Lo aspetto da settimane: il mio corpo è pronto, la mente un pochino meno. Sono armato di carta di credito prepagata (con qualche spicciolo dentro), calcolatrice per meglio quantificare il risparmio al centesimo e tanta, tantissima pazienza. In realtà è da qualche giorno che controllo Amazon, il PlayStation Store e pure Steam, in attesa dei tanto attesi saldi, e le prime offerte si sono già palesate.
Eppure qualcosa non sta andando come vorrei: un attimo prima degli acquisti compulsivi spunta quella vocina che mi ricorda che ho un backlog lungo come il Nilo ad attendermi, e che con tutta probabilità ormai questa vita non mi basta più per giocare a ogni titolo accumulato nel corso degli anni. Mille dubbi cominciano a pervadermi, e il rischio di acquistare un gioco a quaranta euro per poi giocarlo tra sei mesi, quando sarà possibile acquistarlo a un quarto del prezzo, potrebbe farmi impazzire. Così cerco di stilare una minuscola lista, in cui compaiono solo pochissimi titoli meritevoli che voglio assolutamente godermi nel breve termine, e incrocio le dita. I giochi tripla A lasciano così il posto a opere “di nicchia”, magari nemmeno nuovissime, che però hanno saputo titillare la mia curiosità: fra tutte spunta molesto The Escapist che, complice una maratona di Prison Break su Netflix, mai come ora ha catturato la mia attenzione; Convoy è in wishlist da mesi e mesi, e l’idea di unire Mad Max a FTL continua a incuriosirmi dalla sua uscita; anche Satellite Reign, seguito spirituale del capolavoro di Syndicate, è un titolo su cui sbavo da tempi immemori. In questi casi, la cosa “migliore” da fare è comprarli tutti, per poi affrontarli uno alla volta nei momenti liberi, eppure questo modus operandi non è che abbia funzionato granché negli anni passati.
In questi casi, la cosa “migliore” da fare è comprarli tutti
Eppure il Black Friday non è fatto di soli videogiochi. Più o meno. L’idea di raccattare la peggio immondizia da Amazon e compagnia bella mi spaventa e allo stesso tempo incuriosisce, e seppur il bimbo nascosto in me farebbe di tutto per mettere le mani su un Nintendo Classic Mini (che non giocherei mai) o su un Nintendo 3DS/2DS armato di varie esclusive (che non giocherei mai), finirò sicuramente per tentennare fino allo scadere della mezzanotte per poi ritrovarmi, come mio solito, a spendere al massimo una ventina d’euro con sensi di colpa annessi.
Come diceva qualche settimana addietro il buon Fabio, l’importante alla fine è comprare qualcosa di cui non abbiamo affatto bisogno. Io ne sarò comunque felicissimo, e con tutta probabilità sfoggerò gli acquisti come un trofeo. E come succede ogni dannato giorno, colui che ne uscirà sempre più forte sarà solo il Backlog. Ma quella, ormai, è un’altra storia.