The Great Wall – Recensione

Il nome di Zhang Yimou potrebbe dire nulla ai non appassionati del settore, ma sappiate che è il regista di molte produzioni orientali apprezzate anche noi; sono suoi, infatti, i film Lanterne Rosse, La Foresta dei Pugnali Volanti, Hero o l’ultimo, bellissimo Lettere di uno Sconosciuto. Si tratta di un artista considerato essenziale in patria, quindi capace di creare attesa ogni qualvolta viene annunciato un suo lavoro.

The Great Wall ha ricevuto sicuramente la stessa attenzione, ma con una tempesta di critiche negative (soprattutto da parte della stampa) al momento dell’uscita del film nei cinema. Aggiungo una nota prima di procedere: Transformers 4 – L’Era dell’Estinzione (2014) è stato uno dei primi film nati da una collaborazione fra Cina e Stati Uniti: per alleggerire i costi di produzione, Hollywood ha deciso di aprire un accordo con la Cina al fine di realizzare alcune esclusive coprodotte, con cast e tecnici di entrambe le nazionalità. The Great Wall può considerarsi figlio di questo accordo e – purtroppo, agli occhi globali – non esce molto bene in termini di qualità.

The Great Wall immagine Cinema 01William e Pedro sono due mercenari che si avventurano in Cina alla ricerca della polvere da sparo, ancora considerata una leggenda. I due verranno catturati dalle truppe in forza alla Muraglia Cinese, che spiegheranno come la struttura sia stata costruita per difendere il paese da creature aliene che – ogni 60 anni – decidono di uscire dalla loro tana per seminare morte e distruzione.

The Great Wall è privo di quell’armonia, o poesia, che ha sempre contraddistinto le opere di Zhang Yimou

La difficoltà maggiore, volendo parlare di questo film, sta nel cercare una giusta cornice in cui inquadrarlo, per spogliarlo dagli intenti puramente commerciali – o che possono apparire “idioti” – al fine di cercare quell’armonia, o poesia, che ha sempre contraddistinto le opere del regista. Purtroppo, l’impresa si rivela impossibile: The Great Wall, già dai primi minuti, si presenta come un mero prodotto di intrattenimento, oltretutto realizzato male. Certo, c’è sempre quella fetta di spettatori che si è divertita, fra cui annovero anche il sottoscritto, che è riuscita ad andare oltre alle evidenti forzature, o alle scempiaggini narrative, mentre noto con dispiacere che il grosso del pubblico e la critica italiana non ne sono stati capaci.

Dovrei omologarmi? Direi di no, perché come mero prodotto di intrattenimento, The Great Wall funzionicchierebbe pure, ha una sua logica nella sua illogicità (parafrasando Baricco), e mi ha strappato pure qualche sorriso, per esempio nella catalogazione delle truppe a difesa della Muraglia. Ciascuna, a seconda delle competenze belliche, ha una sua armatura personalizzata: gli arcieri indossano una protezione leggera e rossa, i lancieri acrobatici sono contraddistinti da un’armatura snella e blu, mentre le truppe d’assalto sono caratterizzate da una corazza robusta e nera. Insomma, tutto si può dire, tranne che alcuni dettagli siano lasciati al caso.

The Great Wall immagine Cinema 03

come mero prodotto di intrattenimento, The Great Wall funziona

Al netto di una computer grafica che si rivela non all’altezza, e di creature dal design non proprio originale, mi ritrovo soprattutto a chiedermi quale sia la funzione di Willem Dafoe nel film. The Great Wall, in conclusione, è un difettosissimo blockbuster che – se preso per quel che è (e forse neppure voleva essere così leggero) – riesce a intrattenere il tempo giusto per farsi odiare o per riempire una serata vuota o noiosa. Non manco comunque di sottolineare nuovamente la natura fallimentare del progetto: se la Cina vuole imporsi con i propri blockbuster, anche al di fuori del territorio, deve cambiare rotta, anche perché il parrucchino di Matt Damon è da denuncia penale.

VOTO 5.5

The Great Wall immagine Cinema locandinaGenere: azione, avventura, fantastico
Publisher: Universal
Regia: Zhang Yimou
Colonna Sonora: Ramin Djawadi
Intepreti: Matt Damon, Jing Tian, Pedro Pascal, Willem Dafoe
Durata: 104 minuti

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