L'insostenibile attesa di Cyberpunk 2077

cd projekt red Cyberpunk 2077 e3 2018

Forse si tratta di lesa maestà, a così pochi giorni dalla pubblicazione di The Witcher 3: Blood and Wine (qui la recensione), ma il pensiero di Cyberpunk 2077 ha ricominciato a ossessionarmi. Per la verità non ha mai smesso, e tuttavia l’idea che sia CD Projekt RED a occuparsi di una moderna trasposizione videoludica di Cyberpunk 2020, dopo le clamorose prove degli ultimi anni, mi frigge la testa come il viaggio di un hacker andato male. Anche nell’ultima recensione ripeto fessamente che alcuni margini di miglioramento sono ancora aperti, ma alla fine diventa sempre un modo per celebrare il resto, per aver ben di fronte la magnificenza dell’affresco dark fantasy di Geralt di Rivia.

Certo Cyberpunk 2077 potrà concentrarsi su alcune migliorie, magari nel comparto delle animazioni e degli elementi interattivi, ma la verità è che dovrà essere un animale completamente diverso, qualcosa che CD Projekt (intesa come insieme di publisher e studio RED) non ha mai contemplato se non nella propria gigantesca cultura videoludica. Ed è qui che sta una delle più grande emozioni: a conti fatti, non si sa ancora bene con chi avremo a che fare. Prima di continuare, riguardiamoci insieme l’ormai mitologico trailer del 2013 (mi raccomando ballate, meglio se con un visore VR in testa):

Già dal video emerge prepotentemente il livello della sfida. La figura del poliziotto augmentato, membro della divisione Psycho Squad, non è che una delle caratterizzazioni possibili del proprio avatar nell’universo di Cyberpunk, insieme ad hacker indefessi (netrunner, per la precisione), brooker telematici, mercenari cazzuti e tanto altro ancora. Non un eccezionale personaggio letterario, dunque, ma la commistione di tendenze personali e regole di gioco di tanti RPG cartacei e videoludici – a meno che CD Projekt non abbia un punto di partenza così solido da potersi arrischiare in una simile libertà. E poi ci sono le suggestioni shooter, naturalmente, sulle quali lo studio non ha esperienze diretta e che sono, da sempre, croce e delizia degli ARPG fantascientifici in prima e terza persona.

Cyberpunk 2077_thegamesmachine (5)

il pensiero di Cyberpunk 2077 ha ricominciato a ossessionarmi

Di contro, l’affresco fantascientifico originale di Mike Pondsmith (che collabora attivamente a Cyberpunk 2077) permetterà allo studio di sbizzarrirsi in quello che sa fare meglio, ovvero scrivere quest e personaggi di una tale profondità da travolgere tutti quanti, giocatori e addetti ai lavori della concorrenza. Alla fine, non si tratta di un quadro cyberpunk con troppe sfaccettature “originali”, magari con i riferimenti fantasy di Shadowrun, ma una visione classica che stende sul tavolo gli sprawl, il dominio della rete telematica, le mutazioni antropologiche connesse alla tecnologia e tutti i temi classici esplorati da Gibson, Sterling e colleghi vari in Mirrorshades, oppure nei loro romanzi più celebri. Una visione persino imprecisa, ad esempio nell’aver sottovalutato l’evoluzione e la capacità di penetrazione della fonia mobile, ma anche per questo ancora più trasversale alla realtà odierna, una specie di ucronia partita in epoca già digitale. I nostri eroi, insomma, dipingeranno qualcosa di nuovo su “un cielo del colore di una TV sintonizzata su un canale morto”.

E mi viene quasi da ridere al pensiero delle critiche di sessismo piovute sul ginoide (o sul cyborg ormai disumanizzato, cosa molto più probabile) del trailer di Cyberpunk 2077, peraltro da una direzione assolutamente inaspettata. Quella è la nostra nuova Monna Lisa Cyberpunk, altroché.

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  1. 1.
    Se CD Project RED dovesse confermarsi sui livelli qualitativi visti fino ad oggi, o addirittura superarsi, smetterebbe di aver senso il paragonarli ad altre SH.
    D'altro canto c'è un altro pensiero che mi frulla per la testa: speriamo che Bandai Namco non rovini il giocattolo...

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