicodipendenti vivono oggi il loro quotidiano. Un dono da preservare, custodire e tenere sempre ben illuminato. Tutto ciò che servirebbe a Rue, ma che l’ha perso, trovandosi nuovamente in bilico col desiderio di morte sempre più opprimente.

Questo Natale tra caffè e ciambelle notturne è stato salvato. Il prossimo forse non sarà così clemente e Alì li riaccompagnerà altrove, ancora vagando senza meta in una città che non sembra essere più così ospitale per due anime grigie. Un mondo che cerca di vivere con lampi cromatici sempre accecanti. Forse vale allora la pena di abbandonarsi al trucco sotto gli occhi e lacrimare glitter, unica e vera maschera per questi personaggi persi, costantemente in cerca di un porto sicuro che non sia lo spacciatore alla fine della strada.

Questo speciale natalizio è un episodio di raccordo, vive sospeso nel tempo grazie all’uso quasi esclusivo di due attori. Non c’è traccia degli interminabili intrecci e tunnel violenti di droga e sesso. La calma prima della tempesta, una luce accogliente dove riassumere cosa è stato Euphoria ieri e dove andrà, e noi con loro. Appuntamento dunque a gennaio, con la seconda parte di questo speciale incentrato su Jules in attesa dell’arrivo del secondo ciclo di episodi.

Vi ricordiamo che potete trovare Euphoria, assieme a questo speciale natalizio, On Demand su Sky e streaming su NOW TV.

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