Il gigante messo in scena da Spielberg è ingenuo, dal cuore d’oro e – a differenza dei suoi simili, più grandi, che abitano nella terra dei giganti – egli non mangia i bambini, limitandosi a una dieta prettamente vegetariana. L’insolita amicizia che nascerà tra la bambina protagonista, Sophia, e il gigante sarà impreziosita da diversi momenti in cui verranno approfondite le loro personalità per scoprire che i due hanno molto in comune, laddove l’altezza rappresenta solo un diverso punto di vista sulle difficoltà del crescere e dell’approcciarsi alla vita.
La differenza d’altezza rappresenta solo un diverso punto di vista sulle difficoltà del crescere
Il GGG, quindi, si inserisce perfettamente nella fascia under 13 (mi permetto di azzardare), andando a rappresentare quel tipo di cinema che si convince della storia narrata per potersi prendere tutte le libertà possibili. Quello che viene affrescato è un mondo magico dove i giganti vanno a caccia di sogni, per poi donarli ai bambini di tutto il mondo. È una storia di amicizia e piccoli gesti: in più di un’occasione, infatti, il GGG avrà premura di celare i piccoli occhiali da vista di Sophia per nasconderla dagli altri giganti che vogliono mangiarla. Piccoli gesti, dicevo, che dipingono l’animo del gigante, egli infatti si muove con una furtività che smentisce le sue dimensioni, e quasi danza nella Londra notturna per nascondersi dagli occhi degli umani.
Viene affrescato un mondo magico dove i giganti vanno a caccia di sogni, per poi donarli ai bambini di tutto il mondo
Sì, Il GGG è troppo lungo, e in alcuni punti risulta anche prolisso e forse banale; per giunta, non presenta alcun nessun twist narrativo di rilievo, ma per due ore mi ha consentito si stare insieme al gigante e a Sophia, condividendo questa ingenuità dolcissima. Perdonatemi.
VOTO 7.5
Genere: animazione, avventura
Publisher: Disney, Medusa Film
Regia: Steven Spielberg
Colonna Sonora: John Williams
Intepreti: Mark Rylance, Ruby Barnhill, Rebecca Hall, Penelope Wilton
Durata: 117 minuti