Trovo ottimi, infine, quei tutorial che riescono a integrare le meccaniche di apprendimento in un livello che è, a tutti gli effetti, una missione principale
Inizia in maniera davvero peculiare
Assassin’s Creed II, con Ezio Auditore neonato che – premendo gli opportuni tasti – impara a muovere i piedini e la testolina “implume”. E, naturalmente, permangono nei ricordi una memorabile visita a Cristina Vespucci e la scalata del primo monumento storico in compagnia del fratello, proprio poco prima che il maestoso titolo del gioco campeggi sulla stupenda panoramica di Firenze. Peccato che il tutorial in questione non abbia mai termine.
Passi che Ezio non sappia nulla della nobile arte dell’assassinio, ma in pratica non si esce mai dalla fase di addestramento giacché c’è sempre qualcosa da apprendere, una nuova sezione di gioco che ha le sue opportune regole che dobbiamo seguire e requisiti che dobbiamo soddisfare pena il non poter procedere.
di norma non apprezzo quei tutorial – per quanto creativi – che si svolgono in una struttura d’addestramento
L’”ispirazione” deriva chiaramente dalla saga di
Grand Theft Auto, che in questo campo “eccelle”, e che per ogni missione principale ci dà istruzioni su come muovere i mezzi, sovente diversi, ciascuno con la propria combinazione di tasti da adoperare. Un tempo si leggeva il manuale, e ciò mi pareva davvero più opportuno, soprattutto a livello di immedesimazione.
Trovo ottimi, infine, quei tutorial che riescono a integrare le meccaniche di apprendimento in un livello che è, a tutti gli effetti, una missione principale della storia o campagna di gioco. Shadow Tactics: Blades of the Shogun, spalmando letteralmente le istruzioni sullo scenario, ci fornisce indicazioni immediatamente assimilabili pur non rinunciando ad introdurre un grado di sfida significativo, nonché esemplificativo, di quanto offrirà il titolo. Similmente, il primo Gothic e Legend of Grimrock presentano sequenze iniziali guidate ma sostanzialmente libere, con la sacrosanta possibilità di lasciarci le penne, senza per questo rinunciare ad inserisci immediatamente nel mondo virtuale.
non sopporto quei tutorial che durano per l’intero gioco
In definitiva,
credo che ad oggi il tutorial migliore sia ancora quello offerto da TES III: Morrowind. Oltre all’indispensabile schermata di creazione del personaggio, il terzo capito delle The Elder Scrolls ci raccomanda di premere WASD per muovere il personaggio, di usare la barra spaziatrice per interagire con porte e contenitori, e ci fornisce indicazioni su un paio di altri tasti indispensabili. Poi, saggiamente, il tutorial si fa da parte, sostanzialmente dicendoci:
«Se gradisci puoi equipaggiarti presso Arrille a Seyda Neen, io te lo consiglio caldamente. Oppure – per quel che mi riguarda – puoi anche buttarti giù in un dirupo! Addio e buona avventura».
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