John Wick 4 – Recensione

La sostanza di John Wick 4 ci è stata comunicata e tramandata sin dal primissimo capitolo: Baba Yaga prende il sopravvento, l’assassino John Wick è annichilito davanti alla leggenda che lo precede e dove l’uomo va a morire, divenendo semplicemente uno strumento di morte.

Ecco dunque che il franchise, nel suo ultimo atto, si trasforma in ciò che ha timidamente cercato di fare nelle pellicole precedenti; si solleva dal terreno cominciando a giocare con l’icona, con le leggende, con lo stile cinetico dell’esposizione di corpi danzanti in arti marziali “Gun – fu”, muovendosi in scenari dal world building ben preciso, più attenti alla resa estetica e alle sue influenze che alla mera sostanza narrativa, perché diciamolo: l’aspetto drammaturgico del film non è mai stato così davvero importante.

Ecco dunque che il franchise, nel suo ultimo atto, si trasforma in ciò che ha timidamente cercato di fare nelle pellicole precedenti

All’indomani della scomparsa del compianto Lance Reddick nel ruolo del concierge del Continental, oltre che essere una delle tante spalle di supporto alla lotta di John Wick contro la Gran Tavola, questo quarto capitolo chiude tutte le parentesi rimaste insolute, annullando lo stesso Keanu Reeves per mettere tutti gli altri comprimari in bella vista, esaltandone lo stile. C’è Donnie Yen che dopo Rogue One ci ha preso gusto a interpretare assassini non vedenti ma estremamente letali, niente in confronto del gonfiatissimo – grazie al make up – Scott Adkins, che nel costume pompato da uomo grosso e grasso alterna un’incredibile velocità e agilità nel combattimento.

john wick 4 recensione

Mentre la forma del franchise è rimasta immutata (tanta attenzione all’azione e alle coreografie, un occhio alla longevità delle stesse), la sostanza invece si fa sempre più nitida, laddove a parlare non sono tanto i personaggi quanto i luoghi in cui si muovono.

Mentre la forma del franchise è rimasta immutata, la sostanza invece si fa sempre più nitida, laddove a parlare non sono tanto i personaggi quanto i luoghi in cui si muovono

Dal Continental del Giappone, con un gusto tutto unico nel giocare con l’iconografia del cinema di arti marziali orientale, come i ninja, fino alle strade di una Parigi che fa della rotatoria attorno l’Arco di Trionfo il luogo perfetto per incasellare minuti su minuti di combattimenti serrati, con la camera che si muove sinuosa attorno ai protagonisti, seguendoli nelle acrobazie mentre intorno a loro auto e moto sfrecciano violente, veloci, spettatori e oggetti inconsapevoli di uno sfondo più grande.

john wick 4 recensione

Se l’esecuzione delle coreografie è cosa da tutti, la consapevolezza maggiore della regia si muove proprio nei luoghi, tutti riconoscibili, emblematici, un museo variopinto con diverse stanze, tutte differenti, dove i protagonisti agiscono seguendo le loro abilità. Non è così strano dunque constatare come proprio nell’ultimo capitolo, John Wick si trasforma in qualcosa di estremamente astratto, meno radicale e terreno del primo, per abbracciare il nettare degli dei, diventare mitologia per lo spettatore che non ha più bisogno di trame articolate o del plauso drammaturgico, ma solo di mettere una pistola in mano a John Wick e vederlo muoversi tra le decine di corpi che si lascia dietro.

john wick 4 trascende le sue stesse origini per diventare qualcosa di più grande, imponente, una vera e propria leggenda

Scena chiave di questa trasformazione: il combattimento con Killa, il personaggio di Scott Adkins, ripreso pari dal club del Pinguino in The Batman. Tutti ballano, i giochi di acqua accolgono in un umido abbraccio il pubblico che si scatena ovunque e quasi si possono sentire i gemiti di piacere di tutti. Tra di loro, John Wick e Killa se ne danno di santa ragione, ma nessuno sembra accorgersi della violenza tutt’attorno mentre continua a ballare, riempiendo quel dipinto così allucinatorio, fuori dalla realtà, che prende forma in una quadro in movimento. Talmente folle e fuori logica da essere leggendario.

VOTO 8

john wick 4 recensioneGenere: azione, thriller
Publisher: Eagle Pictures, 01 Distribution
Regia: Chad Stahelski
Colonna Sonora: Tyler Bates
Interpreti: Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Ian McShane, Lance Reddick, Donnie Yen, Bill Skarsgard
Durata: 170 minuti

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