La fantascienza nel cinema è sempre stata abbastanza chiara, quasi bipolare: la vita extraterreste esiste e può incarnarsi in alieni guerrafondai, come quelli de La guerra dei Mondi o di Independence Day, oppure in portatori di “umanità”, innocenza e poesia, come E.T. o Incontri ravvicinati del Terzo tipo.
Denis Villeneuve, ormai firma sempre più autorevole nel panorama hollywoodiano, sa certamente come giocare con lo spettatore. Al netto del genere, Arrival non si esprime in azione o esplosioni, ma tutto ruota attorno alla comprensione del messaggio che gli alieni cercano di trasmettere al genere umano. Tutto procede a piccoli passi, fino alla risoluzione finale e alla decodifica del messaggio stesso, in un cinema fatto quasi più di scienza che di fantascienza, un’anima che già viveva ne il Sopravvissuto – The Martian di Ridley Scott.
Arrival non si esprime in azione o esplosioni, ma tutto ruota attorno alla comprensione del messaggio alieno
Villeneuve gioca con le immagini – d’altronde il cinema è movimento – e regala ad ogni singolo frame una cornice di devozione, motivo per cui si segue ogni ansa del plot con grande interesse e tensione. C’è qualche problemino nel finale, quando il film svolta su una narrazione a diversi piani temporali, uno snodo che possiamo definire molto simile al cinema di Nolan (la grande rivelazione finale) che abbraccia, però, un tema già visto. Non a caso, Arrival è un film che trova affinità con pellicole come Contact di Robert Zemeckis o, appunto, Interstellar.
Allo stesso tempo, come accadeva in District 9, c’è il coraggio di comprendere qualcosa a noi sconosciuto, qualcosa che ci trasmette tanta paura e timore e che mette sul banco di prova i più coraggiosi. Mai è stata più azzeccata la scelta di mettere al centro del film una donna, considerando anche il background del personaggio che, nel corso della storia, avremo modo di comprendere e apprezzare.
Villeneuve regala ad ogni singolo frame una cornice di devozione
VOTO 7.5
Genere: fantascienza
Publisher: Paramount Pictures
Regia: Denis Villeneuve
Colonna Sonora: Jóhann Jóhannsson
Intepreti: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker
Durata: 116 minuti