Somnia - Recensione


Una coppia, superato il dolore per la perdita del figlioletto, decide di accogliere e adottare Cody, un bambino rimasto orfano dall’età di tre anni. Il giovane protagonista ha alle spalle altre e spiacevoli situazioni famigliari a causa del suo potere particolare: quello di materializzare i propri sogni e incubi, questi ultimi mortali per chi si trova nelle sue vicinanze. Mike Flanagan – regista, sceneggiatore e montatore di Somnia – si era fatto conoscere nel mercato horror grazie al tanto chiacchierato Oculus, uscito nel 2013. C’era chi aveva urlato al talento e chi al sopravvalutato: Somnia diventa quindi il banco di prova per stabilire quale delle due definizioni sia corretta. Considerato il filone produttivo di questi horror di serie B, direi che Flanagan si dimostra decisamente capace, tanto che non mi dispiacerebbe vederlo coinvolto in produzioni di serie A, come quelle firmate James Wan, per intenderci.

Era facile cadere nella trappola del pregiudizio davanti alla sola sinossi, perché l’accoppiata horror di sogni e mostri fa immediatamente correre il pensiero al Freddy Krueger di Nightmare, mostro sacro del genere. Fortunatamente Somnia, scena dopo scena, si discosta da ogni altro film per brillare di una trama propria, presentando una personalità ben definita: più che un horror, Somnia è invero un favola dark. Il bambino non è rappresentato come il classico infante demoniaco fuori controllo: Cody, infatti, cerca di non dormire mai. Conscio delle sue facoltà, il giovane non vuole fare del male alle persone che lo circondano; si troverà tuttavia nella situazione di subire “abusi” del suo potere da parte dei genitori affidatari per scopi puramente personali ed egoistici.

somnia recensione cinema (2)

Somnia, scena dopo scena, si discosta da ogni altro film del genere

Come in ogni favola, le battute finali affrontano una lieve morale atta a puntellare una realtà troppo cruda per quei bambini che necessitano di uno scudo genitoriale per alleviare le paure e le ansie, soprattutto quelle legate a ciò che ci spaventa maggiormente in quanto di natura sconosciuta. Flanagan gira con perizia ogni scena tentando di non cadere nel classico horror che punta tutto sul jumpscare, cercando piuttosto di fornire una caratterizzazione credibile ai personaggi, di entrare in empatia con il loro dolore e di costruire un intreccio di ostacoli e angoli bui che prendono luce avanzando nella trama; trama in cui, purtroppo, sono presenti alcune sequenze poco convincenti.

In conclusione, Somnia è sicuramente un prodotto al di sopra dei classici horror che ogni mese infestano le sale cinematografiche. Se si avvalesse di una penna migliore alla sceneggiatura, Flanagan potrebbe in futuro portare una ventata di aria fresca nel genere.

VOTO 7

somnia recensione cinema (2)Genere: horror, thriller
Publisher: Koch Media
Regia: Mike Flanagan
Colonna Sonora: Danny Elfman
Intepreti: Kate Bosworth, Thomas Jane, Jacob Tremblay
Durata: 97 minuti

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