Ancor prima della messa in onda il grande dubbio era se il ritorno in TV di X-Files, dopo quasi quindici anni dalla sua fine, avesse più fini commerciali che narrativi. La risposta l’abbiamo trovata dopo aver guardato le sei puntate di questa miniserie evento (o decima stagione, se la consideriamo canonica) e aver messo a confronto qualità e difetti. Globalmente The X-Files Revival è un prodotto che, nonostante il concept un po’ anzianotto, funziona ancora sul piccolo schermo e riporta alla memoria senza paura la cornice, il taglio e la fotografia tipica degli anni ‘90. Paradossalmente, però, le uniche due puntate che si riallacciano alla mitologia su cui si fonda la serie, rispettivamente la prima e l’ultima (My Struggle e My Struggle II), sono le peggiori, svogliate, narrativamente disastrose e che snaturano il lavoro che aveva portato X-Files nell’Olimpo delle serie TV che contano.
Il revival costruito dallo storico creatore Chris Carter non ha mordente, forse per mancanza di giusto spazio (sei episodi sono pochi) o, semplicemente, per l’idea troppo evidente di spremere al massimo la rapa, sfruttando poi gli ascolti record che ha ottenuto per strappare la probabile conferma per un’altra stagione (visto anche il finale apertissimo, che non conclude assolutamente nulla). The X-Files Revival sembra avere due unici scopi: A) proporre lo show a un nuovo tipo di pubblico, i più giovani, magari spingendoli a recuperare le stagioni precedenti; B) raccontare in poche puntate cosa è stato X-Files, contestualizzando tutto al 2016, poco importa se si tratti di narrazione o di personaggi, questi ultimi invecchiati ma mai stanchi di cercare la verità.
Se nelle stagioni “originali” il cavallo di battaglia della serie era proprio la voglia di togliere il velo su un mistero che veniva puntellato, taciuto, mostrato ma non spiegato (lasciando sospesi protagonisti e spettatori tra il dubbio e la paranoia), The X-Files Revival usa la formula inversa: le spiegazioni sono all’ordine del giorno, anche se improbabili o uscite fuori dal nulla; e tutte, invece di portare risposte, aprono la pista ad altre situazioni inspiegabili. Una matrioska di segreti che si conclude con un “to be continued” che, più che attesa per gli eventuali nuovi episodi, alimenta ancora più i dubbi sull’opportunità di togliere la polvere da una serie storica come X-Files.
Il meglio emerge nelle puntate fuori dalla mitologia: in particolare, la seconda (Founder’s Mutation) e la terza (Mulder and Scully Meet the Were-Monster) sono dei piccoli gioielli di scrittura, laddove si apprezza un ritmo più pacato, che mette al centro di tutti l’empatia verso gli eterni Fox Mulder e Dana Scully. Gli anni sono passati anche per loro e, ricollegandosi al ramo narrativo del figlio dato in adozione, li vediamo invecchiati e pensierosi, con l’ossessione di un bambino che ha portato in dote evidenti rotture e sfiducie reciproche. Si riesce perfino ad apprezzare un Mulder seduto in cucina, nella penombra, a fissare una foto assorto nei suoi pensieri, anziché impegnato a dare la caccia agli alieni.
The X-Files Revival non è certo un prodotto da bocciare nella sua totalità, ma dopo aver visto tutte le sei puntate sono sempre più convinto che, forse, non c’era tutto questo bisogno di riesumare dalla memoria il mito di X-Files, con il rischio di aggiungere nel cuore di molti una macchia su un tessuto che fino a oggi era rimasto immacolato.
VOTO 6.5
Genere: fantascienza, thriller
Publisher: FOX
Autore: Chris Carter
Colonna sonora: Mark Snow
Interpreti: David Duchovny, Gillian Anderson, Mitch Pileggi
Durata: 6 puntate
ERA.